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B&B come risorsa per il territorio: una mappatura dell’offerta turistica del Friuli Venezia Giulia

di Alessia Attanasio
Università degli Studi di Udine
Master Universitario di I livello in “Valorizzazione turistica dei beni ambientali e culturali”
Relatore: Prof. Francesco Marangon
Anno accademico: 2014/2015

4.4 - Potenzialità e limiti in FVG

Durante il periodo di tirocinio formativo all’interno del Master in “valorizzazione Turistica dei beni ambientali e culturali” ho avuto il modo e il piacere di incontrare diversi proprietari di Bed & Breakfast della nostra Regione. In questo capitolo riporterò quanto emerso da questi incontri, alcune potenzialità del sistema di B&B ma anche le tante lacune che spesso frenano l’entusiasmo dei proprietari delle strutture già esistenti, e ancor più, di quelli intenzionati ad avviarne una.
Oggigiorno sono moltissime le strutture presenti sul nostro territorio; dai dati riportati sul sito della Regione, i quali sono stati da me controllati, revisionati se errati, e contattando i gestori per incontrarli, ho riscontrato che molte strutture risultano chiuse per cui sono state tolte dall’elenco. Attualmente sono presenti circa 563 B&B in Friuli Venezia Giulia, ma potrebbe essere possibile un ulteriore scrematura.
Dall’inizio della crisi economica nel 2007 vi è stato un vero e proprio boom di B&B; se circa il 10% dei gestori di Bed & Breakfast si sono trovati di fronte alla necessità di chiudere l’attività perché non riuscivano più a fronteggiare le spese, almeno il 40% dell’attuale totale sono strutture nate proprio nel corso di questi ultimi otto anni. Spesso a spingere le persone ad orientare la propria scelta verso la tipologia dei B&B è stata la perdita del lavoro, una famiglia da sostenere trovandosi senza uno stipendio su cui contare, ma soprattutto cercare una fonte di guadagno extra, che col tempo può rivelarsi minima, ma in questi periodi di crisi e con il turismo che prende sempre più piede anche nelle località più svantaggiate, risulta un punto su cui si può fare affidamento. Purtroppo è possibile che i turisti incorrano in strutture cosiddette “abusive”, ossia B&B pubblicizzati sul web ma non iscritti all’albo comunale; affittacamere che si “spacciano” per B&B applicando fasce di prezzo da affittacamere, che non prevedono, se non per cortesia, una minima colazione, ma presentandosi ai clienti come veri e propri B&B risultano di pessima qualità ed inducono il turista ad esitare sulla futura scelta per questo tipo di alloggio.
Siccome questa tipologia di struttura ricettiva nel nostro Paese è considerata di micro-ricettività, avvalendosi del proprio lavoro e quello dei propri familiari; erroneamente si può essere indotti a pensare che sia una forma imprenditoriale, ma proprio per le sue caratteristiche “familiari” nella nostra Regione è stato disciplinato il carattere di non imprenditorialità, e non è prevista quindi l’iscrizione alla Camera di Commercio e relativa attribuzione di Partita IVA.
Una questione sulla quale non vi è possibilità di deroga riguarda la residenza del proprietario. Spesso, però, la burocrazia del nostro Paese non fa altro che complicare e rallentare la possibilità di avviare l’attività. La residenza è un termine essenziale per la procedura di inizio attività, soggetto a controlli da parte dell’autorità statale di vigilanza; può capitare che l’abitazione familiare sia composta da un ingresso principale comune e due porte d’ingresso, essendo predisposta come abitazione Bi-familiare. Adibendo un piano dell’abitazione a B&B e risiedendo nell’altro piano si può essere ostacolati: il Comune può imporre al cittadino richiedente di spostare la propria residenza anche se appare chiaro che l’abitazione sia unica, di sua proprietà e sia composta da due appartamenti solo formalmente.
