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Il turismo extralberghiero come nuova opportunità di sviluppo

di Megan Castelnuovo

Università della Valle d’Aosta
Dipartimento di Scienze Umane e Sociali
Corso di Laurea in Lingue e Comunicazione per l’impresa e il turismo
Relatore: Prof.ssa Cristina Scarpocchi
Anno Accademico: 2016/2017

2.1.1 - Il percorso del mercato turistico in Italia

L’italia è sempre stata uno dei paesi con maggiore attrattiva turistica nel mondo intero; un tempo per essere un paese con forte attrattiva turistica bastava possedere risorse paesaggistiche e culturali e un minimo di organizzazione per l’accoglienza del turista mentre oggi è necessario un livello di competitività (rapporto qualità/prezzo) superiore ai paesi concorrenti che nel frattempo sono diventati tanti.

Durante gli anni ‘50 l’Italia era tra i primi cinque paesi al mondo a ricevere i maggiori flussi di turismo internazionale insieme a Stati Uniti d’America, Canada, Francia e Svizzera. Era un turismo internazionale particolare in quanto la guerra era da poco finita e i primi movimenti turistici erano soprattutto per la necessità di scambi conseguenti alla ricostruzione dei paesi. In seguito, negli anni ‘60, i paesi europei iniziano a concentrarsi sullo sviluppo economico e il turismo inizia a svilupparsi anche su piano internazionale. L’Italia grazie a una condizione climatica favorevole e alla disponibilità di risorse turistiche raccoglie in breve tempo l’attenzione dei viaggiatori europei fino a che nel corso degli anni ‘70 riceve più turisti internazionali di qualsiasi altro paese al mondo. Questo significa che l’offerta italiana ha saputo organizzarsi prima di qualunque altro paese e ha generato un sistema di offerta sufficientemente attrattivo e più competitivo di qualunque altro.

Nel 1980 le cose sono cambiate significativamente, l’Italia non era più al vertice del turismo mondiale ma viene superata da Francia, USA e Spagna, inizia a sentire il peso della concorrenza e durante gli anni ‘90 la distanza tra il turismo italiano e quello estero era abissale: la Francia contava più del doppio dei turisti internazionali dell’Italia e la Spagna il 50% in più. Dal 1985 al 1992 l’Italia ha registrato uno tra i più bassi tassi di incremento dei flussi internazionali tra tutti i paesi del mondo e ha subíto nel decennio 1980-1990 una forte perdita di competitività in termini di rapporto qualità/prezzo mentre Francia e Spagna hanno riscontrato forti successi nella loro capacità di attrazione turistica. Il nostro paese dunque ha perso posizioni nel mercato turistico internazionale, questo perché? L’analisi economica offre due motivazioni:

  • il livello di inflazione più alto che negli altri paesi concorrenti, in particolare nel settore dei servizi;
  • la conseguente scoperta delle destinazioni estere da parte degli italiani.

Tra la metà degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 il livello di inflazione annuo è stato in Italia più alto di circa due punti rispetto ai paesi europei concorrenti, ciò ha portato a una differenza nel livello dei prezzi di tutti i beni e servizi e di conseguenza i turisti stranieri si sono trovati nel giro di qualche anno di fronte a un’offerta turistica non più competitiva rispetto a quella degli altri paesi e hanno abbandonato l’Italia.

La seconda motivazione riferisce che all’inizio degli anni ‘80 la quota di italiani attratti dalle destinazioni estere era piuttosto bassa per diverse ragioni come la presenza di risorse turistiche di ogni tipo all’interno del paese, la scarsa conoscenza delle lingue parlate in quell’epoca e le restrizioni che andavano a limitare la circolazione dei cittadini italiani in altri paesi. Secondo la UNWTO (World Tourism Organization www.unwto.org) a partire dagli anni 1982-83 gli italiani hanno cominciato ad uscire dal nostro paese per motivi turistici fino a che, negli anni 1985-93 l’Italia ha fatto registrare il maggior incremento di spese turistiche all’estero e nel giro di 4 anni il numero di italiani all’estero è più che raddoppiato. Questo movimento ha generato due effetti sulla nostra industria turistica: ha determinato la sottrazione della domanda interna e la domanda della clientela è diventata più sensibile al rapporto qualità/prezzo, grazie all’esperienza condotta all’interno di altri paesi più competitivi. L’Italia dunque fino al 2005 ha occupato il quarto posto nella graduatoria dei paesi relativa agli arrivi internazionali.

