Salviamo i B&B Pugliesi. Scatta la protesta contro il DDL che penalizzerebbe l'importante segmento ricettivo in Puglia
B&B pugliesi contro Associazione degli Albergatori e Regione. Si fa infuocata la protesta dei bed and breakfast pugliesi dopo la proposta di un disegno di legge che, a conti fatti, penalizzerebbe i 4/5 dei B&B presenti nella Regione Puglia.
Il DDL, ideato dall'Assessore Godelli e presentato come provvedimento di riordino, nasconde in realtà un intricato intreccio di interessi tra la Regione e l'Associazione degli Albergatori che renderebbe impossibile o limiterebbe molto la possibilità di fare impresa attraverso la microricettività.
Con il pretesto della concorrenza sleale dei B&B la Regione Puglia intenderebbe dare una mazzata a un settore fondamentale dell'ospitalità in tutta Italia e non solo. E' naturale che accampare la scusa della concorrenza sleale significa essere miopi di fronte al fatto che il turismo si muove non solo per flussi ma si suddivide anche in fette di mercato che, nel caso dell'ospitalità, si suddividono tra i viaggiatori che gradiscono un'accoglienza tradizionale e formale in hotel e quelli che invece amano scoprire l'ospitalità dei luoghi che visitano grazie al soggiorno in B&B. Nel momento in cui in Puglia si danneggiassero i gestori di B&B si verrebbe a danneggiare l'intero segmento turistico. Se si guarda ad esempio il caso dei distretti turistici si nota che, nonostante una concentrazione altissima di strutture ricettive, ci si guarda bene dal ridurre un segmento qualsiasi dell'offerta si tratti di B&B o di alberghi.
Quali sono dunque le note dolenti del DDL attualmente al vaglio del Consiglio Regionale? I Bed and Breakfast non potrebbero promuovere il loro servizio attraverso Internet e le più comuni piattaforme digitali di promozione e prenotazione dedicate al B&B; ci sarebbe l'obbligo di far coincidere la residenza anagrafica e l'abitazione; verrebbe legalizzato il divieto di offrire ai propri ospiti una colazione tipica e preparata in casa per propinare prodotti confezionati.
Al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e per far sentire la propria voce gli operatori dei B&B pugliesi si sono riuniti in un gruppo spontaneo chiamato “Salviamo i B&B in Puglia” che, anche attraverso il social network Facebook, sta diffondendo un documento che denuncia le conseguenze negative sulla loro attività dovute al disegno di riordino di questa tipologia di “imprese”.
All'accusa di concorrenza sleale i gestori dei B&B pugliesi rispondono che i loro tributi sono versati regolarmente e i proventi derivanti dall'attività microricettiva sono sommati a quelli derivanti dai redditi personali per il conteggio della dichiarazione dei redditi e il pagamento delle tasse. Inoltre, aggiungono gli operatori, la concorrenza sleale con gli alberghi tradizionali non ci sarebbe poiché, negli ultimi anni, i B&B hanno intercettato segmenti e fasce di domanda di ospitalità specifiche che in passato non erano supportate dall'offerta esistente. Una grossa fetta di domanda, ad esempio, è stata recuperata ai mercati esteri di Paesi quali la Grecia, la Croazia e la Spagna.
Se vuoi aderire alla protesta vai sulla Pagina Facebook del gruppo Salviamo I B&B in Puglia:
SALVIAMO I B&B IN PUGLIA

Con il pretesto della concorrenza sleale dei B&B la Regione Puglia intenderebbe dare una mazzata a un settore fondamentale dell'ospitalità in tutta Italia e non solo. E' naturale che accampare la scusa della concorrenza sleale significa essere miopi di fronte al fatto che il turismo si muove non solo per flussi ma si suddivide anche in fette di mercato che, nel caso dell'ospitalità, si suddividono tra i viaggiatori che gradiscono un'accoglienza tradizionale e formale in hotel e quelli che invece amano scoprire l'ospitalità dei luoghi che visitano grazie al soggiorno in B&B. Nel momento in cui in Puglia si danneggiassero i gestori di B&B si verrebbe a danneggiare l'intero segmento turistico. Se si guarda ad esempio il caso dei distretti turistici si nota che, nonostante una concentrazione altissima di strutture ricettive, ci si guarda bene dal ridurre un segmento qualsiasi dell'offerta si tratti di B&B o di alberghi.
Quali sono dunque le note dolenti del DDL attualmente al vaglio del Consiglio Regionale? I Bed and Breakfast non potrebbero promuovere il loro servizio attraverso Internet e le più comuni piattaforme digitali di promozione e prenotazione dedicate al B&B; ci sarebbe l'obbligo di far coincidere la residenza anagrafica e l'abitazione; verrebbe legalizzato il divieto di offrire ai propri ospiti una colazione tipica e preparata in casa per propinare prodotti confezionati.
Al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e per far sentire la propria voce gli operatori dei B&B pugliesi si sono riuniti in un gruppo spontaneo chiamato “Salviamo i B&B in Puglia” che, anche attraverso il social network Facebook, sta diffondendo un documento che denuncia le conseguenze negative sulla loro attività dovute al disegno di riordino di questa tipologia di “imprese”.
All'accusa di concorrenza sleale i gestori dei B&B pugliesi rispondono che i loro tributi sono versati regolarmente e i proventi derivanti dall'attività microricettiva sono sommati a quelli derivanti dai redditi personali per il conteggio della dichiarazione dei redditi e il pagamento delle tasse. Inoltre, aggiungono gli operatori, la concorrenza sleale con gli alberghi tradizionali non ci sarebbe poiché, negli ultimi anni, i B&B hanno intercettato segmenti e fasce di domanda di ospitalità specifiche che in passato non erano supportate dall'offerta esistente. Una grossa fetta di domanda, ad esempio, è stata recuperata ai mercati esteri di Paesi quali la Grecia, la Croazia e la Spagna.
Se vuoi aderire alla protesta vai sulla Pagina Facebook del gruppo Salviamo I B&B in Puglia:
SALVIAMO I B&B IN PUGLIA
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