Dove vuoi andare?
2 ospiti · 1 camera
Dove vuoi andare?
Ospiti e camere
...
IT | Cambia lingua Preferiti Vicino a me Inserisci la tua struttura
Regioni Località turistiche Punti d'interesse Offerte Last Minute
B&B Day
primo weekend di marzo
Settimana del Baratto
terza settimana di novembre
BarattoBB
baratto tutto l'anno in B&B
BB25
25 Euro tutto l'anno
B&B Card
richiedila gratis
Come aprire un B&B Mondo B&B Blog Magazine Turismo Speciali Eventi Fiere Punti d'interesse Suggerisci un punto d'interesse Tesi universitarie sul B&B
(Guadagna 100 Euro)
Scopri i B&B migliori B&B Europa
FAQ e contatti Note legali, Cookie Policy, Privacy Area Riservata Gestori
Italiano English Français Deutsch Español
  • Home
  • Blog Magazine Turismo
  • E' la fine del B&B in Sardegna? Un proposta di legge mette in pericolo centinaia di piccole strutture di microricettività

E' la fine del B&B in Sardegna? Un proposta di legge mette in pericolo centinaia di piccole strutture di microricettività

Verrà discussa a marzo una proposta di legge che, se passerà, darà un colpo durissimo a tutto il settore della ricettività extra-alberghiera sarda. Un giro di vite durissimo che falcerà uno dei pochi settori che, in una regione priva di sbocchi occupazionali, stava dando la speranza di un futuro non ricco, ma dignitoso a tanti giovani sardi.

In sintesi ecco i passaggi che moltissimi gestori preoccupati ci hanno segnalato:

1) tutti i bed and breakfast, anche quelli con una sola camera, nella proposta sono considerati attività d'impresa con obbligo di apertura IVA e soprattutto con conseguente imposizione del minimale INPS (3000 euro annui anche se non si incassa un euro);

2) il numero di stanze massimo concesso agli affittacamere viene portato da 6 (12 posti letto) a 3 camere (6 posti letto)

3) chiunque affitti un proprio immobile privato con la formula del Short Lets per periodi superiori a due mesi nell'anno solare è considerato imprenditore con tutte le conseguenze di cui al numero 1.

Di seguito pubblichiamo alcune osservazioni del Dott. Ugo Masala, presidente dell'Associazione Sarda Operatori Piccole Strutture Ricettive di Qualità.

OSSERVAZIONI SULLA RECENTE PROPOSTA DI LEGGE N. 102 “DISCIPLINA DELLE ATTIVITA’ TURISTICO-RICETTIVE E DELL’OSPITALITA’ IN SARDEGNA.

Riteniamo doveroso intervenire sulla recente proposta di legge di riforma della disciplina regionale nel settore turismo, a firma degli onorevoli CUCCUREDDU – FLORIS – MULAS: ciò sulla base sia della nostra pluridecennale attività nel settore extra–alberghiero, quale Associazione di categoria a carattere regionale, sia in seguito alle innumerevoli pressioni ricevute in tal senso dagli operatori dell’extra alberghiero da tutto il territorio regionale.

Se sono sicuramente condivisibili i principi ispiratori della proposta, in particolare per ciò che concerne la vetustà della attuale normativa regionale e la necessità di adeguare il sistema turistico sardo ai continui mutamenti che il mercato globale necessariamente impone, occorre evidenziare le seguenti criticità.

1) La completa demolizione del settore extra alberghiero.

Con l’equiparazione del bed and breakfast all’affittacamere, la drastica riduzione dell’ambito operativo di quest’ultima figura, la scomparsa di altre importantissime figure quali la locanda – che in sede nazionale ed internazionale stanno invece avendo una valorizzazione e uno sviluppo senza precedenti – si è chiaramente dato corso ad un progetto di demolizione del settore extra alberghiero e del bed and breakfast in particolare, che già aveva avuto inizio con la precedente legislatura.

Risulta evidente come questa iniziativa sia dettata non da una seria e imparziale analisi del fenomeno e delle analoghe normative nazionali, ma risponda alle sempre più evidenti e incessanti, ma altrettanto infondate, pressioni del mondo ricettivo tradizionale – albergatori ed affini.

2) Nessuna concorrenza agli Hotel.

Le strutture ricettive extra alberghiere in Sardegna sono ormai più di 1000, numericamente il gruppo di attività ricettive più consistente nel territorio regionale: la loro diffusione ed affermazione è dovuta ad una precisa richiesta del mercato, il turista sceglie di soggiornare in B&B certamente non per una questione di prezzo ma soprattutto perché trova tutta una serie di valori umani - accoglienza, disponibilità continua, calore umano, immersione nella quotidianità, nella cultura e nelle tradizioni - che una struttura ricettiva tradizionale non è in grado, solitamente, di fornire.

Questa tipologia di turista consapevole, con una capacità di spesa medio alta e un livello culturale evoluto, decide volutamente di non soggiornare nelle strutture ricettive tradizionali. Di conseguenza, non verrebbe in Sardegna se non trovasse la disponibilità dell’offerta extra alberghiera: dove sta la tanto sbandierata concorrenza sleale nei confronti degli albergatori?

3) Il B&B non può essere equiparato ad un'attività imprenditoriale.

