Abruzzo Segreto Navelli - Consigli Turistici
Bed & Breakfast
I consigli per turisti del gestore
Itinerari Classici e Monumenti da non perdere per chi visita Navelli.
1-chiesa di S. Maria In Cerulis che anticamente faceva parte del "Vicus Incerulae" e al tempo dei Vestini era un tempio dedicato ad Ercole Giovio.
2- Il Palazzo Baronale, chiamato in onore degli ultimi proprietari “Palazzo Santucci”, finito di edificare nel 1632, e sorto sulle rovine dell’antico castello. Questo grande edificio era stato costruito come residenza dei vari feudatari di Navelli che si susseguirono dal 1632 fino alla fine del 1700
3-Chiesa di S. Sebastiano
4-Chiesa della Madonna del Rosario
5-Chiesa cimiteriale del Suffragio
6-Oratorio di San Nicola
7-Oratorio della confraternita del Gonfalone: Di epoca barocca è di forma circolare ed ha una sola navata ed un solo altare. E’ sito in cima al paese accanto al palazzo Baronale subito sopra la chiesa di San Sebastiano.
8-Cappella di San Pasquale: Cappella privata gentilizia dell'attiguo palazzo Francesconi già Cappa già Mancini. Risalente al seicento barocco è a volta ed ha un solo altare. All’interno si possono notare notevoli stucchi e dipinti.
9-Cappella di San Gennaro e Rosario
10-Cappella privata gentilizia dell’attiguo palazzo Piccioli già Marchi già Mancini
11-Altre chiese di Campagna: Chiesa della Madonna del Campo: è a tetto con una sola navata e un solo altare; Chiesa di S. Girolamo: è a volta con una sola navata e un solo altare; Chiesa di S. Maria delle Grazie: è a volta ed ha una sola navata ed un solo altare; Chiesa della Madonna di Loreto: è a volta con una sola navata ed un solo altare. Cappella di San Rocco: è a volta ed ha una sola nave ed un solo altare. Dette chiese sono sparse per la piana di Navelli e risalgono tutte a epoca rinascimentale.
12-Palazzo Piccioli
13-Palazzo Francesconi già Cappa già Mancini: Palazzo seicentesco con annessa cappella gentilizia (San Pasquale). Fu fatto edificare dalla famiglia dei signori Mancini nella persona di Filippo Maria Mancini di Navelli, ed in seguito passò in eredità alla famiglia dei baroni Cappa di San Nicandro. Quest’ultimi lo lasciarono in eredità alla famiglia dei baroni Francesconi. L'aspetto attuale del palazzo risale alla ricostruzione post terremoto del 1703. Il palazzo è ottenuto dalla refusione di case a schiera su via San Pasquale, case ad arco su via delle mura rotte e case muro. La pianta si articola su tre livelli. Il livello più basso, accessibile da via delle Mura rotte, presenta due stalle coperte con volte a botte a concrezione. I soffitti all’interno del piano nobile sono a volta in mattoni disposti a coltello di diverso tipo, e precisamente volte a botte, a specchio e a conca. Sono tutte rifinite con intonaci mentre quella del salone principale e dell'ingresso presentano degli stucchi decorativi. I soffitti del terzo livello sono invece lignei. L'elemento costruttivo di maggior pregio del palazzo è sicuramente la splendida loggia, composta da una serie di archi a tutto sesto, impostati su delle colonnine, che sostengono una copertura in legno. La loggia, che affaccia sul versante sud-ovest, rappresenta una delle emergenze architettoniche più ammirate dell'intero centro storico.
14-Palazzo Piccioli già Marchi già Mancini: Palazzo di impianto seicentesco con annessa cappella gentilizia (San Gennaro e Rosario). Fu fatto edificare dai Magnifici Ermenegildo e Giovanni Mancini di Navelli la famiglia dei quali lo lasciò in eredità ai baroni Marchi di Turri. Quest’ultimi lo lasciarono in eredità alla famiglia dei marchesi Piccioli di Navelli.
15-Palazzo de Roccis: Palazzo risalente all’ottocento situato subito sopra la Chiesa di S. Maria del Rosario. Il soffitto interno è a volta ed è decorato da pregevoli dipinti a tempera di stile Liberty.
16-Villa Santucci: Villa ottocentesca sita accanto la Piazza San Pelino alle pendici del paese. Fu fatta edificare da Stefano Santucci per la sua famiglia. All’interno vi sono delle volte con decorazioni di artisti ignoti. E’ circondata da un grande parco di pini e acacie. Eleganti le decorazioni del cornicione.
