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La Biblioteca Aprosiana

Su Via Garibaldi si affaccia l'ex Teatro Comunale, ampliato nel 1862 con fronte in stile Neoclassico, con archi e lesene ioniche che sorreggono la trabeazione e il timpano triangolare. Oggi è sede della Civica Biblioteca Aprosiana, unica in Italia nel suo genere, fondata da Angelico Aprosio, erudito frate agostiniano nato a Ventimiglia nel 1607. Fu realizzata dopo varie traversie nei locali del Convento, allora situato in una zona semideserta, nella parte più bassa e paludosa della città. L'Aprosiana fu dalla metà del '600 la prima biblioteca pubblica della Liguria, con una dotazione di varie migliaia di volumi, incunamboli e codici (di manoscritti ne restano oggi una quarantina di argomento vario, tra cui una preziosa variante delle Obras di Gongora e la Consolatoria del Rizzo, opera ignota alla bibliografia spagnola). Aprosio fece apportare delle modifiche al lato orientale del convento ed ottenne una sede più ampia per la biblioteca: aveva da sistemarvi la propria Pinacoteca di ritratti e voleva esporre i reoerti archeologici ed i pezzi di antiquariato che aveva collezionato, in particolare una importante raccolta di monete greche e romane. La biblioteca, come tutto il complesso conventuale, subì numerosi danni sia durante la Guerra dei Sette Anni a metà settecento (fu saccheggiata dalle truppe austriache), sia durante l'epoca napoleonica (l'ordine degli Agostiniani fu smembrato e furono svendute le opere custodite nel convento). Solo con il mecenate inglese sir Thomas Hanbury,che realizzò anche i prestigiosi giardini a Capo Mortola, la biblioteca rinacque a nuova vita: fu inaugurata il 30 luglio 1901, mentre la catalogazione durò ancora per tre anni. Attualmente costituisce un punto di riferimento facilmente accessibile e consultabile, un importante nodo parauniversitario indispensabile agli studiosi di letteratura barocca: un insigne monumento, con i suoi 7.000 volumi antichi ed i 16.000 moderni.