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Il fenomeno Bed&Breakfast nella regione Puglia

di Marco Barletta
Università degli Studi del Molise
Sede di Termoli
Dipartimento di Bioscienze e Territorio Corso di Laurea in Scienze Turistiche
Relatore: Chiar.mo Prof. Antonio Minguzzi
Anno Accademico 2014/2015

4.2 - Cultura dell’accoglienza e capacità di fare sistema

Come si è cominciato a fare cenno nel paragrafo precedente, la rivitalizzazione dei centri storici che ha visto in essi il sorgere di tante strutture Bed & Breakfast, ha contribuito a far nascere e contemporaneamente ha potuto giovare di numerose altre attività legate all’enogastronomia, all’artigianato locale ed ai servizi in qualche modo connessi al complesso settore turistico.
L’arrivo di numerosi turisti, ma anche di semplici visitatori che negli ultimi anni sempre più spesso pullulano nei centri storici pugliesi, infatti, ha dato un impulso sostanziale affinché potessero germogliare attività legate all’ambito delle tipicità, dai prodotti enogastronomici locali all’artigianato tipico con un forte legame col territorio.

La Puglia, difatti, vanta una gloriosa e secolaretradizionenel settore dell’artigianato, quest’ultimo oggi come in passato, rappresenta una risorsa fondamentale sia sotto l’aspetto economico e produttivo, sia per l’interesse turistico che ne deriva.
Dallacartapesta alvimine, dalgiunco al ferro battuto: ancor oggi nei paesi, molte sono le botteghe artigiane presenti, così come fiorente è anche l’arte deltessuto, delmerletto e delricamo che mostra ancora una certa vitalità in Puglia.
Quest’ultima infatti, vanta una prestigiosa tradizione nella lavorazione dei pizzi e dei merletti oltre che dei ricami, che seppur destinati al mercato, sempre più spesso sono adoperati per impreziosire i Bed & Breakfast, per ogni tipo di decorazione su tovaglie o coperte proprio a connotarne il territorio d’origine; quest’aspetto è ovviamente molto apprezzato dai turisti che sovente acquistano questi manufatti per portarli nella Terra d’origine.

Stesso discorso per l’arte dell’intreccio, sicuramente una delle forme di artigianato più antiche al mondo, che deriva dalla necessità per l’uomo di avere contenitori per l’uso quotidiano; da questa esigenza nasce quindi l’arte di intrecciare foglie ed arbusti per creare cesti e contenitori di qualsiasi tipo, pensiamo per esempio alle forme nelle quali vengono preparati e conservati ricotta, latticini e formaggi in genere, sempre molto graditi dai turisti.

I cesti vengono ricavati prevalentemente sfruttando rami di ulivo, pianta che contraddistingue fortemente la terra pugliese ed in grado di offrire il prezioso olio, anch’esso fortemente caratterizzante l’arte culinaria pugliese.
Anche per quanto riguarda la lavorazione del ferro ancora oggi, gli strumenti principali di questa arte sono le attrezzature tradizionali, attraverso le quali vengono ricavati raffinati candelieri, lampade, balaustre e letti destinati anch’essi molto spesso utilizzati come oggetti d’arredo nelle strutture adibite all’ospitalità in Bed & Breakfast.
Sebbene finora si sia parlato di forme artigianali tradizionali ed estremamente apprezzate, la produzione artigianale per la quale la Puglia è forse più famosa, è quella deivasi lavorati in terracotta e ceramica, dove il mio paese d’origine, Grottaglie in provincia di Taranto, rappresenta senz’altro la capitale della ceramica, meritandosi l’appellativo appunto di “Città delle Ceramiche”.
L’arte ceramica ha davvero radici molto antiche e per secoli potremmo dire, è stata adoperata per la creazione di manufatti in terracotta utilizzati come recipienti, dalle forme e dimensioni più disparate, fino ad arrivare ai nostri giorni, epoca in cui la ceramica può assumere davvero forme, stili e design ricercati anche molto moderni e lontani dalla tradizione.
In questi ultimi anni, tra l’altro, l’oggetto ceramico per eccellenza, il cosiddetto “pumo”, divenuto emblema della Regione Puglia, la quale non perde occasione di promuovere il territorio portando in giro per il mondo quest’oggetto caratteristico ed apotropaico, che lo voleva a simboleggiare il bocciolo di un fiore per cui viene spesso offerto ai novelli sposi per augurare loro prosperità ed una vita ricca e felice.
Oggi, infatti, il “pumo” vive una sorta di nuova giovinezza, tanto da essere scelto dalla figlia di un magnate asiatico come cadeau per i partecipanti al suo matrimonio, ospitato tra l’altro da una delle più lussuose masserie pugliesi.

