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Le relazioni per la sostenibilità del turismo: evidenze nelle città Unesco di Ragusa, Modica e Scicli

di Maria Velardita
Università per Stranieri di Siena
Facoltà di Lingua e Cultura Italiana
Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Cultura in Ambito Turistico - Imprenditoriali

Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Daniela Argento
Correlatore: Chiar.mo Prof. Massimiliano Tabusi
Tesi di laurea di: Maria Velardita

3.4 - L'offerta turistica del distretto culturale sud-est siciliano

Nel capitolo precedente abbiamo parlato del turismo in Sicilia, dei suoi punti forti e dei suoi limiti. Ci concentreremo ora su una delle sue province, quella che si trova più a Sud rispetto alle altre: Ragusa.

Con oltre 306.000 abitanti distribuiti nei dodici comuni (Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Giarratana, Ispica, Modica, Monterosso Almo, Pozzallo, Ragusa, Santa Croce Camerina, Scicli, Vittoria), questa provincia si differenzia dal resto della regione per una migliore qualità della vita, per un tasso di disoccupazione più basso rispetto a quello delle altre province siciliane e per un reddito pro capite superiore del 20% alla media regionale.

Grazie alla presenza di una popolazione molto propensa all'attività imprenditoriale, l'area ragusana è un esempio di sviluppo possibile anche in un territorio “ostile" come quello che ospita questa provincia, così carente di infrastrutture e collegamenti anche con i dintorni più vicini. L'economia di questa zona si basa sull'agricoltura, sull'allevamento di bovini (in particolare della razza modicana, una razza autoctona famosa per l'alta qualità del suo latte), sull'estrazione del petrolio dai monti Iblei, sull'industria manifatturiera del legno e della pietra e su quella alimentare, sull'artigianato ed infine sul turismo.

Quest'ultimo settore presenta un potenziale non completamente espresso a causa, innanzitutto, di un'insufficiente politica di promozione dell'immagine turistica della zona e, in secondo luogo, a causa dell'arretratezza che colpisce le vie di comunicazione.

Le ragioni di questo isolamento sono molto complesse e vanno ricercate nella politica. È opinione diffusa tra tutti gli operatori del settore turistico di questa provincia, quella che sostiene che la mancanza di visibilità della zona e la carenza di infrastrutture, elementi essenziali per lo sviluppo del settore, siano limiti appositamente voluti dalle altre località turistiche più famose della regione, le quali temono la concorrenza della provincia di Ragusa. Essa, infatti, con il patrimonio artistico e naturale che si ritrova potrebbe sottrarre loro quantità notevoli di visitatori. Non si tratta di semplice vittimismo, ma di un'opinione fondata. Basti pensare che questa provincia non è coperta nemmeno da un chilometro di autostrada, le linee ferroviarie sono tutte a binario singolo e non elettrificate e l'aeroporto più vicino, in attesa dell'apertura di quello di Comiso (vedi sottoparagrafo 3.3.), annunciata soltanto per puri scopi elettorali già da alcuni anni, è quello di Catania a più di 80 km di distanza. Ovviamente questi disagi non favoriscono l'arrivo di turisti, a meno che essi non siano spinti da una forte motivazione o da spirito avventuriero oppure viaggino con i tour operator, i quali includono nel pacchetto turistico anche il trasferimento da e per l'aeroporto, riducendo al minimo gli inconvenienti e le difficoltà del viaggio. Per cambiare questa situazione sfavorevole sarebbe necessaria la presenza di esponenti politici locali che si battano per portare la provincia di Ragusa al pari delle altre, non in veste di concorrente, ma come elemento integrato del prodotto turistico generale dell'intera regione.

Fortunatamente, una volta superato l'ostacolo del raggiungimento della destinazione, i turisti mostrano un buon livello di gradimento che viene testimoniato dalla loro permanenza media, superiore a quattro notti. Nella tabella della pagina seguente riportiamo il movimento complessivo (alberghiero ed extra-alberghiero) di arrivi e presenze nella provincia di Ragusa dal 2004 al 2007, rilevato dall'A.A.P.I.T.

Le relazioni per la sostenibilità del turismo - Foto 13

Tuttavia, sempre l'A.A.P.I.T. ci mette in guardia sull'obiettività di questi dati, in quanto essi sono fortemente influenzati dalla presenza di grandi hotel gestiti da tour operator esterni. In altre parole, la media di presenze straniere nel territorio è così alta proprio perché in questa zona si trova il più grande Club Mediterranée al mondo (circa 2.000 posti letto), la cui clientela è internazionale. Se invece analizziamo le presenze straniere nelle strutture più piccole, noteremo come la percentuale è molto più bassa.

Il territorio è in grado di offrire ai suoi visitatori itinerari diversi, sia per interesse storico che per aspetto naturalistico. Si pensi agli importanti siti archeologici di Cava Ispica, con le sue abitazioni rupestri occupate già dal neolitico, di Kamarina, con le rovine dell'antica città fondata dai coloni siracusani nel VI secolo a.C., e Kaucanae, con la sua chiesetta cimiteriale e gli altri resti di epoca romana. A questi siti si aggiungono alcune testimonianze delle epoche precedenti il terribile terremoto che, nel 1693, rase al suolo tutta la Sicilia sud-orientale, nonché le bellissime chiese e gli sfarzosi palazzi in stile tardo barocco siciliano, opere delle maestranze locali che vollero far rinascere le loro città dalle macerie del sisma, creando dei veri e propri gioielli architettonici.

