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Le relazioni per la sostenibilità del turismo: evidenze nelle città Unesco di Ragusa, Modica e Scicli

di Maria Velardita
Università per Stranieri di Siena
Facoltà di Lingua e Cultura Italiana
Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Cultura in Ambito Turistico - Imprenditoriali

Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Daniela Argento
Correlatore: Chiar.mo Prof. Massimiliano Tabusi
Tesi di laurea di: Maria Velardita

1.4 - L'Azienda portatrice di cultura e valori

La cultura di un popolo si concretizza in tutto ciò che le persone pensano, creano, utilizzano e possiedono, ovvero nell'unione del patrimonio intellettuale con quello materiale. Osservando il tipo di opere realizzate dall'uomo e facendo riferimento a ciò che era già presente in natura, si possono captare diverse informazioni riguardanti una determinata comunità di persone e la cultura che la caratterizza. Quest'ultima riguarda l'insieme delle conoscenze, delle convenzioni, delle norme e dei valori che regolano i diversi modi di agire degli individui di un gruppo sociale e gli scambi che avvengono sia all'interno di esso, che tra questo e l'ambiente in cui tale gruppo insiste.

Nella stessa maniera possiamo individuare la cultura di un'azienda. Il modo, infatti, in cui un ambiente naturale viene modificato da tali organismi e la tipologia di relazioni che essi intrecciano con gli altri attori ci permettono di interpretare i bisogni ed i valori che ne regolano l'agire. Questi elementi, infatti, sono determinati da diversi fattori, primo tra tutti, la struttura dell'ambiente socio-economico in cui opera ogni azienda. In particolare, grande influenza viene esercitata dall'ordinamento giuridico-istituzionale del contesto stesso. Altri fattori caratterizzanti sono la tipologia di azienda ed il relativo codice comportamentale, il sistema degli obiettivi che indirizzano l'attività economica, gli strumenti da utilizzare per il raggiungimento di tali obiettivi, le forme di collaborazione o contrasto che i diversi soggetti attuano per adattarsi e dominare i cambiamenti ambientali, ed infine, ma non per questo meno importante, i processi di creazione del valore attivati e la tipologia dei beni fabbricati o dei servizi resi.

Si può allora affermare che ogni azienda è influenzata e, allo stesso tempo, influenza una cultura antropologica, intendendo con questo termine l'insieme dei canoni giuridici, economici, religiosi, politici, scientifici ed artistici che caratterizzano un determinato gruppo di persone. Non dobbiamo pensare, infatti, alla cultura economico-aziendale come ad un qualcosa di estraneo e di distaccato rispetto, per esempio, alla cultura religiosa o scientifica, poiché, anche se in modo diverso, esse hanno sempre l'uomo come oggetto principale dei loro interessi e per questo motivo tendono inevitabilmente ad influenzarsi l'un l'altra (Catturi, 2003).

La cultura aziendale, da un lato, viene suggestionata dal mondo esterno e, dall'altro, risente della cultura delle persone che vi lavorano all'interno. In ambito aziendale, difatti, essa «rimane un elemento ai confini tra il patrimonio di esperienze personali dell'imprenditore e la percezione che di questo patrimonio hanno tutti coloro che lo affiancano nell'attività produttiva». L'imprenditore, dunque, è chiamato ad esercitare specifiche virtù necessarie a perseguire il successo duraturo dell'azienda. Solo se l'azione imprenditoriale scaturisce da tale patrimonio di virtù, si possono trovare le basi per uno sviluppo armonico d'azienda.

Inoltre, la cultura aziendale è unica proprio perché questi organismi socio-economici sono gestiti da esseri umani, i quali agiscono in base alla percezione di ciò che ritengono essere innanzitutto un valore per la loro persona, ed eventualmente, per l'organizzazione che rappresentano e della quale fanno parte. Al variare di questi valori, o della loro gerarchia, è facile dedurlo, varia anche la gestione aziendale e gli obiettivi che essa si prefigge di raggiungere.

Ruisi (2004: 37-40) afferma che i valori svolgono un'azione fondamentale nel processo di produzione poiché consentono di armonizzare gli obiettivi individuali con quelli dell'azienda e dell'ambiente. Essi si ottengono grazie allo studio, alla riflessione, all'esempio degli altri e solo il vissuto ne permette il consolidamento. Essi, in più, motivano e definiscono le decisioni di chi si occupa della gestione aziendale e guidano all'azione.

Ogni azienda adotta, a tal proposito, un determinato sistema di valori cui adegua la propria attività. Esso può essere reso esplicito in un documento ufficiale che prende il nome di “carta dei valori" o “codice etico", contente i principi su cui si fonda la cultura dell'azienda, la dichiarazione delle responsabilità verso tutte le categorie di interlocutori con le quali l'organismo socio-economico interagisce, l'esplicitazione delle politiche aziendali in materia di etica di azienda e delle norme di comportamento alle quali i lavoratori devono attenersi. Nella carta dei valori vengono dunque stabilite le linee guida cui uniformare le diverse operazioni inerenti alla gestione interna dell'azienda, ovvero quelle che riguardano i vari organi che compongono la compagine aziendale, e quelle invece che vedono il coinvolgimento di altre unità socio-economiche, che agiscono nel medesimo ambiente, e che costituiscono, invece, la gestione esterna. Racchiudendo i valori propri di ciascuna azienda, ovviamente anche il codice etico sarà unico, irripetibile e non trasmissibile ad altre entità simili, avendo, quest'ultime, una loro storia specifica e dei valori diversi.

