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Il fenomeno dei Bed and Breakfast nella realtà del turismo moderno

di Viviana Hutter
Istituto Universitario Navale di Napoli
Facoltà di Economia - Corso di Management delle Imprese Turistiche

Relatore: Chiar.mo Prof. Franco Garbaccio
Tesi di laurea di: Viviana Hutter

2.4 - Due casi particolari: il Piemonte e la Toscana

Prima Regione in Italia, nel novembre 2000, è stata il Piemonte che ha istituito la classificazione dei suoi B&B, precisandone i requisiti e ripartendoli in 1, 2, 3 o 4 stelle come gli alberghi. La legge regionale piemontese stabilisce che il privato che desideri aprire un B&B non è gravato da alcun appesantimento burocratico. Non è richiesta partita Iva. Non è richiesto registratore di cassa. Basta rilasciare una semplice ricevuta. Gli unici obblighi sono di comunicare i prezzi alle ATL e le presenze alla Questura.

C'è poi un'altra peculiarità che rende unica la legge del Piemonte. A differenza di altre regioni italiane, che hanno imposto ai titolari di B&B l'obbligo di fornire colazioni "preconfezionate senza alcun tipo di manipolazione" (cioè brioche industriali confezionate e simili), la regione del Salone del Gusto dà la possibilità di servire nei B&B anche i prodotti tipici della sua arte culinaria. I B&B sparsi in Piemonte sono già oltre 200: sui poggi delle Langhe e del Monferrato, in riva ai laghi, in montagna. Ma anche nei Comuni dell'hinterland torinese, alternativa economica e discreta agli alberghi della metropoli.

Per far nascere i suoi B&B nel 2000 la Regione ha erogato 78 miliardi alle imprese e ai privati intenzionati ad investire in nuova ricettività o ammodernare quella esistente: in un solo anno i progetti per nuovi B&B ammessi a godere dei finanziamenti regionali sono stati ben 75, con 394 nuovi posti letto complessivi. Il programma 2001 della legge 18 intende favorire fra l'altro i proprietari di dimore storiche, ex conventi, vecchie cascine e altri antichi edifici che vorranno trasformarli in B&B di charme creando ricettività d'atmosfera.

La Regione Toscana non ha previsto l'emanazione di una legge specifica per il B&B, ma il 23 marzo 2000 è entrata in vigore la Legge Regionale n.42, "Testo unico delle Leggi Regionali in materia di turismo", che comprende un articolo (art.61) relativo all'esercizio non professionale dell'attività di affittacamere. Tale articolo stabilisce che coloro che esercitano, non professionalmente, l'attività di affittacamere nella casa ove hanno la propria residenza e domicilio sono esonerati, oltre che dall'iscrizione nella sezione speciale per gli esercenti l'attività ricettiva del registro delle imprese, dalla presentazione della comunicazione dei prezzi. Questi stessi soggetti sono tenuti comunque alla denuncia di cui all'art.60 della stessa legge, ovvero la dichiarazione di inizio attività.

Il regolamento della Regione Toscana riconosce, infatti, due diverse tipologie di affittacamere, con diverso regime legale, fiscale e contabile:

  1. l'affittacamere professionale (art.55): gestito in modo imprenditoriale, è dotato di partita Iva ed iscritto nel registro delle imprese;
  2. l'affittacamere non professionale (art.61): svolto nella casa di residenza e domicilio, non ha partita Iva e non è iscritto nel registro delle imprese.

Secondo l'art.60 della citata legge, la partita IVA è necessaria solo se l'attività è esercitata in forma d'impresa e, pertanto, non è richiesta quando si tratta di attività non organizzata e saltuaria. Quindi in Toscana si può gestire un'attività di affittacamere senza partita IVA e senza iscrizione al R.E.C., con somministrazione di alimenti (che sia la prima colazione, il pranzo o la cena è lo stesso: ci vuole l'autorizzazione dell'ASL in ogni caso), o senza. Un privato gestore può, pertanto, chiamare l'attività in Toscana "Bed & Breakfast", purché offra la colazione al mattino, anche se la legge non prevede tale dicitura. Pare, però, che ci siano difficoltà nell'apertura di un B&B in alcuni comuni (tra cui Firenze) per problemi legati agli aspetti sanitari. In pratica, le ASL concedono l'autorizzazione solo a chi abbia (caso unico in Italia per le attività ricettive non professionali!):

  • un frigorifero;
  • una lavastoviglie con funzionamento a 82°;
  • un lavello a pedale in cucina;
  • il tesserino sanitario.

Si tratta di cose difficili da possedere in un'abitazione privata.

Per la somministrazione di alimenti al mattino, quindi, non si possono dare alimenti, neanche confezionati o non manipolati, senza l'autorizzazione ASL (che consegue al possesso di determinati requisiti), a meno che il Sindaco non abbia promulgato un regolamento locale che lo consenta.

Un elemento di forte interesse per gli operatori di B&B toscani è l'assegnazione di un marchio di qualità, concesso in base a regolamenti comunali, per le strutture che si definiscono C.C., ossia Camera e Colazione. Tra i comuni che aderiscono all'iniziativa ricordiamo Firenze e Fiesole. Attenzione però, non si tratta del riconoscimento di una nuova categoria ma di un'operazione d'immagine e di promozione per strutture ricettive che hanno i requisiti per fornire questo servizio.