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Le Feste di Pasqua in Italia - La Diavolata e L'Angelicata di Adrano (CT)

I festeggiamenti per la Pasqua sono molto sentiti dall’intera popolazione che ha conservato nel tempo tradizioni e riti di grande spettacolarità e di intenso contenuto emotivo. Vogliamo accompagnarvi, attraverso una serie di articoli, all’interno delle feste pasquali più interessanti di tutta Italia, quelle più spettacolari e nella quali si rivela in maniera più stringente l’intreccio tra vita e teatro. LA PASQUA IN SICILIA I rituali della Pasqua in Sicilia, lungo lo spazio temporale che va dalle Domenica delle Palme fino al Venerdì Santo e alla Domenica di Resurrezione, si presentano come una sequenza narrativa della Commemorazione religiosa cristiana ma anche come richiamo a una ritualità simbolica precristiana dove la Pasqua è la sintesi di rinnovamento, di transito, da una fase di morte della Natura (l’inverno) a una fase di vita e di risveglio (la primavera) secondo un passaggio che, già in ottica paganeggiante, si esplicitava con la morte e la rinascita della Divinità. Riti tutti che risentono della spiritualità e della spettacolarità barocca: "su quei palcoscenici folgorati dal sole, tra quelle quinte di pietra intagliata, tra fantastiche mensole che sorreggono palchi e tribune, tra allegorie, simboli ed emblemi, tra mascheroni e grottesche, tra rigonfi di grate e inferriate, tra cupole, logge e pinnacoli, tra vie e piazze, tra gradinate, sagrati e terrazze, contro fondali e prospettive impensate, in questa scenografia onirica e surreale, in questo gran teatro del mondo, ecco che esplode il più necessario, il più vero, il più elementare, il più barocco degli spettacoli: la festa religiosa" (Vincenzo Consolo, La Sicilia Passeggiata, Eri, Torino). In Sicilia niente, meglio della festa religiosa, esprime l’amore per la ritualità e lo sfarzo, la teatralità dei siciliani, protagonisti di un gioco della parti da cui origina tutta l’opera di uno dei più importanti scrittori dell’isola: Luigi Pirandello. A Pasqua ogni siciliano si sente, non solo uno spettatore, ma un attore prima dolente e poi esultante per un mistero che è la sua stessa esistenza. Il tempo dell’evento è quello della Primavera, la stagione della metamorfosi, così come metamorfica è la natura stessa del rito nel quale, come in un racconto dell’opera dei Pupi, si combatte la lotta del Bene contro il Male. Sono presenti l’Inganno, il Dolore e il Trionfo: la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo. LA DIAVOLATA E L'ANGELICATA DI ADRANO (CT) Tra le celebrazioni più importanti e nelle quali la lotta tra il Bene e il Male ha un ruolo protagonista ci sono la Diavolata e L’angelicata di Adrano in provincia di Catania. Gli Adranesi in dialetto chiamano la festa "I Diavulazzi di Pasqua" ed è una delle celebrazioni dove maggiormente si intrecciano elementi di derivazione pagana ed elementi specificamente cristiani. La sacra rappresentazione prende le mosse da un testo dal titolo "La Resurrezione" scritto nel 1752 da un poeta locale: Don Anselmo Laudani. Da oltre 250 anni la tradizione si rinnova la mattina del giorno di Pasqua. Poco prima della rappresentazione vengono portati in giro per la città i tre protagonisti del dramma sacro: il Salvatore che indossa un mantello rosso, la Madonna vestita di rosa e l’Angelo abbigliato con un ricco abito coperto di nastri colorati e coccarde.

