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Palazzo dei Musei

La storia di Palazzo dei Musei inizia otto secoli or sono, esattamente nel 1256 quando i francescani, per concessione del vescovo Guglielmo Fogliani, si insediano presso la chiesa di San Luca e il contiguo palazzo imperiale, in uso come sede vescovile a partire dal 1195. La trasformazione da palazzo in convento avverrà qualche decennio più tardi. Nel corso dei secoli il convento prende forma, prima sviluppandosi su due piani e intorno a un grande chiostro porticato, quindi dotandosi di un grande spazio adibito a orto e circondato da un muro di cinta. L’aspetto con cui lo conosciamo ora, è dovuto a un grande rifacimento nei primi decenni del Settecento. Durante le soppressioni napoleoniche, Palazzo dei Musei cessa di essere un convento e si trasforma in una caserma e stalla per cavalli, quindi in sede di istituzioni scolastiche. Solo a partire dal 1830 vi si allestisce la prima collezione privata di Lazzaro Spallanzani. Poi arrivano i nuclei collezionistici di Gaetano Chierici, le raccolte naturalistiche di zoologia di Antonio Vallisneri, di anatomia e botanica, a cui si affiancano le raccolte di etnografia. Nei decenni del Novecento, si ampliano e completano le collezioni ottocentesche e se ne aggiungono di nuove come la Galleria Antonio Fontanesi, le raccolte numismatiche ed epigrafiche, le sculture, i mosaici, i frammenti di architettura, ceramica, oreficeria e arti minori; quindi le raccolte dedicate alla geologia e alla fauna, di cui la balena Valentina è l’elemento più curioso: i suoi resti, datati a oltre tre milioni di anni fa, sono stati ritrovati sulle colline reggiane della Valle del Secchia.