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Brezza Marina Sanremo - Consigli Turistici
Locazione Turistica

I consigli per turisti del gestore

Itinerari insoliti a Sanremo e dintorni.

Itinerario in moto nella valle Argentina tra terrazzamenti, carrugi e terre di mulini
L'itinerario prende il via da Sanremo cittadina di glamour con le sue spiagge di sabbia dorata.
Dal centro cittadino si esce percorrendo la via Aurelia in direzione Imperia e si raggiunge San Lorenzo al Mare; da questo punto parte una strada panoramica che si snoda tra i terrazzamenti fino a Costarainera, lungo la mitica salita della Cipressa, dove molte volte si sono decise le sorti della gara ciclistica Milano-San Remo.
Dopo una sosta 'panoramica' si ridiscende sulla statale 1 e, percorsi pochi chilometri, si giunge ad Arma di Taggia per imboccare la valle Argentina, che molto probabilmente deve il nome alle fronde argentate degli olivi. Sono proprio questi alberi, sui quali cresce l'oliva taggiasca, che dà un olio famoso per il suo bassissimo tasso di acidità, a dominare i numerosi terrazzamenti della zona, sostenuti da muretti a secco strappati alle pareti della montagna, ai piedi della quale corrono il torrente Argentina e la sinuosa statale 548.
Curva dopo curva, si arriva all'ampia ansa del torrente sulla quale sorge Badalucco, un paese contraddistinto da ripidi carrugi, alcuni dei quali impreziositi da opere d'arte in ceramica, anche di artisti importanti, rappresentanti paesaggi e scene di vita quotidiana. Si prosegue in salita fino alla chiesa di San Nicolò, sul colmo della collina: un percorso faticoso ripagato da un'insolita visuale sul paese e su Montalto Ligure. Due segnalazioni gastronomiche per Badalucco: la Sagra du Stocafissu a baucogna, che ha luogo ogni settembre, con il merluzzo essiccato cucinato secondo antiche ricette locali, e i famosi fagioli bianchi locali, dalla buccia particolarmente sottile.

Le streghe e l'oro nero della Valle Argentina
Seguendo il corso del torrente si arriva a Molini di Triora, dove un tempo sorgevano diversi mulini e frantoi che rappresentavano la ricchezza del paese. D'obbligo una breve sosta alla Bottega di Angela Maria, un negozio che espone oggetti stranissimi e liquori fatti in casa. Sembra che la titolare, persona simpaticissima, discenda da una donna accusata, a suo tempo, di stregoneria.
Ma la particolarità più interessante della zona è costituita dalle cave di ardesia, con la prima che s'incontra appena fuori dal centro abitato: qui la montagna viene aggredita e scavata, alternando enormi stanze di estrazione a zone a colonne portanti.
Poco più in alto, a qualche tornante di distanza, svetta Triora, il "paese delle streghe", paesino dalle viuzze tortuose dove la storia si perde nella leggenda: qui l'Inquisizione scatenò nel 1587 una caccia tra le donne del paese, e il ricordo dei fatti è rimasto nel folklore e nelle tradizioni del borgo. Qui l'ardesia fa notare la sua presenza nelle architravi delle case, su cui sono incisi le date e gli stemmi nobiliari.

Dai campi di lavanda alle acque termali
Ancora terrazzamenti, ora brulli ma un tempo coltivati a lavanda, sagomano i fianchi della montagna a Creppo: le distillerie di lavanda ospitate nei casolari oggi diroccati vennero abbandonate progressivamente durante la seconda guerra mondiale. Dopo qualche curva appare Realdo, in bilico su una roccia che ne costituisce la naturale difesa. Realdo fu postazione di difesa fino a mezzo secolo fa, ospitando parte della guarnigione in servizio nei fortini situati sullo spartiacque, al confine tra Italia e Francia. Al di là del monte Gerbonte c'è l'occitana Briga Marittima, mentre Realdo e la minuscola Verdeggia sono già terra brigasca per tradizioni e per influssi dialettali.
L'arco verdeggiante del monte Saccarello, che con i suoi 2200 m è il più alto della Liguria, è punteggiato dai buchi neri delle cave.
Si ridiscende a Molini, per intraprendere la tortuosa salita ai 1127 m della Colla di Langàn, da dove si consiglia di seguire una breve ma appagante deviazione fino alla Colla Melosa, crocevia di numerosi itinerari escursionistici. Qui si è gratificati da un'ampia veduta che spazia sul bacino artificiale della Tenarda arrivando, nelle giornate limpide, fino al mare.
Si ritorna a San Remo per partecipare alla movida notturna.