Le tappe della storia del turismo in Italia sono utili per capire come alcuni fattori economici come l’inflazione e i tassi di cambio hanno un’influenza decisiva sul turismo internazionale al punto da frenare la domanda di un paese (il turista dunque è sensibile al prezzo e abbandona una destinazione alla quale col tempo si è affezionato). D’altronde, nei paesi europei è presente un prodotto facilmente sostituibile e il turista che non è attratto da un paese può trovare una destinazione sostitutiva.

Nell’ultimo decennio, con la crescita dei turisti, anche l’offerta di ricettività extralberghiera è costantemente cresciuta, le prenotazioni si sono triplicate nell’ultimo biennio insieme all’alto tasso di crescita delle strutture diffuso sul territorio nazionale. 27 E’ in atto un innalzamento qualitativo delle strutture con l’ampliamento della gamma di offerta: ai tradizionali campeggi e villaggi si sono dunque affiancati agriturismi, Bed & Breakfast, locande e affittacamere, divenuti una realtà interessante per numero di strutture. Nel nostro paese la capacità ricettiva è caratterizzata dalla presenza di un numero di esercizi extralberghieri maggiore di quello delle strutture alberghiere; per esempio nell’anno 2016 l’ISTAT (www.istat.it) ha rilevato 178.443 esercizi extralberghieri e 33.163 esercizi alberghieri e rispetto all’anno precedente si registra un forte aumento del 6,4% di esercizi extralberghieri, mentre quelli alberghieri rimangono invariati. Anche per i posti letto, si registra stabilità negli alberghi mentre negli esercizi extralberghieri è presente un aumento del 1,3%. In particolare questo ambito si riferisce principalmente alle strutture come alloggi in affitto (9,1%), Bed & Breakfast (6,9%), e altri esercizi (1,8%).

Il 2016 è stato un anno di forte crescita del movimento turistico in Italia: sempre secondo la fonte ISTAT gli esercizi ricettivi hanno registrato il massimo storico con circa 403 milioni di presenze, un aumento del 2,6% rispetto al 2015. Negli esercizi alberghieri le presenze sono 267,7 milioni, con una permanenza media di 2,97 notti 28 mentre nelle strutture extralberghiere sono 135,3 milioni, con una permanenza media di 5,07 notti. È interessante l’evidenza che nelle strutture extralberghiere, pur registrando meno presenze, le notti sono più del doppio rispetto agli alberghi e hotel. Questo può essere determinato da:

  • il costo a notte della struttura che si sceglie in cui pernottare;
  • l’offerta nel campo extralberghiero risulta molto più ampia;
  • libertà e possibilità per gli ospiti di vivere la vacanza in maniera decisamente più personalizzata.

Sempre nello stesso anno si conta poi che l’86% degli spostamenti effettuati sono per “vacanze”, quindi le strutture che vengono scelte dai turisti per i loro soggiorni non solo sono per brevi viaggi di lavoro, ma si caratterizzano più “pour plaisir”, ovvero di piacere.

Tutti i dati forniti dalla seguente tabella ISTAT “Viaggi e notti negli esercizi ricettivi in Italia per tipologia di viaggio” sono a sostegno della tesi, nonché la rapida ascesa del turismo extralberghiero nel nostro paese.

Il Turismo Extralberghiero - Immagine 1

Sono diversi i dati che si possono valutare per la scelta di uno spostamento di un viaggiatore: il turista di adesso ha una grande autonomia nel programmare tutti i dettagli del suo viaggio, l’organizzazione dunque è uno dei primi passi ed è stimato che il 76% dei viaggi avviene per prenotazione diretta, oltre la metà (50,4%) attraverso i siti web mentre le prenotazioni tramite agenzia sono drammaticamente scese a 7,9%. Questi dati fanno riflettere sulla modalità in cui vengono prenotate le proprie vacanze, oggi pensate e organizzate dal cliente stesso.

I mezzi di trasporto sono un altro dato rilevante, l’auto è il mezzo utilizzato di più dai turisti per raggiungere la meta della propria vacanza, la stima è pari a 71,5% contando una crescita di circa il 20% rispetto al 2015 mentre il treno e l’aereo sono mezzi utilizzati di più per gli spostamenti di lavoro che per vacanze. Per quanto riguarda le spese i residenti che pernottano negli esercizi ricettivi in Italia spendono in media 369 € e si stima che, nel 2016, la spesa media per una vacanza trascorsa in hotel sia superiore al 30% (a livello di costo) rispetto a quella per gli esercizi extralberghieri; quindi si può stimare che nel 2017/2018 le strutture extralberghiere supereranno gli hotel a favore anche del prezzo.