Un ulteriore questione che ha suscitato particolare interesse riguarda la pubblicità delle strutture. Nulla di particolare è stato predisposto normativamente, lasciando piena libertà ai proprietari. Ai giorni d’oggi risulta come miglior “arma” di diffusione, l’uso dei Social Network, soprattutto Facebook, Twitter, Instagram e Pinterest. Sul nostro territorio ci troviamo immediatamente difronte ad un ostacolo: l’età dei proprietari dei B&B. Come evidenzia anche il rapporto “Regione in cifre 2014” diffuso dalla Regione, i gestori hanno principalmente un età compresa tra i 40 e i 65 anni; il che implica indubbiamente che per lo sfruttamento di questi canali di promozione si incontrino notevoli difficoltà pratiche. Come verrà mostrato nel capitolo successivo, la presenza stessa delle strutture sui portali regionali delle associazioni e nazionali, quali bed-and- breakfast.it, risulta molto bassa. Un B&B non può vivere di solo passaparola: il turista è diffidente, vuole vedere sul web la struttura, decidere secondo i suoi standard qualitativi, si affida alle recensioni lasciate da una moltitudine di altri turisti. Molte strutture non hanno un sito web personale, ma ancor di più non sono contattabili via mail; ricercando la struttura sul web a volte risulta difficile persino identificarla. Risulta fondamentale approcciarsi ai social network, indipendentemente dal target che si vuole attrarre nella propria struttura. Una pagina facebook curata, mantenuta attiva, anche se con pochi like, attrarrà sicuramente qualche cliente in più rispetto al non averla. Utilizzando questo mezzo di promozione si può anche optare di non aderire a portali più grandi e costosi. I social danno la possibilità di ottenere ottimi feedback con una minima spesa, essendo gestiti dal proprio account gratuito e non richiedendo investimenti, a meno che non si opti per una gestione business. È inoltre indispensabile che la struttura possegga almeno un biglietto da visita, il che permette al cliente che si è trovato bene di conservarlo, eventualmente proporlo a qualche conoscente e di averlo a portata di mano al momento dell’occorrenza; molte strutture ancora oggi non ne posseggono.
In collegamento diretto con la promozione web risulta il tema dell’associazionismo. In regione sono attive due associazioni, una con sede a Cividale del Friuli e una ad Udine. Il problema si presenta qualora una struttura sia nuova. Nessuno mette a conoscenza il nuovo proprietario dell’esistenza delle associazioni, della possibilità di trovare in queste supporto, aiuto, promozione. Partecipare ad una di queste associazioni comporta all’associato la corresponsione di una quota annua che gli dà diritto ad utilizzare il logo, essere presente sul sito web e sulla guida cartacea, qualora l’associazione ne predisponga una da portare alle fiere alle quali partecipa. Almeno il 50% delle strutture regionali non è a conoscenza di questa possibilità, venendo così private di una buona opportunità di ampliare il proprio giro di clientela.
Un ulteriore tema che suscita molte discussioni da parte dei proprietari riguarda l’eccessivo peso fiscale al quale vengono sottoposti. Il reddito generato dall’attività del B&B rientra, all’interno della dichiarazione dei redditi, tra i redditi diversi e per cui assoggettato a relative imposte. Con l’attività esercitata in via esclusiva non si raggiunge una soglia di reddito che consenta di vivere serenamente e si è costretti perciò a svolgere un lavoro in via principale e il B&B in via secondaria, in rispetto pur sempre del carattere dell’occasionalità previsto dalla legge regionale. Nel corso degli ultimi due anni, come per le abitazioni principali, sono aumentate le tasse da dover corrispondere: la tassa sui rifiuti, il canone RAI ed ora si aggiunge la SIAE. La tassa sui rifiuti viene calcolata a parte rispetto al nucleo familiare, costringendo il proprietario a pagare anche per chi probabilmente non usufruisce del servizio; il canone Rai deve essere pagato per tutti gli apparecchi presenti nella struttura, ogni camera tipicamente ne ha uno, per cui si è costretti a pagare in relazione al numero di stanze; in aggiunta al canone Rai ora i proprietari sono obbligati a pagare la SIAE, diritto sulla riproduzione di brani e ogni file multimediale coperto dal copyright, che esso passi sui canali televisivi o audiovisivi.
