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Le relazioni per la sostenibilità del turismo: evidenze nelle città Unesco di Ragusa, Modica e Scicli

di Maria Velardita
Università per Stranieri di Siena
Facoltà di Lingua e Cultura Italiana
Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Cultura in Ambito Turistico - Imprenditoriali

Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Daniela Argento
Correlatore: Chiar.mo Prof. Massimiliano Tabusi
Tesi di laurea di: Maria Velardita

2.3 - Il bisogno turistico

Il precedente capitolo ha evidenziato come l'uomo moderno sia stanco dell'attuale situazione in cui, nonostante l'apertura dei confini e delle barriere, si assiste ad un restringimento delle relazioni interpersonali provocato dall'incremento del mondo materiale, dei suoi processi produttivi, dei suoi macchinari e dei suoi prodotti; è stanco della vita frenetica di oggi, dei ritmi accelerati e troppo scanditi, di vivere in spazi stretti; stanco anche della freddezza ed istantaneità delle relazioni sociali. Per questo motivo cerca fortemente spazi più ampi, tempi rallentati, occasioni di svago e di incontro, una maggiore autonomia, relazioni interpersonali e, soprattutto, autenticità (Guidicini, Savelli, 1988).

Proprio questa ricerca di autenticità sembra essere oggi una delle motivazioni più ricorrenti nel fare turismo. Questo valore deve riguardare sia il tempo di vacanza, più lento e rilassato rispetto agli schemi standardizzati della vita quotidiana, sia la piena fruizione dell'offerta turistica, che non si deve limitare ad un superficiale contatto con le culture ed i paesi visitati, stabilito a priori dai tour operator ed uguale per tutti.

Oggi si assiste, infatti, soprattutto da parte delle popolazioni occidentali, ad una maggiore richiesta verso un “turismo indipendente", a discapito di quello di massa. La formula dei cosiddetti pacchetti turistici, che raggiunse il suo momento di maggior successo dalla fine degli anni 1960 fino agli anni 1980, trovava giustificazione nella sicurezza dell'organizzazione e nella riduzione dei costi, le quali permettevano anche alle classi popolari di interrompere per alcuni giorni la noia della vita ordinaria. In questo modo, gente semplice, non abituata a viaggiare e limitata nelle spese, poteva trovare nei viaggi organizzati la soddisfazione pratica del proprio bisogno turistico ed allo stesso tempo una fuga dalla realtà quotidiana (Brunetti, 1999).

Nelle società post-industriali, invece, grazie ad un mutamento culturale, si inizia a notare un rifiuto della superficialità, della banalità consumistica e di tutto ciò che sembra un mero artefatto industriale. In esse si prediligono così la valorizzazione di ciò che è genuino, la ricerca di maggiore libertà, l'eliminazione dei tempi troppo serrati a favore di un più calmo e sereno momento di intrattenimento con la gente che condivide la stessa esperienza, l'attenzione verso l'ambiente ed il contatto con la natura, le tradizioni folkloristiche e la conoscenza di nuove culture. Tutto ciò, ovviamente, senza filtri né mediazioni di carattere mass-mediatico (M. Ruisi, 2004: 83). Un sondaggio condotto nel 2002 su un campione di turisti italiani ha dimostrato che il 60% degli intervistati sarebbe disposto ad includere nel proprio soggiorno brevi esperienze di apprendistato delle lavorazioni artigianali locali; il 73% vorrebbe includere attività di preparazione di pietanze tipiche del posto; il 56% sarebbe propenso a partecipare ad attività di raccolta e lavorazione di prodotti agro-alimentari; al 70%, invece, piacerebbe svolgere attività di pesca-turismo, magari secondo le antiche tecniche marinare; infine, l'88% vorrebbe essere guidato alla scoperta del patrimonio artistico-monumentale, anche di quello meno noto. Complessivamente, oltre il 91% dei turisti a cui è stato fornito tale questionario sarebbe disponibile ad inserire una o più delle suddette attività nella propria vacanza, mentre l'84% gradirebbe che fosse la stessa struttura ricettiva ad organizzarle. Inoltre, un dato molto importante ci viene fornito dall'ultima di questa serie di domande, la cui risposta, data dal 78% del campione, ci mostra l'interesse a rimanere in contatto con la gente del luogo e con i gestori della struttura, anche attraverso ulteriori momenti d'incontro.

