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B&B Cometa Salerno - Consigli Turistici
Bed & Breakfast

I consigli per turisti del gestore

Itinerari Classici e Monumenti da non perdere per chi visita Salerno.

Il centro storico di Salerno, sovrastato dall'incombente castello di Arechi, con tutte le sue vestigia specialmente dell'età longobarda e normanna, è uno dei più interessanti centri storici del Mezzogiorno.

Di origine longobarda, il centro storico di Salerno è chiuso sul mare dalle facciate degli edifici ben serrati per difendere l'interno dalle aggressioni dei pirati saraceni e conserva ancora intatto il suo fascino con i bei palazzi che si affacciano nello specchio d'acqua del golfo.

Il celebre lungomare di Salerno, tra i più lunghi e belli d’Italia, rappresenta una suggestiva passeggiata al centro della città: sempre affollato da un inesauribile andirivieni e ricco di numerosissimi bar, il lungomare collega il porto turistico con il centro commerciale immediatamente a ridosso della cortina di palazzi che lo separano dal mare; alle spalle della città, le colline coltivate ad ulivi e viti sono un fresco rifugio contro la calura estiva.

Nella visita a Salerno non sono assolutamente da perdersi il castello di Arechi, il Duomo normanno, il Museo Archeologico ed il Museo del Duomo, celeberrima collezione di dipinti di maestri locali di epoche diverse.


Le bellezze artistiche di Salerno sono strettamente connesse all'antico tessuto urbano della città in cui si sono accumulati i segni lasciati dalle diverse epoche.
Il centro storico si è sviluppato in epoca longobarda, tra le pendici della collina Bonadies e il mare: una posizione topograficamente molto difficile che costituisce, base del caratteristico andamento ascensionale della zona. Dal mare, infatti, si sale per le pendici del colle attraverso gradoni, scale e rampe, un sistema viario percorribile solo a piedi che lo ha un po' estromesso dal contesto cittadino che si muove soprattutto attorno a Corso Vittorio Emanuele ed a Via dei Mercanti, ma che lo ha anche preservato da scempi edilizi.
Il centro antico è racchiuso dai confini formati da Via De Renzi, da cui si domina tutta la città vecchia fino al mare, da Via Giudaica, da Via Masuccio Salernitano, da Via Fusandola, da Via S. Benedetto e da Via S. Michele. Quando la città era cinta dalle sue poderose mura, vi si accedeva attraverso le quattro porte dislocate più o meno ai quattro punti cardinali.
Il centro storico di Salerno è un prezioso palinsesto di un passato ricco di suggestioni. Della fase romana restano solo pochissimi sparsi frammenti (i gradoni di Santa Maria de Lama,
una pietra miliare nei pressi del Convitto nazionale), mentre si riesce ancora ad individuare il nucleo longobardo che ha al suo vertice il Castello di Arechi e alla sua base Via dei Mercanti, antico centro commerciale della città.
Della fase longobarda sopravvivono non soltanto i resti delle Mura, volute da Arechi, perché la parte più antica di Salerno, dove sorse l'insediamento longobardo dell'VIII secolo, è racchiusa fra Via Botteghelle e Via dei Canali e si aggroviglia tra vicoli e vicoletti dai nomi suggestivi e profondamente evocativi. Proprio in questa zona doveva trovarsi il grande leggendario palazzo fatto costruire da Arechi II, del quale purtroppo non resta, come labile traccia, che la Chiesa di San Pietro a Corte, o Cappella palatina, dove si svolgevano i riti religiosi e civili della reggia e che, nei secoli successivi, divenne il luogo in cui venivano conferite la lauree della Scuola medica salernitana.

