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Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia: motivazioni e percorsi delle proprietarie di bed & breakfast

di Silvia Lisanti
Università degli Studi di Milano-Bicocca
Facoltà di Sociologia
Corso di laurea in Scienze del turismo e comunità locale
Anno Accademico:
2012/2013
Relatore: Prof.ssa Ivana Fellini
Tesi di Laurea di: Silvia Lisanti
Matr. 740216

1.3 - Tipi di imprenditrici e imprenditrici dell'ospitalità in famiglia

Uno dei primi tentativi di disegnare delle tipologie di lavoratrici autonome lo si può attribuire a Robert Goffee e Richard Scase, i quali hanno classificato le imprenditrici sulla base di due criteri: l'attaccamento all'idea imprenditoriale e l'attaccamento ai tradizionali ruoli di genere. In base a questi criteri hanno trovato 4 tipologie di imprenditrici: convenzionali, innovative, domestiche e radicali (Tabella 3).
Le imprenditrici convenzionali hanno un forte attaccamento tanto all'idea imprenditoriale quanto ai ruoli di genere; per loro il conflitto tra lavoro e casa è fonte di stress. Prima di mettersi in proprio hanno svolto lavori di routine e una volta diventante lavoratrici autonome hanno scelto aree di impiego tipicamente femminili (parrucchiere, servizio pasti, pulizie...). La motivazione principale che le spinge a diventare piccole imprenditrici è la sicurezza economica.
Le imprenditrici innovative invece hanno un attaccamento all'idea imprenditoriale forte e un attaccamento ai ruoli di genere debole: per questa tipologia di lavoratrici il lavoro è al centro della loro vita, il profitto e la crescita economica sono le motivazioni principali per creare l'impresa. Decidono di diventare lavoratrici autonome perché ritengono che le loro possibilità di carriera nel mercato del lavoro dipendente sarebbero limitate; i settori che scelgono sono quelli in cui possono mettere in atto capacità personali che hanno acquisito grazie ad un'istruzione medio-alta e dove normalmente predominano gli uomini (pubblicità, marketing, pubbliche relazioni, consulenza...).
Le imprenditrici radicali hanno un attaccamento moderato sia nei confronti dell'imprenditoria che nei confronti dei ruoli di genere: l'autoimpiego rappresenta per loro un modo per superare la condizione femminile di subordinazione, sia nell'ambito lavorativo che nell'ambito domestico. L'impresa è per loro un ambiente che ha sia una valenza economica che una valenza sociale; la motivazione principale per diventare piccole imprenditrici è il desiderio di indipendenza da un sistema lavorativo che favorisce gli uomini e da una mentalità patriarcale nell'ambito sociale e domestico. I settori scelti da questa tipologia di imprenditrici sono quelli dell'educazione, dell'editoria, del retail.
Infine le imprenditrici domestiche sono quelle che hanno un attaccamento debole all'idea imprenditoriale e un attaccamento molto forte ai ruoli di genere: per questa tipologia di lavoratrici autonome la famiglia viene prima di tutto. Solitamente diventano imprenditrici quando i figli raggiungono l'età scolare. Le loro imprese si differenziano dalle altre per il fatto di essere individuali, cioè gestite unicamente dalle proprietarie (o con l'ausilio dei mariti nei panni di consulenti finanziari) e senza l'impiego di lavoratori dipendenti. La motivazione principale per creare l'impresa è il desiderio di auto-realizzazione, l'autonomia e l'uso di abilità creative personali (i settori scelti infatti sono quelli delle arti, dell'artigianato, della cura del corpo o della gastronomia).

Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia - Foto 3

La ricerca di Goffee e Scase, sebbene poco recente, risulta ancora oggi utile ai fini dello studio del fenomeno del lavoro autonomo femminile. Secondo i due autori infatti, le lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia appartengono alla categoria delle imprenditrici domestiche, e come tali prevale in loro l'attaccamento ai ruoli di genere piuttosto che all'impresa. Esse sarebbero dunque motivate principalmente dal desiderio di auto-realizzazione, dopo una vita dedicata alla famiglia. Eppure non è sempre così, infatti a volte la scelta di lavorare a casa non dipende dall'attrazione verso l'imprenditoria o dal desiderio di autonomia, ma al contrario può dipendere da scelte di necessità, ad esempio la necessità di badare ai figli piccoli, o ai genitori anziani.
La conciliazione appunto è una delle ragioni per cui le donne si avvicinano a tipologie di business home-based. Una ricerca svolta da un gruppo di studiosi australiani ha evidenziato che flessibilità e autonomia organizzativa, due aspetti caratterizzanti del lavoro autonomo in generale e soprattutto del lavoro autonomo svolto da casa, sono i fattori più importanti che le lavoratrici valutano quando decidono di avviare un'attività. La ricerca si basava sull'assunto che per le donne la scelta tra il lavoro e la casa (nel senso più ampio di "famiglia") sia uni-direzionale, ovvero che mentre gli uomini possono scegliere di dedicarsi maggiormente alla sfera pubblica (il lavoro) e compensare in questo modo le mancanze che hanno nella sfera privata (la casa), le donne possono solo scegliere di dedicarsi anche alla sfera pubblica, ma non possono prescindere dal dedicarsi a quella privata. La costruzione sociale dei ruoli di genere vuole infatti che la donna si dedichi alla cura della casa e della famiglia mentre l'uomo si dedica al lavoro. Per le donne quindi il contrasto dei ruoli ha implicazioni importanti nell'organizzazione della vita e del lavoro, e il lavoro indipendente svolto nell'ambito domestico rappresenta per loro una buona soluzione conciliativa.
Un gruppo di ricercatori del centro Europa ha definito i proprietari di strutture ricettive home-based, riferendosi in particolare ai proprietari di bed & breakfast, come "lifestyle entrepreneur", volendo intendere con questa espressione un certo tipo di imprenditori orientati al raggiungimento e al mantenimento di un certo stile di vita, in opposizione ai "profit-oriented entrepreneur", che sono gli imprenditori orientati al profitto. Secondo i risultati della loro ricerca, i proprietari di bed & breakfast e simili sono motivati soprattutto da fattori sociali, piuttosto che da fattori economici. Il loro obbiettivo primario è quello di riuscire a combinare il piacere con la gestione di un'impresa: il divertimento, l'incontro con persone nuove, la conciliazione del lavoro con i propri hobby sono tra i fattori determinanti della loro scelta imprenditoriale.
A testimonianza di quanto sostenuto nel primo paragrafo, anche in relazione al settore dell'ospitalità in famiglia emergono molteplici fattori motivazionali della scelta imprenditoriale, ad esempio l'auto-realizzazione, la famiglia, le esigenze di conciliazione, lo stile di vita. Nell'analizzarle bisogna considerare anche che nell'ospitalità home-based esiste un ulteriore elemento capace di influenzare e modificare la scelta imprenditoriale, e cioè il setting lavorativo.