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Il fenomeno dei Bed and Breakfast nella realtà del turismo moderno

di Viviana Hutter
Istituto Universitario Navale di Napoli
Facoltà di Economia - Corso di Management delle Imprese Turistiche

Relatore: Chiar.mo Prof. Franco Garbaccio
Tesi di laurea di: Viviana Hutter

2.6 - Il Bed and Breakfast a confronto con altre strutture ricettive extra-alberghiere: affittacamere e case per vacanze

Il B&B assomiglia a ciò che da noi prende il nome di affittacamere. Del resto il servizio B&B di oggi, fino agli anni '50, veniva svolto in Italia sotto un'altra forma: proprio il servizio di "affittacamere". Con il boom economico, per qualche decennio si è creduto che offrire questo servizio fosse un po' umiliante, come una palese dimostrazione di necessità economica, un modo per sopravvivere. Ed ecco invece che, in prossimità del terzo millennio, l'affittacamere torna sulla scena con una veste diversa, quella del Bed & Breakfast.

Gli esercizi di affittacamere sono definiti dalla vecchia legge quadro sul turismo "strutture composte da non più di sei camere, ubicate in non più di due appartamenti ammobiliati in uno stesso stabile, nei quali sono forniti alloggio ed eventualmente servizi complementari".

L'esercizio di affittacamere risulta regolamentato già a partire dagli anni Ottanta soprattutto nelle regioni con una consolidata tradizione di ospitalità turistica (è del 1984 la normativa della Provincia Autonoma di Trento), mentre molto più recenti sono le norme sul B&B, molte delle quali sono state emanate nei primi mesi del 2000 e nel corso del 2001.

Per ciò che riguarda l'esercizio di affittacamere, si possono evidenziare molte omogeneità negli aspetti regolamentati nelle varie regioni, soprattutto per quanto riguarda la capienza massima consentita (che, nella quasi totalità, dei casi è relativa a sei camere e 12 posti letto), i servizi minimi da garantire agli ospiti ed i requisiti richiesti.

Omogeneità sostanziali si possono segnalare anche nell'ambito del sistema di competenze che si attiva intorno alla ricettività extralberghiera per ciò che riguarda il rilascio dell'autorizzazione, le funzioni di controllo, vigilanza ed ispezione.

I Comuni svolgono, nella quasi totalità dei casi, la funzione di rilascio dell'autorizzazione per l'esercizio, di vigilanza e controllo ed effettuano le verifiche ispettive. Queste ultime in molti casi sono svolte dalle stesse Regioni (Assessorati regionali al turismo). In tutti i casi è obbligatoria per gli esercenti l'iscrizione al REC, con alcune eccezioni. In Puglia ciò è valido solo per coloro che esercitano anche attività di ristorazione; in Toscana, Friuli, Liguria e Veneto l'obbligo decade per coloro che affittano un numero molto limitato di stanze (due o tre). In questi casi, i termini della regolamentazione dell'esercizio di affittacamere risultano molto vicini a quelli in vigore per il B&B.

In tutte le regioni l'autorizzazione viene rinnovata annualmente previo pagamento delle tasse di concessione comunali e regionali.

In tutti i casi (ovvero in tutte le legislazioni regionali) l'attività di B&B si differenzia da quella di affittacamere per l'esenzione dagli obblighi amministrativi e dall'iscrizione al REC.

Anche se la differenza con il B&B è molto labile dal punto di vista logistico (essa risiede in pratica solo nel numero massimo di camere affittate che, per il B&B, risulta inferiore), gli affittacamere devono assolvere alcuni obblighi amministrativi da cui i B&B sono in genere esentati, quali l'iscrizione al REC e l'assunzione di una partita IVA, con conseguente tenuta dei relativi registri. Essi figurano, pertanto, non come dei privati ma come degli esercenti il commercio.

Nonostante l'attività ricettiva di affittacamere, ex art.6 L.217/83, non sia necessariamente un'attività imprenditoriale, per cui, se non svolta da un imprenditore, non dovrebbe implicare l'iscrizione al R.E.C. (Registro Esercenti il Commercio), negli ultimi tempi, come si è già detto, tale iscrizione, nella maggior parte delle regioni, viene sempre richiesta.

Locare semplici stanze, anche per periodi brevi, è in Italia un vero e proprio "terno al lotto" con la burocrazia. Si rischia infatti di essere considerati come affittacamere e quindi vere e proprie imprese familiari, con tutti gli adempimenti burocratici e fiscali del caso.