Dalla posizione di questa chiesa, storici e archeologi hanno tentato di ricostruire la dislocazione del palazzo, del quale una traccia potrebbe essere l'arco sorretto da una grossa colonna in granito con capitello corinzio che divide in due Via Dogana Vecchia. Molte altre piccole chiese si trovano in quest'area: la Chiesa di San Salvatore de Fundico, in Via Canali si incontra la Chiesa di Sant'Andrea della Nunziatella, accanto alla quale ha sede il
Conservatorio Ave Gratia Plena Minore, che presenta un quadriportico retto da pilastri quadrati in pietra, con al centro una fontana.
In Vicolo Barbuti sorge Palazzo Fruscione, sulle cui pareti esterne si individuano tarsie murarie del XIII secolo che formano un intreccio di archi a sesto acuto e a tutto sesto perfettamente armonizzato con il gioco di monofore e bifore e di colonne romane che reggono archi a tutto sesto.
Nei pressi di Via dei Mercanti sorge la Chiesa del Crocifisso, nella piccola piazza omonima. Nella stessa zona sorge la Cappella di San Rocco e la Chiesa di San Giorgio.
In larghetto Cassavecchia, piccolo spiazzo
quadrato nel quale si aprono alcune botteghe di artigiani, si trova il piccolo, ma interessante Museo della Ceramica che ospita pezzi che vanno dal XVIII al XX secolo. Su Via Tasso si affacciano edifici antichi fra cui i cinquecenteschi Palazzo Ruggi d'Aragona e Palazzo Conforti. Accanto al primo troviamo la piccola Chiesa di Santa Maria de Alimundo, del X secolo, quasi soffocata dalle costruzioni che le sono accanto.
In Largo Campo, bella piazza quadrata, si affacciano dei bei palazzi settecenteschi.
Decentrata rispetto alla piazza, c'è l'imponente vanvitelliana Fontana dei delfini costituita da una vasca semicircolare sul cui bordo corrono dei delfini in bronzo.
In Via Porta Rateprandi si trova la Chiesa di Sant'Andrea de Lama, risalente probabilmente al IX secolo, ma rifatta in epoca barocca. Nei pressi sorge la Chiesa Santa Maria de Lama, una delle più antiche di Salerno.
Largo abate Conforti, antico centro della vita cittadina, è racchiuso dall'imponente Chiesa dell'Addolorata cui si accede da una doppia scalinata settecentesca, dal Palazzo dell'Archivio di Stato, oggi completamente rifatto ed infine dal Convitto nazionale; una fontana con dei delfini abbellisce questo raccolto spazio urbano.

Da qui vicoli e scalinate conducono al bellissimo Palazzo Copeta in via Trotula de Ruggiero, del XVIII secolo, da cui si giunge a Via San Massimo in cui possiamo ammirare il Palazzo e la Chiesa di San Massimo, voluti dal principe Guaiferio nel IX secolo; al di sotto del rifacimento settecentesco poco è rimasto delle strutture iniziali, ma notevole è il grande atrio del palazzo cui si accede da un portale in pietra; uno scalone monumentale conduce ai piani superiori dove si trovano ampi saloni con soffitti e pareti decorati da affreschi del XVII secolo.
In questa zona, inoltre, intorno a Via De Renzi, sono concentrate tutte le antiche fabbriche dei primi insediamenti monastici salernitani, risalenti al XII secolo.
In Piazza Alfano I, nel cuore della vecchia città, sorge il Duomo intorno al quale spiccano alcuni importanti edifici religiosi che formano la cittadella sacra. Separato da Via Roberto il Guiscardo, ma unito da un corridoio esterno, è il Palazzo arcivescovile. Costeggiando il muro del Palazzo arcivescovile si incontra, sulla sinistra, una corte in cui un doppio scalone di rappresentanza conduce all'ingresso del cosiddetto Tempio di Pomona: l'ampia facciata neoclassica nasconde quello che pare sia stato un tempio pagano dedicato alla dea Pomona: è un ampio locale spoglio scandito da un colonnato di sei colonne scanalate i cui capitelli sono decorati con teste femminili.
A pochi passi dal Duomo, in Largo Plebiscito, sorgono l'ex Seminario diocesano, di stile neoclassico, oggi sede del Museo e Biblioteca diocesana, la cinquecentesca Chiesa del Monte dei Morti, l'ottocentesco Istituto Cristo Re ed infine la Chiesa di Gesù Sacramentato e Maria Immacolata, dalle eleganti forme neoclassiche.
Nei pressi di Largo Plebiscito nella piccola Piazza San Tommaso d'Aquino di cui sono ancora perfettamente individuabili le linee medioevali sorgono il Convento e la Chiesa di San Domenico e Santa Maria della Porta, così chiamati perché furono costruiti a ridosso di Porta Rotese. Sempre in questa piazzetta, sorge un edificio, un tempo Monastero di Santa Maria della Mercede, oggi sede di alcune sezioni del Tribunale.

