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Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia: motivazioni e percorsi delle proprietarie di bed & breakfast

di Silvia Lisanti
Università degli Studi di Milano-Bicocca
Facoltà di Sociologia
Corso di laurea in Scienze del turismo e comunità locale
Anno Accademico:
2012/2013
Relatore: Prof.ssa Ivana Fellini
Tesi di Laurea di: Silvia Lisanti
Matr. 740216

2.1 - Qualche dato sul lavoro indipendente femminile

Il lavoro indipendente è una forma di occupazione che in Italia è particolarmente diffusa.
La sua diffusione nei settori extra-agricoli ha ricominciato a crescere durante gli anni '70, a seguito della crisi del modello fordista di organizzazione della produzione e di quello taylorista dell'organizzazione del lavoro.
In quegli anni, in concomitanza con le azioni dei sindacati contro le condizioni di lavoro degli occupati nell'industria manifatturiera (esplosa già alla fine degli anni '60) veniva rivalutata la piccola impresa tradizionale. Il modello fordista, basato sull'economia di scala e sulla catena di montaggio, era nato in un contesto in cui il basso potere di acquisto dei consumatori rendeva necessario l'abbattimento dei costi di produzione ai fini di una maggiore competitività nei prezzi. Ma il successo di questo modello aveva decretato la sua stessa fine: il potere d'acquisto dei consumatori era aumentato e così le loro esigenze, il loro gusto per prodotti di qualità e di nicchia. Per produrre beni differenziati e personalizzati era necessario ridurre i volumi di produzione e di conseguenza stravolgere gli assetti organizzativi del lavoro. Il nuovo assetto si basava sulla flessibilità a più livelli: tecnologico (macchine programmabili e polivalenti), umano (flessibilità degli orari di lavoro, mobilità interna dei lavoratori), numerico (alleggerimento dei vincoli normativi o contrattuali sui licenziamenti e sulle assunzioni) e funzionale (spostamento dei lavoratori da un posto all'altro all'interno dell'azienda o cambiamento della prestazione lavorativa). Oltre al mutamento del sistema economico-produttivo, lo sviluppo del settore terziario e la terziarizzazione dell'industria incoraggiavano l'imprenditorialità e la nascita di nuove piccole e piccolissime imprese. L'occupazione indipendente extra-agricola ha quindi subito un enorme calo dalla fine degli anni '50 alla fine degli anni '70, passando dal 30% al 22%; è risalita fino al 28% a fine anni '80 e poi ha ricominciato a calare dall'inizio degli anni '90, raggiungendo il 26%. Oggi il tasso di occupazione indipendente nel nostro paese è il più alto a livello europeo: nel 2011 la quota di lavoratori indipendenti in Italia era del 30%, quasi il triplo rispetto alla media europea.
Per un inquadramento corretto della ricerca è opportuno definire chi siano i lavoratori autonomi. È considerato lavoratore autonomo chi lavora per conto proprio e può organizzare la propria attività senza alcun vincolo, cioè in completa autonomia; il lavoratore autonomo non percepisce un salario a remunerazione della sua prestazione, ma registra un profitto, che è dato dalla differenza tra i costi della produzione e i ricavi derivanti dalla vendita dei prodotti. A differenza del lavoratore subordinato, che ha un'obbligazione di mezzi nei confronti del suo datore di lavoro, il lavoratore autonomo ha nei confronti del committente un'obbligazione di risultato, vale a dire che non mette direttamente la propria forza lavoro a disposizione del committente, ma si impegna nei confronti di quest'ultimo ad assicurare un risultato (un'opera o un servizio), utilizzando i propri mezzi e riservandosi la possibilità di decidere tempo, luogo e modalità della prestazione. La realtà del lavoro indipendente è estremamente eterogenea e comprende diverse figure professionali. Le figure più tradizionali sono quelle dell'imprenditore, del libero professionista, del lavoratore in proprio e del coadiuvante famigliare, ma esistono anche i soci di cooperativa e i collaboratori.
