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Le relazioni per la sostenibilità del turismo: evidenze nelle città Unesco di Ragusa, Modica e Scicli

di Maria Velardita
Università per Stranieri di Siena
Facoltà di Lingua e Cultura Italiana
Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Cultura in Ambito Turistico - Imprenditoriali

Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Daniela Argento
Correlatore: Chiar.mo Prof. Massimiliano Tabusi
Tesi di laurea di: Maria Velardita

4.2 - Metodologia della Ricerca

La ricerca empirica è stata svolta in due momenti separati, nei mesi compresi tra novembre 2008 e febbraio 2009. Il primo ha visto la preparazione del terreno di ricerca tramite un'intervista al responsabile dell'A.A.P.I.T. (acronimo di Azienda Autonoma Provinciale per l'Incremento Turistico) della provincia di Ragusa, ovvero l'ente pubblico che dal 1960 circa, seppur con altre denominazioni, si occupa di turismo a livello provinciale; il secondo, invece, è stato realizzato attraverso la somministrazione di un questionario agli esercizi ricettivi selezionati, il quale conteneva delle domande inerenti agli argomenti sopra descritti.

Le A.A.P.I.T. sono aziende pubbliche che, in seguito all'emanazione, in Sicilia, della legge regionale 15 settembre 2005, n. 10, sono state soppresse o si trovano in fase di liquidazione. L'attività di questi enti consiste, o meglio, consisteva nella promozione turistica, nell'accoglienza ai visitatori, nel dare informazioni, nella raccolta dati, nell'organizzazione di eventi ed anche nella gestione di risorse turistiche. Essi si occupavano pure di favorire il turismo in bassa stagione promuovendo mostre d'arte, percorsi eno-gastronomici, passeggiate a tema, feste religiose e folkloristiche.

Nonostante l'imminente chiusura, abbiamo pensato di rivolgerci al responsabile A.A.P.I.T. della provincia di Ragusa, in un primo momento per avere i dati riguardanti i flussi turistici della provincia e dei tre comuni UNESCO che ne fanno parte (Ragusa, Modica e Scicli) e, successivamente, per avere dei chiarimenti su alcune questioni riguardanti il settore oggetto di analisi. Colui che, fino a poco tempo fa, si occupava di coordinare le diverse attività dell'ente, infatti, vi lavorava dal 1981, motivo per cui la sua lunga esperienza ci è sembrata potesse esserci d'aiuto nell'individuazione degli aspetti più importanti ai fini di un ragionamento sul turismo. Le domande rivolte durante l'intervista hanno toccato diversi aspetti di questo tema, cercando di capire quali fossero le problematiche più importanti per lo sviluppo turistico della zona, quali i punti di forza su cui puntare e quali le iniziative da intraprendere.

Innanzitutto, i dati che ci sono stati mostrati dall'intervistato mostrano che la provenienza dei turisti è per la maggior parte nazionale. Nel ragusano, infatti, oltre ai corregionali, arrivano Lombardi, Veneti, Laziali, Campani, Pugliesi e Calabresi. Il resto dei turisti sono stranieri, prevalentemente Francesi (grazie all'esistenza del più grande Club Med, la cui gestione è - appunto - francese) in rappresentanza degli Europei, e Statunitensi per quelli provenienti dagli altri continenti.

La grande presenza dei Francesi mostra come l'attività svolta dai tour operator sia fondamentale per la zona. Il Club Med, infatti, non è l'unico esempio di albergo gestito da tour operator in provincia; ve ne sono diversi, a gestione italiana o straniera, che contano enormi quantità di ospiti durante la stagione estiva. Sono stati proprio questi grandi operatori turistici esterni, i primi a scoprire il potenziale turistico del territorio ed a trasformare le bellezze naturalistiche ed architettoniche in risorse. Essi manifestano la loro influenza attraverso grandi club, chiamati anche villaggi, aperti in genere da maggio ad ottobre, che offrono pacchetti all inclusive.