Tra Via San Michele e Via San Benedetto sono concentrati altri pregevoli edifici religiosi, dalle remote origini: la Chiesa di San Michele Arcangelo, la Chiesa di Santa Apollonia, ed infine la Chiesa di San Benedetto unico elemento avanzato di un antico complesso monastico benedettino risalente al VII secolo un tempo molto ricco e potente. Di fronte alla Chiesa di San Benedetto c'è il Museo archeologico provinciale. La Chiesa di Sant'Apollonia, in realtà dedicata a San Martino, era nel passato chiamata de coriariis, perché era sede della Congrega dei conciatori. Un portale in pietra sovrastato da un timpano curvilineo, sormontato da due finestrelle conduce al piccolo edificio di forme barocche. L'interno è a un'unica navata coperta da un tetto a botte. Alla fine della navata si erge una cupola ottagonale. Nicchie, archi, volte e medaglioni sono inseriti in cornici di stucco, mentre la volta è completamente affrescata da quadri che illustrano la Resurrezione, l'Ascensione e la Pentecoste.
Nel periodo postunitario lo sviluppo urbanistico di Salerno è avvenuto soprattutto verso il mare: Corso Garibaldi, con i suoi bei palazzi fine secolo, nacque in quel periodo. Nel 1861 vennero ripresi i lavori del porto, fu costruita la linea ferroviaria Napoli-Salerno-Eboli, vennero edificati nuovi quartieri tra la piazza Porta Nuova e la stazione, legati a Corso Vittorio Emanuele. Fra il 1870 e il 1880 fu costruito il Teatro Verdi. A fianco del teatro, nello stesso edificio, ha sede il Casino sociale, dagli ampi saloni decorati con stucchi ed affreschi. Dinanzi al teatro c'è un giardino pubblico in cui si trovano esemplari rarissimi di palme e la famosa Fontana di don Tullio. Nei primi anni del Novecento, la linea di costa fu arretrata fino a poter costruire un'ampia strada e la sequenza di giardini che formano il bellissimo lungomare, vanto dei salernitani.

Una serie di edifici pubblici sorsero durante il Fascismo quali il Palazzo comunale, le Poste, il vecchio Stadio, il Palazzo della Prefettura.

Itinerari insoliti a Salerno e dintorni.

Attraverso la SS 18 si raggiunge Pontecagnano. Situata ai margini della piana del Sele la cittadina è composta da due nuclei, Pontecagnano e Faiano, circondati da casali e contrade. L'ambiente nei dintorni di Pontecagnano-Faiano, è ricco di angoli suggestivi: oltre al Parco archeologico ed al Museo nazionale dell'agro Picentino, sono particolarmente interessanti le colline di Faiano, con il corso del fiume Picentino dove la vegetazione presenta un tipico esempio di macchia mediterranea, con i pini marittimi che, gradualmente, lasciano il posto a mirti, oleandri ed ulivi. Il litorale di Pontecagnano non manca di tratti di spiaggia piacevoli e suggestivi

Le origini di Salerno.

