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Lo sviluppo dei B&B e gli effetti sul turismo urbano. Il caso di Lecce.

di Andrea Alfarano

Università del Salento
Facoltà di Scienze della Formazione, Scienze Politiche e Sociali
Corso di Laurea in Studi Geopolitici e Internazionali
Tesi di Laurea in: Geografia delle Interazioni Locale-Globale
Relatore: Chiar.mo Prof. Fabio Pollice
Anno Accademico: 2016/2017

1.1 - Il fenomeno turistico e la sua caratterizzazione

La principale definizione di turismo viene fornita dalla United Nations World Tourism Organization (UNWTO), secondo cui «Tourism comprises the activities of persons traveling to and staying in places outside their usual environment for not more than one consecutive year for leisure, business and other purposes not related to the exercise of an activity remunerated from within the place visitated» ovvero il turismo comprende le attività di coloro che viaggiano e soggiornano in luoghi diversi dal proprio ambiente abituale per un periodo non superiore a un anno consecutivo per svago, lavoro e motivi diversi dall'esercizio di un'attività remunerativa all'interno dell'ambiente visitato

È interessante notare come la storia del turismo abbia subito nel tempo delle evoluzioni, mutando e trasformandosi in funzione dei cambiamenti culturali, sociali, economici e politici che hanno caratterizzato nel tempo la società civile.

Agli albori il turismo era un fenomeno aristocratico, che riguardava una nicchia ristretta di persone ed in particolare un’élite colta e borghese. Il cosiddetto Grand Tour era un viaggio fatto da ricchi giovani membri della classe dirigente, inglese o francese, alla scoperta delle civiltà greco-romane, che occupava molti mesi di viaggio e richiedeva mezzi finanziari e di trasporto che erano alla portata di sole poche persone benestanti. Era quindi impossibile praticarlo per la maggioranza dei cittadini senza né grande disponibilità economica, né tempo libero.

Come fa notare il geografo Casari, si configura inizialmente come un fenomeno di élite ma, nel corso del XIX secolo, con il diffondersi dello sviluppo industriale, in seguito interessa anche la borghesia industriale e gli intellettuali, classi più numerose e col desiderio di imitare l'aristocrazia nell'abitare e nel divertirsi. Più precisamente, il turismo, che verrà poi considerato “moderno”, inizia ad essere accessibile a un’utenza più vasta quando «la borghesia industriale estende i propri vantaggi ai suoi dipendenti: quello bancario inglese, grazie all'emanazione del Bank Holidays Act si avvantaggia di un breve periodo di ferie in agosto sin dal 1871» Successivamente, nel 1936, «il Governo francese del Fronte Popolare emana una legge che riduce l'orario di lavoro a 8 ore e prevede 15 giorni di ferie all'anno». Il tempo libero viene normativizzato e la vacanza si trasforma da privilegio delle classi abbienti in diritto di tutti. A tale sviluppo hanno contribuito anche il progresso dei trasporti e delle vie di comunicazione, con prezzi accessibili alla maggioranza della popolazione, lo sviluppo delle strutture ricettive nel mondo e infine il miglioramento delle condizioni sanitarie, nonché della sicurezza.

La seconda metà del XX secolo è stata caratterizzata dallo sviluppo economico di USA, Europa occidentale e Giappone, e ha coinciso con lo sviluppo definitivo del turismo di massa: il turista era mosso dal bisogno sia di riposo e recupero delle forze psico-fisiche, che di esplorare nuove realtà ambientali e sociali. Le mete sono presentate dai tour operator che orientano i clienti, generalmente con le tre “S” della propaganda Sea, Sun, Sand, verso le spiagge mediterranee e caraibiche. Il ruolo del tour operator è quello di organizzare gli itinerari di viaggio, comprando preventivamente i propri posti in aereo e le camere d'albergo, per vendere i pacchetti “tutto compreso” al cliente. E' il periodo del primo vero boom turistico, gli anni '60, che «si basava su un modello che puntava soprattutto sull'aumento del numero degli arrivi», e durerà fino inizio anni '70 a causa della crisi petrolifera prima, e della stagnazione economica poi. La fase di recessione servì anche ad analizzare e cercare di superare i limiti del settore turistico: dalla mancata definizione degli obiettivi alla pubblicità, incentrata troppo poco sulle esigenze dei turisti.

