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Una forma di mercato emergente: il caso dei Bed & Breakfast in Italia

di Sarah Cipolla
UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE
Facoltà di Economia e Giurisprudenza
Corso di Laurea triennale in Economia Aziendale
Relatore: Prof.ssa Maria Cristina Piva
Anno Accademico: 2017/2018

2.7 - Innovazione e politiche antitrust

Le innovazioni principali della forma di mercato dei Bed & Breakfast riguardano l’implementazione dei canali di prenotazione e del proprio sito web per renderli sempre più efficienti. Le opportunità che possono offrire i social e internet sono ancora molte. Un’idea innovativa è stata l’attivazione del Home Restaurant dal sito di Bed-and-Breakfast.it.

Quest’integrazione ai servizi di pernottamento e prima colazione non comporta grandi costi per il gestore perché tutto è assimilato ad una cena tra amici. I partecipanti ad un pranzo, una cena, un evento presso un Home Restaurant versano una quota che copre i costi della spesa e ricompensa i proprietari dell’Home Restaurant, per aver aperto le porte di casa propria, cucinato e aver offerto un servizio professionale ai propri ospiti.

Questa tendenza si è diffusa da New York, dove gli Home Restaurant nacquero nel 2006 con nomi diversi come guerilla restaurant, supper club, underground dinner e successivamente a Cuba e nel Regno Unito. In Italia la varietà delle cucine regionali con tutte le varianti locali diventa una occasione unica per arrotondare le entrate familiari ed accogliere gli ospiti tra le mura domestiche.

L'Home Restaurant deve essere avviato in casa propria dove i gestori hanno la residenza e, per esempio, non è possibile svolgerlo nella seconda abitazione al mare. Il gestore non è obbligato a chiedere un permesso al Comune e i clienti che scelgono di sperimentare l’Home Restaurant sono consapevoli della mancanza degli obblighi sugli alimenti e le normative sulla manipolazione degli alimenti, aspetti rispettati in una regolare attività di ristorazione. Tuttavia, facoltativamente, il gestore può seguire un corso di formazione sulla sicurezza alimentare, alla fine della quale viene rilasciato un attestato per la certificazione HACCP destinato a personale che manipola alimenti.

L'Home Restaurant non è un’attività professionale e si configura come una attività occasionale che viene normata dalle Leggi di ciascun Paese. In Italia, ad esempio, è permesso svolgere attività lavorativa domestica, senza la necessità di aprire una partita IVA, per un massimo lordo di 5.000 euro all'anno. I primi 5.000 euro annui costituiscono una soglia di esenzione dall'obbligo contributivo. Quando si supera l'importo di 5.000 euro sarà sufficiente aprire la Partita I.V.A per fatturare gli importi eccedenti. L'Home Restaurant non ha un’insegna sulla strada e non è aperto al pubblico, il contatto si stabilisce solo sul web attraverso la selezione dell’evento e la comunicazione ai proprietari per prenotare o per chiedere informazioni sul calendario pranzi e cene oppure riservando un posto direttamente sul sito o Pagina Facebook dell’Home Restaurant prescelto.

Dal momento che il gestore del Bed & Breakfast non è tenuto ad adempiere a degli obblighi normativi e fiscali come un albergatore e viene lasciato spazio alla libertà di gestione, è necessario intensificare i controlli sul territorio per evitare che la concorrenza diventi sleale. Quando una struttura che dichiara due camere arriva illecitamente a trenta camere concorrendo con gli alberghi di zona, e non dovendo assolvere alle stesse imposte, la concorrenza diventa sleale. Questa situazione ha portato alla necessità di intensificare i controlli sul territorio e ad una gestione più rigida del settore. Infatti attualmente il gestore deve segnalare, prontamente o massimo entro il giorno successivo all’arrivo, alla questura del territorio di competenza il numero di ospiti che soggiornano alla questura e il periodo di permanenza.

Da alcuni anni si è diffuso molto in Italia l’utilizzo di Airbnb che inizialmente non era regolamentato e poteva essere usato da parte di chi ospitava per ricevere denaro e non versare tasse all’erario. Nel corso del 2017 un tema molto discusso è stato l’introduzione della tassa Airbnb, una cedolare secca sugli affitti brevi al 21%. La tassa Airbnb ha previsto l’obbligo per gli intermediari immobiliari che gestiscono le locazioni di case vacanza, appartamenti, ville anche mediante piattaforme online come Airbnb, di applicare al momento del pagamento una cedolare secca sugli affitti brevi con aliquota al 21% sul canone di locazione da parte dell’affittuario. Dopo aver ricevuto il pagamento, l’intermediario è tenuto a riversare all’erario la cedolare del 21% e a rilasciare la certificazione unica al proprietario.

L'argomento centrale del ricorso presentato dalla multinazionale Airbnb al Tar del Lazio è stato il fatto che questa decisione nuoce alla concorrenza ma è stato respinto da quest’ultimo. Tuttavia l'Antitrust sostiene Airbnb annunciando che questa manovra nuoce alla concorrenza perché rischia di scoraggiare l’offerta di forme di pagamento digitali da parte di piattaforme che hanno semplificato e incentivato le transazioni online, contribuendo a una generale crescita del sistema economico e alla lotta all’evasione. Una richiesta di Airbnb è stata quella di far scendere la cedolare dal 21 al 10% ma un emendamento alla legge di Bilancio che prevedeva questo incentivo è stato ritirato. Questa scelta è volta ad irrigidire i controlli e obbligare al pagamento dell’imposte direttamente dai portali web o dagli intermediari immobiliari.