L’equiparazione del bed and breakfast ad un’attività esercitata in forma imprenditoriale equivale a dichiararne la scomparsa anche sulla base di una elementare analisi economica: i costi iniziali – investimenti, spese di costituzione, commercialista, diritti camerali, regime INPS, tasse regionale e nazionali, solo per citarne alcune - che già sono difficilmente sostenibili per un’attività ricettiva commerciale di piccole dimensioni come può essere un’affittacamere – 12 posti letto con possibilità di fornire pasti e bevande ai clienti interni – risulterebbero assolutamente insostenibili per una piccola attività a carattere familiare, che nelle migliori delle ipotesi riesce ad incassare, nelle realtà turistiche più affermate, 6500 euro annui – dati ufficiali forniti dal Touring Club, nel "Dossier sul bed and breakfast in Italia.

4) Fenomeni distortivi minimi se paragonati a quelli degli Hotel.

Sicuramente ci sono stati dei fenomeni di distorsione, soprattutto in realtà turistiche in costante sviluppo – vedi ad esempio centro storico di Cagliari, dove le carenze normative e la poca serietà e disonestà di alcuni operatori hanno dato vita a degli abusi palesi – bed and breakfast trasformati in piccoli alberghi con un numero ben maggiore di stanze rispetto alle tre consentite, fenomeno peraltro ben noto anche su scala nazionale, ma risulta assolutamente illogico oltre che illegittimo colpire un’intera categoria per i comportamenti scorretti di una esigua minoranza, peraltro facilmente individuabile.

Volutamente vogliamo tralasciare i numerosi e ben conosciuti abusi del settore alberghiero tradizionale, ben più gravi ed estesi rispetto a quelli dei B&B.

Non è questa la sede né sarebbe sufficiente lo spazio dedicatoci.

5) Il B&B come fonte di guadagno, seppur minimo, per centinaia di famiglie.

La stragrande maggioranza degli operatori è costituita da persone che hanno intrapreso quest’attività per necessità, per mancanza di valide alternative lavorative, in territori fortemente svantaggiati dal punto di vista occupazionale e fuori dai principali circuiti turistici.

Chi si prenderà la responsabilità politica di togliere anche quella piccola ma importantissima integrazione di reddito che l’attività di bed and breakfast è in grado di assicurare, fondamentale per moltissimi nuclei familiari che in questo gravissimo momento di crisi magari vivono con un solo sussidio di disoccupazione o una pensione sociale?

Conclusioni

Pertanto, a tacer delle altre evidenti lacune e dimenticanze (dove sono finiti i principi ispiratori della Legge Quadro Nazionale – L.135/2001, principi guida a cui le normative regionali devono adeguare la propria legislazione turistica, dove sono finiti, ad esempio, i "Sistemi Turistici Locali") si vuole concludere l’analisi di questa proposta di legge, che più che riforma si può definire come elenco dei desiderata del settore ricettivo alberghiero, con una serie di proposte concrete e costruttive dirette in primis all’Assessore Regionale al Turismo, On. Sannittu e ai componenti della competente Commissione Turismo.

a) Bloccare la presente proposta di legge e qualsiasi altro progetto che abbia quale obiettivo di eliminare il settore ricettivo extra alberghiero.

b) Organizzare quanto prima un convegno a carattere regionale dove vengano chiamati ad intervenire gli esponenti più rappresentativi del mondo extra alberghiero regionale, per discutere dello stato attuale e delle prospettive future del settore extra alberghiero.

c) Formare un gruppo di lavoro di VERI esperti del settore chiamati tra coloro che effettivamente si sono occupati di ospitalità diffusa sin dai suoi esordi, per studiare ed elaborare una VERA riforma della normativa del settore ricettivo extra alberghiero – L.R. 27/98.

d) Prevedere degli appositi finanziamenti per gli operatori del settore: per il miglioramento strutturale, per la formazione e per le azioni di marketing.

e) Recuperare la previsione legislativa proposta nella precedente legislatura, che consente a chi volesse trasformare le proprie abitazioni in piccole strutture ricettive di qualità, di usufruire di incrementi di cubatura, ricollegandosi alla stessa previsione a favore degli albergatori contenuta nella recente normativa urbanistica.

f) Organizzare un circuito regionale di ospitalità diffusa di qualità, a regia pubblica, che utilizzi i nuovi sistemi di certificazione qualitativa e non gli ormai obsoleti sistemi classificatori.

Sono aperti i commenti!

LINK UTILI:

- Proposta di Legge (.doc)

- La Proposta di Legge sul sito del Consiglio Regionale della Sardegna

I Consiglieri che hanno proposto la Legge:

- On. A. Francesco Cuccureddu

- On. Mario Floris

- On. Massimo Mulas

AGGIORNAMENTO DEL 01/03/2010

Alla BIT di Milano l'On. Cuccureddu ha spiegato che:

per quanto riguarda l’art. 3 (riduzione camere per gli affittacamere da 6 a 3) si è trattato di un malinteso, un errore di battitura, pertanto il numero delle camere rimarranno 6.

Per l’art. 4 (solo B&B con partità iva) l’apertura della P.Iva sarà una scelta facoltativa del titolare; il motivo nobile sarebbe quello di dare la possibilità anche ai B&B di poter accedere ai finanziamenti che la Regione Sardegna stanzia per il settore turistico.
Letture: 22131

Dove dormire a in Sardegna