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Le relazioni per la sostenibilità del turismo: evidenze nelle città Unesco di Ragusa, Modica e Scicli

di Maria Velardita
Università per Stranieri di Siena
Facoltà di Lingua e Cultura Italiana
Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Cultura in Ambito Turistico - Imprenditoriali

Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Daniela Argento
Correlatore: Chiar.mo Prof. Massimiliano Tabusi
Tesi di laurea di: Maria Velardita

4.3 - Analisi dei risultati emersi

Confrontando orizzontalmente le risposte date dai singoli intervistati, è possibile individuare eventuali analogie e differenze sui temi affrontati nel questionario e capire se i concetti di turismo sostenibile e relazionale, espressi nei capitoli precedenti, iniziano a vedere una loro realizzazione concreta nei tre comuni che fanno parte del patrimonio mondiale dell'umanità: Ragusa, Modica, Scicli.

Le strutture ricettive intervistate appartengono, come abbiamo già detto, tutte a tipologie diverse. Di queste, solo due sono gestite da società: il Conte di Cabrera e l'Antica Badia Relais Hotel; le altre tre sono guidate da una gestione familiare.

Tranne il B&B Fiumillo e la Casa d'artista, che non contano ulteriori addetti impiegati, oltre agli stessi proprietari, le restanti strutture assumono regolarmente del personale residente nella stessa provincia di Ragusa. Solo il Conte di Cabrera, annovera dipendenti che provengono da zone limitrofe o da altre regioni. La tipologia di contratto maggiormente impiegata è quella a tempo determinato, a causa della stagionalità del settore. L'unica struttura che assume tutti i suoi impiegati con contratto a tempo indeterminato è l'Antica Badia (hotel a 5 stelle).

Com'era facile da immaginare, in base a quanto evidenziato nel corso del capitolo precedente sulla capacità limitata degli esercizi ricettivi, quattro aziende su cinque non contano più di 20 camere. La struttura che non rientra in questi parametri è, ancora una volta, il Conte di Cabrera, il quale può disporre su 186 camere, per un totale di circa 450 posti letto, collocandosi, in questo modo, tra gli esercizi di grandi dimensioni.

Osservando il tasso medio trimestrale di arrivi, sebbene una buona percentuale di turisti scelga i mesi primaverili per visitare la zona, possiamo affermare con sicurezza che il picco di presenze si concentra nei mesi che vanno da luglio a settembre, ovvero, nel periodo di alta stagione, mentre un calo notevole viene registrato in autunno o in inverno. L'incremento di visitatori nei mesi estivi mostra come il turismo che si sta sviluppando in provincia è ancora molto legato alla stagionalità. Tuttavia, questo discorso non è valido per l'Antica Badia, in quanto questo albergo riesce a distribuire equamente, lungo tutto l'anno, gli arrivi dei turisti. Questa “anomalia" è dovuta sicuramente, in primo luogo, alla posizione dell'hotel, il quale si trova nel centro storico del capoluogo di provincia, al numero limitato di stanze, ed infine, al tipo di clientela a cui si rivolge. L'albergo, essendo un 5 stelle, accoglie, in prevalenza, clienti molto facoltosi, destinatari di quel turismo di nicchia di cui parlavamo nel paragrafo 2 del presente capitolo.

La provenienza dei turisti, riscontrata dai gestori e dai proprietari delle strutture oggetto dell'analisi, è in prevalenza nazionale, ed in particolare del Nord Italia. L'origine degli stranieri, invece, varia a seconda dell'ambito in cui operano i tour operator a cui le aziende si rivolgono. Ancora una volta, il Conte di Cabrera si distingue, poiché vede il 70% dei suoi clienti provenire dalla Francia, conseguenza del fatto che esso è gestito da un tour operator francese.

Per valutare il livello di soddisfazione dei propri ospiti, tutti gli esercizi invitano a compilare delle apposite schede di valutazione, a rilasciare commenti sul guest book o sul sito Internet dell'azienda. Inoltre, al fine di invogliare i turisti a ritornare presso la propria struttura, vengono effettuate delle riduzioni sul prezzo del soggiorno dei clienti “affezionati". Solo la proprietaria della Casa d'artista si preoccupa di mantenere i contatti con gli inquilini dei suoi appartamenti, anche molto tempo dopo la loro partenza. Il direttore dell'Antica Badia, diversamente, punta sull'omaggio di prodotti tipici da far trovare in camera, all'arrivo dei clienti “fidelizzati".

Per quanto riguarda l'eventuale utilizzo di forme di energia rinnovabili, purtroppo, dall'analisi dei risultati emerge che l'unica struttura che ne usufruisce è l'agriturismo Nacalino, il quale, oltre ai pannelli solari per il riscaldamento dell'acqua, da alcuni mesi possiede anche un impianto fotovoltaico per la produzione di energia. In più, i proprietari di tale azienda hanno fatto in modo che pure l'impianto elettrico fosse predisposto al risparmio energetico, per evitare sprechi inutili, causati dalla noncuranza degli ospiti.

Tra le aziende cui abbiamo sottoposto il questionario nessuna sa cosa siano le certificazioni ambientali, né tanto meno ne possiede una.

