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punti di interesse di Genazzano

Santuario della Madonna del buon Consiglio

A Genazzano, nel luogo dove oggi sorge il Santuario della Madre del Buon Consiglio, esisteva già un’antica chiesa del Sec. X. Nell’anno 1356 la chiesa fu affidata ai religiosi agostiniani. Nell’atto notarile di consegna troviamo che si trattava di una chiesa parrocchiale con il titolo di S. Maria del Buon Consiglio. Nella seconda metà del 1400, una vedova e terziaria agostiniana di nome Petruccia, mise a disposizione tutti i suoi beni per ingrandire e restaurare la vecchia chiesa ormai fatiscente. Ma, il preventivo di spesa si rilevò insufficiente per portare a termine il progetto. I lavori furono sospesi e la popolazione, con sarcasmo, derideva la santa vedova per l’insuccesso della sua impresa. Ma la Petruccia con serenità diceva loro: "Figlioli miei, non vi preoccupate, perché prima che io muoia (ed era già molto vecchia) la Beata Vergine e S. Agostino porteranno a termine questa chiesa". Non passò un anno dalla predizione perché nel 1467, il 25 di aprile, festa di S. Marco, all’ora del vespro, un’immagine della beata Vergine "divinamente" apparve in una parete della chiesa. Grande fu la commozione della popolazione non solo per il prodigioso evento, ma per i tanti miracoli e grazie con i quali la Beata Vergine volle manifestarsi attraverso la sua bellissima Immagine. Il ripetersi di questi fatti consigliò il notaio del paese a trascriverli in apposito registro (Codice del Miracoli). Dal 27 aprile al 14 agosto sono riportati ben 161 miracoli. Immenso fu il concorso di popolo che veniva dai paesi vicini e poi da ogni parte d’Italia a pregare la Santa Immagine. Il papa Paolo II° volle rendersi conto dell’accaduto, e inviò a Genazzano, come suoi osservatori, due vescovi: Gaucerio vescovo di Gap e Nicola vescovo di Faren. Secondo un’antichissima e costante tradizione l’Immagine, portata a Genazzano da mani d’angeli e seguita da due pellegrini di nome Giorgi e De Sclavis, proviene da una chiesa di Scutari in Albania, dove era venerata. Ancora oggi questa tradizione, che si tramanda di generazione in generazione, è vivissima presso gli albanesi che, venendo pellegrini al Santuario, invocano Maria con l’antico titolo di "Signora d’Albania".