Dagli anni '90 del XX secolo, insieme all'avvento della rivoluzione informatica, aumenta il soggettivismo con il bisogno di identità, influendo anche il settore turistico.

Se fino a pochi anni fa il turismo di massa era basato sulla considerazione delle persone come insieme omogeneo si è giunti oggi a definire il fenomeno come “post turismo”: il “post turista” è più informato, consapevole ed indipendente rispetto al turista di massa.

Negli ultimi anni il turismo mondiale ha registrato un trend di crescita deciso e costante, «esso è diventato non soltanto la più importante attività del settore terziario, ma anche la maggiore industria mondiale, per produzione di posti di lavoro e valore complessivo».

Dall'indagine sul turismo internazionale eseguita dalla Banca d'Italia è emerso che «nel 2016 la spesa turistica internazionale è stata di quasi 1.100 miliardi di euro a livello globale, in crescita del 2% rispetto al 2015. Gli Stati Uniti si sono confermati il paese con i più alti introiti da viaggi internazionali (186,9 miliardi di euro), seguiti dalla Spagna (54,6). L’Italia è al sesto posto della graduatoria con 36,4 miliardi».

Dai dati degli ultimi anni rielaborati, l'Organizzazione Mondiale del Turismo ha stilato un rapporto di previsione sul turismo fino al 2030:

Fig. 1.1

Lo sviluppo dei B&B e gli effetti sul turismo urbano - Immagine 1

Gli arrivi internazionali nel mondo Fonte: UniCredit in collaborazione con Touring Club Italiano, Rapporto sul turismo 2017 - UniCredit4Tourism, 2017, p. 14

Dalla Fig. 1.1 emerge che, nonostante la presenza di fattori destabilizzanti nel contesto mondiale (crisi economico-finanziaria globale, terrorismo, fenomeni migratori e affermazione di nuove forme di protezionismo in alcuni paesi), nel 2016 «gli arrivi internazionali hanno registrato un incremento di circa il 4% sul 2015».

È possibile inquadrare meglio questo settore segmentandolo, nei fattori che lo alimentano, e nei flussi turistici che tali fattori generano.

Per questo ci si rifà alla classificazione proposta da Lozato, suddividendo i fattori in cinque gruppi:

  1. Fattori onirici, in quanto il viaggio ha sempre evocato sogno, mito, cose diverse, sia nel pensiero di un viaggiatore sia nella mente di un lettore alle prese con una narrazione di realtà o civiltà differenti. La società dell'immagine e del mondo virtuale amplifica il desiderio dell'altrove. Tuttavia, qualunque siano le forme moderne di comunicazione e d'informazione (cataloghi, televisione, cinema, immagini pubblicitarie, siti web), l'atto turistico resta ancorato a una dimensione onirica e all'importanza dell'approccio virtuale del viaggio;
     
  2. Fattori naturali, che costituiscono la materia prima turistica e rappresentano la condizione preliminare alla realizzazione di qualsiasi attività turistica:
    a. il paesaggio che è una realtà culturale, perché non è soltanto il risultato del lavoro dell'uomo, ma anche oggetto di osservazione, se non addirittura di consumo. La cultura qui gioca ruolo di un filtro che varia da un individuo all'altro, da un gruppo sociale all'altro. Qualsiasi pubblicità turistica promuove, o almeno richiama, sotto forma d'immagine il paesaggio di cui essa vanta le doti naturali;
    b. la vegetazione e gli specchi d'acqua (stagni o laghi);
    c. le cure marine (o talassoterapia) e il termalismo che sono legati alla geografia delle fonti naturali benefiche;
    d. il clima ha da sempre esercitato un ruolo diretto nelle attività dell'uomo; nel settore turistico «il successo o il fallimento di un soggiorno è spesso determinato dalle buone o dalle cattive condizioni climatiche». Senza sole e senza neve molte aree turistiche non potrebbero essere considerate tali;
     