Per concludere la trattazione riguardante i limiti imposti e riscontrati nel contesto regionale, emerge il più critico: le colazioni, la certificazione HACCP e l’offerta dei prodotti tipici locali.
La legge regionale 02/2002 prevede che le colazioni sia offerta in confezioni monodose senza manipolazione. Tale fatto esclude a prescindere la possibilità di offrire prodotti tipici locali ai clienti. Nel 2013 è stata però aggiunta una precisazione: è possibile offrire prodotti manipolati se si è in possesso della certificazione ottenuta dopo il corso per il conseguimento dell’HACCP e si predispone il libro degli ingredienti come previsto dalla normativa per le strutture extra-alberghiere.
Non risultando di chiara interpretazione, numerosi proprietari non hanno provveduto a frequentare il corso HACCP, non risulta perciò chiaro come sia possibile offrire prodotti tipici senza manipolazione alcuna. Il corso obbliga ad una presenza fisica ed ad un esborso di denaro che alcune strutture potrebbero non essere in grado di fronteggiare. È evidente che un turista preferisca di gran lunga una colazione “fatta in casa”, con torte appena sfornate con i prodotti della zona, marmellate particolari, piuttosto che biscotti o fette biscottate confezionate. Risulta indispensabile chiarire che in qualsiasi caso, che si sia intenzionati o meno ad offrire colazioni casalinghe, è obbligatorio conseguire l’attestazione HACCP. Una possibile soluzione risulterebbe che la Regione, assieme ai comuni e alle associazioni, proponga con cadenza almeno annuale un corso apposito, per le strutture nuove e quelle già avviate che non si sono ancora adoperate a riguardo, ad un prezzo convenzionato.
D’altro canto, i B&B offrono un grande patrimonio alla nostra regione affianco alle altre strutture ricettive. Grazie alla loro caratteristica tipica della “familiarità” sono in grado di far vivere al turista esperienze uniche e particolari, sviluppate in relazioni alle loro curiosità e personalità. I proprietari mettono a disposizione del turista le loro conoscenze personali del luogo, dando indicazioni al cliente sui posti da visitare in base alle proprie esperienze personali, storie familiari ecc. Si sviluppa così la passione per il proprio territorio, la sua storia, le sue tradizioni.
Ci troviamo di fronte ad una crescita della domanda turistica nelle località più abbandonate. Con il passare degli anni il turista tende ad allontanarsi dalla “città” meta turistica, alla scoperta dei borghi e delle piccole comunità. Infatti è possibile trovare più pernotti presso B&B in paesi che apparentemente non hanno alcun valore storico- artistico-culturale, piuttosto che in città storiche, dove a parità di potenzialità vi è una minor presenza di strutture micro-ricettive, in particolar modo di B&B.
Tutto quanto predetto si interfaccia con la potenzialità dell’uso dei canali Social e della particolarità della nostra Regione. Una buona pubblicità web e social consente anche alle piccole strutture in borghi “dimenticati” di avere un buon giro di clientela e di fidelizzarla, trovandosi così ad avere sempre le stanze occupate destagionalizzando l’offerta.
A fare da collante tra i due estremi troviamo l’Agenzia Turismo FVG, la quale, tramite il suo ruolo di promozione e sviluppo del nostro territorio, da visibilità alle strutture anche mediante la creazione di pacchetti turistici affiliati a determinate esperienze che il turista può vivere sul nostro territorio (bike experience, ecc.). Tramite tali pacchetti la struttura che decide di parteciparvi, corrispondendo una quota, entrerà a far parte di un circuito mediante il quale avrà il modo di darà visibilità alla sua struttura.