17-Palazzo Onofri: E’ situato nella parte medievale del paese chiamata “Spiagge Grandi” ed è annesso ad una delle cinque porte di accesso al paese: “Porta Villotta” detta anche “Porta Sud”. Risale al 1498 ed è stato ristrutturato interamente dopo il terremoto del 1703. All’interno del piano nobile vi sono pregevoli soffitti a volta decorati ed una cappella gentilizia. Molto caratteristica è la cinquecentesca loggia che affaccia sulla piana.
18-Villa Francesconi: Edificata nel 1752 dal Filippi, noto architetto Aquilano e accademico di S. Luca, fu commissionata dal Barone Giovanni Francesconi per la figlia Marianna che sposò un notabile possidente Aquilano, Casimiro Giampietri. Il Palazzo è sicuramente il più grande e pregevole insieme al Palazzo baronale. E’ sita sulla piana vicino Piazza San Pelino in contrada San Rocco. L’interno è a volta e vi sono pregevoli dipinti del Bergami e di Amedeo Tedeschi, noto pittore Abbruzzese e allievo dell’illustre Teofilo Patini. Di notevole pregio è lo scalone monumentale che conduce al piano nobile dove è collocata la cappella gentilizia del Palazzo. Il cortile interno è stato rimaneggiato nella seconda metà dell’ottocento e vanta al suo centro un pregevole pozzo in pietra. La casa è circondata da un parco di quattro ettari dove vi è un grande e lungo viale di tigli e molti tipi di piante tra cui ippocastani, bossi, tigli e pini. Pregevoli le decorazioni della facciata tra cui il cornicione monumentale e la finestra principale che da’ sul cortile dove sono scolpiti in latino i nomi di Gesù, Giuseppe e Maria. Sopra il grande portone di accesso al cortile vi è collocato lo stemma della casata Francesconi riprodotto in un pregevole bassorilievo. La villa vanta cinque ingressi con cancelli in ferro battuto che riportano le iniziali dei Francesconi che li fecero costruire. Anticamente (dalla seconda metà del 1700 alla seconda metà del 1800) i reali del regno di Napoli quando andavano in Abruzzo a controllare i loro possedimenti soggiornavano in detta villa quando cambiavano i cavalli alla Taverna di posta sita poco distante da lì.
19-Palazzo Baronale: Palazzo fortificato del 1632 con quattro garitte angolari. All’interno vi è un pregevole cortile con loggiato in pietra. Le stanze interne hanno tutte la volta e sono discretamente ampie. Fu costruito sulle rovine dell’antica fortezza medievale ed era la residenza dei feudatari di Navelli che si sono susseguiti dal 1600 fino alla fine del 1700. Si chiama Baronale in quanto il titolo nobiliare inerente il feudo di Navelli era quello di Barone. Detto edificio è sito in cima al paese.
Il mezzo più comodo per muoversi a Navelli.
Navelli è bellissima da visitare a piedi divertendosi a conoscerla girando per le sue viuzze e scoprire le sue meraviglie nascoste....
I Ristoranti consigliati, le trattorie caratteristiche, le dolcerie, bar a pub consigliati.
-Al Bar Sotto al Castagno in Piazza San Pelino di Navelli troverete tutti i prodotti tipici di Navelli tra cui il famoso ZAFFERANO DI NAVELLI IN PISTILLI E IN POLVERE, IL LIQUORE ALLO ZAFFERANO, I CECI DI NAVELLI, I CECI ROSSI DI NAVELLI, LE CICERCHIE, LE LENTICCHIE, LE BACCHE DI GINEPRO DELLA PINETA DI NAVELLI, ECC.
-Ristorante, pizzeria CROCUS
-Ristorante Antica Taverna
Dove acquistare a Navelli: prodotti tipici, cantine, botteghe, souvenir particolari.
-Alla Proloco di Navelli vicino a Piazza San Pelino potrete trovare simpatici souvenir, libri, cartoline, poster e prodotti tipici di Navelli
-Visita alla cantina di Francesca
-Visita all'azienda Agricola di Alfonso Papaoli produttore di Zafferano, ceci bianchi e e rossi, farro, grano di solina, ecc
Le origini di Navelli.