  3. Fattori socioeconomici che a loro volta si possono scomporre in:
    a. arte e cultura, i vacanzieri sono sempre più attirati dal patrimonio artistico e culturale (litoma), cioè da monumenti, musei, festival. Scoprire soltanto i modi di vivere delle popolazioni locali, ossia il patrimonio sociale (antropoma), non è sufficiente ad attirare un turista ordinario; ma un interesse crescente per le culture di ieri e di oggi spiega il successo di numerose aree turistiche. Le aree turistiche principali corrispondo alle capitali (Londra, Parigi, Roma, ecc.), alle città d'arte (Venezia, Firenze, Pisa, Granada, Bruges, Ferrara, ecc.) o alle “valli culturali” (Nilo, Loira, ecc.) di fama mondiale;
    b. religione, fin dall'antichità il pellegrinaggio, che implica viaggio, accoglienza e soggiorno, è stato una forma di flusso turistico; esclusi gli importanti luoghi di pellegrinaggio, alcune località turistiche devono gran parte della propria celebrità al loro patrimonio religioso;
    c. paraculturale che, seppur marginale, dà vita a localizzazioni originali: i parchi tematici (tipo Disneyland negli USA), le riserve di animali (come Saint Vrain, nella periferia di Parigi), i “giardini turistici” (come villa Tivoli a Roma) e i memoriali militari (che possono dar vita a flussi paragonabili ai pellegrinaggi religiosi);
    d. sport e svaghi, lo sviluppo degli sport da competizione ha favorito alcune localizzazioni turistiche così come la recente nascita dei centri di svago, si tratta di complessi che offrono contemporaneamente alloggio e animazione in un unico spazio;
    e. business e congressuale, una delle attività turistiche il cui recente e spettacolare sviluppo merita attenzione. Benché lo scopo fondamentale del congresso sia generalmente di lucro e legato all'esercizio di una professione, di una specializzazione, non se ne possono negare alcuni aspetti puramente turistici che si manifestano nella scelta della località ricettiva e nelle attività annesse. Per puntualizzare si parla di turismo d'affari soltanto nel momento in cui i clienti escono dall'hotel o dal palazzo dei congressi per approfittare delle risorse turistiche dell'area ricettiva.
     
  4. Fattori tecnici, distinguibili in:
    a. mobilità, dove il tempo e il costo dello spostamento influenzano direttamente i flussi turistici;
    b. strutture ricettive, in cui la capacità e la qualità dell'accoglienza giocano un ruolo non trascurabile;
    c. ruolo dei sistemi informatici, lo sviluppo delle nuove tecnologie della rete Internet ha sensibilmente modificato la commercializzazione dei prodotti e servizi turistici. Ora il cliente-turista può accedere direttamente alle offerte principali sulla maggior parte delle attività e delle destinazioni su scala planetaria;
    d. reddito del turista, che rappresenta la condizione indispensabile di ogni movimento turistico. Tendenzialmente, più il reddito medio aumenta, più il tasso di partenza per le vacanze è elevato. La scala di elasticità è il raggio di spese che il turista-consumatore accetta di coprire ed è in stretta relazione con il tipo di prodotto o di servizio reso e rappresenta uno dei principali fattori socioeconomici favorevoli o sfavorevoli a una destinazione turistica.

Questi macro-fattori, comprendenti le loro caratteristiche, alimentano dei movimenti turistici di vario tipo. «In funzione del numero e dell'origine geografica dei turisti, è possibile distinguere almeno tre tipi di flussi di partenza:

  1. maggiori (di più o meno 10 milioni all'anno);
  2. minori (di circa 5 milioni all'anno);
  3. marginali e pionieri (meno di 1 milione all'anno)».