Tali novità riguardanti i gusti della domanda hanno incoraggiato un nuovo tipo di offerta turistica meno standardizzata, di nicchia, specializzata ed orientata alla personalizzazione. Il prodotto turistico giunge, quindi, a trasformarsi da semplice bene di consumo a bene relazionale. A dimostrazione di ciò possiamo considerare l'aumento della richiesta di servizi agrituristici, del turismo rurale, di quello ad impronta naturalistica e dei Bed&Breakfast (B&B). Tutte forme, queste, ad alto impatto relazionale che permettono, a coloro che le scelgono, di vivere esperienze che gli facciano scoprire tanto se stessi quanto il mondo esterno e che si pongono in antitesi con i siti tematici in cui si riscontrano, invece, bellezze e paesaggi finti, limitati o quantomeno estirpati dal loro reale contesto d'origine per permetterne una fruizione decontestualizzata ed omologata.

Grazie a questa nuova forma di fare turismo che prende il nome di turismo relazionale, da un lato i soggetti generatori di servizi e beni turistici fanno proprio un atteggiamento di sentita e condivisa ospitalità, al fine di recuperare il gusto ed il piacere di far scoprire il fascino e la particolarità del proprio patrimonio storico, artistico, folkloristico ed eno-gastronomico, e dall'altro i turisti, da semplici consumatori si trasformano in veri e propri protagonisti del loro soggiorno.

Inoltre, negli ultimi anni, la riduzione dei costi di trasporto, attraverso il moltiplicarsi di offerte da parte di compagnie low cost, lo sviluppo di Internet e con esso la riduzione dei costi di raccolta delle informazioni e di acquisto diretto dei servizi turistici, la realizzazione di accordi tra istituzioni locali e compagnie aeree per lo sviluppo di determinate zone, hanno contribuito all'espansione di un'offerta city break orientata verso destinazioni turistiche europee tradizionali ed emergenti.

La domanda turistica attuale, dunque, sembra spostare la sua attenzione dai grandi hotel “formato standard", dai parchi a tema e dai pacchetti turistici, strumenti della commercializzazione industriale, a favore di quelle regioni ancora capaci di conservare, produrre ed attirare grazie all'originalità delle proprie risorse culturali.

Nonostante la società di oggi ed i gusti della gente in materia di turismo siano cambiati rispetto a prima, il bisogno turistico che si avverte è sempre molto forte, proprio perché forte rimane l'esigenza di spostarsi dal luogo in cui si vive abitualmente per soggiornare altrove, per riposarsi sia fisicamente che mentalmente, ma soprattutto per evadere dalla realtà di tutti i giorni. Si può facilmente arrivare alla conclusione, allora, che questo specifico bisogno non può che essere soddisfatto dal settore turistico e dai servizi che esso offre, in particolare, dal “prodotto turistico globale", il quale prende in considerazione fattori di attrattiva naturale, quali le località o zone di interesse artistico, culturale, religioso, archeologico, riserve naturali, termali, ecc., e fattori di attrattiva derivata, ovvero, le varie infrastrutture, le strutture ricettive e di ristorazione, impianti sportivi, ricreativi e simili.

Il diritto di svago, la libertà di viaggiare, di andare in vacanza ed il turismo divengono, così, non solo un diritto riconosciuto anche dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dalla legislazione di numerosi Stati come un elemento di espansione della personalità umana (conseguenza naturale del diritto del lavoro), entrando così a pieno titolo tra i diritti fondamentali della persona, ma anche un'occasione di crescita personale e di formazione, che permette all'uomo di entrare in contatto con nuove persone, nuove culture, nuovi posti e nuove realtà.

Sono queste le esigenze dei turisti di oggi, le quali, per essere soddisfatte, necessitano di proposte nuove ed originali da parte di coloro che offrono questo tipo di beni immateriali. Ciò comporta, dunque, un'innovazione di tutti i vari organi che compongono l'intera azienda turistica. Quest'ultima, però, non deve essere orientata soltanto allo sfruttamento delle risorse, al contrario, le deve saper tutelare e gestire adeguatamente, allo scopo di poterne permettere la fruizione anche alle generazioni future, ed estendere così la sua attività nel lungo periodo. Sarà questo il tema centrale del prossimo paragrafo, in cui presenteremo anche una classificazione delle aziende turistiche.