Il paese di Navelli è uno dei castelli più antichi della diocesi Valvense, annesso alla diocesi di L’Aquila il 29 Agosto 1424 dal Papa Martino V al fine di sedare i violenti conflitti sorti in merito al pagamento delle decime al Vescovo valvense da parte dei cittadini e degli abitanti del comitatus Aquilanus. Il Paese fu fondato dagli abitanti di vari villaggi che, a causa del fenomeno dell’incastellamento, sviluppatosi in epoca medievale (VIII-X sec.) e dettato da motivi strategici e difensivi, decisero di riunirsi in un unico castello sito su di un colle e tuttora nella piana, dove erano disposti i villaggi, si possono notare alcune delle chiesette medievali che appartenevano a quest’ultimi come la chiesa di S. Maria In Cerulis che anticamente faceva parte del "Vicus Incerulae" e al tempo dei Vestini era un tempio dedicato ad Ercole Giovio. Gl'abitanti costruirono una fortezza con rispettiva torre (trasformata in epoca rinascimentale in campanile della chiesa parrocchiale) dove potersi rifugiare in caso di pericolo e intorno ad essa le rispettive case. Il tutto cinto da mura e rivolto ad oriente. L’unica chiesa del centro era intitolata a S. Pelino, protettore del borgo. In seguito costruirono una chiesa intitolata a San Sebastiano, divenuto patrono in epoca rinascimentale, ricettizia e non numerata che godeva del titolo di arcipresbiterato (titolo del quale godeva anche l’antica chiesa di S. Maria in Cerulis) e sita al di sotto della fortezza. Le nuove abitazioni furono costruite all’altezza di una delle ville che concorsero alla fondazione del paese, la “Villa di Piceggia grande”, e in seguito (in epoca rinascimentale) si ampliarono fino alla “Villa di Piceggia piccola”. Tuttora il paese è suddiviso in due parti: una medievale (in cattive condizioni di conservazione) chiamata “Spiagge grandi”, da Piceggia grande, e l’altra rinascimentale (in migliori condizioni di conservazione) chiamata “Spiagge piccole”, da Piceggia piccola. Nel 1498 fu eretto il palazzo Onofri nella zona delle spiagge grandi al quale era annessa una delle cinque porte di accesso al paese chiamata “Porta Villotta” detta anche “Porta Sud”. Nel palazzo vi era anche una cappella gentilizia e una loggia che affacciava sulla piana. Il palazzo fu ristrutturato dopo il 1703 a causa di un forte terremoto e prese così le tipiche caratteristiche del barocco. Caratteristiche che presero, oltre agli altri palazzetti, anche la chiesa di S. Sebastiano e il Palazzo Baronale, chiamato in onore degli ultimi proprietari “Palazzo Santucci”, finito di edificare nel 1632, e sorto sulle rovine dell’antico castello. Questo grande edificio era stato costruito come residenza dei vari feudatari di Navelli che si susseguirono dal 1632 fino alla fine del 1700. Giova ricordare che Navelli (sito nel territorio dell’antico II Abruzzo Ulteriore) in passato fu uno dei castelli che contribuirono alla formazione della città dell’Aquila e fa parte del Quarto di Santa Maria. Il contado Aquilano, infatti, è suddiviso in quattro quartieri quali: Quarto di Santa Maria, Quarto di San Giovanni, Quarto di San Pietro e Quarto di San Giorgio. Questo paese era la parrocchia foranea maggiore e per ciò era la sede nella quale il Vicario Foraneo fissava la propria dimora. Secondo alcuni il nome del paese deriverebbe da Nava che vuol dire conca riflettendo alla posizione geografica del paese. Tale teoria toponomasticamente parlando può essere accettata anche se priva però di un’attendibile documentazione. Una teoria che invece sembra più remota è quella che si riconduce alla leggenda popolare. Secondo questa tradizione il paese originariamente portava il nome di "Novelli", poichè nato dall'unione di Nove ville quali: Villa del Plano, Villa della Piceggia (o Piaggia) Grande, Villa della Piceggia (o Piaggia) Piccola, Villa di S. Maria In Cerulis, Villa di Sant'Angelo, Villa di Turri, Villa dei Pagani, Villa del Colle e Villa di Santa Lucia. Secondo la leggenda gli abitanti dopo aver partecipato alle crociate in Terra Santa, per ricordare tali vicende, decisero di trasformare il nome del paese da Novelli a Navelli e di introdurre uno stemma civico che potesse far rimanere