Un'antica leggenda narra di un gruppo di scienziati greci, ebrei, latini ed arabi cercavano una terra deliziosa; quando finalmente la trovarono vi posero la loro dimora dove, interpretando la scienza del celebre medico greco Ippocrate, insegnavano la medicina. Da qui sarebbe nata Salerno.

In realtà le origini di Salerno sono molto più antiche: la città sarebbe sorta insieme ad altre colonie romane intorno al 197 a.C., dopo la seconda guerra punica.

Da allora ebbe inizio una storia ricchissima di episodi, eventi e personaggi: dal principe Arechi II allo sbarco delle truppe alleate a Salerno nella seconda guerra mondiale, dagli assedi saraceni al ruolo di capitale sotto il governo del principe normanno Roberto il Guiscardo, durante il cui regno Salerno ebbe enorme rilievo per il grande sviluppo del commercio, dell'urbanistica e della cultura con la fondazione della Scuola di Medicina che le valse il titolo di Ippocratica civitas.

Il Piatto tipico. Le ricette delle Feste a Salerno.

Pastiera napoletana (Pasqua).

Dunque, la "vera" pastiera si prepara il giorno del giovedi' santo, con grano cotto acquistato in qualche pasticceria che lo cuoce col metodo tradizionale, una sola in tutta Salerno, arancia, cedro e zucca candita, acquistati in pezzettoni e da cubettare a mano e poi via a preparare secondo la ricetta di famiglia.

Ingredienti per il ripieno:
300 gr di grano già cotto,
400 ml di latte,
un cucchiaio di strutto o di burro,
un cucchiaio di zucchero,
1 bustina di vanillina
400 gr di ricotta di pecora,
300 gr di zucchero,
5 uova,
50 gr di acqua di fior d'arancio o millefiori naturale (o, in mancanza una fialetta di aroma),
2 limoni,
150 gr di cedro, zucca e altri canditi misti (tagliati a tocchetti piccoli),
150 gr di zucchero a velo.


Ingredienti per la pasta esterna:
500 gr di farina,
3 uova,
200 gr di zucchero,
200 gr di strutto,
la buccia grattugiata di un limone.
1 cucchiaino di lievito



Procedimento:
Con un discreto anticipo (meglio se il giorno prima) preparare la pasta frolla e lasciarla riposare fino al momento dell'uso.

Mettere a cuocere, a fuoco lento, il grano con il latte, lo strutto e il cucchiaio di zucchero. Fare cuocere fino a che il composto non avrà assunto un aspetto cremoso. Lasciare raffreddare completamente.

Mettere quindi la ricotta in una ciotola abbastanza capiente e lavorarla con un cucchiaio di legno in modo da renderla ben cremosa.

Aggiungere poi i 300 gr di zucchero e lavorare ancora.

Aggiungere quindi i cinque tuorli e tre albumi montati a neve ben ferma, la scorza grattugiata dei limoni, l'acqua di millefiori e i canditi tagliuzzati brevemente.

Unire quindi la crema di grano e mescolare ulteriormente.

Stendere quindi la pasta frolla portandola ad uno spessore di tre millimetri e foderarvi una teglia bassa, unta e infarinata.

Riempire con il ripieno e con la pasta rimanente formare delle strisce e disporle a griglia sul ripieno.

Mettere in forno, in posizione piuttosto bassa, a circa 150 gradi per un paio di ore.

Una volta cotta, farla raffreddare in forno caldo e aperto e spoverare di zucchero a velo.


Zeppole fritte (Natale).

1 Kg. Farina OO
5OO gr. di patate
5 uova
1OO gr. di burro
15O gr. di zucchero
1 cubetto di lievito
3 bustine di vanilina
2O gr. di sale
Liquore Strega
limone
arancia
Preparazione
Mettere la farina a fontana distribuire le patate lessate e schiacciate, aggiungere le uova, lo zucchero, la vanilina, il sale, il burro sciolto, il lievito di birra sciolto in poca acqua ed infine lo Strega. Dopo aver impastato il tutto lasciare riposare per un'ora. Quindi formare delle ciambelle che farete riposare per un'altra ora. Quando saranno raddoppiate di volume friggere in abbondante olio.