La seconda parte dell'itinerario prevede una visita ai 'chibi', i vicoli scuri di Pigna, capoluogo della val Nervia. Le sue case in effetti tengono fede al nome, accavallandosi le une sulle altre come le squame di una pigna, e le strade, disposte concentricamente, s'incontrano nel punto più alto dell'abitato. Qui l'ardesia è presente nelle colonne della loggia, nella facciata di diverse chiese e negli stemmi incisi all'esterno di alcune case signorili. Attraverso la vallata si arriva a Dolceacqua, paese sviluppatosi nel Trecento sotto la famiglia dei Doria, noto ai più per il ponte romano a schiena di mulo e per il castello; il percorso si snoda tra archi, passaggi coperti e vicoli scuri che ospitano botteghe e cantine in cui è possibile assaporare il rossese, sapido vino rosso proveniente dalle uve delle colline circostanti. Dal campo sportivo di Dolceacqua la strada s'inerpica fino alla Colla Bella; al bivio per Perinaldo si svolta a sinistra, alla volta di Apricale. È un'interminabile serie di curve ad accompagnare al borgo, circondato da olivi e punteggiato di botteghe artigiane e piccoli atelier di ceramiche. Poi un tratto di strada con vista sulle Alpi liguri conduce a Bajardo; una strada altrettanto panoramica, valicando il passo Ghimbegna, scende tortuosa fino a Ceriana e poi, più scorrevole, fino al Poggio di San Remo, aprico balcone sul mare. La via Aurelia riporta velocemente San Remo.


Sera
Alla scoperta dei sapori dell'entroterra: erbette, olio d'oliva extra vergine, olive taggiasche in salamoia, pasta di olive e vino Rossese di Dolceacqua DOC. A Dolceacqua si può provare nella "Locanda La Vecchia", cucina tipica con prodotti di produzione propria. Ad Apricale, da provare il coniglio cotto nel Rossese di Dolceacqua del ristorante "La Favorita".

I segreti dei Palazzi o dei personaggi che hanno abitato Sanremo.

San Remo: la città delle ville e dei giardini.
Abitate in origine dalla nobiltà e dalla ricca borghesia mitteleuropea, hanno nomi da romanzo fin de siècle. Si respira ancora oggi l'atmosfera della San Remo bella époque. Nella strada di mezza cornice, il corso degli Inglesi, sorge villa Bel Respiro dallo stile eclettico-neorinascimentale e il Castello Devachan già dimora del Conte Saville di Maxborough, nobile inglese vissuto per lunghi anni in India.
Decisamente originale è Villa Nobel, in stile moresco (residenza dell'illustre scienziato svedese) a piu' piani con torrette angolari a motivi esotici e suggestive decorazioni. Immersa in uno splendido parco di piante rari e secolari a due passi dal mare.
Sul corso Felice Cavallotti Villa Zirio con i suoi saloni sontuosamente decorati e affrescati fu dimora del Principe reale Federico Guglielmo incoronato imperatore di Germania con il nome di Federico III) e per ultimo da non perdere la classicheggiante Villa Ormond con i suoi ampi scaloni a doppia rampa immersa in una superba vegetazione tropicale di un vasto parco digradante verso il mare. Qui, in mezzo a fontane e laghetti spunta d'improvviso un giardino giapponese in miniatura, omaggio di San Remo alla città gemella del Sol Levante.