Il turismo generato dal Club Med, da I Grandi Viaggi, da Valtur, da Veratour e dagli altri club presenti sulle coste ragusane, da un lato costituisce una fonte di lavoro per i residenti (anche se spesso gran parte del personale proviene da altre regioni o, addirittura, da altri Paesi), dall'altro, però, non tiene conto né dei criteri di sostenibilità né della partecipazione della popolazione locale ai guadagni ottenuti. Infatti, la ricchezza generata da questi operatori non viene ridistribuita nel luogo in cui viene creata, bensì tra i membri della società che li gestisce, che di solito è alto-italiana o straniera. Altro aspetto negativo, gli ospiti di tali esercizi non vengono a contatto con la cultura locale dato che la loro vacanza si svolge interamente all'interno delle suddette strutture. Le uniche occasioni per uscire sono le escursioni proposte dall'albergo, uguali per tutti e di durata troppo breve ai fini della conoscenza e dell'interazione con un'altra cultura. Insieme agli aspetti appena citati, ne va considerato un altro che riguarda la tipologia di clientela. Le offerte all inclusive, tipiche dei tour operator, danno vita al turismo di massa poiché si rivolgono ad un target di clienti che cerca vacanze non troppo dispendiose e che rappresenta la fetta più ampia della popolazione. Tuttavia, la fascia sociale a cui si indirizzano è quella che risente di più degli andamenti dell'economia generale. Puntare su un turismo di questo tipo vuol dire puntare su una situazione di incertezza. Spieghiamo meglio.

La crisi che il mondo attuale sta attraversando viene avvertita maggiormente dalla gente semplice, che si vede costretta a mutare le proprie abitudini, piuttosto che dai ricchi che continuano ad essere tali senza dover cambiare il loro stile di vita. Ciò si è riversato in diversi settori dell'economia ed anche in quello turistico, il quale ha visto diminuire notevolmente le presenze, e di conseguenza il valore creato. In provincia di Ragusa, per esempio, si è avvertito un calo che supera anche il 10% in alcuni casi, proprio perché gran parte della clientela verso cui si indirizza l'offerta turistica della zona rientra nella fascia sociale media. Se, invece, si puntasse più su un turismo di nicchia, il settore ne risentirebbe molto meno. Come si diceva prima, infatti, le persone più agiate continuano ad essere tali e ad avere un potere di spesa maggiore. A prescindere dalla crisi, è il turismo di nicchia quello che produce maggiore ricchezza, in quanto i visitatori sono più portati a spendere in ristoranti, hotel, musei, artigianato locale e prodotti tipici e questo porta l'economia di una destinazione a circolare notevolmente. Puntare su un turismo di nicchia non vuol dire, però, perdere di vista le altre tipologie di clientela, poiché anche queste hanno il diritto di trovare qualità nei servizi di cui usufruiscono.

Per quanto riguarda la promozione delle risorse turistiche, dalle risposte date dal nostro intervistato, essa è appena sufficiente. Per migliorarla occorrerebbe essere più presenti alle fiere sul turismo ed aprire la diffusione commerciale delle risorse ragusane anche ai mercati considerati “insoliti" come la Cina, l'India ed i Paesi arabi, poiché questi Paesi rappresentano il futuro della domanda turistica.

Altre problematiche inerenti allo sviluppo turistico della zona si riscontrano soprattutto nella pessima qualità della viabilità e nell'individualismo che muove ogni attore. Si dovrebbe creare, invece, una certa sinergia tra i diversi operatori che lavorano in questo settore, individuando degli obiettivi comuni e dei piani di attuazione degli stessi.

Da parte loro, le A.A.P.I.T. collaborano con le strutture ricettive della provincia inviando loro dati statistici riguardanti i flussi di visitatori in arrivo, concordando delle tariffe indicative e fornendo materiale promozionale. Anche con le guide turistiche vi è una certa collaborazione. Spesso, infatti, questo ente ha segnalato l'associazione locale di guide turistiche autorizzate qualora dei visitatori avessero espresso il desiderio di essere accompagnati ad ammirare le attrazioni di questi posti, sicuri di poter contare su persone professionali e competenti.

Per ciò che concerne il secondo momento dell'indagine, esso è costituito dall'analisi sul campo, svolta attraverso la realizzazione di interviste con i direttori o i proprietari delle seguenti cinque strutture ricettive:

  • Agriturismo “Nacalino"- 3 spighe (Modica);
  • Hotel “Conte di Cabrera"- 4 stelle (Maganuco, località balneare del comune di Modica);
  • B&B “Fiumillo" - 3 stelle (Scicli);
  • “Antica Badia" Relais Hotel - 5 stelle (Ragusa);
  • Casa per vacanze “Casa d'artista" (Sampieri, località balneare del comune di Scicli).

