La via Francigena
Le strade del Medioevo erano affollatissime di pellegrini. Li riconoscevi dalla zucca che veniva utilizzata come borraccia e dal bastone, la terza gamba del pellegrino, utilizzato come aiuto nel cammino ma anche per difendersi da eventuali aggressioni di briganti che all’epoca infestavano le strade. Ma non solo, il pellegrino indossava anche dei simboli che indicavano la sua meta o la provenienza (RAMO DI PALMA per Gerusalemme, CONCHIGLIA per Santiago di Compostela, CHIAVE per ROMA), in un groviglio di percorsi in Europa che ha costituito, a detta di molti storici, anche il mezzo attraverso il quale si è formata una identità europea.
Le strade erano una occasione di contatto e dialogo tra masse di persone provenienti da nazioni diverse, fonte di apprendimento e di diffusione di culti e tradizioni fino ai luoghi più sperduti, contributo decisivo nel creare un linguaggio e un quadro simbolico di riferimento che unifica la cultura europea. Uno dei racconti del mondo dice che appena l’uomo fu creato dato che non poteva restare fermo come pietra, tronco morto o frutto caduto, fu creato anche il cammino.
Il mettersi in cammino è profondamente connaturato all’essere umano e anche il viaggio di conseguenza. Poi il viaggio a piedi verso un luogo sacro è una pratica universale che si ritrova presso tutte le religioni.
Nella Grecia classica erano molti i luoghi sacri meta di pellegrinaggi dei quali il più famoso è sicuramente Delfi dove si giugeva seguendo un itinerario descritto dettagliatamente per ricevere i responsi della Pizia.
Per gli indiani è Benares il luogo di purificazione per eccellenza, per gli Ebrei è Gerusalemme mentre per i musulmani il pellegrinaggio alla Mecca è uno dei cinque pilastri delle regole coraniche.
Con il giubileo del 1300 si impone il valore del pellegrinaggio a Roma. Gli itinerari dei pellegrinaggi maggiori (Gerusalemme, Santiago di Compostela, Roma, Canterbury ...) sono determinanti per la fondazione di santuari, monasteri, strade, ospizi, mercati.
La via più importante che percorreva l’Europa da nord a sud unendo lungo una retta ideale Canterbury e Roma, era la Via Francigena. Il nome metteva in risalto la sua origine dai territori francesi e localmente era chiamata Romea per sottolineare che portava a Roma, centro della cristianità. Le sue origini si collocano tra il VII e l’VIII secolo per la necessità dei Longobardi di collegare il territorio di Pavia con i territori del centro e del sud Italia. Con il passaggio della dominazione longobarda alla dominazione franca la strada crebbe di importanza.
Relazioni di viaggiatori alla fine del primo millennio documentano il percorso che per molti secoli, pur con numerose varianti locali, restò comunque confermato nelle sue direttrici fondamentali. Allontanandosi da Roma, la Via Francigena seguiva il tracciato dell'antica Cassia e, toccata Bolsena e Acquapendente, si inoltrava in Val d'Orcia sino a Siena e poi seguiva la Val d'Elsa sino a San Gimignano.
Di qui traversava i colli della Toscana centrale sino a Lucca e Camaiore; risaliva la Versilia sino a Luni / Sarzana. Di qui i pellegrini diretti a Santiago de Compostela potevano imbarcarsi e navigare fino al delta del Rodano ricongiungendosi, a Montpellier, alla Via Tolosana.
Da Luni si inoltrava in Lunigiana valicando l'Appennino al passo del Monte Bardone (ora passo della Cisa). Passati il borgo antico di Berceto la strada scendeva il versante appenninico fino a Fornovo e, raggiunta la pianura padana, piegava verso nord ovest toccando Fidenza e Piacenza, dove guadava il Po. Toccando Pavia, Vercelli e Ivrea si poteva proseguire nella Val d'Aosta superando le Alpi tramite il passo del Gran San Bernardo (nord ovest).
Fin dai primi secoli all’assistenza dei pellegrini si dedicano i monaci che vedevano nel pellegrino la rappresentanza del divino. Questa pratica veniva messa in atto in particolare dai monaci Benedettini. Con l’allargarsi della prassi del pellegrinaggio debbono essere costruiti appositi ospizi per l’accoglienza (i primi sono quelli irlandesi) e già intorno al XII secolo, sulle rotte dei grandi pellegrinaggi, c’era una ampia rete di ospizi ben organizzati.
I pellegrini del 2000 hanno vestiti colorati, scarpe comode e ipertecnologiche, il bastone si è trasformato nella racchetta da trekking mentre i bed & breakfast, gli ostelli e gli agriturismi hanno sostituito l’ospitalità presso i monasteri o le Magioni dei Templari.