L'imprenditore è chi gestisce un'attività economica organizzata, in maniera stabile e continuativa, e investe del capitale, umano e fisico, per lo svolgimento della stessa. All'interno della categoria degli imprenditori si distinguono i piccoli imprenditori, diversi dagli imprenditori "grandi" perché nello svolgimento dell'attività il loro lavoro e quello dei loro famigliari prevale sia sul lavoro altrui, sia sul capitale fisico investiti nell'impresa.
Un'altra categoria di lavoratori autonomi è quella dei liberi professionisti, persone che hanno acquisito conoscenze specifiche mediante percorsi di formazione superiore, e che mettono tali conoscenze a disposizione di altri senza essere subordinati nell'esercizio della loro attività professionale a nessun datore di lavoro. Rientrano in questa categoria ad esempio i medici, gli avvocati, i giornalisti e via dicendo. Essi si differenziano dalle altre categorie di lavoratori autonomi per la connotazione intellettuale della loro prestazione, per svolgere la quale è necessaria l'iscrizione a specifici elenchi o albi.
La categoria dei lavoratori in proprio comprende coloro che svolgono attività più che altro manuali o di servizio (differenziandosi per questo dai liberi professionisti) e che impiegano sé stessi per lo svolgimento delle stesse (a differenza degli imprenditori, che investono in un'organizzazione aziendale); questa categoria comprende per esempio i commercianti e gli artigiani.
I coadiuvanti familiari sono i componenti del nucleo famigliare del titolare dell'impresa che lo aiutano nello svolgimento dell'attività economica, e precisamente il coniuge, i figli, i fratelli, i nipoti, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado di parentela.
Il socio di una cooperativa è colui che si associa con altre persone per dar vita ad un'impresa, chiamata cooperativa, nella quale i soci cooperano nello svolgimento di una determinata attività. La gestione dell'impresa in questo caso è affidata non ad un singolo individuo ma a più individui (minimo nove per le cooperative normale, oppure minimo tre e massimo otto per le piccole società cooperative) ognuno dei quali ha lo stesso potere decisionale degli altri.
Infine i collaboratori sono lavoratori autonomi parasubordinati, ovvero non soggetti al vincolo di subordinazione ma nemmeno completamente autonomi nello svolgimento della loro prestazione lavorativa. Essi sono coordinati dal loro committente e spesso sono inseriti nel contesto lavorativo dello stesso. Rientra nelle forme di collaborazione parasubordinate il contratto di collaborazione a progetto, che prevede l'indicazione di un piano di lavoro da parte del committente, da gestire poi in autonomia da parte del collaboratore.
Oggi in Italia ci sono 22.898.728 lavoratori, di cui 5.685.134 indipendenti. Come mostra la Figura 1, si tratta più che altro di lavoratori in proprio (59%) e liberi professionisti (22%); i collaboratori e i coadiuvanti familiari rappresentano rispettivamente l'8% e il 6% dell'occupazione indipendente totale. Le categorie degli imprenditori e dei soci di cooperativa sono nel complesso le meno rappresentate (rispettivamente 4% e 1%).

Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia - Foto 4

Nel mercato del lavoro indipendente le donne (complessivamente 1.764.969) sono sotto-rappresentate e costituiscono il 30% dell'occupazione indipendente totale, mentre il 70% è costituito da uomini (Tabella 4).

Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia - Foto 5

Il processo di terziarizzazione che ha caratterizzato la trasformazione degli assetti economici e produttivi dell'Italia degli anni '70, è stato il principale motore della crescita dell'occupazione femminile. Se si considerano gli anni a partire dall'ultimo trentennio del 1900, si nota che l'occupazione femminile è diminuita sia nel settore agricolo (-71%) sia nel settore industriale (-30%), mentre è più che raddoppiata nel settore dei servizi (+129%), il cui forte sviluppo ha portato ad una crescita dell'occupazione femminile complessiva pari al 54% (elaborazione su dati Istat, Indagine sulle forze di lavoro). Dopo il boom degli anni '70, l'occupazione femminile ha continuato a crescere anche negli anni più recenti, seppur a ritmi più lenti; dal 1995 ad oggi, si registra una variazione percentuale positiva dell'occupazione femminile del 20%, così come positiva è la variazione del suo peso percentuale sul totale dell'occupazione, +3% (Tabella 5).

Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia - Foto 6

La Tabella 6 mostra come la crescita dell'occupazione femminile degli ultimi 17 anni sia stata fortemente connessa al settore terziario: il numero delle donne occupate nel settore agricolo e industriale è diminuito rispettivamente del 41% e del 17%, mentre nel settore dei servizi è aumentato del 43%. Inoltre il tasso di femminilizzazione del terziario è passato dal 27% nel 1995 al 35% nel 2012.
Le rilevazioni sulle forze di lavoro condotte periodicamente da Istat, evidenziano tuttavia che la crescita dell'occupazione femminile nel terziario ha riguardato più che altro il lavoro subordinato: nel 1995 le lavoratrici dipendenti erano circa 4 milioni, e sono diventate più di 6 milioni nel 2012 (+57%); il loro peso percentuale è passato dal 55% al 68%, al contrario del peso relativo delle lavoratrici indipendenti del settore dei servizi, che è diminuito di 3 punti percentuali dal '95 al 2012, nonostante una sottile crescita delle lavoratrici autonome in termini assoluti (Tabella 6).

Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia - Foto 7

La percentuale di lavoratori autonomi è maggiore tra gli uomini in quasi tutti i paesi europei, anche se in Italia questo divario è più ridotto, grazie alle figure professionali delle collaboratrici e della coadiuvanti famigliari. Anche se in valore assoluto sono più diffuse le figure delle lavoratrici in proprio e delle libere professioniste (Figura 2), i profili che hanno un peso relativo maggiore sull'occupazione indipendente totale sono quelli delle coadiuvanti (57%) e delle collaboratrici (54%) (Tabella 7).

Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia - Foto 8

Ad ogni modo non bisogna trascurare gli importanti cambiamenti nella composizione dell'occupazione indipendente femminile che si sono verificati negli ultimi anni. Nell'arco di tempo compreso tra l'anno 2004 e l'anno 2012, le coadiuvanti e le collaboratrici sono diminuite considerevolmente, passando rispettivamente dal 16,6% al 10,8% e dal 14,8% al 13,4%; contemporaneamente però sono aumentate le libere professioniste, dal 15% al 23% (Figura 3).
Queste variazioni denotano una trasformazione significativa nell'occupazione indipendente femminile, che rimanendo stabile in termini di peso percentuale sul totale dell'occupazione indipendente (circa il 30%) è cresciuta dal punto di vista qualitativo, abbandonano la sua componente meno autonoma e meno qualificata.

Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia - Foto 9

Il settore dove le lavoratrici autonome sono più diffuse è quello dei servizi (85%) (Figura 4).

Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia - Foto 10

Con circa 159.000 occupate, il comparto dei servizi di Alloggio e ristorazione è uno dei settori con la maggiore concentrazione di lavoratrici indipendenti (9%), dopo i settori Istruzione e sanità (11%), Altri settori collettivi e personali (13%), Servizi alle imprese (22%) e Commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione autoveicoli (25%) (Figura 5).

Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia - Foto 11

Inoltre, con riguardo all'occupazione indipendente, il settore dei servizi di Alloggio e ristorazione è uno tra i settori con i tassi di femminilizzazione più alti: il peso dei lavoratori indipendenti femmine sul totale dell'occupazione indipendente è del 41% in questo settore, mentre è pari al 42% nel settore della pubblica amministrazione, e raggiunge valori più alti nei settori dell'istruzione e sanità (53%) e degli altri servizi collettivi e personali (52%) (Figura 6).

Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia - Foto 12

Rispetto alla ripartizione geografica, le lavoratrici autonome sono più concentrare nell'Italia nord-occidentale (29%) e nell'Italia nord-orientale (22%) e centrale (22%) (Tabella 8).

Lavoratrici autonome dell'ospitalità in famiglia - Foto 13