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Da Turi Chiaravalle Centrale - Consigli Turistici
Bed & Breakfast

I consigli per turisti del gestore

Itinerari Classici e Monumenti da non perdere per chi visita Chiaravalle Centrale.

Spiagge a dieci - trenta minuti di auto: Soverato, Davoli, Caminia, Pietra Grande. Grandiosa vista dal Convento dei Padri Cappuccini nel rione Cona.

Itinerari insoliti a Chiaravalle Centrale e dintorni.

Serra San Bruno, il suo parco il monastero, i ristoranti con i migliori funghi porcini.

Il mezzo più comodo per muoversi a Chiaravalle Centrale.

automobile.

I Ristoranti consigliati, le trattorie caratteristiche, le dolcerie, bar a pub consigliati.

Pizzera L'Angolo degli Amici, Bar Gelateria Il ragno D'oro, Pasticceria Gelateria Sant'Antonio, Salumeria Macrì Antonio, Pasticcceria Gallo.

Le origini di Chiaravalle Centrale.

Al momento, non esistono notizie certe e ricerche in corso capaci di risalire efficacemente fino alle origini di Chiaravalle. Tutto ciò induce ad affermare che ogni riferimento anteriore al 1400 sia di natura fittizia e congetturale, scevro di qualsiasi fonte o testimonianza storica. Di certo vi è che l’attuale territorio chiaravallese destò l’attenzione del Conte Ruggiero I, al punto che quest’ultimo lo occupò intorno al 1075 lasciandolo, successivamente, in eredità al figlio Ruggiero II. È probabile che risalga a quell’epoca la costruzione di una diga per creare un lago pescoso a valle dell’attuale San Vito sullo Jonio, diga che ancora esiste e che è chiamata “muro rotto”a segno di qualche avverso evento naturale che ne ha determinato la frattura con il conseguente prosciugamento del lago.

È anche certo che nel grande archivio nazionale ex borbonico vi è traccia di villaggi denominati “San Biagio”, “Madonna”, “Spirito”, “San Giovanni”, al centro della Calabria precisamente di fronte al mare Jonio, sorti durante la dominazione normanna e che nel nostro comune esistono delle località omonime cui la tradizione assegna remota esistenza di villaggi; così come è certo che nei registri di morte parrocchiale di Chiaravalle Centrale (esistenti e noti solo dal 1722) vengono menzionate chiese con la stessa denominazione dei villaggi prima citati, delle quali però, oggi, non vi è traccia, eccezione fatta per quella dello “Spirito Santo”[2]. Ci sono diverse ipotesi a proposito del fatto che Chiaravalle fosse necessariamente la zona adibita per il transito delle falde ioniche del soveratese verso l’Angitola ed anche verso Serra. La tradizione vuole che Chiaravalle Centrale anticamente sorgesse in sito diverso da quello attuale e se ne congettura l’ubicazione a valle, intorno alle falde del poggio denominato Castello e del poggio ove sorge il Convento dei Cappuccini. Quello che della tradizione non regge è che la distruzione del vecchio sito, e quindi lo spostamento del paese si sia verificato a seguito del terremoto del 1783. Come sostiene lo Squillace nel suo studio, il nome Claravallis è presente in un documento del 1483, quando il borgo fu eretto a feudo da Alfonso II d’Aragona e poi affidato al Conte Goffredo de Borges. Il fatto che rimase feudo per numerosi anni, è testimoniato dall’archivio di Stato napoletano che ne accerta i diversi feudatari. Se si tiene conto della particolare disposizione del termine Claravallis, facendo attenzione alla peculiarità della sua struttura che consiste nell’antecedenza dell’aggettivo rispetto al nome, è deducibile che la sua origine sia collocabile in epoca normanna. Il toponimo, peraltro, è di chiara etimologia, tenuta presente l’amenità del colle e l’ampia e limpida vallata su cui il borgo si affaccia. Dall’originario Claravallis, passando per Claravalle, si giunse a Chiaravalle nel 1863, per assumere il nome definivo di Chiaravalle Centrale attraverso il Regio decreto n. 1218 del 26 marzo.

La modifica è stata necessaria per distinguere, a seguito dell’unità d’Italia, il nostro paese da altri di denominazione analoga. Lo stesso problema si è posto anche per molti altri comuni come ad esempio Serra che diventò Serra San Bruno. «La motivazione dell’aggiunta parola “Centrale” è stata così spiegata nella deliberazione del Consiglio comunale del 5. 11. 1863 dal Sindaco Don Vitaliano Staglianò: “Esso consiglio, considerando che un tal nome ha esistito sin dalla antica Magna Grecia e che trovasi centrale a quasi uguali raggi dai mandamenti di Badolato, Gasperina, Serra San Bruno e Monterosso per cui questa centralità basterebbe a distinguerlo, a voto unanime ha deliberato che, ferma restando la denominazione di Chiaravalle, gli si deve soltanto aggiungere l’aggettivo “Centrale” e così chiamarlo Chiaravalle Centrale”»

Gli eventi più importanti che hanno segnato la storia di Chiaravalle Centrale.

Palazzo Maellari

Dapprima chiamato palazzo Rossi, dal nome del proprietario, poi acquistato dal rag. Giuseppe Maiellare, dopo la II Guerra Mondiale; la strada si chiama Strada Gran Via. Una storia singolare accompagna l’edificio ed il tratto della strada prospiciente, qui avvenne, alle 23. 45 della notte del 30 Agosto 1835, l’omicidio del “Giudice Regio Don Domenico Scaramuzzino”.



Palazzo Staglianò (Piazza Dante).

L’imponente portale dell’ingresso in pietra bugnata a punta di diamante. Di probabile fattura tardo settecentesca, era sede del Municipio di Chiaravalle Centrale, prima che questo venisse spostato. La sede è utilizzata oggi per mostre di pittura ed avvenimenti culturali in genere.



Palazzo Gualtieri

Costruito agli inizi del 1800, ha una struttura in muratura di pietre e mattoni. Si sviluppa su tre livelli secondo la tipologia dell’edilizia dell’ottocento: il livello della strada era probabilmente adibito a ricovero dei cavalli e dei mezzi di trasporto; al piano terreno, rialzato rispetto alla strada, vi era la rimessa delle merci e delle provviste, mentre al piano superiore c’era la residenza vera e propria.

Il Piatto tipico. Le ricette delle Feste a Chiaravalle Centrale.

A Pasqua "Cuzzupa".

Le Feste e le Ricorrenze particolari a Chiaravalle Centrale.

Festa della Madonna della Pietra, le settimana dopo ferragosto.