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punti di interesse di Taceno

Terme di Tartavalle

Le acque della fonte furono analizzate per la prima volta nel 1847 dal padre Ottavio Ferrario, distinto chimico della farmacia dei Fatebenefratelli di Milano, che la qualificò come acqua "salina magnesiaca ferruginosa". Dei risultati delle analisi e delle proprietà curative dell'acqua ne danno notizie il Marchetti (1847) ed il Bettinetti (1847) in due articoli pubblicati sul più importante quotidiano milanese dell'epoca, la "Gazzetta Privilegiata di Milano" del 24 luglio e, del 29 luglio. Sempre al Marchetti, si devono alcune note sulla "Gazzetta Medico Lombarda" del 1849, dedicate alle "acque minerali subacidulo - salino - ferruginose di Taceno, nella Valsassina". La fama di Tartavalle cominciò così a diffondersi. L'ingegnere Giuseppe Arrigoni già dal 1848 aveva pubblicato una memoria "delle acque minerali di Taceno", il dottor Bettinetti aveva scritto sulla Gazzetta Medica delle relazioni di cure, i dottori Antongini e Maroni pubblicarono in seguito degli opuscoli illustrativi, e fino al 1885 "la fonte si vide annualmente frequentata da parecchie centinaia di ammalati che si curavano e con successo, nelle flogosi lenti e croniche degli organi gastro-epatici, nelle affezioni degli organi orinari, nelle anemie, nei disturbi di stomaco, e nelle diverse forme in cui i principi infiammatori possono essere risolti".