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B&B I Girasoli Grottammare - Consigli Turistici
Bed & Breakfast

I consigli per turisti del gestore

Le origini di Grottammare.

Anticamente era chiamata “Cuprae Fanum” in quanto vicino alla foce del fiume Tesino (dove in seguito venne eretta la chiesa di S. Martino) sorgeva il tempio della dea Cupra, protettrice della fecondità in epoca picena. Riguardo all’attuale abitato, le primissime notizie di Grottammare risalgono al VII secolo. Nell’VIII secolo i monaci benedettini s’installarono a San Martino e ne fecero una base per la diffusione della religione cristiana in un territorio non ancora completamente evangelizzato. Nel IX secolo già esistevano le fortificazioni sul monte ove sorge il Castello: le antiche mura e il massiccio Torrione della Battaglia furono eretti per difendere il porto dalle continue invasioni dei Saraceni. Grottammare fu tenuta in grande considerazione da Fermo, che la pose tra gli 8 castelli di prima classe sui 130 esistenti. Fu solo dopo il 1783 che gli abitanti di Grottammare cominciarono a costruire le proprie case lungo la fascia costiera, spinti dalle numerose e improvvise frane. Qui il 12 Ottobre 1860 s'incontrarono Vittorio Emanuele II e una commissione di notabili napoletani, in vista della penetrazione dell'esercito sabaudo nel Meridione d'Italia. Grottammare ha dato i natali a Felice Peretti (1521-1590), divenuto papa con il nome di Sisto V, e all’artista di fama mondiale Pericle Fazzini (1913-1987), autore della grandiosa “Resurrezione” (Sala delle Udienze del Vaticano). Piazza Peretti e Chiesa di S. Agostino - La Piazza è il centro dell’antico borgo con il Palazzo Priorale, l’altana della torre dell’orologio, il teatro dell’Arancio disegno del Maggi, la statua del fiero Sisto V del 1794 modellata dal celebre artista svizzero Stefano Interlenghi e l’elegante loggia e belvedere. Nella chiesa di S. Agostino si gode un affresco di V. Pagani “Madonna della Misericordia” Santa Maria ai Monti - Costruita sul finire del 1300, la chiesa fu ristrutturata nel 1614 e vi fu edificato il Convento dei Frati. Nel coro esiste un affresco del Pacchiarotti, allievo del Perugino. Chiesa di S. Martino - Costruzione romanica che sorge sulle rovine di un antico tempio pagano dedicato alla dea Cupra, eretto 29 secoli fa. L’esistenza del tempio sarebbe provata, secondo alcuni archeologi, da una lapide a ricordo del suo restauro effettuato dall’imperatore Adriano. Lapide che fino al 1614 serviva da mensa da altare. Quando il 1° luglio cade di Domenica vi si svolge la Sagra Giubilare. Chiesa di S. Pio V - Iniziata nel 1780, è opera dell’architetto Pietro Augustoni, ma la facciata è stata modificata dal Vespignani. Contiene opere di buoni artisti. Chiesa di S. Agostino - E’ dedicata a S. Patrizio, ma i frati agostiniani vi si trasferirono nel 1451 e la chiesa cambiò nome in S. Agostino. Il campanile mozzo ricorda la sosta che vi fece Martin Lutero. Vi si ammira una pregevole Via Crucis di Pericle Fazzini.

Gli eventi più importanti che hanno segnato la storia di Grottammare.