In linea di massima, le prospettive per l'attività futura delle cinque aziende sono normali o positive, mentre gli obiettivi da raggiungere, considerati più importanti, sono il miglioramento della qualità dei servizi apprestati e l'aumento del numero delle presenze. Attenuare il divario di presenze tra alta e bassa stagione sembra, invece, non interessare il Conte di Cabrera, che rimane chiuso nei mesi estivi, l'Antica Badia, che riesce a distribuire equamente le presenze durante l'anno, e l'agriturismo Nacalino, che considera l'attività turistica secondaria, quindi non indispensabile, rispetto a quella agricola. Per la Casa d'artista e il B&B, al contrario, riuscire ad ridurre questa disparità costituisce un obiettivo importante.

Le risposte sull'utilità delle agenzie di viaggio, tour operator e simili, vedono risultati opposti: da un lato, il direttore del Conte di Cabrera e la proprietaria della casa per vacanze si considerano molto soddisfatti; dall'altro, i gestori e proprietari delle restanti strutture considerano altamente inutile il lavoro di questi operatori. In ogni caso, il motivo che porta tutti a prendere contatti con tali attori è dato dalla volontà di aumentare la visibilità dell'azienda e di accrescere, di conseguenza, il numero delle presenze.

Tutte le strutture selezionate provvedono ad offrire servizi complementari ai propri ospiti, che includono la ristorazione, la degustazione e vendita di prodotti tipici, i corsi di cucina locale, l'organizzazione di attività sportive e di escursioni. Per alcune aziende, questi servizi possono costituire persino il 40% del fatturato totale, mentre per altre, tali attività non influiscono minimamente sul guadagno finale perché sono esternalizzate.

Fatta eccezione per il Conte di Cabrera che rimane chiuso da ottobre ad aprile, le aziende ricettive contano molto sull'organizzazione di feste religiose e folkloristiche, mostre d'arte, manifestazioni sportive e percorsi eno-gastronomici, affinché essi costituiscano motivo d'attrazione per i turisti, specialmente in bassa stagione.

La promozione delle risorse turistiche della zona, quali i parchi archeologici, le chiese ed i palazzi tardo barocchi, le spiagge, il mare, la campagna iblea, appare del tutto inadeguata o appena adeguata a quattro intervistati su cinque. L'unico che si dice soddisfatto pienamente da tale promozione è il direttore dell'Antica Badia.

I problemi che ostacolano il turismo nella zona devono essere ricercati nella mancanza di collaborazione tra i vari attori turistici, nell'assenza di senso civico da parte dei residenti e soprattutto nel cattivo stato o - totale carenza - di infrastrutture che permettano collegamenti più veloci e comodi. Dunque, per migliorare il contesto in cui operano queste strutture ricettive, si dovrebbe, innanzitutto, individuare concretamente un prodotto turistico da presentare, incrementare il senso di aggregazione tra i vari soggetti coinvolti nel settore, educare la gente al turismo e ad avere più cura dell'ambiente e degli spazi comuni.

Da quanto si evince dai risultati emersi dal questionario, il concetto di turismo sostenibile sembra essere noto a tutti gli intervistati, tranne alla proprietaria della Casa d'artista, che ci chiede delucidazioni a riguardo. Nonostante la presunta consapevolezza dei criteri su cui si basa questa logica, a parte i proprietari dell'agriturismo e della casa per vacanze, nessun altro intraprende azioni volte alla conservazione e valorizzazione dell'ambiente, se non quella che prevede la pulizia degli spazi circostanti l'azienda, più per un discorso di immagine che di effettiva tutela della natura. In particolare, i proprietari dell'agriturismo Nacalino, oltre alla pulizia periodica della strada che passa davanti all'azienda, si sono occupati, a spese proprie, di rendere fruibili percorsi di tipo naturalistico, che si trovavano in stato di abbandono, e di segnalare alle autorità competenti la presenza di alcune discariche abusive. Da parte sua, la proprietaria della Casa d'artista, si preoccupa, non solo della pulizia dell'area antistante la struttura, ma anche di quella della spiaggia, dato che più volte, armata di guanti, sacco e buona volontà, si è data da fare per raccogliere i rifiuti lasciati dai passanti.

Il turismo relazionale sembra essere poco conosciuto da più della metà dei nostri intervistati, i quali chiedono di essere aggiornati a riguardo. A livello di intervento attivo alle decisioni in materia di turismo scopriamo, ancora una volta, che gli unici che vi prendono parte sono i proprietari di Nacalino, in quanto membri di un'associazione locale di cui si dicono, però, poco soddisfatti. Per il resto, tutte le aziende affermano di avere dei rapporti di pacifica collaborazione con gli esercizi concorrenti, di lavorare anche con guide turistiche, servizi di prenotazioni, ditte di autonoleggio e servizi di trasporto. Allo stesso modo, essi cooperano con gli enti addetti al turismo, inviando i dati riguardanti la propria attività ricettiva ai fini della raccolta ed analisi degli stessi. Da parte di questi enti, però, alcuni intervistati sostengono di non aver mai visto un intervento a livello di pubblicità o promozione delle loro strutture ricettive, né di collaborazione pratica per la creazione di un'offerta turistica integrata.

In sintesi, la ricerca empirica ha evidenziato che l'obiettivo di uno sviluppo relazionale e sostenibile del turismo in provincia di Ragusa è ancora lontano dall'essere raggiunto. Probabilmente, un cambiamento in tal senso potremo notarlo solo quando il turismo potrà liberarsi di quelle problematiche che ne ostacolano il pieno sviluppo, ovvero, nel momento in cui anche gli attori turistici non dovranno più preoccuparsi dell'incertezza del settore in cui operano, ma potranno pensare concretamente ad altri fattori come la salvaguardia dell'ambiente, il coinvolgimento della comunità locale e l'alta qualità dei servizi offerti.