Il turismo lungo le strade dei pellegrini è una delle ultime tendenze di viaggio. La provincia di Parma ad esempio ha deciso di rivitalizzare la Via Francigena nel tratto che va da Fidenza a Lucca coinvolgendo anche le altre provincie di Massa-Carrara, La Spezia e Lucca. Lungo la strada si possono ammirare i borghi-strada che erano quello che sono per noi oggi gli autogrill sulle autostrade. Si incontrano le maestà, bellissime, disseminate lungo la via, i cippi votivi in marmo di Carrara risalenti al settecento o all’ottocento; le lunette delle antiche pievi scolpite su pietra con quelli che erano i moniti ai viandanti e molti altri gioielli di arte romanica nei piccoli borghi medievali che punteggiano le montagne, nelle città più importanti che si inontrano lungo il cammino.
Da Fidenza a Lucca le tappe fondamentali sono una decina tra facili e agevoli e più impegnative. C’è il percorso naturalistico che porta da Costamezzana alla pieve romanica di Fornovo, la salita appenninica per visitare la millenaria Pieve di Bordone fino al Borgo di Cassio tra i boschi e i misteriosii “Salti del Diavolo”. Da Cassio a Passo della Cisa si attraversa uno dei luoghi simbolo della Via Francigena fino a Pontremoli che prende il nome da un malsicuro Pons Tremulus, stretta tra due bracci d’acqua e solcata nel senso della lunghezza dall’antica strada maestra. Poi in Liguria fino a Sarzana con la fortezza risalente al XV secolo e che è l’ultima tappa che si frappone al mare di Marina di Massa tra l’zzurro dellacqua e il bianco delle Alpi Apuane. Si sale fino al castello Alghinotti per riscendere nella vivace Pietrasanta patria degli scultori di marmo e arrivare alla cittadina di Camaiore meta vacanziera di vip e di giovani aitanti surfisti. Infine in cammino verso Lucca con il suo immenso patrimonio artistico testimonianza di un glorioso passato medievale.
LA VIA FRANCIGENA - ITINERARIO CULTURALE D'EUROPA
Canterbury, Calais, Bruay, Arras, Reims, Chalons sur Marne, Bar sur Aube, Besancon, Pontarlier, Losanna, Gran San Bernardo, Aosta, Ivrea, Santhia, Vercelli, Pavia, Piacenza, Fiorenzuola, Fidenza, Parma, Fornovo, Pontremoli, Aulla, Luni, Lucca, San Genesio, San Gimignano, Siena, San Quirico, Bolsena, Viterbo, Sutri, Roma.
LINK: www.viafrancigena.com
Le strade erano una occasione di contatto e dialogo tra masse di persone provenienti da nazioni diverse, fonte di apprendimento e di diffusione di culti e tradizioni fino ai luoghi più sperduti, contributo decisivo nel creare un linguaggio e un quadro simbolico di riferimento che unifica la cultura europea. Uno dei racconti del mondo dice che appena l’uomo fu creato dato che non poteva restare fermo come pietra, tronco morto o frutto caduto, fu creato anche il cammino.
Il mettersi in cammino è profondamente connaturato all’essere umano e anche il viaggio di conseguenza. Poi il viaggio a piedi verso un luogo sacro è una pratica universale che si ritrova presso tutte le religioni.
Nella Grecia classica erano molti i luoghi sacri meta di pellegrinaggi dei quali il più famoso è sicuramente Delfi dove si giugeva seguendo un itinerario descritto dettagliatamente per ricevere i responsi della Pizia.
Per gli indiani è Benares il luogo di purificazione per eccellenza, per gli Ebrei è Gerusalemme mentre per i musulmani il pellegrinaggio alla Mecca è uno dei cinque pilastri delle regole coraniche.
Con il giubileo del 1300 si impone il valore del pellegrinaggio a Roma. Gli itinerari dei pellegrinaggi maggiori (Gerusalemme, Santiago di Compostela, Roma, Canterbury ...) sono determinanti per la fondazione di santuari, monasteri, strade, ospizi, mercati.
La via più importante che percorreva l’Europa da nord a sud unendo lungo una retta ideale Canterbury e Roma, era la Via Francigena. Il nome metteva in risalto la sua origine dai territori francesi e localmente era chiamata Romea per sottolineare che portava a Roma, centro della cristianità. Le sue origini si collocano tra il VII e l’VIII secolo per la necessità dei Longobardi di collegare il territorio di Pavia con i territori del centro e del sud Italia. Con il passaggio della dominazione longobarda alla dominazione franca la strada crebbe di importanza.