La lunga estate del Kursaal. Dopo i tempi duri della guerra, gli anni Cinquanta segnarono l' inizio di una nuova epoca, in cui si susseguirono grandi cambiamenti sociali, economici e culturali: la gente tornò ad uscire di casa e a fare le ore piccole in cerca di svago, ed in testa alla classifica dei divertimenti imperava il ballo. A ritmo di slow, twist, samba e boogie-woogie, molti locali, in tutta Italia, iniziarono una programmazione musicale di tutto rispetto; tra le tante sale che nacquero come funghi, solo alcune, oggi, possono veramente dire di aver contribuito, almeno in parte, a fare la storia della musica italiana. Tra queste si può annotare il Kursaal Dancing di Grottammare, sicuramente tra i ritrovi più esclusivi della penisola. Al pari della Bussola di Viareggio, della Capannina di Forte di Marmi, del Piper di Roma, dell' Altro Mondo di Rimini e di poche altre sale italiane, il locale grottammarese - aperto il 19 luglio 1952 (sulle "ceneri" di altre sale da ballo che dall' inizio del secolo fino allo scoppio della seconda guerra mondiale hanno allietato le serate estive dei villeggianti) e chiuso definitivamente ventiquattro anni dopo - era una bella "rotonda sul mare" sulla cui pedana si sono esibiti quasi tutti i nomi più importanti della canzone e dello spettacolo del nostro Paese: Nilla Pizzi, Achille Togliani, Wilma De Angelis, Mina (ancora con il nome di Baby Gate nel 1958 e nel 1965 ormai affermata vedette internazionale), Daniele Piombi (che qui ha iniziato la sua carriera di presentatore nel 1957), Ornella Vanoni, Teddy Reno, Claudio Villa, Nicola Arigliano, Tony Renis, Enzo Tortora, Jonnhy Dorelli, Edoardo Vianello, Corrado, Rita Pavone, Gianni Morandi, Antonella Steni con Elio Pandolfi, Alighiero Noschese, Aldo Fabrizi con Arnoldo Foà, Iva Zanicchi, i Dik Dik, Fausto Leali, Sergio Endrigo, Patty Pravo e Franco Califano, tanto per citarne una piccolissima parte, fino ad arrivare a Lucio Battisti (con la Formula Tre),

I segreti dei Palazzi o dei personaggi che hanno abitato Grottammare.

Liberty a Grottammare
I lineamenti del Liberty cominciano a profilarsi nella nostra regione negli anni 1902-1907, ma è solo dopo il 1910 che si registra un'ampia diffusione di edifici costruiti secondo i dettami del nuovo stile.

Essi vengono applicati prevalentemente alle architetture della "seconda casa" o "casa al mare", costruita spesso a ridosso dell'arenile con ampie aperture sul mare e giardini alberati e divenuta allo stesso tempo indispensabile elemento di benessere ed emblema di una agiata posizione socialeGrottammare, insieme ad altre cittadine della costa adriatica, si pone in una posizione "particolare" rispetto ai grandi centri, italiani ed europei, che videro la fioritura e lo sviluppo di questo stile. Rinomata stazione balneare, essa era meta di villeggiatura di famiglie benestanti che vi fecero realizzare la cosiddetta "seconda casa", scegliendo spesso architetti noti e con esperienze di tipo "metropolitano" che trasportarono così sul litorale caratteri ed influenze proprie dell'Art Nouveau, anche se in ritardo rispetto ai grandi centri di diffusione di questo stile.

Il Liberty a Grottammare si caratterizza dunque per le forme espressive semplici ma particolarmente significative e per alcuni motivi tipici e ricorrenti, quali, ad esempio, le torrette, la tipologia derivata dalle architetture montane (chalet alpino con forti spioventi), gli affreschi e le maioliche con decorazioni floreali.

Proprio l'amministrazione comunale di Grottammare negli scorsi anni ha promosso il recupero del "luogo simbolo" del liberty locale, il Viale Colombo (ex Viale Marino).

Personaggi famosi che frequentano Grottammare.