Il “pumo” è al contempo usato per adornare i balconi delle abitazioni, ma anche nelle dimore destinate all’ospitalità in Bed & Breakfast e non può di certo mancare nelle strutture ricettive di pregio pugliesi.

Dopo aver esaminato anche un po’ più in generale lo scenario pugliese, non esclusivamente legato al settore dell’ospitalità, ci rendiamo conto, quindi, di come l’apertura di diverse centinaia di Bed & Breakfast in Puglia, sia stata una sorta di volano per lo sviluppo del territorio e contestualmente abbia concorso a rafforzare l’identità territoriale, a creare un prodotto turistico di qualità in grado di soddisfare appieno i turisti.

L’apertura delle strutture dedite all’ospitalità, ma anche di molte botteghe artigiane e di attività legate ai servizi turistici piuttosto che alla vendita di souvenir, è stata fortemente incentivata nell’ultimo decennio, sì da una presa di coscienza dell’importanza di creare un’offerta territoriale integrata in grado di intercettare e soddisfare i flussi turistici, ma anche da una pioggia di finanziamenti di cui la Regione Puglia, come altre Regioni soprattutto del sud Italia ha potuto giovare.
Numerosissime “misure” di finanziamento dei fondi europei, ossia finanziamenti riservati al sostegno, alla creazione ed allo sviluppo di microimpresa sono state poste in essere dalla Regione Puglia e veicolate sul territorio da diversi Enti, alcuni ancora esistenti, altri che si sono succeduti nel corso degli anni.
Infatti, sono state finanziate migliaia di attività ricettive, pararicettive e legate al comparto dei servizi, poichè il settore turistico è stato ritenuto, a giusta ragione, in forte ascesa, ma al tempo stesso si è ritenuto che necessitasse di aiuti esterni da un punto di vista economico, per creare nuove possibilità di impiego e quindi nuove opportunità economiche per la regione.
Allo stesso modo, vi era anche la necessità di sensibilizzare la gente a queste nuove forme di “auto impiego”, a queste nuove tendenze, all’opportunità di poter sfruttare i finanziamenti con attività utili al territorio e con una fiorente prospettiva personale.

A questo proposito, ritengo sia doveroso citare in modo particolare il ruolo svolto sul territorio dai G.A.L. (Gruppi di Azione Locale), che sono solitamente delle società consortili composte da soggetti pubblici e privati, con l’obiettivo principale di valorizzare in modo integrato ed organico le risorse presenti sul territorio al fine di innescare processi di sviluppo locale.

