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punti di interesse di Cocconato

Chiesa di Santa Maria della Consolazione

Con il trasferimento, avvenuto tra il XII e XIII secolo, dell’abitato dal fondovalle alla parte più elevata della collina, ove intorno al 902 era sorto il castello dei conti Radicati, si rese necessaria la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale, in sostituzione della decadente chiesa del castello detta di Santa Maria degli Uccelli o del Mercato e distrutta, assieme al maniero, dal maresciallo Brissac intorno al 1556: della nuova chiesa, intitolata a Santa Maria della Consolazione, si iniziò a parlare nel 1661, ma la sua costruzione poté iniziare solo nove anni dopo e venne inaugurata solennemente nel l689; successivamente, nel 1770, il campanile venne sopraelevato. Nell'Ottocento, a seguito del considerevole incremento demografico, si iniziarono gli studi per l’ampliamento dell’edificio: dopo un primo progetto dell'ing. Pietro Vacca del 1840, non attuato, e lunghe discussioni in merito all'alternativa fra ingrandimento e costruzione di un nuovo edificio, la chiesa fu prolungata anteriormente di due campate nel 1859-60 e affrescata dal pittore Carlo Antonio Martini di Robella su disegni di don Mentasti nel 1867. La chiesa è stata completamente restaurata alla fine degli anni Novanta e riconsacrata il 1° gennaio 2000 dal vescovo di Casale Monferrato mons. Germano Zaccheo. L’edificio, dalla imponente mole, è a unica navata, poggiante sulle fondazioni della precedente costruzione. Presenta otto cappelle laterali, in parte di proprietà, un tempo, di famiglie nobili del luogo: Cappelle di destra, dopo l’ingresso laterale: Sant’Isidoro, con pala raffigurante San Sebastiano e il vescovo Isidoro veneranti la Vergine della Consolazione (XIX sec.); San Giuseppe con tela raffigurante la Sacra Famiglia di Pietrantonio (XVII sec.); Madonna del Rosario, con dipinto appartenente alla scuola di Gugliemo Caccia (XVII sec.) Angelo Custode, di proprietà del Comune, con pala di Giovanni Francesco Sacchetti, raffigurante l’arcangelo Gabriele (1675). Cappelle di sinistra, dopo il battistero: Santi Crispino e Omobono, con pala raffigurante i due santi con gli arnesi da calzolaio e da sarto, mestieri di cui sono patroni (XIX sec.); Sant’Antonio da Padova con pala raffigurante il santo ai piedi del Crocifisso (XVII sec.); Immacolata Concezione (XVII sec.); Ognissanti, con pala di scuola genovese, raffigurante la SS. Trinità e tutti i Santi (1652-60). La maestosa pala absidale (1731), opera del pittore valsesiano Vitaliano Grassi, raffigurante la Madonna della Consolazione e i santi patroni Fausto e Felice, risulta di grande interesse per essere la più antica rappresentazione iconografica dell’abitato, in cui si vedono la torre, il convento degli Agostiniani e la chiesa parrocchiale. In una nicchia, sotto l'altar maggiore, è custodita la seicentesca urna in legno scolpito contenente le reliquie dei santi Fausto e Felice (due martiri della legione tebea), che viene ostentata in occasione della festa patronale. Alle pareti del presbiterio sono dipinti gli evangelisti. L’altare rivolto al popolo ha un paliotto tripartito con la Nave di San Pietro, opera della bottega di Guazzone (1730). Sul pulpito è esposta la statua lignea della Madonna del Rosario con baldacchino processionale (1751), opera di Giuseppe Maria e Stefano Maria Clemente. Sopra la bussola d’ingresso è situato l’organo, costruito dai fratelli Lingiardi di Pavia nel 1860, in sostituzione di un precedente organo Grisante del 1760, di cui è stata conservata la cassa lignea, opportunamente modificata, scolpita dall’intagliatore Francesco Maria Bonzanigo con bottega ad Asti. Ha 1268 canne, tastiera di 5 ottave intere, pedaliera di 17 tasti effettivi e 30 registri. Testo: Monica Marello, Maria Teresa Veronese, Franco Zampicinini.