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Le relazioni per la sostenibilità del turismo: evidenze nelle città Unesco di Ragusa, Modica e Scicli

di Maria Velardita
Università per Stranieri di Siena
Facoltà di Lingua e Cultura Italiana
Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Cultura in Ambito Turistico - Imprenditoriali

Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Daniela Argento
Correlatore: Chiar.mo Prof. Massimiliano Tabusi
Tesi di laurea di: Maria Velardita

3.4.2 - Modica: un passato da contea tra vicoli di storia

Modica, "la città delle cento chiese", la città che diede i natali a Salvatore Quasimodo, "la melagrana spaccata" così come la definì Gesualdo Bufalino" in uno dei suoi libri più conosciuti, si presenta ai suoi visitatori come un presepe. Le sue casette si arrampicano tenacemente sulle pendici di quattro colline, al centro delle quali, fino al 1902, scorreva un torrente che le donava un effetto suggestivo ineguagliabile.

Originariamente divisa in due quartieri principali, Modica Alta e Modica Bassa, a cui solo recentemente se n'è aggiunto un terzo, quello di Modica Sorda, la città capoluogo nel passato di una delle contee più potenti della Sicilia, mostra ancora oggi tutta la sua opulenza e ricchezza nei monumenti che custodisce. Tra questi come non citare la cattedrale di S. Pietro, proprio sul corso, alla quale si accede percorrendo una scalinata interrotta dalle statue dei dodici apostoli; al suo interno tele e sculture di artisti locali, gente del popolo che faceva a gara per rendere la chiesa del loro patrono ancora più elegante e sontuosa. Sempre nella parte bassa, circondata da palazzi dell'aristocrazia, incontriamo la sobria chiesa di S. Maria di Betlemme al cui interno è possibile ammirare la meravigliosa Cappella Palatina, detta anche "dei Cabrera", dal nome della famiglia di origine spagnola che nel XV secolo governava la contea; eretta in stile tardo gotico-chiaramontano, con influssi arabo-normanni e catalani, essa è la testimonianza della storia multiculturale della città. Superando chiese svettanti, rivoli di scale, vicoli dove il tempo è rimasto imprigionato, quartieri abitati da anziani che invitano i passanti ad ammirare le case di un tempo scavate nella roccia, si arriva nella parte alta dove domina il Castello dei Conti di Modica con la sua torre dell'orologio che scandisce il tempo della città e poco più in là, in cima ad una scalinata a forma di ostensorio, composta da 250 scalini ed interrotta da verdi giardinetti, l'altra cattedrale della città dedicata a S. Giorgio. L'unica in Sicilia ad avere ben cinque navate, essa fu voluta in origine da Ruggero il Normanno come voto al santo cavaliere suo protettore. Ricostruita dopo il sisma essa è oggi il simbolo del tardo barocco popolare, poiché costruita dai capimastri e dagli scalpellini piuttosto che dagli architetti. Con la sua facciata concavo-convessa divisa in tre ordini, scanditi da capitelli corinzi, festoni e decorazioni varie, con campanile centrale, essa regna su Modica Alta e sulla collina antistante. Al suo interno scopriamo che l'altare maggiore è in argento così come la "Santa Cassa" contenente le reliquie del santo cavaliere, di fattura veneziana risalente al XIV secolo. Altre opere di valore sono il polittico di Bernardino Niger, alle spalle dell'altare centrale, ed il dipinto raffigurante l'Assunta, di Filippo Paladino del 1600. Ma le bellezze di Modica non si limitano ai monumenti appena citati, anzi, camminando su e giù per le strette stradine che ci ricordano i vicoli arabi, si aprono alla vista scorci incantevoli, giardini di agrumi, chiese, case, edicole votive testimoni della profonda fede popolare, panorami emozionanti che permettono ai turisti di cogliere l'essenza della vita di un tempo ormai passato.