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Analisi statistica di “Tourist Satisfaction” presso le strutture ricettive di Polignano a Mare

di Paola Paparella
Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
Dipartimento di Studi Aziendali e Giusprivatistici
Corso di Laurea Specialistica in Marketing
Tesi di Laurea in Statistica del Turismo
Relatore: Ch.mo Prof. Francesco D’Ovidio
Anno accademico: 2014-2015

1.2 - Il turista: definizione

Dopo una breve definizione data nel paragrafo precedente, si considera adesso il vero protagonista del fenomeno turistico e cioè il turista. Riprendendo la definizione inserita nel glossario del turismo del UNWTO:

“Tourist (or overnight visitor): A visitor (domestic, inbound or outbound) is classified as a tourist (or overnight visitor), if his/her trip includes an overnight stay, or as a same-day visitor (or excursionist) otherwise (IRTS 2008, 2.13)”- Turista (o visitatore da un giorno all’altro): un visitatore (nazionale, in entrata o in uscita) è classificato come un turista (o visitatore da un giorno all’altro), se il suo viaggio include un pernottamento, oppure come un visitatore nello stesso giorno (o escursionista) in caso contrario -

si può notare da subito la prima differenza che esiste tra il turista, che effettua almeno un pernottamento in una struttura alberghiera o extra-alberghiera nel luogo diverso dalla sua residenza, e l’escursionista ovvero colui che trascorre meno di 24 ore nel Paese di destinazione, includendo in questa fascia anche i passeggeri di una nave da crociera che visitano il porto di giorno e tornino a bordo la sera, i visitatori giornalieri ed ancora i membri dell’equipaggio che non trascorrono la notte nelle strutture ricettive del Paese.

Tuttavia, tra gli studiosi di economia del turismo, non esiste un consenso su un’unica definizione di turista ma è possibile considerare tre fattori (dimensioni) fondamentali che rientrano sempre nelle varie definizioni di turista: la motivazione, lo spazio ed il tempo.

La motivazione è il primo elemento che consente di distinguere tra il turista e il non turista: il turista viaggia principalmente per divertimento (svago). Ma questa distinzione non è così netta come sembra (per esempio: nelle fiere, nei congressi, il soggetto può divertirsi, ma va prettamente per lavoro). Sono sicuramente escluse dalla definizione di turismo tutte le situazioni di viaggio che vengono effettuate per visite a parenti e/o amici come anche alcuni viaggi fatti esclusivamente per motivi di salute (per esempio quelli in cui ci si sposta in centri specializzati per la cura di malattie). Tuttavia si possono includere tutti i viaggi effettuati presso le località termali o presso le beauty farm i quali vengono considerati a tutti gli effetti motivazioni di svago e relax per il turista. Le motivazioni che spingono a viaggiare perciò nascono principalmente dalla necessità di un bisogno, sia esso di carattere soggettivo che oggettivo. Il bisogno turistico si può definire come uno stato psicologico di trepidazione, originato da una pluralità di motivi, che può trovare la sua fondamentale e naturale condizione di soddisfazione nella pratica del turismo. In altri termini, il bisogno turistico è lo stato di insoddisfazione tipico delle persone costrette a vivere i ritmi della civiltà industriale, che suscita il desiderio di viaggiare, di evadere e di trascorrere le vacanze lontano dall'ambiente abituale. Si possono verificare quindi esigenze di natura culturale, di conoscenze, di relazioni e confronti con altri costumi, civiltà ed altri popoli, esigenze spirituali e religiose che non possono essere soddisfatte localmente; oppure la necessità di riposo, svago, di ricreazione e di rigenerazione psicofisica della persona. Od ancora in generale si tratta semplicemente di evadere dalla città per vivere anche temporaneamente in spazi liberi ed aperti. Ovviamente l’ampiezza e l’intensità di tali bisogni sono variabili da persona a persona e possono essere avvertiti in modo diverso, da tutti e da ciascuno, o possono essere peculiari di determinate società e ambienti culturali.

Lo spazio è il secondo elemento caratterizzante il turista nella sua definizione. Si potrebbe considerare potenziale turista, un soggetto dal momento in cui esca dal suo “ambiente quotidiano”. Quest’ultimo è il luogo dove il soggetto trascorre normalmente la sua giornata, quindi dove dorme, mangia, studia o lavora; naturalmente l’ambiente quotidiano è molto difficile da definire ed è molto soggettivo. Per esempio uno studente fuori sede non può essere considerato un turista della città in cui ha spostato momentaneamente la sua dimora oppure un lavoratore che è temporaneamente in trasferta presso un’altra sede dell’azienda in cui lavora che si trovi in una città diversa. Oggi, tuttavia, per rendere più concreto il concetto di ambiente quotidiano si preferisce utilizzare il concetto di “area metropolitana” che si ottiene analizzando i flussi dei pendolari: in base ai propri spostamenti sistematici (quindi in base al proprio pendolarismo) si definisce la propria area metropolitana. Chi esce da questa propria area metropolitana è potenzialmente un turista o un escursionista, che contribuisce a portare nuovo reddito all’interno della propria zona. Chi invece rimane nella propria area metropolitana non può essere considerato un turista, che non produce nuovo reddito, in quanto questo viene spostato solamente all’interno dell’area. Coloro che sono mossi dalla motivazione del divertimento ma non escono dalla propria area metropolitana possono essere residenti o recreationers cioè coloro che, viaggiando all’interno del proprio ambiente quotidiano, si muovono prettamente per svago.

Ed infine anche il tempo rappresenta uno dei fattori principali rientrante nella definizione di turista. Quest’ultimo generalmente lo si può considerare come colui che trascorre più di 24 ore in un luogo, purché ciò comporti il pernottamento. Esiste perciò una soglia minima di tempo, data appunto dalle 24 ore. Se il soggetto non pernotta in un luogo diverso dal suo “ambiente quotidiano” allora non può definirsi turista, ma è considerato un escursionista (come evidenziato nella definizione in precedenza). Esiste anche una soglia massima di tempo: chi risiede per più di 6 mesi in una località, anche se solo per divertimento, non è considerato turista (tale situazione non è uguale per ogni Paese, in alcuni può essere meno di sei mesi, in altri di più). Se la permanenza supera tale soglia massima di sei mesi, è probabile che si tratti di una persona residente o abitante del Paese.

Queste tre dimensioni della definizione di turista valgono per ogni studioso dell’economia turistica, anche se ognuno può variarne i contenuti. Tuttavia questi tre elementi permettono di individuare il turista, e quindi l’azienda turistica, il fatturato del turismo e tutti elementi utili per l’individuazione di corrette politiche turistiche.