Proprio grazie a questi monumenti che testimoniano la bravura e l'abilità degli architetti, dei capimastri e degli scalpellini del posto, l'UNESCO nel 2002 ha deciso di inserire Ragusa, Modica e Scicli nelle Città tardo barocche del Val di Noto con questa motivazione:

«Le otto città del sud-est della Sicilia: Caltagirone, Militello in Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli furono ricostruite dopo il 1693, nello stesso luogo o vicino alle città che vi sorgevano prima del terremoto di quello stesso anno. Esse rappresentano un'iniziativa collettiva considerevole, portata a termine con un alto livello architettonico ed artistico. Complessivamente conformi allo stile tardo barocco dell'epoca, esse rappresentano delle innovazioni notevoli in ambito urbanistico e della costruzione delle città».

Il filo conduttore del tardo barocco che accomuna queste città ha portato il 18 dicembre 2008 alla ratifica del protocollo d'intesa per il Distretto culturale Sud-Est siciliano, dedicato ai territori che hanno avuto il riconoscimento UNESCO. Come dice il vicepresidente della Regione siciliana ed assessore al turismo Titti Bufardeci: «Questo accordo servirà a rafforzare l'incoming turistico nella Sicilia orientale offrendo un viaggio nella storia dell'umanità, dalla Necropoli di Pantalica, alla Siracusa dell'VII secolo avanti Cristo, sino ad arrivare agli splendori del barocco siciliano». In questo modo si potrà dare continuità alle azioni finanziate con il progetto Distretto culturale Sud-Est, di cui è capofila il Comune di Modica e creare, altresì, una piattaforma telematica per un sistema integrato di sviluppo territoriale.

Oltre che sul patrimonio archeologico ed artistico, però, la provincia di Ragusa può contare anche sulla bellezza dei paesaggi del suo entroterra. Passeggiare all'interno delle innumerevoli cave rocciose, anticamente solcate da fiumi e tuttora costellate di carrubi, ulivi e fichi d'india, perdersi nel dedalo di muretti a secco che disegnano la campagna iblea come una sorta di ragnatela, incontrando qua e là antiche e sontuose masserie, sono esperienze che permettono ai visitatori di cogliere l'anima agreste di questa terra.
Avvicinandosi alla costa, diversamente, si ammirano spiagge estese di finissima sabbia dorata proveniente dal deserto, dune eoliche come colline, arbusti e cespugli che sprigionano aromi mediterranei, per poi volgere lo sguardo all'orizzonte e restare incantanti davanti allo scintillio del Mediterraneo scaldato dai raggi del sole.

Ma l'offerta turistica non si limita a questo. Anche le tradizioni ricoprono un ruolo molto importante all'interno dell'offerta turistica, soprattutto se sono vive e molto sentite da parte della popolazione, come avviene ancora in questa provincia. Si pensi alle feste religiose che celebrano i santi patroni delle città (la festa di S. Giorgio e quella di S. Giovanni a Ragusa; la festa di S. Giorgio e di S. Pietro a Modica; la “Cavalcata di S. Giuseppe", la “Madonna delle Milizie", e la festa di S. Guglielmo a Scicli), oppure alle celebrazioni Pasquali (Settimana Santa a Ragusa, “Madonna Vasa Vasa" la domenica di Pasqua a Modica e sempre il giorno di Pasqua la “Festa dell'uomo vivo" a Scicli): esperienze che riescono a coinvolgere talmente tanto gli ospiti da farli sentire partecipi della gioia che regna in queste manifestazioni.

Altra ragione di interesse per i visitatori può essere la riscoperta degli stili di vita e dei mestieri del passato, da conoscere nei musei etnografici o nei centri storici dove, all'interno di suggestive grotte, vengono allestite le diverse botteghe in cui gli artigiani danno tuttora prova della loro manualità.

Ulteriori eventi organizzati annualmente sono, oltre alle numerose sagre di prodotti tipici, Ibla buskers, festa degli artisti di strada che si tiene ogni anno nel mese di ottobre a Ragusa Ibla; Eurochocolate Modica, celebrazione del cioccolato artigianale modicano la cui particolare ricetta, diffusa qui dagli Spagnoli nel 1600, risale agli Aztechi; Festival “Basole di Luce" a Scicli e tante altre manifestazioni a carattere culturale, artistico e folkloristico.

Questi e molti altri ancora sono i motivi che spingono sempre più gente a visitare il Val di Noto, elementi che non si trovano ovunque e che rendono uniche ed indimenticabili le vacanze trascorse in questo lembo estremo d'Italia.

Nei prossimi sottoparagrafi, descriveremo brevemente, una per una, le città di Ragusa, Modica e Scicli ed i gioielli in esse racchiuse.