Tale impegno avviene attraverso il sostegno alla piccola e media imprenditoria locale, alla realizzazione di filiere agricole e rurali sempre più competitive, alla valorizzazione del territorio, all’accrescimento dell’offerta turistica, con la promozione delle risorse e dei prodotti tipici dei comuni facenti parte del G.A.L. stesso.
Generalmente, l’attività dei G.A.L. viene ancora oggi svolta, attraverso la creazione del cosiddetto Piano di Sviluppo Locale, che consiste in un progetto che mira a riqualificare e sviluppare un territorio, partendo dalle sue caratteristiche e potenzialità.
Il Piano è finalizzato a riorganizzare il sistema dell’offerta territoriale, favorendo lo sviluppo di partnership locali tra comunità, soggetti e progetti, al fine di attivare processi di animazione, formazione e sviluppo imprenditoriale che valorizzino le risorse locali.
I Gruppi di Azione Locale quindi, elaborano il Piano di Sviluppo Locale (P.S.L.) e gestiscono i contributi finanziari erogati dall’Unione Europea; per realizzare il P.S.L., i G.A.L. dispongono di fondi nell’ambito del programma d’iniziativa comunitaria L.E.A.D.E.R., acronimo francese Liaison entre actions de développement de l'économie rurale (collegamento tra azioni volte allo sviluppo delle economie rurali), che sostiene progetti di sviluppo rurale ideati a livello locale al fine di rivitalizzare il territorio e di creare occupazione, in altre parole, è finalizzato a promuovere lo sviluppo integrato, endogeno e sostenibile delle aree rurali.
La “mission” del G.A.L. rimane, difatti, quella di innestare sul territorio nuovi progetti, di dare l’opportunità alle fasce deboli di emergere con nuove idee, vale a dire la principale ambizione è quella di concepire uno sviluppo che apporti benefici concreti, che non durino il tempo di un finanziamento, ma diventino solide realtà, punti fermi dell’economia locale.

Il G.A.L., più di ogni altra organizzazione punta alla valorizzazione dell’offerta turistica sull’intero territorio come reale volano dell’economia locale nell’ottica di uno sviluppo che rivaluti il “genius loci”; il suo sostegno va come detto al settore delle produzioni tipiche dell’artigianato, dell’agroalimentare, alla creazione di nuove imprese di servizi al territorio ed alle peculiarità che lo contraddistinguono.

Ho voluto citare in modo particolare l’azione del G.A.L., poiché ritengo che meglio di nessun altro ente abbia incarnato lo spirito di uno sviluppo territoriale in ottica integrata, anche perché in Puglia, precisamente nel Capo di Leuca, opera il G.A.L. “Capo Santa Maria di Leuca”, sicuramente uno dei più longevi e virtuosi d’Italia, che ha fortemente contribuito, sin dai primi anni novanta, a sviluppare l’entroterra salentino, poco conosciuto fino a quel tempo, con l’avvio di decine di attività, con nuove possibilità di impiego e con grande soddisfazione di turisti e visitatori.
In questo scenario, ovviamente è stato e lo è tuttora altresì importante il ruolo delle Amministrazioni Comunali, le quali hanno diverse possibilità di favorire ed incentivare sia la rivitalizzazione dei centri storici, sia facilitare l’arrivo dei visitatori.
Portiamo alcuni esempi: iniziative che possano contribuire all’abbellimento dei borghi, delle strade; incentivi che talvolta vengono erogati ai privati che decidano di restaurare le facciate delle loro abitazioni; ideazione di contenitori culturali; patrocini ad eventi ed iniziative culturali; piani di regolamentazione dell’arredo urbano e degli spazi; veicolazione del traffico ed alle aree parcheggio riservate ai turisti.
Altra attività, sicuramente non meno importante è quella di sensibilizzazione della cittadinanza a queste tematiche, un’attività costante che informi i cittadini di queste nuove possibilità di sviluppo territoriale e di conseguenza di concrete occasioni di lavoro; che contribuisca ad un accrescimento generale ed una più attenta presa di coscienza di queste circostanze favorevoli che possano contribuire ad innalzare il tenore di vita dei cittadini stessi.
A tal proposito, importanti anche gli incontri formativi, le tavole rotonde, i convegni, favoriti dalle Amministrazioni Comunali, mediante i quali esperti in materia di marketing territoriale hanno potuto istruire i cittadini in tal senso.

In tale direzione, di vitale valore è sicuramente il ruolo dell’Associazionismo locale, è infatti di straordinaria importanza che siano gli stessi cittadini residenti a rendersi attori partecipi in prima persona di un processo di crescita, di sensibilizzazione, di formazione, di accrescimento della consapevolezza del fatto che un territorio attrattivo, ordinato, ricco di interessanti iniziative, risulterà sì appetibile agli occhi del visitatore, ma allo stesso tempo, sarà più stimolante “da vivere” per il cittadino stesso.