Milza imbottita

Per 4 persone:1 Kg. di milza - prezzemolo - 1 litro di aceto rosso - aceto balsamico - peperoncino - prezzemolo - menta - aglio - olio extravergine di olivaQuesta pietanza è usata specialmente durante la festa del patrono, San Matteo.Lavare, asciugare e spellare la milza, formare una tasca in cui si metterà l'imbottitura di prezzemolo, aglio, peperoncino e menta. Richiudere la tasca cucendola con ago e filo e dorare in olio extravergine di oliva. Fare cuocere la milza con miscela di aceto e aceto balsamico, a fuoco lento per circa 3 ore. Lasciarla raffreddare, tagliarla a fettine e servire a tavola.

Le Feste e le Ricorrenze particolari a Salerno.

Fra le tradizioni ancora vive a Salerno la più importante è la festa in onore di San Matteo, che ha origini longobarde.
La festa si celebra per tre giorni fino a culminare nella processione del 21 settembre. In quest'occasione le statue dei santi martiri, insieme a quella di San Matteo, sono condotte per la città. Portare le statue a spalla è considerato un privilegio: gruppi di uomini escono correndo dalle scale del Duomo reggendo le pesanti statue senza farle cadere. La processione è seguita dalle confraternite dai colorati mantelli, dalle massime autorità cittadine. Oltre alle celebrazioni religiose si organizzano bancarelle, luminarie, concerti e fuochi d'artificio sul mare.
Antiche tradizioni si coltivano anche nelle chiese rionali, come in quella di San Biagio dove ogni anno si benedice un olio miracoloso per la gola.
Durante la Settimana santa è consuetudine fare crescere pianticelle di grano al buio, ornarle di violacciocche e portarle in chiesa il Giovedì santo, quando i fedeli fanno il giro delle chiese.
Il 30 maggio di ogni anno, in onore della Madonna dalla medaglia miracolosa,c'è una processione che parte dalla Chiesa di San Michele Arcangelo.
In occasione della Festa di San Giuseppe nei quartieri periferici vengono accesi grandi falò che rievocano antichi riti pagani che salutano la primavera.
Durante l'Estate salernitana vengono organizzate manifestazioni inerenti la musica, il cinema e il teatro.

Leggende legate a Salerno e personaggi che vi hanno vissuto.

L'acquedotto - Gli archi del diavolo (o "Ponti del diavolo")

La leggenda vuole che l'architetto Pietro Barliario, mago, alchimista e architetto avesse costruito l’acquedotto in una sola notte, con l’aiuto del diavolo. Quando i figli scoprirono le sue trame diaboliche, Pietro li uccise, ma pentitosi subito corse in chiesa, dove passò tre giorni a pregare, proprio dinanzi ad un Crocifisso (esistente realmente e custodito oggi nel Museo Diocesano di Salerno). Si racconta che il Cristo avrebbe chinato la testa in segno di perdono dinanzi al Barliario sinceramente pentito.

Infine ottenne il perdono divino, testimoniato dal miracolo e visse i suoi ultimi anni come asceta nell’abbazia. I pochi resti dell’acquedotto ora visibili, a via Arce, sono detti per questo motivo "archi del diavolo".

La superstizione popolare riteneva, inoltre, che avventurarsi sotto gli archi tra l'imbrunire e l'alba avrebbe portato all'incontro con diavoli o spiriti maligni.

La leggenda fu probabilmente ispirata al fatto che la zona ove sorge l'acquedotto fino all'inizio del '900 era impervia (al disotto del piano stradale scorre il torrente Rafastia) e priva di abitazioni, a ridosso del settore più alto delle mura cittadine.