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I consigli per turisti del gestore

Itinerari Classici e Monumenti da non perdere per chi visita Orsogna.

visitate il sito del Comune di Orsogna www.orsogna.net

Itinerari insoliti a Orsogna e dintorni.

Il Parco dell'Annunziata
Presentazione


Il Parco dell'Annunziata rientra nei pochi PARCHI TERRITORIALI ATTREZZATI presenti in Italia: e' il primo in Abruzzo. Si sviluppa in una fascia lunga oltre 4 Km e larga mediamente 500 m. E' localizzato a meno di 1 Km dal centro abitato di Orsogna, e presenta un'estensione di 120 ha circa.
L'area protetta interessa una valle dove scorre un piccolo corso d'acqua affluente del torrente Venna che poi confluisce nel fiume Foro qualche Km prima della foce. Fino a pochi decenni fa le acque di alcune delle numerose sorgenti e del torrente formavano un sistema complicato e ingegnoso tutt'ora visibile e alimentavano divesi mulini ormai in abbandono. Il terrente forma una serie di piccole cascate e pozze d'acqua in cui spesso si osservano concrezioni di travertino e nelle quali vive l'ormai raro Granchio di fiume (Potamon fluviale fluviatile).
La VEGETAZIONE si presenta assai variegata. Per quanto riguarda la fauna, invece, tra gli uccelli troviamo: la BALLERINA GIALLA (Motacilla cinerea), scelta come "simbolo dell'Oasi", lo Scricciolo (Troglodytes troglodytes), il Codibugnolo (Aegithalos caudatus), il Merlo (Turdus merula), il Picchio verde (Picus viridis) e la Poiana (Buteo buteo). Tra i mammiferi: la Volpe (Vulpes vulpes) e la Faina (Martes foina), inoltre c'e'la probabile presenza dell'Istrice (Hystrix cristata).

Dove acquistare a Orsogna: prodotti tipici, cantine, botteghe, souvenir particolari.

Per l'acquisto di un souvenir il piu'fornito è senza dubbio EMPORIO MA.GIA via Roma 15/19 è sicuramente li troverete tutto non solo souvenir

Gli eventi più importanti che hanno segnato la storia di Orsogna.

Orsogna trae il suo nome da una delle sue contrade: la Rissogna, il primitivo nome della contrada Fraia, nella Valle del Moro, attigua all'abitato, sotto la rupe, piuttosto che dal supposto fatto che nel suo territorio, un giorno tutto boschi, vi dimorassero gli orsi, come attesterebbe il suo stemma che arreca, come quello di Biella, un orso.
Un tempo era abitata prettamente da contadini che vivevano degli ortaggi coltivati su terrazzi ricavati dal terreno scosceso. Vi erano anche le botteghe artigianali dei Vasari che avevano scelto il punto ideale per la loro lavorazione, essendo il punto piu' caldo e il meno battuto dai venti del Nord e per la presenza di terreni in gran parte argillosi (si possono infatti notare i CALANCHI o "li cannanune").
L'ubicazione di questi artigiani era situata nelle grotte sotto codeste rupi, ora rinforzate con archi: la naturale posizione del luogo, riparato dal freddo, permetteva la lavorazione anche nel periodo invernale, ed anche un rapido essiccamento dei cocci. Moltissime grotte dovevano essere adibite a tale lavorazione, ma la maggior parte di esse sono andate distrutte dall'abbandono e dalla guerra.
Gli artigiani, EMIGRATI o passati ad altre attivita', sono totalmente scomparsi; unica testimonianza e' una grotta, l'unica rimasta accessibile, ove sono evidenti gli oggetti di lavoro, il forno e i frammenti di terracotta, nonche' le tracce che il fumo della cottura ha lasciato attraverso gli anni.


Il Piatto tipico. Le ricette delle Feste a Orsogna.

Piatti tradizionali orsognesi: i primi
Pizz' e ffuje
(Focaccia di farina di mais e verdura)

Ingredienti:
VERDURE VARIE DI STAGIONE (indivia, cicoria, bietola, lattuga, cavolo cappuccio, nero o bianco, cascegno);
PATATE;
OLIO;
SALE;
FARINA DI GRANOTURCO.