Il cittadino residente, infatti, si sentirà protagonista del processo di crescita e potrà vedere incrementate le esperienze culturali e magari anche le entrate economiche, in virtù del fatto che flussi consistenti di visitatori innescano un circolo virtuoso in grado di coinvolgere non solo gli operatori turistici ma anche attività apparentemente estranee al fenomeno.
A conferma di quanto appena detto, ho il piacere di citare la mia esperienza personale in qualità di Presidente di un’Associazione di Promozione Sociale, che ha operato per un quinquennio dal 2006 al 2011, nella parte orientale della provincia di Taranto.
In quest’area infatti, al momento della nascita dell’Associazione, vi era una scarsissima capacità ricettiva, il fenomeno Bed & Breakfast era pressoché sconosciuto, i flussi turistici presenti solo in periodi di alta stagione e spesso caratterizzati da fenomeni legati al cosiddetto turismo sommerso o in qualche modo legati al fenomeno delle seconde case o dell’ospitalità presso case di amici.
Dopo un’attenta analisi del contesto territoriale con relativa analisi swot, furono ben evidenti tali lacune che non permettevano al territorio di far emerge le peculiarità paesaggistiche e naturalistiche di cui esso è dotato.
Per cui la presa di coscienza di questa situazione quasi desolante e fortemente stridente con la forte attrattività del territorio e della sua estrema varietà di risorse, spesso incontaminate e sconosciute, spinse me ed altre tre persone alla creazione di questa Associazione, con tre chiari obiettivi:

  • contribuire con un’attività di informazione all’aumento della capacità ricettiva del territorio, puntando sulla piccola ricettività per i motivi di cui si è ampiamente fatto cenno durante la stesura di questo lavoro;
  • collaborare all’accrescimento della cultura dell’ospitalità con incontri di sensibilizzazione, attività formative, convegni, sulle “nuove” tematiche legate allo sviluppo del territorio in ottica di fruibilità turistica;
  • facilitare la cooperazione tra i vari operatori presenti sul territorio, per evitare inutili e dannosi egoismi, in grado di compromettere fortemente l’offerta integrata di un territorio.

L’idea centrale, era quella di favorire la nascita di nuove strutture dedite all’ospitalità familiare e di veicolare nelle stesse le bellezze del territorio, facilitando il turista-ospite nella fruizione delle risorse in base alle sue esigenze.
Tale esperienza è stata estremamente complicata, poichè la gente e gli stessi operatori non erano abituati a gestire queste tematiche, ma al tempo stesso molto stimolante e di fatto i risultati sono stati comunque incoraggianti, con la creazione di circa 60 posti letto sul territorio e nuove opportunità di impiego per giovani laureati.
Inoltre, attraverso il patrocinio di diverse Amministrazioni Comunali della provincia di Taranto e la partnership di enti di formazione accreditati, l’Associazione ha avuto la possibilità di svolgere numerose attività formative e di sensibilizzazione di cui centinaia di cittadini hanno potuto giovare.

Oggi la curiosità dei residenti verso il territorio ed il comparto turistico è sicuramente cresciuta, così come la consapevolezza di poter creare nuovi scenari ancor più allettanti per il futuro, ora più che mai che la Puglia è diventata meta turistica di tendenza.
Ora sul territorio, l’ospitalità è migliorata in termini quantitativi e qualitativi ed attorno ad essa si è creata una vera e propria “rete” grazie alla sinergia degli operatori che hanno intuito l’importanza di gestire in maniera ottimale un’offerta turistico-territoriale.

Molti territori son stati capaci, quindi, di fare il salto di qualità, ossia riuscire a sviluppare piani territoriali che consentissero di dare vita a vere e proprie comunità ospitanti, grazie anche ad un modello di ospitalità tutto italiano, che sta riscuotendo notevole successo anche all’estero e che potremmo dire rappresenti una sorta di evoluzione positiva del fenomeno Bed & Breakfast, parliamo del cosiddetto Albergo Diffuso.