Per quasi tutte le leggi locali è affittacamere chi loca "non più di 6 stanze con 12 letti in un massimo di due appartamenti nello stesso stabile", altrimenti si passa all'attività alberghiera. Nella Provincia di Trento si sale ad 8 camere.

Prima che venissero emanate le leggi regionali di specifica disciplina del B&B, in diverse regioni le strutture di B&B già esistenti venivano assimilate agli esercizi di affittacamere e, pertanto, per l'esercizio di tale attività venivano richieste tutte le autorizzazioni e gli adempimenti previsti dalle normative relative all'attività di affittacamere.

L'Ufficio studi della Confappi (Confederazione piccola proprietà immobiliare) ha pubblicato un'interessante indagine sull'argomento del B&B ed altre locazioni extralberghiere, con il preciso scopo di identificare le incerte linee di demarcazione che esistono tra la fornitura di servizi "imprenditoriali" e la locazione turistica tradizionale di appartamenti e verificare quali sanzioni sono previste in caso di inadempimento degli obblighi di legge, spesso in misura totalmente scompensata, da regione a regione. Due sono le formule extra alberghiere considerate: l'affittacamere e le case per vacanze che prevedono, per le leggi regionali, l'attività di impresa.

In particolare l'indagine mette in risalto che chi ha acquistato più di due appartamenti da dare in locazione turistica rischia, nella maggior parte delle regioni italiane, di essere considerato imprenditore. La sua attività può infatti essere inquadrata nella categoria della "gestione di case e appartamenti per le vacanze", che compare in varie leggi locali. Risultato: non solo è costretto a chiedere apposite autorizzazioni al Comune e/o all'Ente turistico, ma deve iscriversi nella sezione speciale del Registro degli esercenti presso la Camera di Commercio, fare fattura con Iva e rispettare una serie di complessi adempimenti. La linea di demarcazione tra semplice locazione di più case e conduzione di impresa è sottilissima: si tratta di interpretare se la gestione è da considerarsi o meno "unitaria, imprenditoriale, organizzata". Il più delle volte, per essere considerate tale, basta che i turisti siano accolti e indirizzati da un locale di ricevimento. Affidare perciò la locazione dei propri appartamenti ad un'agenzia immobiliare o di viaggi, quindi pubblicizzare la proposta di locazione, può essere considerato di per sé prova di imprenditorialità.

A ciò si aggiunga che, nonostante le leggi nazionali impongano un unico obbligo a chi, non imprenditore, loca a scopo turistico , le leggi regionali sull'extralberghiero non si limitano alle attività imprenditoriali, ma possono imporre, e spesso impongono, obblighi anche a chi affitta con privata locazione, prevedendo multe salate in caso di inosservanza degli obblighi.

È forse proprio questo il motivo per cui la quota di appartamenti e camere dati in affitto "abusivamente" (ovvero senza dichiarare lo svolgimento di una tale attività, sottraendosi all'adempimento degli obblighi che ne derivano, non da ultimi quelli fiscali) è sempre stata, ed ancora è, molto elevata. L'emanazione delle nuove leggi sui B&B rappresenta finalmente una scappatoia.

Infine, va osservato che esiste la possibilità di esercitare l'attività di B&B superando alcuni limiti, tra cui quelli dimensionali, previsti dalle leggi regionali che lo disciplinano. In questo caso il riferimento più opportuno è alla categoria dell'affittacamere poiché, rispetto al B&B, risulta, sotto vari punti di vista, meno "vincolata".

Essa, infatti:

  1. non è definita come saltuaria e, pertanto, non è stabilito un periodo massimo di apertura;
  2. può essere esercitata, contrariamente al B&B, anche in una casa diversa da quella in cui si abita: non è requisito vincolante che il gestore abiti presso la struttura in cui esercita l'attività;
  3. ha un limite massimo di ricettività pari a sei camere (e, solitamente, dodici posti letto) ubicate in non più di due appartamenti in uno stesso stabile.

A fronte di tali vantaggi, però, l'attività di affittacamere, come si è detto, comporta una serie di adempimenti burocratici, contabili e fiscali cui, viceversa, il B&B, data la sua natura di attività non professionale e saltuaria, viene sottratto.

Nel caso in cui l'attività si configura come esercizio di affittacamere, infatti, le autorizzazioni e gli adempimenti burocratici da espletare per l'avvio sono più numerosi. A tal proposito, si ricorda che anche questa attività è regolata da norme regionali e che, pertanto, i vincoli e gli adempimenti possono variare a seconda della regione in cui si svolge l'attività.