Nella pratica, ci si può orientare su un unico principio, rappresentato dal fine ultimo dell'attività produttiva, il quale sta in cima alla piramide dei valori, sia esso il profitto, un fine sociale, la crescita aziendale, l'eccellenza tecnica e così via (concezione di tipo gerarchico), oppure su un sistema di valori, ciascuno dei quali non rappresenta un valore d'azienda in sé e per sé, ma solo in quanto si associa agli altri all'interno di un sistema dinamico (concezione di tipo circolare). I principi così concepiti possono essere il profitto, l'efficienza, la produttività, l'economicità della gestione, il servizio al cliente, il rispetto nei riguardi delle persone e dell'ambiente, l'innovatività, la creatività, ecc. Essi, pur essendo eticamente positivi, se presi singolarmente non permettono all'azienda di raggiungere il successo. Per ottenere questo fine, è necessario che essi si integrino agli altri valori, secondo una visione imprenditoriale “unitaria ed unificante" che li sappia gestire ed indirizzare tutti verso il raggiungimento dell'ideale più importante, ovvero quello dell'“eccellenza imprenditoriale".

Un'ulteriore classificazione dei valori aziendali ci viene fornita da Sorci (2002) nel modo seguente:

  • metavalori aziendali, ovvero l'onestà, il benessere degli uomini, la giustizia ed altri valori che non possono dirsi “fattori di produzione", ma che influenzano moralmente le decisioni da prendere in ambito aziendale;
  • valori istituzionali, cioè, il principio di conservazione e di sviluppo, nonché quello della ricerca del consenso sociale, da conseguire attraverso l'attuazione di strategie coerenti con le richieste della società;
  • valori organizzativi e di business, i quali pongono l'accento sull'importanza dell'innovazione e di altri valori presenti nella cultura di aziende considerate di successo ed analizzati partendo da studi empirici.

Secondo l'autore, quindi, per conseguire il successo imprenditoriale occorre una sintesi di questi valori che sappia dare importanza al cliente, alle persone in genere, ma che tenga conto anche dell'economicità della gestione e dell'innovatività.

Lo stesso Sorci (2002: 69-75) ci parla di “imprese eccellenti", ovvero quelle aziende in cui i cosiddetti metavalori aziendali riescono a diventare i principali fattori di produzione; un modello aziendale in cui la consapevolezza della propria missione è alta e generalmente condivisa, un modus operandi in cui vengono coinvolti nuovi valori, messi di solito in secondo piano o presi in considerazione solo dopo aver ottenuto dei risultati più che sufficienti. Stiamo parlando dell'importanza attribuita al lavoro, all'innovazione, alla libertà di espressione ed alla trasmissione delle conoscenze alle nuove leve che entrano in azienda.

In base ai valori di cui abbiamo parlato finora, l'organismo aziendale predispone strumenti di decisione e di controllo atti a verificare il corretto conseguimento degli obiettivi prefissati e contemporaneamente diffonde ulteriori conoscenze che formano una nuova cultura aziendale. Questa, a sua volta, influenza l'ambiente e dà vita ad una diversa cultura antropologica. Allo stesso modo, avviene il processo inverso, ovvero, che la struttura dell'ambiente sociale condiziona gli obiettivi che gli organismi aziendali si erano prefissati di raggiungere. Questo andamento può essere rappresentato attraverso lo schema riportato nella pagina che segue:

Figura 2: Correlazioni ed interdipendenze fra cultura antropologica e cultura aziendale

Le relazioni per la sostenibilità del turismo - Foto 2

Il disegno sopra riportato non mostra un circolo chiuso che porta ogni volta al conseguimento degli stessi risultati. Al contrario, esso è aperto, a dimostrazione che gli esiti ottenuti in precedenza non sono definitivi, bensì provvisori: ad essi si aggiungeranno continuamente altre conoscenze ed innovazioni che formeranno nuove culture di arrivo. Inoltre, ogni elemento di questo percorso è influenzato da quelli precedenti e, a sua volta, influenza quelli successivi secondo un processo di azione reciproca tra cultura aziendale ed antropologica. Infatti, così come la cultura di una comunità di persone influisce sull'ambiente socio-economico e quindi sulla cultura interna delle aziende, allo stesso modo, quest'ultima condizionerà le altre due.

In conclusione, possiamo affermare che le aziende sono parte costitutiva dell'ambiente. Il rapporto che lega questi due elementi è sempre attivo e prevede uno scambio reciproco di conoscenze, cultura e valori, proprio come avviene tra gli esseri umani e la società in cui vivono. Per tale ragione, le aziende non devono essere considerate delle entità a se stanti, ma piuttosto degli organismi dotati della capacità di comunicare ed interagire, in modo continuativo e durevole, sia con i loro simili che con tutti gli altri attori che si trovano nel medesimo contesto. Questo ci permette di introdurre l'argomento del prossimo paragrafo che verte, appunto, sulle relazioni e sugli scambi che avvengono tra le aziende e gli altri attori che compongono il tessuto socio-economico di riferimento.