Analisi strategica nel settore del turismo enogastronomico, tra innovazione e tradizione: il caso Tenuta Lombardi
Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche
Corso di Laurea Triennale in Economia Aziendale
Economia e gestione delle imprese
Relatore: Ch.ma Prof.ssa Cinzia Genovino
Anno Accademico 2020/2021
1.4.2 - Made in Italy come incipit al raggiungimento di un vantaggio competitivo nel turismo enogastronomico
Il gran numero di turisti enogastronomici nel nostro paese va di certo ricercato anche nell’attrazione che, come detto, è rappresentata dal Made in Italy.
Turisti enogastronomici che, carichi di speranza nello scovare prodotti con un senso di italianità, sono pronti ad addentrarsi in ogni piccolo borgo del nostro territorio nazionale che regali un’esperienza culinaria e non. Spesso si pensa che gli stranieri vengano nel nostro paese soltanto per assaggiare i nostri prodotti più famosi, quali pizza e pasta, quando, invece, il vero turista è emozionato all’idea di provare quei sapori antichi propri della tradizione italiana che mai hanno avuto adeguata riconoscenza, come ad esempio una semplice zuppa di legumi o un ragù di carne per non parlare della cucina povera dei pescatori, fatta di un pescato non ricercato.
Un’Italia fatta quindi non solo di cibi ed esperienze che vanno di moda o sono considerate come un must del viaggio ma anche la certezza che in micro-realtà è possibile ritrovare altrettante bellezze che descrivano in egual modo cosa significa essere italiani.
Un primo pensiero, parlando di micro-realtà, va agli agriturismi: questi rappresentano in maniera perfetta la storia di questo paese, tramandata da piatti e tradizioni folkloristiche portati avanti con orgoglio dalla gente del luogo.
L’Italia, afferma la Coldiretti, “è leader mondiale incontrastato nel turismo enogastronomico, con 299 specialità DOP/IGP riconosciute a livello comunitario e 415 vini DOC/DOCG, 5.155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, e la leadership nel biologico con oltre 60.000 aziende agricole biologiche”.
Proprio in merito a quest’ultimo aspetto, al giorno d’oggi sono sempre più i consumatori con un “occhio” più green, orientato quindi a pratiche commerciali con un fondo ecosostenibile.
La sostenibilità dovrebbe essere un punto fermo in ogni scelta strategica aziendale, data la situazione senza precedenti che stiamo vivendo. La pandemia, ma ancor di più i disastrosi effetti del riscaldamento globale, sono degli esempi che rendono l’idea. A questo fine è di buon auspicio il Green Deal, il programma di rilancio eurocomunitario, che ha l’obiettivo di ottenere, per il 2050, la neutralità climatica.
Parlando poi dei prodotti marchiati (DOP, IGP, DOC ecc.) quali, meglio di questi, possono rappresentare un’arma vincente per avvicinare turisti enogastronomici “ossessionati” dal voler associare a dei prodotti un territorio specifico.
Si arriva perfino a parlare di DOP economy, in grado di resistere nonostante le conseguenze della pandemia, grazie al lavoro svolto dai Consorzi di tutela, con azioni solidali per sostenere le criticità del comparto. Nell’estate 2020, per esempio, sono nate numerose esperienze turistiche che, rispettando il diktat di «vacanza in sicurezza» impartito dal Governo, hanno dato luogo a proposte innovative in grado di destare l'interesse di molti viaggiatori.