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Le relazioni per la sostenibilità del turismo: evidenze nelle città Unesco di Ragusa, Modica e Scicli

di Maria Velardita
Università per Stranieri di Siena
Facoltà di Lingua e Cultura Italiana
Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Cultura in Ambito Turistico - Imprenditoriali

Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Daniela Argento
Correlatore: Chiar.mo Prof. Massimiliano Tabusi
Tesi di laurea di: Maria Velardita

2.2 - Il turismo come fattore di sviluppo socio-economico

Il turismo è uno dei settori più importanti per l'economia mondiale, con un fatturato che raggiunge l'11% del Prodotto Interno Lordo (PIL) globale, grazie alla sua capacità di spostare enormi quantità di persone e denaro. Secondo le statistiche diffuse dal World Tourism Organization (WTO), solo qualche anno fa, più precisamente nel 1999, il movimento degli arrivi ha superato i 650 milioni di unità. Di conseguenza, anche il movimento di denaro generato da questi spostamenti ha visto un notevole incremento: dai 2 miliardi di dollari del 1950 ai 455 del 1999. Negli anni precedenti al 2005 sono stati registrati, invece, più di 5 miliardi di spostamenti all'anno, di cui 700 milioni internazionali. Per quanto riguarda invece il livello di occupazione generato da questa “industria", il World Travel and Tourism Council (WTTC) stima che circa il 10% dell'intera forza lavoro mondiale (circa 230 milioni di persone) sia impiegata in questo settore, raggiungendo il 18% in Europa (Cencini, 2005).

Se dividiamo il movimento turistico in aree continentali, notiamo, dunque, come l'Europa è ancora leader in questo settore. Al suo interno, infatti, oltre alle tradizionali mete turistiche, quali l'Italia, la Francia, la Spagna e la Gran Bretagna, iniziano a comparire tra i Paesi più visitati anche quelli dell'Est, soprattutto dopo aver fatto il loro ingresso nell'Unione Europea.

Fortunatamente, l'Italia occupa ancora una buona posizione nel panorama turistico mondiale ed europeo, ricca com'è di beni storici, archeologici, artistici, paesaggistici ed ambientali. Per questo motivo essa si pone al quarto posto in termini di arrivi ed al secondo per le entrate valutarie (Colantoni, 2003). Il settore viaggi e turismo ha generato, infatti, nel 2008, il 9,7% del PIL italiano. Analizzando, inoltre, la quindicesima edizione del Rapporto sul Turismo Italiano, Anno 2008, stilato per la Conferenza Italiana per il turismo, scopriamo che esso, a differenza degli anni dal 2001 al 2004 in cui si sono verificati una flessione di 5,5 milioni di presenze straniere e un calo del 13% dell'attivo nella bilancia dei pagamenti turistica, nel 2005 riprende slancio ed entra nel paniere dei beni di largo consumo. Una notizia di non poca importanza se si considera il contributo di questo settore all'economia del Paese, specie nei confronti del reddito nazionale e dell'occupazione. Per quanto riguarda il reddito nazionale il Rapporto evidenzia che nel 2005 il Valore Aggiunto attivato dai consumi turistici ha raggiunto la quota di 45.318 milioni di euro con un incremento pari al 2,3% rispetto ai valori dell'anno precedente. Detta in termini monetari, l'industria del turismo in Italia vale circa 155,5 miliardi di euro ed è cresciuta, negli ultimi quindici anni, ad un tasso che si attesta intorno al 5% annuo nominale.

Segnali positivi si avvertono anche nell'ambito dell'occupazione turistica. Sempre nel 2005 si contano più di un milione e mezzo di persone impegnate in attività turistiche, di cui il 34% è costituito da lavoratori indipendenti nel comparto degli alberghi e dei ristoranti, comparto che rappresenta il 48% di tutti gli occupati con 785.000 lavoratori. Seguono il comparto del commercio con 304.000 unità, pari al 19,3% degli occupati e quello delle attività ricreative con 201.000 unità, pari al 12,7% del totale dei lavoratori turistici. Inoltre, il Rapporto sottolinea che nel 2005 l'intero settore turistico, compresi gli occupati in attività indirette, ha dato vita a 2.354.000 unità di lavoro, pari al 9,7% del totale nazionale dell'occupazione. Ma il Bel Paese non si ferma qui. Si pensa, infatti, di progettare una serie di misure tali da rendere l'Italia la prima meta turistica mondiale entro il 2016, anno in cui il turismo rappresenterà il 12% del PIL, con un'occupazione pari al 13% dei lavoratori. Per vincere questa sfida occorre avviare al più presto interventi in più direzioni, volti al potenziamento dei mezzi per attrarre turismo, al miglioramento delle strutture ricettive, alla connessione con i grandi intermediari di traffico internazionali, alla riorganizzazione della promozione del “marchio Italia", al miglioramento delle infrastrutture e dei collegamenti interni ed esterni, rilanciando la competitività del Paese. Solo a queste condizioni il settore potrà esprimere tutto il suo potenziale.