Preparazione:
Lessare le verdure assieme alle patate sbucciate e a grossi dischetti; scolare le verdure e condire con soffritto di aglio, peperoncino e sale. Si prepara in anticipo, richiedendo essa maggior tempo di cottura, la pizza di granoturco: impasto di farina gialla con acqua bollente servendosi per questa operazione di raschiatore, un'apposita paletta, un rastrello in miniatura, in ferro. Modellata la torta, la pizza e' posta a cuocere sotto la brace ardente, protetta dal coppo (il tipico utensile in ferro della cucina tradizionale abruzzese), sul piano del focolare. Si prende la pizza non eccessivamente croccante (ciavula-ciavula: friabile e ben cotta) e si frantuma nella verdura gia' condita e messa in una grossa scodella di coccio o di ferrofuso (la cucchiare) in legno. Si serve caldissima.
La minestra avanzata si riscalda in padella con altro olio. In questo caso essa prende il nome di li mijicalle (letteralmente, le briciole o molliche).
Pizz' e ffuje

Ministrune nghi la pizza minuzzata

Lu cciff' e cciaffe

L'ajatelle

Li pallotte casce e ove

Lu cucuccelle aribbinute

Il baccala

Li sardekke mprijadurije

La cipollata

La pizza lievitata

La pizza scime

La pizza di randinije

La pizza nghi li struvile

Li pizzelle di pasta ngotte

Li ciaunelle

Li zajarelle

Li squajuzze

La pizzadolce

I taralli

Le pizzelle

La pupa di Pasqua

Le Feste e le Ricorrenze particolari a Orsogna.

Cultura e tradizioni
La Sagra dei Talami
Quadri biblici viventi

In Orsogna il secondo giorno di Pasqua: il Lunedi dell'Angelo, si celebra la festa della Madonna del Rifugio o piu' comunemente detta la festa dei "TALAMI ", una sorta di barelle portate a spalla, su una delle quali, un tempo, una giovanetta vestita da Madonna era circondata da fanciulli e fanciulle che raffiguravano degli angeli. Trattasi di un grande quadro vivente realizzato su una piattaforma in legno con una parete frontale che funge da scenario. In alto, al centro della parete frontale, era posta una raggiera di legno; al di sotto della raggiera, una mensolina su cui poggiava, in piedi, assicurata mediante legatura alla cintola, una bimba dai dieci agli undici anni raffigurante la Madonna, e sotto due bimbetti raffiguranti due angioletti. Il TALAMO ORIGINARIO era cosi' come descritto. Nel 1959 vennero apportati due notevoli cambiamenti rimasti fino ad oggi: i bambini raffiguranti gli angioletti non appaiono piu' e gli uomini che reggevano il talamo hanno ceduto il posto a mezzi agricoli, sui quali vengono costruiti i palchi per le scene da raffigurare.
Allestito di anno in anno il Martedi' in Albis, con crescente interesse, maggiore cura e solennita', il talamo venne ad assumere un carattere preciso e definitivo: da semplice culto rituale, si trasformo' in vero e proprio spettacolo teatrale. Vennero rappresentati oltre a quello prigemio altri soggetti, tratti dalla vita della Madonna, dalla agiografia, dalla Bibbia e dal Vangelo. Si allestirono piu' quadri, non nello stesso posto ma in punti diversi del paese. I quadri in numero di sei furono infine presi a turno uno alla volta dal luogo o quartiere di partenza alla destinazione Piazza Mazzini dove nelle vicinanze era situata la Chiesa della Madonna del Rifugio. Mentre sfilavano i carri con i talami, un "lettore" illustrava e commentava le varie scene raffigurate dai quadri.
La sede originaria del Talamo di Orsogna fu la Chiesa della Madonna del Rifugio, rasa al suolo dai bombardamenti nel 1944.
Era situata la' dove oggi si estende il Piazzale Belvedere, sulla rupe sud-occidentale del paese, prospicente la Valle del Moro. Secondo la leggenda popolare, il tempio fu edificato in questo luogo, perche' qui, in epoca immemorabile era apparsa la Vergine Maria tra i rami di un grosso fico. All'interno di questa Chiesa c'era al di sopra dell'altare maggiore un grande affresco che raffigurava la Madonna del Rifugio che indossava un vestito rosso e un manto azzurro che le scendeva fino ai piedi e con cui Ella copriva delle figure maschili appartenenti alla confraternita di nostra Signora del Rifugio alla sua sinistra, alla sua destra un gruppo di donne anch'esse consorelle della Congregazione, e in alto, sospesi nell'aria, due angioletti guardavano il volto della Madonna Nera.
Godeva di grande venerazione, presso il popolo che la riteneva miracolosa, non soltanto per le innumerevoli grazie che elargiva, ma per il prodigio che Ella compiva ogni anno all'alba del martedi' di Pasqua. Il miracolo consisteva nel cambiamento improvviso, e della durata di brevi istanti del colore del suo volto, da nero in bianco, oppure in un movimento leggero degli occhi. In attesa del miracolo si svolgeva in Chiesa una grande veglia notturna. Iniziava al vespero del lunedi' in Albis e si protraeva fino all'alba del giorno successivo.
Il Talamo sorse appunto durante una lunga notte di preghiera per il desiderio dei fedeli di vedere incarnata l'immagine pittorica di tanta venerazione. L'iniziativa fu presa dai componenti della Confraternita di nostra Signora del Rifugio, i quali, sull'esempio delle compagnie religiose e laiche delle altre regioni d'Italia, durante la veglia del martedi' di Pasqua alzarono per la prima volta il sipario del palcoscenico improvvisato sul presbiterio della Chiesa, facendo apparire davanti allo sguardo incantato dei presenti, il grande scenario composto non di statue ma di personaggi viventi i quali in posizioni immobili, raffiguravano l'affresco rappresentato sull'altare maggiore. La Sacra Rappresentazione Orsognese era nata. Il suo nome, rimasto immutato nel tempo, fu' "Talamo".
Tale tradizione, fortunatamente, si e' tramandata sino ai giorni nostri, e i Talami negli ultimi anni sono stati realizzati dagli artisti orsognesi: D'Ercole e Bartoletti, che ogni anno rinnovano le scene bibliche da rappresentare. La manifestazione viene svolta la mattina del lunedi' di Pasqua e nell'edizione notturna del ferragosto.

