Una forma di mercato emergente: il caso dei Bed & Breakfast in Italia
Facoltà di Economia e Giurisprudenza
Corso di Laurea triennale in Economia Aziendale
Relatore: Prof.ssa Maria Cristina Piva
Anno Accademico: 2017/2018
1.2 - Concentrazione delle strutture ricettive a livello nazionale
L’offerta ricettiva italiana è composta da 167,7 mila esercizi ricettivi di cui il 19,8% è rappresentato dagli esercizi alberghieri e il restante 80,2% dagli esercizi extra-alberghieri, di cui oltre la metà è rappresentato dagli alloggi in affitto. Se si considerano i posti letto, il gap fra strutture alberghiere ed extra-alberghiere si riduce fortemente: le strutture alberghiere contano 2,2 milioni di posti letto (46,1% del totale), mentre le strutture extra-alberghiere 2,6 milioni di posti letto, con la quota parte maggiore rappresentata dai campeggi e villaggi turistici (52% del totale complementari).
Tabella 1: elaborazione ONT su dati Istat 2015
Tabella 2: elaborazione ONT su dati Istat 2015
Questa tabella evidenzia il peso maggiore che stanno assumendo le struttura extra-alberghiere con un tasso di crescita maggiore rispetto a quelle alberghiere dovuto anche alla situazione di maturità a cui è giunto il settore alberghiero. La storia del sistema ricettivo alberghiero italiano è cominciata nel 1930 e ha registrato uno sviluppo fino al 1970 arrivando a contare 42.801 alberghi con 842.072 camere. Il 1975 è stato l’anno in cui si è registrata la diminuzione del numero di strutture alberghiere ed è cominciato l’aumento delle camere e dei posti letto nelle strutture già esistenti. Nel periodo 1970-1990 il numero degli alberghi è diminuito del -12,4%, ad un tasso medio annuo (tma) dello 0,7%; il numero delle camere è aumentato del 22,7% ad un tma dello 1,0%. Dal 1 gennaio 1985 è entrata in vigore la nuova classificazione a stelle, in cinque categorie, da una a cinque stelle. Le cinque stelle possono prevedere anche una categoria aggiuntiva cinque stelle lusso o cinque stelle superiore. Nel periodo 1990-2010 il numero degli alberghi è diminuito del -6,0% ad un tma del -0,3%, mentre il numero delle camere è aumentato del 16,8% ad un tma dello 0,8%. Nel periodo dal 1950 al 2015 le imprese alberghiere aumentano ad un tasso medio annuo dello 0,78%, passando per un periodo di crescita ed uno successivo di razionalizzazione, con l’uscita dal mercato delle strutture minori e l’aumento della dimensione media complessiva. Lo scenario delle strutture alberghiere sembra aver raggiunto una maturità.
In contrapposizione dal 2000-2015 si è registrato un aumento degli agriturismi del 171,8% con una variazione del 8,2% rispetto al settore alberghiero, mentre i bed & breakfast sono aumentati del 600,4% con una variazione del 17,4% rispetto al settore alberghiero. Le strutture extra-alberghiere sono ancora in crescita.
Tabella 3: Confronto tra evoluzione del settore alberghiero e delle altre tipologie ricettive. Variazione percentuale media annua nel periodo 2000-2015
Tabella 4: Incidenza percentuale dell’offerta alberghiera ed extralberghiera sull’offerta ricettiva regionale totale
A livello regionale, la densità maggiore del numero di letti del comparto alberghiero rapportato alla dimensione territoriale della singola regione è attribuita al Trentino Alto Adige, seguita da Emilia Romagna e Liguria. Inoltre è avvenuta una redistribuzione dell’offerta nelle aree del paese: è cresciuta l’offerta ricettiva alberghiera delle regioni meridionali ed è diminuita nelle regioni settentrionali. Il processo di concentrazione, caratterizzato dalla riduzione del numero degli alberghi e da un incremento delle loro dimensioni, è stato più intenso nelle regioni del Nord rispetto a quelle del Centro Sud.