La tutela del turismo nella giurisprudenza costituzionale
Dipartimento di Giurisprudenza
Corso di Laurea in Giurisprudenza
Tesi di Laurea in Diritto Costituzionale
Relatore: Chiar.mo Prof. Alfonso Celotto
Anno Accademico 2015 - 2016
1.7 - Interferenze fra materie trasversali e materie regionali
Data la loro specificità, le materie trasversali interferiscono frequentemente con materie di competenza della legge regionale. Tali interferenze costituiscono una specie del più ampio genere delle sovrapposizioni (o intrecci) fra materie; direi che la differenza consiste in ciò: l’intreccio non riguarda materie il cui campo di competenza in parte coincide, ma materie di cui una, quella trasversale appunto, per sua natura si spinge nel campo dell’altra. Posto che la Costituzione «non prevede espressamente un criterio di composizione delle interferenze», la Corte adotta varie strategie argomentative.
La prima strategia per affrontare le interferenze contempla il ricorso al principio di leale collaborazione e al criterio di prevalenza. Si ricorre al principio di leale collaborazione solo in un secondo momento, qualora non vi sia «sicura prevalenza di un complesso normativo rispetto ad altri» (C. Cost. n. 201/2007; C. Cost n. 165/2007 che giunge alla leale collaborazione passando per la «chiamata in sussidiarietà»), tant’è vero che l’intesa non è necessaria quando la disciplina sia caratterizzata dalla «prevalente inerenza» a una materia trasversale.
L’applicazione del principio di leale collaborazione nei casi di interferenza fra materie trasversali e materie regionali può giocare in varie direzioni: può permettere di salvare norme statali rispettose del principio (C. Cost. n. 50/2005, in materia di apprendistato)43 , così come di salvare norme regionali a loro volta rispettose del principio; ma puo` anche condurre a censurare le norme statali che non lo rispettino. In questo caso il ricorso alla leale collaborazione consente di «risarcire» l’interesse regionale soccombente (C. Cost. n. 231/2005,che annulla la disposizione statale «in quanto non prevede alcuno strumento volto a garantire la leale collaborazione»).
L’applicazione del criterio di prevalenza porta invece a rigettare la questione di legittimità della norma statale perchè trova «il suo prevalente titolo di legittimazione» nella competenza statale trasversale (C. Cost. n. 162/2007).
Non mancano inoltre casi in cui il criterio di prevalenza gioca a favore delle Regioni, portando all’annullamento della norma statale quando, rispetto al collegamento con una materia trasversale, risulti prevalente il collegamento con una diversa competenza.
In base alla seconda strategia, «l’interferenza con competenze regionali si atteggia, in modo peculiare, non realizzandosi normalmente un intreccio in senso stretto con ambiti materiali di pertinenza regionale, bensì la prevalenza della disciplina statale su ogni altra fonte normativa».
Questa strategia si distingue dalle altre perchè sembra prefigurare una presunzione di prevalenza della materia statale; tuttavia non è chiara la portata effettiva di tale presunzione, sicchè spetterà alla giurisprudenza successiva, sempre che l’orientamento si consolidi, precisare questo aspetto.
La terza strategia prende spunto dalla circostanza che la materia trasversale «investe e si intreccia inestricabilmente con altri interessi e competenze», per affermare che ciò non impedisce «interventi specifici del legislatore regionale» (C. Cost. n. 407/2002; n. 312/2003; n. 259/2004; 214/ 2005 tutte relative alla tutela dell’ambiente). In questa impostazione l’interferenza si risolve riconoscendo un certo spazio alla legge regionale. Il riconoscimento di spazi alla legge regionale può passare per una vera e propria perimetrazione con la quale la Corte determina a priori l’estensione dei campi della materia trasversale e di quella regionale.
È quello che accade nel caso dell’apprendistato, per il quale la Corte distingue fra formazione interna o aziendale, rientrante nell’ambito della materia trasversale ordinamento civile, e formazione esterna, ricompresa nella materia residuale formazione professionale: ne segue che quando la disposizione regionale cade nel primo ambito è incostituzionale, mentre non lo è se rientra nel secondo ambito.
In conclusione, l’atteggiamento della giurisprudenza costituzionale sulle materie trasversali e` duplice, da un lato, ritaglia uno spazio normativo per le Regioni, dall’altro collega le materie trasversali alle esigenze unitarie, le riconduce al principio unitario. Senza ombra di dubbio il tratto caratterizzante è il secondo, visto che spiega e giustifica la specificità delle norme trasversali di poter attraversare qualsiasi campo normativo, compresi quelli di competenza della legge regionale.