Dove vuoi andare?
2 ospiti · 1 camera
Dove vuoi andare?
Ospiti e camere
...
IT | Cambia lingua Preferiti Vicino a me Inserisci la tua struttura
Regioni Località turistiche Punti d'interesse Offerte Last Minute
B&B Day
primo weekend di marzo
Settimana del Baratto
terza settimana di novembre
BarattoBB
baratto tutto l'anno in B&B
BB25
25 Euro tutto l'anno
B&B Card
richiedila gratis
Come aprire un B&B Mondo B&B Blog Magazine Turismo Speciali Eventi Fiere Punti d'interesse Suggerisci un punto d'interesse Tesi universitarie sul B&B
(Guadagna 100 Euro)
Scopri i B&B migliori B&B Europa
FAQ e contatti Note legali, Cookie Policy, Privacy Area Riservata Gestori
Italiano English Français Deutsch Español

La Laguna Siciliana. Stagnone, Saline, Mulini a Vento

Non è nota, naturalmente, come quella veneta ma anche a Sicilia possiede la sua Laguna. Un'area di 2000 ettari che fin dal 1984 è diventata una Riserva Orientata che caratterizza il paesaggio che da Trapani conduce a Marsala. La Laguna Siciliana, così possiamo chiamarla, ospita l'isola di Mozia, perla del Mediterraneo.

Il paesaggio che i viaggiatori ammireranno è caratterizzato dalla presenza di saline e mulini a vento ... si fa proprio fatica a pensare di essere in Sicilia. Lo spettacolo diventa ancora più suggestivo in estate, quando, al momento della raccolta del sale, i colori dell'acqua nelle varie vasche si intensificano e le vasche più interne oramai prosciugate brillano al sole. La storia della sfruttamento della zona tra Trapani e Marsala, detta Via del Sale, è molto antica e risale all'epoca fenicia.

I Fenici, popolo di navigatori, si accorsero delle condizioni estremamente favorevoli dell'area e furono loro a impiantarvi delle vasche per la produzione del sale, prodotto che esportavano in tutto il bacino del Mediterraneo. Da questo momento ha inizio lo sfruttamento di questa porzione di terra nel lembo più occidentale della Sicilia. Le condizioni naturali e climatiche permettono ancora oggi di ricavare il sale mentre il paesaggio sembra disegnato da uno strano pittore a metà strada tra il nostalgico Van Gogh e il geometrico Mondrian.

Se ricostruire la vicenda delle saline siciliane dall'epoca dei Fenici è un po' difficile per la distanza temporale, notizie più certe si hanno a partire dall'epoca Normanna. Federico II nelle Costituzioni di Menfi cita le saline del trapanese dopo averle rese monopolio della corona Un viaggio in Sicilia alla scoperta delle Saline e dello Stagnone è l'ideale per chi ama la storia, la natura e le tradizioni. All'interno dello Stagnone (quella che abbiamo definito Laguna) di Marsala si trovano quattro isole: l'Isola Longa, la più grande, Santa Maria, coperta di vegetazione, San Pantaleo (Mozia), Schola, la più piccola delle isole. La Laguna non esisteva ancora al tempo della dominazione fenicia dell'Isola di Mozia, si è formata infatti in tempi più recenti in seguito ai movimenti delle sabbie che hanno creato l'Isola Grande intorno ai due isolotti originari che si trovavano in mare aperto.

La scarsità di correnti necessarie al ricambio dell'acqua fece in modo che l'acqua diventasse stagnante e con una temperatura al di sopra del normale. La produzione del sale è una voce importante dell'economia di questa zona dell'isola: negli anni cinquanta Marsala vantava nove saline che producevano 53.00 tonnellate di sale. Oggi ne funzionano solo quattro con una minore produzione di sale. Una riduzione dovuta agli alti costi di lavorazione del sale e del personale addetto alle saline.

La bellezza del paesaggio della zona ha fatto sì che negli ultimi anni alcuni mulini siano stati trasformati in piccoli musei all'interno dei quali viene presentata la storia dell'attività estrattiva. A Nubia, in una piccola casa salaria risalente a trecento anni fa è stato allestito uno dei musei che illustra la storia della lavorazione del sale e mette in mostra gli attrezzi utilizzati per l'estrazione e la raccolta. Le saline più spettacolari si trovano all'interno dello Stagnone. E' qui che ha sede il Mulino Infersa. Si tratta di un mulino di origini cinquecentesche che oggi sopravvive grazie all'amore dei suoi proprietari che lo hanno rimesso in funzione per permettere a chi non ne avesse mai visto uno di assaporare il fascino del lavoro di un tempo.