I flussi marginali e pionieri sono trascurabili quantitativamente e molto limitati sul piano geografico. Globalmente si tratta quasi sempre di flussi pressoché riservati, in quanto riguardano qualche migliaia di turisti diretti verso luoghi-mito poco frequentati e di difficile accesso o di destinazioni che si aprono lentamente al turismo.

I flussi minori raccolgono tra 1 e 5 milioni ogni anno e negli ultimi tempi si sono sorprendentemente moltiplicati, contribuendo in questo modo alla “mondializzazione” del turismo. La rapida crescita dei soggiorni turistici in direzione delle grandi città d'arte e storiche dell'ex blocco sovietico sembra poter generare, entro breve, flussi europei e intercontinentali d'importanza rilevante. Flussi minori, originati dalle grandi agglomerazioni urbane, si sviluppano a favore di destinazioni prossime ai luoghi di partenza. I flussi minori possono avere anche destinazioni transfrontaliere.

Infine, i flussi maggiori possono meglio essere distinti in:

  • flussi eliotropici (verso il sole) e balneotropici (verso i litorali): o anche chiamati flussi verso l'“oro blu”, sono «i principali; ogni estate più di 200 milioni di vacanzieri europei si precipitano verso le spiagge e i complessi balneari utilizzando diversi mezzi di trasporto, essenzialmente via terra;
  • flussi verso l'“oro bianco” delle montagne: i quali hanno avuto un'esplosione nel corso dell'ultimo terzo del XX secolo tant'è che ogni inverno, possono essere paragonati ai principali flussi estivi;
  • flussi urbani: infine questi flussi che, anche se consolidati da tempo, da una decina d'anni sono in forte crescita. Le città, e in modo particolare le grandi città, sono diventate le principali destinazioni turistiche. Su scala mondiale, oggi il turismo urbano rappresenta circa un quarto del fenomeno turistico internazionale. A seconda delle condizioni di accessibilità e del contesto socio-storico, i flussi maggiori in direzione delle città sono più o meno concentrati, più o meno lineari e più o meno continui nel tempo e nello spazio.

Tra le ultime tendenze, recenti studi confermano che nei paesi avanzati il cambiamento dello stile di vita del turista-consumatore ha determinato una riduzione della durata media del viaggio e una crescente diversificazione del prodotto turistico, con l’emergere di mercati di nicchia (fitness e benessere, avventura, vacanze per pensionati, tour enogastronomici, ecc.) che ha contribuito a un innalzamento della spesa media giornaliera. La globalizzazione ha reso più frequenti anche i viaggi di lavoro mentre si è parallelamente ridotta la spesa per motivi personali diversi dalla vacanza (motivi di studio, religiosi, sanitari, ma anche shopping e viaggi di nozze).

Tra i mercati di nicchia accenno merita la crescente attenzione ai temi della sostenibilità da parte dei turisti che impone un ripensamento dell’offerta. «Il 40% dei cittadini dell’Unione Europea dichiara, infatti, di essere influenzato nella decisione di viaggio da almeno un aspetto di sostenibilità ambientale: dalle politiche di destinazione, ai servizi promossi dagli operatori locali fino all’adozione di marchi e certificazioni».

Per questo per la Commissione Europea lo sviluppo sostenibile rappresenta una delle sfide più importanti e uno scopo della politica generale. In campo turistico il primo obbiettivo risiede nel superamento della carenza di personale qualificato e al miglioramento delle condizioni sociali e lavorative nel settore. Un secondo fine rilevante per la sostenibilità riguarda lo sviluppo dei trasporti, per la sua influenza sui flussi turistici e per il suo forte impatto ambientale. Terzo obbiettivo è inerente all'impatto sociale (riduzione del ruolo e dell'autenticità della cultura locale) ed economico (aumento dei prezzi dei prodotti, dei terreni e del costo della vita) provocato dal turismo sulle popolazioni locali.