Franz Liszt a Grottammare. Liszt fu a Grottammare per quaranta giorni, tra luglio e l' agosto del 1868, ospite del Conte Carlo Fenili. La breve villeggiatura fu per lui deliziosa come si desume dai documenti che nel palazzo Fenili si conservano con gelosa cura: un ritratto del grande artista e un' affettuosa lettera datata da Roma li 7 settembre dello stesso anno ed esaltante ilricordo dell' incantevole soggiorno trascorso. Liszt ripartì innamorato delle bellezze di questa dolce terra adriatica talchè ne scrisse: "L' azzurro mare, gli ameni colli verdeggianti, la dolcezza del clima e il profumo dei fiori e degli aranci formano una poesia pari alla celeste armonia dei suoni". Nel 1860 a Grottammare avveniva l'unione delle Province Meridionali al Regno d'Italia, al cui capo era Vittorio Emanuele II, che ricevette la commissione napoletana nel Palazzo Laureati il giorno 12 Ottobre 1860.

Decreto che conferisce a V. Emanuele II il Titolo di Re d'Italia

Quando il Re giunse a Grottammare, montava un cavallo baio e presto la Guardia Nazionale venne messa a vigilare il Palazzo Laureati dove il Re venne ospitato.

Molti cittadini di Grottammare erano partiti al seguito di Garibaldi e Vittorio Emanuele, per combattere la guerra d'Indipendenza.

Il dominio del governo clericale era battuto, e il popolo dello Stato Pontificio era pronto a riunirsi alla grande famiglia italiana ed eleggere il proprio Re.

Personaggi Famosi che sono nati a Grottammare.

