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Lo sviluppo dei B&B e gli effetti sul turismo urbano. Il caso di Lecce.

di Andrea Alfarano

Università del Salento
Facoltà di Scienze della Formazione, Scienze Politiche e Sociali
Corso di Laurea in Studi Geopolitici e Internazionali
Tesi di Laurea in: Geografia delle Interazioni Locale-Globale
Relatore: Chiar.mo Prof. Fabio Pollice
Anno Accademico: 2016/2017

5 - Conclusioni

Il settore turistico è in continua crescita, e questo è un dato confermato anche in una prospettiva futura, stando ai dati di UNWTO, che prevedono una crescita costante fino al 2030. Inoltre, in Italia è uno dei pochi, se non l'unico, sistema di produzione, che ha continuato a crescere negli ultimi decenni, resistendo anche agli effetti negativi della crisi economica.

In particolare, sono degne di nota le potenzialità di crescita del turismo urbano, che «ha registrato una considerevole espansione e offre il vantaggio, per la minore stagionalità, di offrire un'occupazione permanente, è complementare all'economia della conoscenza e si integra con l'economia della cultura e con la valorizzazione di prodotti tipici».

È indubbio che le politiche urbane per il turismo abbiano accresciuto la qualità e la competitività di varie città.

In gran parte delle città italiane, e di conseguenza nel complesso del paese, sono cresciuti i servizi e la specializzazione, nel, e del, settore turistico. In quest’ottica si inseriscono la crescita e lo sviluppo dei B&B, strutture ricettive che, dividendosi equamente fra grandi centri urbani, città di medie e piccole dimensioni e borghi, rappresentano, da sole, l'«80% dell’industria dell’ospitalità in città».

Per ciò che riguarda Lecce, a partire dagli anni Novanta in poi, si è registrato un aumento delle iniziative volte alla valorizzazione del territorio, attuate con il sostegno dei responsabili dello sviluppo locale, allo scopo di rendere la città più appetibile per i turisti e più vivibile per i residenti.

In conclusione, per sintetizzare le caratteristiche del sistema turistico leccese, è stata realizzata un'analisi SWOT. Questo tipo di approccio è tra i più diffusi per la valutazione dei fenomeni che riguardano il territorio, in quanto consente di evidenziare i punti di forza (Strenghts) e di debolezza (Weakness) al fine di far emergere le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) che derivano dal contesto esterno cui è esposta la realtà territoriale. Inoltre, tale analisi permette di distinguere tra fattori endogeni (punti forza e di debolezza) ovvero controllabili, e fattori esogeni (opportunità e minacce), non controllabili.

Uno dei principali punti di forza è rappresentato dall'unicità del patrimonio storico-architettonico e culturale, a cui si aggiunge la diffusa presenza di strutture ricettive e un peculiare settore enogastronomico. Il centro storico, in particolare, ospita un eccezionale patrimonio d’arte, monumenti e testimonianze storiche immerse in un paesaggio riqualificato, in seguito all'adesione dell'amministrazione al “Piano Urban” del 1994, finanziato dall'Unione Europea.

L'interesse verso la tipicità locale trova conferma nella continua crescita dei flussi turistici, sia a livello nazionale, che internazionale, diretti verso il capoluogo salentino.

Ulteriore punto di forza risulta essere la buona vivibilità della città, desumibile dalla presenza di aree verdi, di luoghi di socializzazione e di arredo urbano. Inoltre, ottengono dei feedback positivi le attività e le manifestazioni culturali organizzate nei quartieri della città.

L'Università del Salento, unica università della zona, è un’ulteriore fonte d'attrazione verso il capoluogo salentino e contribuisce in maniera consistente al suo sviluppo sociale, culturale e tecnologico, essendo anche un centro di ricerca in vari ambiti.

L'accessibilità costituisce uno dei principali punti di debolezza che, in generale, riguarda le aree turistiche dell'Italia meridionale, ma nello specifico del capoluogo salentino, e ciò influisce negativamente sull'attrattività dell'offerta turistica nel suo complesso, costituendo la base della sua scarsa proiezione internazionale da parte degli operatori turistici locali, che, a fronte delle condizioni di isolamento dei rispettivi contesti territoriali, hanno preferito indirizzare i propri investimenti verso segmenti della domanda domestica. La scarsa accessibilità dipende sia dalla mancanza di adeguate infrastrutture di trasporto, che assicurano i collegamenti, che dalla qualità dei sistemi di collegamento e dal loro grado di interconnessione.