Leggende legate a Orsogna e personaggi che vi hanno vissuto.

È Orsogna il paese della Figlia di Jorio

'E' Orsogna il paese della Figlia di Jorio', il quadro di Francesco Paolo Michetti, acquistato nel 1932 dalla Provincia di Pescara ed esposto in questi giorni nelle sale del Musée d'Orsay di Parigi. E' quanto scrive nel 1910 Ettore Janni, amico fraterno del pittore, giornalista di origini abruzzesi, chiamato (qualche decennio dopo) a guidare il Corriere della Sera.
Proprio su un "magazine" dell' epoca legato al quotidiano di Via Solferino, "La Lettura", compare l'articolo ritrovato nei giorni scorsi da Antonio Bini, dirigente del Servizio Sviluppo del Turismo della Regione e collezionista di "abruzzesità". "Orsogna - sostiene Janni - è uno dei capoluoghi dell'arte michettiana. I suoi costumi, che ora vanno scomparendo, con quella pittoresca mantiglia sulla gonna succinta, sono stati la grande ammirazione di Michetti. Perciò vi ebbe la sua culminante sosta la Figlia di Jorio".
Una sosta divenuta decisiva grazie a un incontro: "Un giorno - prosegue il giornalista - a Orsogna, Michetti vide alla fontana, che era con la sua conca di rame ad attingere l'acqua, una contadina di forte bellezza, eretta e fiera come una principessa e ornata di grandi orecchini come una principessa barbara. Egli la stette a rimirare, preso da un vivo entusiasmo e come da uno stupore. 'Salammbo'!' esclamo', indicandola ai compagni, fra i quali c'era il sindaco del paese. Sorgeva davanti a lui la Cartaginese magnifica di Flaubert, improvvisa, inattesa, immediata. La contadina aveva riempita la conca, l'aveva sollevata sulla testa e si allontanava con le mani alzate alle anse, con un incesso pieno di composta grazia, come una sacerdotessa pagana".
Il pittore prego' il sindaco di farla seguire, ma la donna si dileguo'. In molti, a Orsogna, ricordano ancora quella contadina "eretta e fiera": il suo nome era Giuditta Saraceni, rimasta alla storia come "za' Giuditte". Recentemente, presso l'archivio Alinari di Firenze, sono state ritrovate diverse foto scattate in paese da Michetti, acquistate dall'amministrazione comunale.
In quel quadro di 5,5 metri per 2,8, in mostra a Parigi c'è, dunque, un (importante) pezzo di Orsogna.


I segreti dei Palazzi o dei personaggi che hanno abitato Orsogna.

Personaggi della storia orsognese
Raffaele Paolucci


Raffaele Paolucci, combattente e uomo politico, valido chirurgo e soprattutto figlio d'Abruzzo, legato come pochi alla sua terra, nacque a Roma nel 1892 da Nicola Paolucci e Rachele de Crecchio. Il padre era originario di Orsogna, mentre i De Crecchio appartenevano a una delle piu' antiche famiglie di Lanciano.
Sebbene nato a Roma, Raffaele Paolucci si senti' sempre abruzzese o, meglio, orsognese; ebbe sempre nel suo cuore Orsogna poiche' in essa vedeva le sue autentiche radici.