Pericle Fazzini - Lo Scultore del Vento (Ungaretti) Nasce a Grottammare (AP), il 4 maggio 1913 da Vittorio e Maria. Giovanissimo, inizia a lavorare nella falegnameria di famiglia, accanto ai numerosi fratelli, apprendendo a intagliare il legno e dedicandosi alla scultura nei momenti liberi. Intorno al 1929 il poeta Mario Rivosecchi, compaesano di Pericle e amico di famiglia, convince il padre a assecondarne il precoce talento, inviandolo a studiare a Roma. Gli anni tra il 1935 il 1938 sono piuttosto difficili. Con il denaro del premio vinto alla quadriennale lo scultore prende in affitto lo studio di via Margutta dove lavora per il resto della sua vita. Si isola dall’ambiente artistico romano, realizzando in solitudine alcuni dei suoi massimi capolavori, come il Ritratto di Ungaretti. Nel giugno 1940 sposa Anita Buy, la scrittrice a cui era da tempo legato, poco dopo parte per il servizio militare. Congedato il 18 settembre del 1943 fa ritorno a Roma. , dedicandosi ad una importante scultura appena iniziata allo scoppio della guerra: il Ragazzo con i gabbiani. Pensando a sculture come questa Ungaretti definì Fazzini "lo scultore del vento". Nel 1952 tiene una personale alla Alexander Jolas Gallery di New York, inaugurando un periodo di attività in campo internazionale. Nel 1954 partecipa alla Biennale di Venezia con una personale che gli vale il primo premio per la scultura. L’anno dopo ottiene la cattedra di scultura all’Accademia di Firenze: vi insegnerà per quattro anni, pur continuando a risiedere a Roma. Successivamente insegnerà nell’Accademia di Belle Arti di Roma (1958-1980). Del 1964-65 il bozzetto per un mai realizzato Monumento a Kennedy: doveva essere una grande stele (30 metri di altezza) con tagli e fenditure nel senso della lunghezza che scoprivano, in controluce, il profilo di Kennedy (una prova in dimensione ridotte, successivamente intitolata Metamorfosi e fusa in bronzo, venne donata anni più tardi alla sua città natale Grottammare). Nel 1970 inizia l’avventura della Resurrezione, la grande scultura per la Sala delle Udienze in Vaticano, che per la sua portata storica può essere considerata come il punto di approdo di tutta la sua ricerca. La genesi della scultura è piuttosto lunga: i primi contatti con il Vaticano si ebbero nel 1965, ma la decisione finale arriva solo nel 1972, grazie all’intervento personale di Paolo VI. I1 lavoro e la successiva fusione richiesero quasi sette anni, fino all’inaugurazione che avviene il 28 settembre 1977. Cristo emerge da una composizione di elementi naturali, in basso roccia, radici, rami contorti di ulivo, più in alto nuvole e infine un’ampia corona di saette. Durante le ultime fasi di lavorazione (nell’agosto del 1975) l’artista, provato dalla grande fatica, viene colpito da trombosi. La ripresa avviene lentamente e i suoi ultimi anni trascorrono in relativa tranquillità, tra lo studio di via Margutta e la casa costruita a Grottammare presso un bosco di querce secolari. Fazzini si dedica soprattutto ai bronzetti, all’incisione e anche a raccogliere i molti scritti e appunti. Muore a Roma il 4 dicembre 1987. In uno dei suoi ultimi appunti si legge: "La morte e la vita sono la medesima cosa, fanno parte dell’infinito mistero in cui gli uomini e i piccoli invisibili insetti hanno lo stesso peso, in un sempre più misterioso universo che non si logora mai". Felice Peretti - Papa Sisto V - (1521-1590) Felice Peretti, nacque il 13 dicembre 1521 a Grottammare (Ascoli Piceno). In giovane età entrò nell'Ordine dei Frati Minori conventuali, nel convento di Montalto. La sua formazione avvenne nei collegi dell'Ordine, a Fermo, a Ferrara e a Bologna. Nel settembre del 1544 conseguì, a Rimini, il titolo di Baccalaureus in teologia e quattro anni dopo, a Fermo, quello di dottore in teologia. Il 17 gennaio 1557 venne nominato inquisitore apostolico per Venezia e il suo dominio, nel 1560 ebbe l'incarico di teologo e consultore del Sant'Uffizio a Roma. A lui venne affidata anche la riforma di numerosi conventi dell'Ordine. Lettore di teologia all'Università di Roma, nel settembre del 1561 fu nominato Procuratore generale dell'Ordine. Dal capitolo di Firenze del 1565 fu eletto anche Socius Cismontanus del Ministro generale. Come teologo partecipò alle discussioni della Congregazione per il Concilio di Trento. Promosso vescovo di Sant'Agata dei Goti, venne consacrato a Napoli nella chiesa di San Lorenzo Maggiore il 12 gennaio 1567. Nel 1570 venne creato cardinale prete e il 9 giugno di quell'anno ricevette il titolo di San Gerolamo degli Schiavoni. Il 24 aprile 1585 fu eletto papa con il nome di Sisto V. Morì a Roma il 27 agosto 1590 e fu sepolto in San Pietro. L'anno successivo, il suo corpo venne traslato nella tomba monumentale, posta nella cappella del presepio, in Santa Maria Maggiore a Roma. Giacomo Pomili, in arte "Il Tarpato" (1925), cominciò a dedicarsi alla pittura fin dalla metà degli anni '60, dopo essere stato colpito da una grave malattia ai polmoni. E' forse in quell'occasione che scopre un talento artistico che lo porterà a creare numerose opere pittoriche rivelando un naturale talento, svincolato dalle influenze della pittura accademica.

"IL TARPATO", così Pomili firmava i suoi quadri, non fece studi artistici, né ebbe un'istruzione in tal senso; dopo le scuole elementari lavorò come muratore, per poi divenire "guardalinee" delle Ferrovie dello Stato.

Un uomo umile, semplice e senza pretese, schivo e solitario, eterno incompreso dai suoi compaesani. Ci sono pittori che per raggiungere linguaggi espressivi originali, hanno impiegato anni di studio e ricerca pittorica: il Pomili invece, con grande sicurezza e padronanza dei pennelli sembra già possedere, fin dai primi tentativi pittorici, quella spontaneità e originalità del segno che ne fanno un'artista unico nel suo genere. "La bravura di un pittore non sta nel ritrarre fedelmente la realtà ma nel saperla tradurre e interpretare con spirito creativo", in questo "il Tarpato" era maestro.

