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Le relazioni per la sostenibilità del turismo: evidenze nelle città Unesco di Ragusa, Modica e Scicli

di Maria Velardita
Università per Stranieri di Siena
Facoltà di Lingua e Cultura Italiana
Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Cultura in Ambito Turistico - Imprenditoriali

Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Daniela Argento
Correlatore: Chiar.mo Prof. Massimiliano Tabusi
Tesi di laurea di: Maria Velardita

3.4.1 - Ragusa: sinuose prospettive

Ragusa, il capoluogo di provincia, è formata da Ibla e Ragusa “Superiore", due nuclei urbani che fino al 1926 costituivano due città diverse. Entrambe accomunate dallo stile che si diffuse dopo il sisma del XVII secolo, ciò che le distingue è l'impianto urbanistico: tipicamente medievale quello della prima, con stradine, scalette e vicoli caratteristici, settecentesco con pianta regolare o ippodamea quello della seconda. Ad Ibla, tra le tante chiese svetta maestoso il duomo di S. Giorgio, opera di uno degli architetti più importanti dell'epoca, Rosario Gagliardi. Esso si erge in cima ad una vasta scalinata racchiusa in una cancellata in ferro battuto e la sua stupenda facciata a torre mostra abili giochi di colore, dati dal contrasto tra la nera pietra asfaltica ed il bianco calcare, lasciando intravedere l'elegante cupola neoclassica. Alle sue spalle uno dei palazzi nobiliari più pittoreschi, ovvero, Palazzo La Rocca con i tipici balconi barocchi a petto d'oca sostenuti da puttini, gente del popolo, giovani innamorati, nobili nei loro costumi tipici e creature grottesche.

Altre bellezze di Ibla sono la chiesa di S. Giuseppe, il Circolo di Conversazione, dove potevano riunirsi esclusivamente gli uomini della nobiltà cittadina, palazzo Donnafugata, palazzo Arezzo, il curatissimo Giardino Ibleo con all'interno tre chiesette, ed infine il portale dell'antica chiesa di S. Giorgio, unico elemento sopravvissuto al sisma, in stile gotico-catalano. Nella parte superiore della città, dominata dall'imponente cattedrale di S. Giovanni, “rivale" di quella di S. Giorgio, troviamo invece palazzo Zacco, con le tipiche sculture poste a sostegno dei balconi panciuti tra cui si scorge una bella sirena; palazzo Bertini, i cui mascheroni sulle volte delle finestre rappresentano “i tre potenti" (il povero, ovvero colui che non possedendo niente non ha niente da perdere, il ricco che può avere tutto con i suoi soldi, ed il nobile che rappresenta il potere politico dell'aristocrazia); e tanti altri monumenti da ammirare restando sorpresi dalla maestria degli artigiani di una volta, in grado di realizzare vere foto in pietra.