duratura l'impresa nel tempo. Tale arma da principio era rappresentata da una "nave flottante sul mare, con un sinistrocherio di carnagione, uscente dalla prua della nave, impugnante l’asta di una croce latina movente dalla nave" il tutto accompagnato dal motto "In Medio Mari Portum Teneo" e in seguito fu rappresentata da "una nave flottante sul mare, sostenente cinque banderuole, caricate di una croce in campo d’oro" il tutto cimato da una corona Ducale e accompagnato dal motto “Navellorum Merito Coronata Fideltas”. Questi due ultimi particolari furono concessi dalla regina Giovanna II nel 1424 quando i Navellesi la difesero nella guerra contro il Perugino Forte Braccio da Montone. Questa leggenda è attendibile solo in parte in quanto nel 1092 in una Bolla del monastero di S. Benedetto in Perillis, dove vengono elencate le proprietà dei Monaci nel castello, il paese è menzionato come "Navellum", e non "Novellum", e in quel periodo le crociate ancora non erano iniziate. Invece Nel 1184 nel Catalogum Baronum viene citato Navellum, come castello di due Militi. Questo può far pensare che le prime abitazioni sul colle furono fatte erigere da due militi crociati ma non avendo documentazioni certe su questo si può solo supporre. A fronte di tutto ciò si può dire che Navelli non è mai stato "Novelli". Come già detto però il paese fu comunque fondato dagli abitanti di varie Ville che dagli antichi scritti rinvenuti non risultano essere mai state nove ma sei, ovvero: Villa del Plano, Villa della Piceggia (o Piaggia) Grande, Villa della Piceggia (o Piaggia) Piccola, Villa di Santa Lucia, Villa del Colle e Villa di Turri. Questi villaggi oltre che nelle varie carte antiche si ritrovano anche negli scritti dell'Antinori (ms. vol. XXXV). Per quanto concerne le crociate stando allo stemma dovrebbe essere un'affermazione attendibile, anche se non vi sono documenti dell'epoca che ne parlano. Gl'unici documenti che trattano di quest' impresa da parte dei Navellesi risalgono all'ottocento e novecento e non si rifanno ad alcun documento più remoto e dunque non possono essere considerati attendibili.
Il Piatto tipico. Le ricette delle Feste a Navelli.
Piatto tipico?Assolutamente gnocchetti e ceci con zafferano tutto rigorosamente prodotto a Navelli!!
Ceci interrati con lo zucchero
Ravioli dolci di ricotta
Le Feste e le Ricorrenze particolari a Navelli.
-Feste di maggio in onore della Madonna del Gonfalone, immancabile la visita alla casa della Madonna, consegna del pane benedetto casa per casa nel Borgo (Panarda) da 7 ragazze vestite con l'abito tradizionale che portano una grande cesta sul capo.
-Maggio: fiera del vino Naturale
-Agosto: sagra dei ceci e dello zafferano, palio degli asini
-Dal 20 ottobre al 10 novembre: spettacolo della fioritura dello zafferano
Personaggi famosi che frequentano Navelli.
Florinda Bolkan, Davide Perino
Letteratura su Navelli: libri, guide, mappe.
Gian Luigi Piccioli: "Epistolario Collettivo", ediz. Bompiani, 1973
Christoph Hennig: "Wilde Wege, stille Dorfer - Wanderungen in den Abruzzen", ediz. Rotpunktverlag, 2007
(Navelli a pagina 317 col titolo "Im Safranland"
Un pregio degli abitanti di Navelli e un loro difetto.
Gli abitanti di Navelli come tutti gli abruzzesi sono " Forti e gentili "
Calendario degli Eventi, Festival, Concerti e Manifestazioni a Navelli.
Ormai diventata famosa in tutto l'Abruzzo è la SAGRA DEI CECI E DELLO ZAFFERANO DI NAVELLI che avviene ogni primo week-end dopo Ferragosto. Oltre la ottima cucina navellese potrete assistere al famoso PALIO DEGLI ASINI e allo spettacolo degli SBANDIERATORI dell'Aquila
Altre informazioni di solito tralasciate dalle Guide.
L'ambientazione del libro "Epistolario Collettivo" di Piccioli a Navelli
La storia vera che durante il periodo dell'occupazione tedesca alcune famiglie di Navelli e paesi limitrofi hanno nascosto in casa rischiando la vita alcuni ebrei. Questo viene raccontato nel libro di Luigi Fleischmann "Epistolario Collettivo" ed. Giuntina disponibile anche in lingua inglese "From Fiume to Navelli".
Nel 2017 alcune di queste famiglie hanno ricevuto dallo stato di Israele la preziosa onorificenza "Giusto tra le nazioni"