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Il Carnevale in Lazio

Il Carnevale in Lazio

Acquapendente
Un aspetto tipico delle manifestazioni del Carnevale aquesiano erano i semplici riti del Giovedì Grasso, strettamente legati all'ambiente contadino e oggi quasi totalmente scomparsi. Si trattava di una sorta di teatro popolare itinerante in cui, un gruppo di soli uomini, completamente mascherati, rappresentava sei personaggi fissi che si spostavano di podere in podere a fa la cerca di saporita carne di maiale.
C'erano un suonatore, un pagliaccio, un vecchio, una vecchia, uno sposo e una sposa. Partivano il giovedì mattina di buon ora e iniziavano la loro visita per i casali di campagna. Il pagliaccio che teneva in mano un lungo spiedo o spito, appena entrato nella casa, cercava subito la pertica dove era stesa la carne di maiale a stagionare e iniziava a gridare: ciccio, ciccio, ciccio, ...Gli altri intrattenevano la famiglia ed in particolare le ragazze, suonando e ballando.
Oltre la carne di maiale, che veniva infilzata nello spito, ricevevano anche uova e altre vivande che riponevano in un capagno portato dal vecchio. Le maschere, dopo aver divertito ed incuriosito la numerosa famiglia contadina, che in genere non riusciva a riconoscere gli interpreti, se ne andavano verso un altro podere e di nuovo un busso alla porta, la solita frase: Fate bono a lo spito, Dio ve salve vostro marito e si ricominciava a ballare.
www.prolocoacquapendente.eu

Campagnolo Santi Cosma e Damiano
Le sfilate carnevalesche a SS.Cosma e Damiano iniziano fin dagli anni '70, quando a girare per le vie del paese sono rimorchi pieni di gente con tanta voglia di divertimento. Si tratta quindi di carri non ancora in cartapesta, ma di carri addobbati con ogni tipo di abbellimento economico, come stracci, fiori e piante. La musica veniva offerta "dal vivo" in quanto i musicanti con fisarmoniche ed altri strumenti dell'epoca suonavano direttamente sul carro. Definirli solo dei mangia e bevi sarebbe riduttivo in quanto i figuranti erano vestiti con abiti carnascialeschi di tutti i tipi. Si trattava quindi di vere e proprie compagnie danzanti e suonanti, che portavano allegria in tutta la cittadina.
Il percorso prevedeva il giro tra le vie della campagna e fino al centro storico di SS.Cosma e Damiano situato come si sà in collina. Con la crescita delle dimensioni delle costruzioni crescono anche le difficoltà logistiche dei carri che quindi abbandonano il percorso verso il centro storico. Nasce quindi nel 1978 il Carnevale Campagnolo così definito perché i carri sfilano per tutta la campagna sancosimese. Negli ultimi anni si decide di sfilare solo per la via F.Baracca, e con conclusione e momento clou in piazza Campomaggiore.
www.carnevalecampagnolo.it

Civita Castellana
Durante il periodo di carnevale ci sono numerose iniziative: la sagra dei frittelloni, il Giovedì Grasso si può assistere alla nota sfilata allegorica dei bambini organizzata da tutte le scuole, e per concludere le 3 meravigliose sfilate dei carri allegorici, svolte le ultime due domeniche e il Martedì grasso, che si chiude con l'ultima sfilata di carri allegorici, il ballo in piazza Matteotti ed a notte inoltrata, il saluto al Carnevale con il falò del Puccio ed i fuochi d'artificio.
www.comune.civitacastellana.vt.it

Frosinone
La festa della "radeca", il Carnevale di Frosinone, trae la sua importanza dalla celebrazione dell'eroica rivolta dei frusinati contro le truppe d'occupazione francesi avvenuta avvenuta nel 1798 e 1799. Nella vicenda si inserisce la ben nota figura del generale francese Jean Antoine Étienne Vachier detto Championnet.
La festa inizia verso le ore 14.00 del martedì grasso (dopo un pranzo che il costume vuole a base di "maccarune") e il corteo prende il via dal rione Giardino dove è ubicata la casa del Carnevale, lascito di un cittadino facoltoso di cui non si conosce il nome. L'allegra processione è preceduta da un carretto che trasporta una botte di vino.
Procedono a breve distanza i gruppi dei "radicari", l'anima della truppa, seguiti dai rappresentanti dell'amministrazione comunale che portano il gonfalone della città. Poi viene la banda musicale che esegue ininterrottamente la canzone di carnevale ed infine il carro trainato da quattro cavalli che trasporta il "rubicondo" generale Championnet che con una mano si tiene la pancia satolla e con l'altra saluta la folla. La maggior parte dei partecipanti brandisce la "radeca" (foglia d'agave), pochi innalzano la cima di cavolfiore (pantanari) antico segno di appartenenza ad una fascia rurale.
Con tali "armi" si accompagnano nel ballo con una canzone che in una prima parte risulta lenta, a ricordare i soprusi subiti e l'oppressione di un popolo, e nella seconda parte più allegra e festante a testimonianza della ritrovata libertà. Durante quest'ultima fase, più vivace, nella strada i radicari e i pantanari si scatenano in uno sfrenato saltarello, eseguito in vari cerchi, esclamando all'unisono un cadenzato "esseglie', esseglie', esseglie'!". Nel corso della sfilata è necessario rispettare alcune regole: bisogna assolutamente prendere la "radeca" se non si vuole incorrere in una punizione che prevede l'inchino del contravvenente per subire un certo numero di "radecate".
www.comune.frosinone.it

