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Analisi strategica nel settore del turismo enogastronomico, tra innovazione e tradizione: il caso Tenuta Lombardi

di Antonio Lombardi
Università degli Studi di Salerno
Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche
Corso di Laurea Triennale in Economia Aziendale
Economia e gestione delle imprese
Relatore: Ch.ma Prof.ssa Cinzia Genovino
Anno Accademico 2020/2021

1.1 - Il preludio del viaggio è la curiosità: l’esperienza sensoriale ed emozionale dietro all’enoturismo

La curiosità è il motore della conoscenza, è ciò che ci spinge, in maniera continua a ricercare nuove esperienze, nuovi stimoli atti a dare un senso all’immensità di elementi che ci circondano.
Ciò che ci permette di colmare tale istinto e, di conseguenza, allontanarci dall’ozio, è il viaggio, un motore che perfettamente si concilia con la curiosità. Il viaggio può avere tante sfumature e tra queste si incrocia quella del turismo enogastronomico o anche enoturismo.

Il viaggio nel turismo enogastronomico, non è legato strettamente al turismo, bensì si va ad inserire in un contesto più ampio quale è quello dell’enogastronomia (che si scinde a sua volta in enologia e gastronomia), un settore integrato che contempla una supply chain più ampia e include ambiti diversi ma profondamente interrelati. Si parla di enoturismo quando, al sorgere del sole, vi è un contadino che si avvia al lavoro, a racimolare il raccolto che poi finisce, in serata, dinnanzi ad un turista in un piatto lavorato con amore e dedizione da uno chef. È un viaggio che quindi coinvolge tanto il turista tanto i soggetti che toccano, in maniera figurata, un pezzo di quotidianità di un luogo che racconta, in maniera semplice, stili di vita ed abitudini che hanno trascorsi secolari.

Secondo l’UNWTO, ossia l’Organizzazione Mondiale del Turismo, il settore del turismo enogastronomico è uno dei segmenti più dinamici ed a maggiore crescita. Dati alla mano, soltanto in Italia rappresenta un’entrata dal valore economico di ben 12 miliardi di euro, ossia il 15,1% del turismo generale.

Traducendo quanto detto, questi dati sono di facile interpretazione dato che il cliente moderno va alla ricerca di quelle abitudini di vita più naturali che garantiscono benessere psicofisico e spirituale. Divertimento e stravaganza ma con un occhio attento al rispetto per la cultura e la tradizione, l’attenzione all’autenticità, la sostenibilità e la ricerca di esperienze coinvolgenti con la propensione a uno stile di vita salutare.

Il cibo ci riporta direttamente al paese di provenienza, ai suoi paesaggi, alle radici forgiatesi attraverso anni di storia. Questo rende il turismo enogastronomico un fenomeno di rara bellezza che merita un approfondimento totale: quel cibo consumato direttamente nei posti di generazione, nel suo habitat, esalta sé stesso e introduce il turista alla sua cornice: l’aria, l’atmosfera che c’è tra una bottiglia di vino e il consumatore, il clima che si frappone tra un cibo e il visitatore fa la differenza.

Il cibo dietro un’esperienza del genere si trasforma in un qualcosa per la quale vale la pena percorrere tanti chilometri, diventa un piacere semplice ma che appaga i costi sostenuti. Cibo che diventa un incipit per una storia di un luogo, un momento di socialità tra persone, un momento di gioia.

Un cibo che si assapora attraverso i nostri gusti: salato, dolce, amaro, aspro ed infine umami. Un gusto che soltanto recentemente è approdato in territorio internazionale (nato in Giappone grazie agli studi di Kikunae Ikeda) ma che racchiude tutta la magia all’interno del cibo stesso. Ikeda per primo cominciò a parlare della presenza di un gusto ulteriore oltre ai quattro canonici, descrisse lo stesso come un gusto saporito, che non aveva nulla a che vedere con i quattro sapori utilizzati sino ad allora.

Si definisce l’umami come «un gusto sapido piacevole che viene dal glutammato e da diversi ribonucleotidi, tra cui inosinato e guanilato, che si trovano naturalmente in carne, pesce, verdura e prodotti lattiero caseari». Da tale definizione ne discende il fatto che, ricercando nel territorio italiano, è possibile trovare dell’umami in prodotti come i pomodori, il Parmigiano Reggiano il prosciutto crudo, il tonno e le sardine, nella carne di manzo, nel pollo e maiale, nei funghi ecc.

In definitiva il turismo enogastronomico mette insieme ed amalgama una quantità innumerevoli di elementi che si traducono in una grande realtà in fase costante di espansione e, per questo, è un’avventura innovativa e sorprendente, che permette, al ritorno, il viaggiatore, di avere un piglio diverso, con una ipotesi e un’idea del gusto assolutamente nuova ed inedita.