L'impatto economico generale di una destinazione turistica viene calcolato da Dubini e De Carlo (2008: 72-73) attraverso l'analisi input/output, consistente nella stima dell'effetto del turismo sulla crescita dei diversi comparti dell'economia locale. In base a questo metodo, l'impatto economico può essere scomposto in effetto diretto, effetto indiretto ed effetto indotto. Il primo fa riferimento agli introiti direttamente riconducibili al turismo, quelli che, quindi, in mancanza di questo non esisterebbero: la spesa dei visitatori, i guadagni derivanti dalla copertura mediatica, le sponsorship, e così via. L'effetto indiretto è, invece, riconducibile all'incremento della richiesta di risorse produttive, presso i fornitori locali, che deriva dalla maggiore disponibilità di capitali determinata dagli effetti diretti. L'effetto indotto, infine, deriva dall'aumento dei redditi dei fornitori delle risorse produttive che li induce ad incrementare i consumi, determinando anche un conseguente aumento dell'occupazione. Se gli effetti diretti sono stimabili anche nel breve periodo, quelli indiretti e quelli indotti sono più complessi da calcolare, per cui bisogna attendere un intervallo di tempo maggiore al fine di conoscerne gli esiti.

Gli impatti dell'attività turistica non si manifestano solo in ambito economico. Il turismo comporta ulteriori potenziali vantaggi per il territorio e le comunità locali. Si pensi al potenziamento del sistema dei trasporti e delle infrastrutture, al miglioramento dell'arredo urbano, alla possibilità di stimolare una maggiore sensibilità ambientale nella comunità locale e soprattutto, all'attenzione posta verso il recupero di elementi del patrimonio culturale e naturale.

Per quanto riguarda, invece, l'impatto socio-culturale e psicologico, data l'importanza che assumono anche le tradizioni di una determinata comunità, il turismo contribuisce a creare diverse occasioni di condivisione di storia, di esperienza e conoscenza non solo tra la cultura del luogo e quella dei visitatori, ma anche all'interno della stessa comunità locale, accrescendone il senso di coesione, rafforzando quello di appartenenza ad un tessuto sociale comune e di identità culturale. Più, infatti, una comunità è coinvolta direttamente nel processo turistico, più essa vede tale fenomeno come un'occasione per celebrare i valori fondanti della propria comunità. Inoltre, il miglioramento della qualità della vita della popolazione locale, frutto della ricchezza generata dal turismo, contribuirebbe al livello di soddisfazione degli stessi e, di conseguenza, gioverebbe pure all'immagine della destinazione.

A livello politico, infine, i vantaggi creati dal settore oggetto della nostra analisi prevedono una maggiore visibilità ed apprezzamento dell'area da parte degli interlocutori esterni, quindi, l'attrazione e la promozione di nuovi investimenti, maggiore coordinamento e collaborazione tra gli attori locali, sempre più spesso impegnati in progetti comuni, una maggiore partecipazione alla definizione delle politiche inerenti al turismo, nonché una maggiore capacità di risoluzione dei conflitti e delle controversie istituzionali.

Gli aspetti positivi finora elencati si riferiscono ad un utilizzo ottimale del turismo. Tuttavia, la concreta realizzazione di tutti questi principi è rara e riguarda soltanto alcune destinazioni dalla già forte economia, caratterizzate anche da una ben consolidata tradizione turistica. Nella maggior parte dei casi, infatti, non si verificano tutti questi vantaggi, ma solo alcuni, o addirittura si vengono a creare delle situazioni che, al contrario, vanno a discapito della località e della sua popolazione.

Nel corso di questo paragrafo abbiamo evidenziato come il turismo oggi rappresenti un settore fondamentale per l'economia mondiale. Esso sposta ingenti somme di denaro da un Paese all'altro, muove milioni di persone ogni anno, può provocare effetti positivi non indifferenti nelle località che tocca e permette l'incontro di culture diverse. L'importanza attribuita al turismo, come detto in precedenza, è destinata a crescere e questo grazie anche al cambiamento riguardante i bisogni avvertiti dalle persone. Tra i nuovi bisogni, infatti, annoveriamo anche il “bisogno turistico" di cui tratteremo nel prossimo paragrafo.