Il mulino a stella o olandese è composto da un corpo a tronco di cono, da una cupola conica e da sei pale di forma trapezoidale con lo scheletro di legno, cui vengono applicate le vele in tessuto che si muovono al vento. All'interno, un complesso sistema di ruote dentate, alberi ed ancoraggi permette di orientare la cupola (e quindi le pale) al vento e di sfruttare l'energia naturale per macinare il sale (come in questo caso) o per convogliare l'acqua (se il mulino è posto tra due vasche). In quest'ultimo caso al mulino è collegata la cosiddetta spira di Archimede. Le pale possono girare ad una velocità di 20 km orari e sviluppano una potenza di 120 cavalli (per azionare la macina, posta nei locali a pianterreno, sono necessari almeno 30/40 cavalli).

La Riserva orientata dello Stagnone è un paradiso per gli amanti della natura. Tra le specie floreali più importanti troviamo il pino d'Aleppo, la palma nana, la canna di bambù (Isola Grande), la Calenduia marittima, che in Europa cresce solo qui e in Spagna, la salicornia (dal fusto carnoso), la Scilla Marittima, dai fiori bianchi stellati, il giglio marino ed i giunchi. Le isole sono anche popolate da molte specie di uccelli tra cui allodole, cardellini, gazze, fratini e calandre. Le acque dello Stagnone, molto pescose, sono popolate da una fauna molto ricca tra cui anemoni, fiocchi di mare, murici, da cui i Fenici ricavavano la porpora utilizzata per tingere i tessuti, e una quarantina di specie ittiche differenti tra cui spigole, orate, saraghi e sogliole.

Tra le Isole la più nota e visitata è sicuramente Mozia (MOTYA). La nascita di un centro urbano a Mozia è databile alla fine del VIII secolo a.C. anche se sono presenti testimonianze d’età preistorica, addirittura risalenti all’Età del Bronzo (XV-XIII a.C). L'isola di Mozia fu importante colonia dei Cartaginesi, utilizzata come base per le operazioni di scambio e contro gli attacchi provenienti dalla Sicilia. Qui sbarcarono i generali Asdrubale e Amilcare con la loro flotta di trecento triremi e cento navi che trasportavano settantamila soldati, molti cavalieri e carri da guerra. Nel 397 Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa, assedia la città e pone fine alla sua esistenza. Gli abitanti si rifugiano sulla terraferma nella colonia di Lilibeo, l'attuale Marsala.

La riscoperta di Motya è legata al nome di Giuseppe Whitaker, un nobile inglese della fine dell'800 la cui famiglia si era stabilita in Sicilia ed aveva avviato un fiorente commercio di esportazione di vino Marsala. Sull'isola si erge l'abitazione dei Whitaker, oggi trasformata in museo. Una delle attrazioni principali di dell'isola di Mozia è la statua marmorea del Giovinetto di Mozia. La misteriosa statua ha suscitato l'interesse di parecchi esperti e studiosi dal momento che misteriosi sono la sua origine e l'iconografia. Al riguardo sono state formulate parecchie ipotesi. La statua venne ritrovata nel 1979 e raffigura una figura maschile panneggiata, forse un auriga, e fu probabilmente portata nell'isola di Mozia dai Cartaginesi dopo che ebbero saccheggiato Selinunte nel 409 a.C. Molti studiosi pensano potesse raffigurare un giovane alla guida di un cocchio, le altre ipotesi ritengono potesse essere un dio (in particolare Mlkart/Ercole) o un magistrato punico (suffeta) a giudicare dalla posizione delle braccia (già perse al momento del ritrovamento). Il braccio destro è sollevato (forse a brandire un frustino nell'ipotesi dell'auriga), ed il sinistro appoggiato sul fianco, dove ancora si vedono i resti della mano. Il Giovinetto indossa una leggera tunica e sfoggia uno sguardo fiero, che arricchiscono il fisico atletico e prestante.

Per quanto riguarda l'enogastronomia tutta l'area è celebre in Sicilia e all'estero per la produzione del Marsala, vino dolce, da dessert o da meditazione e per la cucina a base di pesce azzurro o tonno provenienti dalle acque pescosissime intorno alle Egadi.

Letture: 11871

Dove dormire a Marsala