Il campione di aziende da intervistare è stato scelto, coerentemente ai criteri di classificazione previsti dall'ISTAT, in base alle tipologie ricettive che sono le più diffuse in provincia di Ragusa (un 5 stelle ed un “club" vacanze in rappresentanza degli alberghi, un B&B per gli alloggi privati in affitto, un agriturismo ed una casa per vacanze per gli esercizi complementari) ed in base anche alla diversa tipologia di clientela cui si rivolgono, in modo tale da avere dei risultati quanto più possibile rappresentativi di questa realtà. L'offerta turistica del territorio oggetto dell'analisi spazia, infatti, dall'hotel di lusso, all'agriturismo immerso nella tipica campagna iblea, al B&B in pieno centro storico, fino agli hotel gestiti da tour operator esterni che offrono pacchetti all inclusive, ed alle case per vacanze site in località balneari.

Una volta raccolti i dati, un'accurata analisi ci consentirà di comprendere, sulla base di quanto scritto nei capitoli precedenti, se il turismo in provincia di Ragusa si sta sviluppando secondo le logiche auspicabili del turismo relazionale e sostenibile oppure se si fonda su principi non appropriati in termini di sostenibilità a medio-lungo termine, quali la promozione del turismo di massa, il non coinvolgimento delle comunità locali, la mancanza di rispetto per l'ambiente naturale e culturale.

Il questionario somministrato si compone di tre sezioni ed è riportato in allegato alla fine dell'elaborato.

La prima sezione, chiamata “Carta d'identità", comprende domande relative alla tipologia ed all'ubicazione della struttura, al numero di addetti che vi lavorano, al tipo di contratto che essi hanno ed alla loro provenienza. Costituiscono oggetto di domande anche le prospettive future previste dall'intervistato e gli obiettivi principali riguardanti la gestione dell'azienda. Vengono chieste, inoltre, quali misure sono adottate per conoscere il livello di gradimento degli ospiti e per invogliare gli stessi a tornare presso la stessa struttura. La prima sezione si conclude con il quesito riguardante l'eventuale sfruttamento di forme di energia alternative ed il possesso di qualche certificazione ambientale.

La seconda sezione, “Attività turistica", si concentra sull'attività turistica svolta dall'azienda. In particolare, il numero di camere e posti disponibili, il tasso medio di arrivi nella struttura ricettiva diviso per trimestre, la provenienza degli ospiti, i motivi che spingono tali esercizi a rivolgersi alle agenzie di viaggio e tour operator ed il relativo grado di soddisfazione. Notiamo anche se l'azienda si trova in prossimità di una risorsa turistica, quali servizi complementari all'alloggio appresta, la rilevanza di questi all'interno del fatturato e l'importanza data dall'intervistato all'organizzazione di eventi per favorire il turismo in bassa stagione.

Infine, l'ultima sezione del questionario, “Iniziative promozionali e forme di collaborazione", focalizza l'attenzione sugli aspetti relativi al turismo sostenibile e relazionale. Le prime domande, infatti, sono volte a conoscere i problemi che ostacolano il turismo nella zona, le misure che bisognerebbe intraprendere per risolverli, le iniziative che vengono messe in atto direttamente dalla struttura ricettiva per salvaguardare l'ambiente circostante ed il grado di conoscenza della sostenibilità del turismo. Le ultime domande, diversamente, sono orientate a comprendere se il turismo relazionale inizia a diffondersi e ad essere messo in pratica tramite la partecipazione delle aziende alle decisioni in materia di turismo, tramite la collaborazione tra le diverse strutture ricettive, tra queste e gli altri attori locali e gli enti turistici.

In base alle risposte che ci verranno fornite dai soggetti intervistati, potremo percepire se l'azienda crea posti di lavoro per i residenti, se assume un atteggiamento di vera ospitalità nei confronti dei clienti o se essi rappresentano solo una fonte di guadagno, se la stagionalità costituisce un problema per la zona di riferimento, se vi sono dei modi per rimediarvi e l'influenza esercitata dai tour operator. Grazie alle domande indirizzate a conoscere le possibili forme di energia alternative utilizzate, la presenza di certificazioni ambientali e le iniziative intraprese dalla struttura per la valorizzazione dell'ambiente circostante, potremo dedurre quanta importanza viene attribuita al patrimonio ambientale e monumentale da questi esercizi ricettivi. Tutte le altre risposte, riguardando la natura dei rapporti con i clienti, i servizi complementari forniti, la collaborazione tra strutture, istituzioni ed operatori turistici, ci indicheranno, invece, a quale stadio di conoscenza si trova il turismo relazionale in provincia di Ragusa.

Nei prossimi sottoparagrafi verranno, quindi, presentate le relazioni stilate per ciascun caso aziendale considerato nella ricerca.