Il Palcoscenico viene allestito di fronte alla chiesa madre del paese e consiste in una scenografia che rappresenta una selva infernale con al centro un volto diabolico e un sepolcro. Protagonisti di questa scena sono i Diavoli: Lucifero, capo dei ribelli, Belzebù, il Signore delle Mosche e Astarot con le sue 40 legioni. Sul palcoscenico si trovano anche la Morte, l’Umanità a simboleggiare la speranza e l’arcangelo Michele, avversario del demonio. Nel corso del dramma i Diavoli tentano di convincere l’Umanità a rimanere dannata poiché il corpo di Gesù Cristo che è risorto non si trova più nel sepolcro. Interviene allora l’arcangelo Michele che sconfigge Lucifero e i Diavoli. Finita la sacra rappresentazione, davanti la chiesa di Santa Chiara, avviene l'incontro tra Maria e Gesù, la cosiddetta "Pace": la Madonna, che già dalla mattina era alla ricerca del Figlio risorto, incontra finalmente il Salvatore, tocca la piaga del Figlio e un Angelo annuncia all'umanità la redenzione degli uomini. La rappresentazione della Diavolata, da alcuni anni, viene riproposta la sera, in uno scenario naturale di rara bellezza: Piazza Umberto incastonata tra edifici storici tra i quali il maestoso Castello Normanno, reso ancor più suggestivo da una sapiente illuminazione. Le cosiddette "Feste dei Diavoli" sono diffuse in tutta Europa. In Polonia ad esempio esiste una diavolata che ha molte somiglianze con quella di Adrano o con il Ballo dei Diavoli di Prizzi. A Kolednicy la morte, armata di falce è seguita da due esseri infernali chiamati orsi, tuttavia simili nella foggia del vestire e nelle mansioni ai diavuli dell’abballu sicilianu. Ad Elzach (Selva Nera) compaiono le maschere infernali degli Schuddingen, mentre in Austria (zona del Salisburghese) nelle celebrazioni del solstizio invernale si ha una contesa tra i puri e gli impuri. Anche nelle nazioni extraeuropee di cultura latina esistono simili rituali. La chiesa veniva a proiettarsi nell’America Latina attraverso la Spagna e mescolava alle antiche tradizioni locali usi e costumi cristiani, modificati in funzione delle arcaiche credenze politeistiche. Da qui le numerose fiestas de los diablos (diablade), feste del male celebrate nel periodo di Pasqua. Ad Oruro (Bolivia) si svolge la più suggestiva ed impressionante di queste fiestas dove comunque sono sempre protagonisti i diavoli. La Diavolata è tuttavia solo la punta di diamante di una serie di celebrazioni che si svolgono lungo tutta la Settimana Santa. Si inizia la Domenica delle Palme con la rappresentazione della Via Crucis che vive il suo momento culminante con la scena della Crocifissione. Il Giovedì Santo viene portata in processione la statua del Cristo alla Colonna. La leggenda narra che il Corpo di Cristo sarebbe legato alla colonna con una corda senza nodo grazie al prodigio compiuto da un angelo. Il corteo, capeggiato dal clero e dalle molteplici Confraternite contraddistinte dal loro storico stendardo, parte dalla chiesa di San Sebastiano e si snoda lungo il corso Garibaldi, per giungere nella Chiesa Madre. Gli uomini sorrreggono il fercolo sulle spalle e cercano di imitare le sofferenze di Gesù sotto il peso della croce, a passi lenti, con quella strana andatura di tre passi avanti e due indietro, e facendo a volte vacillare il fercolo, per rappresentare e far rivivere il tormento, le torture, le agonie che portarono il Figlio dell'Uomo al supplizio della croce. La processione si scioglie a notte tarda, dopo aver portato la statua in visita nelle varie chiese, dove sono allestiti bellissimi sepolcri. Il Venerdì Santo è la volta della processione dell’Addolorata portata in spalla da un folto numero di ragazze. La Madonna va alla ricerca del Figlio. La stessa sera si svolge uno dei momenti più emozionanti e suggestivi della Settimana Santa di Adrano. Il Cristo Morto viene portato in processione per le vie della città accompagnato da un commovente lamento funebre. A Mezzanotte del Sabato viene proclamata la Resurrezione di Cristo, il suono festoso delle campane interrompe il silenzio e la mestizia dei giorni precedenti e durante la cerimonia nella Chiesa Madre un grande telone telone del '700 viene issato nell'area presbiteriale insieme alla statua del Cristo Risorto: quando il telo viene issato, alcune candele, poste ai piedi della statua, si spengono e i contadini di un tempo, in base al numero di esse che rimanevano accese, traevano auspici per il raccolto.

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