Relazioni di viaggiatori alla fine del primo millennio documentano il percorso che per molti secoli, pur con numerose varianti locali, restò comunque confermato nelle sue direttrici fondamentali. Allontanandosi da Roma, la Via Francigena seguiva il tracciato dell'antica Cassia e, toccata Bolsena e Acquapendente, si inoltrava in Val d'Orcia sino a Siena e poi seguiva la Val d'Elsa sino a San Gimignano.
Di qui traversava i colli della Toscana centrale sino a Lucca e Camaiore; risaliva la Versilia sino a Luni / Sarzana. Di qui i pellegrini diretti a Santiago de Compostela potevano imbarcarsi e navigare fino al delta del Rodano ricongiungendosi, a Montpellier, alla Via Tolosana.
Da Luni si inoltrava in Lunigiana valicando l'Appennino al passo del Monte Bardone (ora passo della Cisa). Passati il borgo antico di Berceto la strada scendeva il versante appenninico fino a Fornovo e, raggiunta la pianura padana, piegava verso nord ovest toccando Fidenza e Piacenza, dove guadava il Po. Toccando Pavia, Vercelli e Ivrea si poteva proseguire nella Val d'Aosta superando le Alpi tramite il passo del Gran San Bernardo (nord ovest).
Fin dai primi secoli all’assistenza dei pellegrini si dedicano i monaci che vedevano nel pellegrino la rappresentanza del divino. Questa pratica veniva messa in atto in particolare dai monaci Benedettini. Con l’allargarsi della prassi del pellegrinaggio debbono essere costruiti appositi ospizi per l’accoglienza (i primi sono quelli irlandesi) e già intorno al XII secolo, sulle rotte dei grandi pellegrinaggi, c’era una ampia rete di ospizi ben organizzati.
I pellegrini del 2000 hanno vestiti colorati, scarpe comode e ipertecnologiche, il bastone si è trasformato nella racchetta da trekking mentre i bed & breakfast, gli ostelli e gli agriturismi hanno sostituito l’ospitalità presso i monasteri o le Magioni dei Templari.
Il turismo lungo le strade dei pellegrini è una delle ultime tendenze di viaggio. La provincia di Parma ad esempio ha deciso di rivitalizzare la Via Francigena nel tratto che va da Fidenza a Lucca coinvolgendo anche le altre provincie di Massa-Carrara, La Spezia e Lucca. Lungo la strada si possono ammirare i borghi-strada che erano quello che sono per noi oggi gli autogrill sulle autostrade. Si incontrano le maestà, bellissime, disseminate lungo la via, i cippi votivi in marmo di Carrara risalenti al settecento o all’ottocento; le lunette delle antiche pievi scolpite su pietra con quelli che erano i moniti ai viandanti e molti altri gioielli di arte romanica nei piccoli borghi medievali che punteggiano le montagne, nelle città più importanti che si inontrano lungo il cammino.
Da Fidenza a Lucca le tappe fondamentali sono una decina tra facili e agevoli e più impegnative. C’è il percorso naturalistico che porta da Costamezzana alla pieve romanica di Fornovo, la salita appenninica per visitare la millenaria Pieve di Bordone fino al Borgo di Cassio tra i boschi e i misteriosii “Salti del Diavolo”. Da Cassio a Passo della Cisa si attraversa uno dei luoghi simbolo della Via Francigena fino a Pontremoli che prende il nome da un malsicuro Pons Tremulus, stretta tra due bracci d’acqua e solcata nel senso della lunghezza dall’antica strada maestra. Poi in Liguria fino a Sarzana con la fortezza risalente al XV secolo e che è l’ultima tappa che si frappone al mare di Marina di Massa tra l’zzurro dellacqua e il bianco delle Alpi Apuane. Si sale fino al castello Alghinotti per riscendere nella vivace Pietrasanta patria degli scultori di marmo e arrivare alla cittadina di Camaiore meta vacanziera di vip e di giovani aitanti surfisti. Infine in cammino verso Lucca con il suo immenso patrimonio artistico testimonianza di un glorioso passato medievale.
LA VIA FRANCIGENA - ITINERARIO CULTURALE D'EUROPA
Canterbury, Calais, Bruay, Arras, Reims, Chalons sur Marne, Bar sur Aube, Besancon, Pontarlier, Losanna, Gran San Bernardo, Aosta, Ivrea, Santhia, Vercelli, Pavia, Piacenza, Fiorenzuola, Fidenza, Parma, Fornovo, Pontremoli, Aulla, Luni, Lucca, San Genesio, San Gimignano, Siena, San Quirico, Bolsena, Viterbo, Sutri, Roma.
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