Ai punti di debolezza del sistema turistico si aggiunge la mancata integrazione orizzontale, tra attività complementari, e verticale, tra strutture ricettive-attività complementari-trasporti.

Inoltre, l'assenza di sistemi di misurazione dell'indice di gradimento del cliente testimonia la mancanza di un elemento fondamentale per verificare la riuscita del soggiorno e per migliorare il livello di offerta turistica.

Uno dei problemi più complessi del turismo di Lecce è rappresentato senza dubbio dalla sua immagine turistica, associata all'idea di vacanza estiva, che ne riduce la sua attrattività ed incide, al contempo, in maniera negativa, sull'alto tasso di stagionalità turistica a cui l'area è soggetta.

Per favorire la destagionalizzazione nel territorio, sarebbe necessario adottare una strategia di valorizzazione territoriale, che faccia dei beni ambientali e culturali lo strumento propulsivo dello sviluppo turistico, costruendo intorno ad essi un efficace sistema di fruizione, che ne valorizzi il potenziale di attrazione e che si ricolleghi funzionalmente al territorio circostante.

Destagionalizzare, e di conseguenza incrementare i benefici derivanti dall'impatto turistico, significherebbe anche interessare positivamente l'ambito occupazionale e migliorare la distribuzione del reddito nel capoluogo salentino e nei paesi circostanti.

La forte presenza di B&B nel centro storico potrà concorrere a rivalutare le risorse artistiche e storiche della città soddisfacendo la richiesta di un viaggio 'esperenziale' da parte del turista post-moderno.

In ambito storico-culturale va segnalato il progetto “Grande Salento dei Messapi”, che vede interessato il Comune di Lecce insieme alle Amministrazioni Comunali di Cavallino, Poggiardo, Diso, Muro Leccese, Nardò, Ortelle, Manduria, Mesagne e Torchiarolo, i quali sono accomunati dalle radici messapiche e da preziose testimonianze archeologiche, e che, in collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento promuoveranno lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio culturale e archeologico di origini messapiche, sia all'interno delle comunità locali, che al di fuori di esse.

La valorizzazione di spazi ricreativi destinati allo sport e al tempo libero sarebbe un'occasione per ampliare e aumentare la permanenza media del viaggio, per destagionalizzare i flussi turistici e per diversificarne la domanda.

Inoltre, ciò concorrerebbe anche a migliorare l'immagine turistica della città di Lecce presentandola come una meta appetibile, che possa contare su una maggiore accessibilità e fruibilità dell'area e su un'offerta turistica più qualificata, che sia in grado di soddisfare i diversi target groups (anziani, bambini, disabili, ecc.)  e le varie esigenze della domanda (intolleranze alimentari, ecc.) in ambito turistico, e portando a delle ripercussioni positive sul mercato, sia italiano, che estero.

Una maggiore cooperazione orizzontale e verticale, tra le attività impegnate ad erogare servizi turistici, potrebbe portare a una maggiore qualità, specializzazione e competitività dell'offerta turistica.

La standardizzazione dell'offerta turistica rispetto ad altre città e, quindi, il conseguente appiattimento e perdita dell’identità culturale, rappresenta una delle minacce maggiori, in quanto comporterebbe la perdita di saperi e mestieri tradizionali legati al territorio, al paesaggio, alla natura e alle tradizioni alimentari locali.

Inoltre, se i flussi di visitatori dovessero superare i livelli di capacità di carico, questo potrebbe comportare a un peggioramento dell'inquinamento (atmosferico, da rumore, etc), col conseguente deterioramento di monumenti e quartieri storici e danneggiamento dell'ambiente urbano, che, a quel punto, perderebbe la sua attrattività sia sui turisti, che sui residenti.

Lo sviluppo dei B&B e gli effetti sul turismo urbano - Immagine 23

Fonte: Cfr. H. Weihrich, The TOWS Matrix a Tool for Situational Analysis, Long Range Planning, Vol. 15, No. 2, Great Britain, 1982, pp. 54-66