Le sue opere ricordano il pittore bielorusso Chagall, con i suoi paesaggi semplici ed infantili popolati da strane presenze umane, in un misto di pittura a metà tra il naïf, il surrealismo e l'illustrazione per l'infanzia; nei suoi quadri sono ricorrenti visioni angeliche come nei dipinti "La Natività", "Il Cuore del cacio", "Il salvataggio"......

Il suo migliore amico fu un cane di nome Lupo, che abbandonato dai pastori e maltrattato dai bambini venne adottato dal Pomili e raffigurato in molti suoi quadri, quale presenza affettiva insostituibile. Il cane era il suo "alter ego" perché anche lui si sentiva maltrattato e schernito proprio come succede a molti cani solo perché sono esseri deboli e privi di difese. Così egli sentì tutta la vita il peso dell'incomprensione dei suoi compaesani che facevano parte della massa incapace di comprendere e di vivere secondo schemi non omologati.

Le opere del "Tarpato" hanno avuto molti riconoscimenti in campo internazionale: "IL CAMPIDOGLIO D'ORO" a Roma, "LE COPPE D'ARGENTO" per la migliore pittura naïf a Malta (1974), "IL MEDAGLIONE D'ARGENTO" del Premio Oscar '75 di Roma. Il Pomili, tuttavia, ha sempre evitato le luci della ribalta e i facili guadagni.

Nel 1975 smette di partecipare a mostre e concorsi e si limita ad esporre i suoi quadri in un suo locale sito in Piazza Peretti a Grottammare. Nel 1994 e nel 1997, Grottammare gli ha reso omaggio con la stampa di alcuni calendari che riproducono le sue principali opere. Sicuramente l'arte del "Tarpato", oltrepassa i confini della piccola provincia e forse meriterebbe di entrare di diritto nel novero dei migliori artisti dell'ultimo Novecento.



Calendario degli Eventi, Festival, Concerti e Manifestazioni a Grottammare.

La Sacra si celebra ogni qualvolta il 1° di luglio cada di domenica, essa è la rievocazione di un evento antichissimo di grande importanza storica per la sosta che il battagliero Pontefice Alessandro III preferì fare nella nostra terra, particolare questo che conferma la celebrità che, anche in remota epoca godeva il Tempio di S. Martino, costruito alle foci del mitico fiume Tesino il cui nome è evidente derivazione del nome etrusco" sacrificio" (Thusein). Il 29 giugno del 1175 il Papa Alessandro III sbarcò col suo fastoso seguito di galee e personaggi e prese alloggio nel Monastero che i ricchi monaci Farnensi avevano edificato sulle rovine del tempio di Cupra proprio mentre si celebrava una festa religiosa, derivazione forse di remoti culti pagani trasformati dal cristianesimo. Molta folla era accorsa, richiamata anche dall' Augusta Presenza, ed il Papa ne fu sì ammirato che concesse una indulgenza plenaria ogni qualvolta il 1° di luglio capitasse, come quell' anno, di domenica. Per la Sacra di Grottammare l' Arcivescovo di Fermo regalava un vessillo rosso con le sue armi che un fanciullo di nobile schiatta locale trasportava, cavalcando un bianco destriero, dalla chiesa di S. Giovanni al Vecchio Incasato fino al Tempio di S. Martino sulla cui sommità veniva esposto durante la settimana della Sacra, vigilato da un archibugiere giorno e notte, che se altro paese rapisse questa specie di palladio, a lui passerebbe il grande beneficio della indulgenza e relativi privilegi. Il nostro paese, prima ancora che tornassero di moda celebrazioni folkloristiche in costume sulle cui origini non vi sono chiare documentazioni a differenza delle nostre, sancite anche da bolle papali, fu il primo a ripristinare il corteo in costumi dell' epoca. Cabaret Amore Mio! Concorso-vetrina per nuovi talenti del panorama umoristico italiano, diventato un punto di riferimento per gli operatori del settore. La serata finale (il primo sabato di agosto) viene consegnato il premio “Arancia d’Oro” ad un comico di grido. Grottammare è attraversata dal 43° parallelo