Marino
Il Carnevalone di Marino ( 'U Carnevalone in dialetto marinese) è una festività laica che rappresentava la prosecuzione del Carnevale anche il giorno del Mercoledì delle Ceneri, festeggiata dai repubblicani anti-clericali marinesi tra il 1870 ed il 1922.
Il Carnevalone, peculiarità non solo marinese che tuttavia ha raggiunto a Marino uno dei suoi apici, nacque come reazione anti-clericale al clima di austerità che si instaurava nelle case e nelle famiglie cattoliche con l'inizio della Quaresima. Generalmente la festività si svolgeva con una sfilata in costume sul Corso e esibizioni varie in piazza San Barnaba.
L'evento attirava spettatori da molte località dei Castelli Romani e da Roma, nonché attirando l'attenzione di importanti giornali dell'epoca, come Il Messaggero.
La fine del Carnevalone venne segnata prima dall'avvento del fascismo e poi dal clima preparatorio al Concordato del 1929 tra l'Italia e il Vaticano, per cui venne soppressa e non rinacque più, sostituita ormai dalla Sagra dell'Uva come momento carnascialesco.
www.comune.marino.rm.it

Poggio Mirteto
Il carnevale di Poggio Mirteto, chiamato il Carnevalone Liberato si svolge nella piazza di Poggio Mirteto, provincia di Rieti, affonda le sue radici in fatti storici realmente accaduti nella seconda metà dell'Ottocento.
A partire dal 1862 fino ai patti lateranensi, il Carnevalone si festeggiò la prima domenica di quaresima, la tradizione è ripresa nel 1977. La festa nella sua complessità, richiama elementi scenici che possono essere interpretati come storia del territorio.
Nell'ambito delle manifestazioni ludiche volutamente confusionarie si possono estrapolare gli elementi fondamentali della rappresentazione: il clima carnascialesco e la baldoria condita da contenuti storico-anticlericali, gli artisti di strada e i feticci.
www.comune.poggiomirteto.ri.it

Roma
Nato nel Medioevo, il Carnevale Romano ha tuttavia la sua massima esplosione dopo l'elezione di Papa Paolo II, il quale, dopo il trasferimento della residenza pontificia a Palazzo Venezia, concentra nel centro storico ed in particolare nella Via Lata (attuale Via del Corso), la maggior parte dei festeggiamenti carnascialeschi. La Commedia dell'arte, le sfilate in maschera, i Giochi Agonali, i carri allegorici, tornei e giostre, le attesissime corse dei cavalli berberi e la festa dei moccoletti coinvolgevano tutta la popolazione, richiamando viandanti e curiosi da mezzo mondo. Con l'avvento dei Savoia a Roma nel 1870, inizia il tramonto del Carnevale, soprattutto a causa dei molti incidenti che avvenivano durante i giochi e che mietevano diverse vittime tra il pubblico presente.
I luoghi del Carnevale nell'Urbe erano soprattutto Piazza Navona, dove venivano organizzate rappresentazioni ludiche e fuochi d'artificio, Piazza del Popolo, luogo di partenza dell'avvenimento più importante del Carnevale, la corsa dei Bèrberi, Via del Corso, lungo la quale si svolgeva la corsa che si concludeva a Piazza Venezia.
L'immortalità del carnevale romano è magnificata da scrittori e poeti del calibro di Goethe, Gogol, Stendhal, Dickens e Dumas, e dalla pittura di Caffi, Shor e Orlov.
www.carnevale.roma.it

Tivoli
A Tivoli, le festività venivano aperte nella nottata che precedeva la festa di S. Antonio, e a dare inizio alla festa erano solitamente le " Livarole " o più precisamente "le Ghiogghiare" cioè le giovani raccoglitrici delle olive, che stazionavano a Tivoli e nelle campagne limitrofe, ingaggiate dai grandi proprietari terrieri della nostra città limitatamente per il periodo stagionale.
Queste giovani, organizzate in gruppi dotati di tamburelli e caccavelle, giravano lungo le vie cittadine in piena notte accompagnandosi con le loro allegre stornellate dispettose. In prossimità della piccola chiesa di S. Antonio Abate, in via Maggiore, si accorgevano immancabilmente di non essere più sole poiché gli abitanti della zona, anch'essi dotati di tamburelli, caccavelle e del popolare "triccheballacche" napoletano scesi a loro volta in strada festeggiavano l'inizio del carnevale. Nel pomeriggio poi aveva luogo la consueta benedizione degli animali, bardati a festa, con chiassose sonagliere e finimenti di classe, che bene si armonizzavano con le tamburelle e caccavelle delle "livarole" e delle contradaiole.
www.carnevaleativoli.it

Velletri
Il comune di Velletri organizza, ormai da sessanta anni, la manifestazione del Carnevale Popolare Veliterno.
L'evento nasce come semplice sfilata di maschere su povere carrozze e mezzi agricoli addobbati con festoni di carta, attrezzi ed utensili di lavoro della vita di tutti i giorni e affonda le radici nella storia e nella tradizione di Velletri.
Si hanno notizie della realizzazione del Carnevale Popolare Veliterno risalenti al lontano 1931. La festa prevede la realizzazione di carri allegorici in cartapesta e di costumi per i gruppi mascherati, tra i quali spicca la caratteristica e tradizionale meschera veliterna "Gurgumiello".
Sono ormai entrati a far parte del programma del tradizionale Carnevale le due iniziative denominate: Festa dei bambini e Festa dei Nonni; giornate con spazi di divertimento dove operatori specializzati , giocolieri, maghi, trampolieri e mangiafuoco, intrattengono i bambini e per i "nonni" prevedono musica folcloristica, danze e spettacoli teatrali.
Per la serata finale è previsto uno spettacolo musicale e la storica rappresentazione della morte di "Re Carnevale". Un carro che riproduce la classica maschera veliterna, viene bruciato in piazza, a chiusura dei festeggiamenti carnascialeschi.
www.velletri-univercarnevale.it