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Le relazioni per la sostenibilità del turismo: evidenze nelle città Unesco di Ragusa, Modica e Scicli

di Maria Velardita
Università per Stranieri di Siena
Facoltà di Lingua e Cultura Italiana
Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Cultura in Ambito Turistico - Imprenditoriali

Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Daniela Argento
Correlatore: Chiar.mo Prof. Massimiliano Tabusi
Tesi di laurea di: Maria Velardita

2.7 - Riflessioni di sintesi

Il capitolo è incentrato sul tema del turismo, quale parte del settore terziario che si è sviluppata maggiormente negli ultimi decenni. Oltre ad essere uno dei fattori più importanti di sviluppo economico, il turismo ha reso possibile la creazione di molti posti di lavoro e la nascita di nuove figure professionali, provocando, così, un aumento considerevole del tasso di occupazione mondiale e di quello dei singoli Paesi.

Tra gli Stati che puntano maggiormente su questo settore troviamo l'Italia. Essa è, infatti, una delle mete più visitate dai turisti grazie alla presenza di un patrimonio culturale e paesaggistico difficilmente eguagliabile. L'altissimo numero di turisti che ogni anno visita il Bel Paese si traduce in ricchezza e, difatti, nel 2008, il 9,7% del PIL è stato generato proprio dal turismo. Tuttavia, gli effetti positivi non si limitano soltanto alla sfera economica, ma possono riguardare anche l'ambiente, il territorio e le popolazioni.

Dai dati che abbiamo riportato, possiamo notare come questo settore sia destinato a crescere ulteriormente nei prossimi anni. Tale fenomeno è dovuto al cambiamento delle esigenze manifestate dalla gente, di cui abbiamo già parlato nel capitolo precedente. Tra queste nuove necessità compare il “bisogno turistico", che è diventato, addirittura, un diritto dell'uomo. Esso esprime la volontà, da parte della gente, di vivere esperienze diverse, di interrompere la monotonia della vita quotidiana, di conoscere nuove culture, e di avere la possibilità di incontrare nuove persone e visitare nuovi posti. Per accontentare tali richieste l'azienda turistica deve rinnovarsi, mettendo da parte il turismo di massa per far posto ad un'ottica più relazionale ed autentica, in cui si privilegia il contatto diretto con le persone, le culture locali e con la natura, dove il turista non è più visto soltanto come fonte di guadagno, bensì come ospite, a cui far vivere un'esperienza memorabile.

Successivamente, ci siamo soffermati sull'azienda turistica e sul legame che l'unisce all'ambiente ed alle risorse in esso presenti. A tal proposito, occorre che essa operi nel pieno rispetto del territorio, per evitare che gli elementi naturalistici, artistici e folkloristici, su cui fonda la propria attività, vengano danneggiati o distrutti.

Dopo aver distinto le aziende turistiche in due categorie, aziende “pure" ed aziende “derivate", abbiamo classificato le strutture ricettive secondo i criteri forniti dall'Istat, dividendole in esercizi alberghieri, esercizi complementari ed alloggi privati in affitto, e descrivendo le caratteristiche peculiari di ognuna di queste classi. Inoltre, abbiamo potuto notare che l'offerta ricettiva tradizionale trova difficoltà a battere la concorrenza esercitata dalle strutture extra-alberghiere, le quali vengono scelte sempre più spesso dai turisti per la loro capacità di offrire un buon rapporto “qualità-prezzo".

Altro aspetto rilevante riguarda i servizi complementari proposti dalle strutture oltre all'alloggio. Offrire ai propri ospiti diverse tipologie di attività assicura una maggiore soddisfazione da parte di questi ultimi e rende possibile un loro ritorno. Questo discorso non vale solamente per gli esercizi ricettivi, bensì per l'intera offerta turistica di una destinazione. Per far sì che i visitatori tornino in una determinata località è necessario l'impegno e la collaborazione di tutti gli attori turistici. È questo il principio del turismo relazionale, in altre parole, di quella tipologia di turismo che si basa sulle relazioni personali tra turisti e comunità locale, ma anche sui rapporti di cooperazione che si instaurano tra i vari attori locali e che hanno, come scopo comune, la soddisfazione degli ospiti.

Dalla definizione di turismo relazionale, inteso come sistema basato sulla collaborazione di tutti gli attori coinvolti nel settore, sulla loro partecipazione diretta ai processi di creazione e realizzazione dell'offerta turistica e sulle relazioni personali tra ospiti e comunità locale, siamo passati a definire il turismo sostenibile, ovvero quella logica che si fonda sulla sostenibilità a livello ambientale, sull'equità sociale e sulla possibilità di conseguire guadagni economici nel lungo periodo. Le società si sono accorte, infatti, che il turismo, se gestito male, può avere delle ricadute negative sull'ambiente e sulle popolazioni. A livello internazionale, per aumentare la conoscenza di tale rischio e per promuovere forme sostenibili, sono stati organizzati degli incontri, il cui risultato è stato la firma di protocolli e di accordi da parte degli Stati. Il turismo è sostenibile se risulta ecologicamente sopportabile nel lungo periodo, economicamente profittevole, socialmente ed eticamente equo nei confronti delle comunità locali. Qualora i criteri su cui si basa questa logica non venissero rispettati, primo tra tutti quello della capacità di carico, le ripercussioni negative per il ciclo di vita delle destinazioni turistiche potrebbero essere molto gravi e causare la cessazione di tutte le attività economiche, sociali e politiche ad essi correlate.

Avendo presentato questo discorso di carattere generale sul turismo, nel prossimo capitolo ci concentreremo sul caso specifico della Sicilia. Osserveremo quali sono i principali ostacoli che non permettono il pieno sviluppo turistico della regione, e quali, invece, le risorse su cui puntare, focalizzandoci in modo particolare su una delle sue nove province, ovvero, quella di Ragusa, in cui sono presenti tre comuni facenti parte del patrimonio dell'umanità (Ragusa, Modica e Scicli).