Milano in Nero ... con un pizzico di rosa
Quando passavo da lì mi sembrava di non essere nel centro di Milano. Allungavo da Via Barozzi per raggiungere Porta Venezia proprio perché in una piazzetta circondata da magnifici palazzi d'epoca, dietro un grande cancello che racchiude un lussureggiante parco, lo spettacolo di fenicotteri e pavoni mi faceva tornare bambina e inspiegabilmente i rumori della città sembravano annullati da quello spettacolo rosa.
Milano città fredda, Milano città caotica, Milano uguale nebbia, Milano che c'è da vedere? ...sono solo alcuni dei luoghi comuni che sento snocciolare da amici e conoscenti. Ma, come per ogni cosa, perché non provare a guardare la realtà da una prospettiva diversa e non viziata da pregiudizi.
Milano è una città che regala molte sorprese a chi prova a indagarla in maniera diversa. Enigmatica e rigida la città nasconde anche molti segreti che costituiscono una vera e propria chicca per chi è in cerca di stranezze, curiosità, misteri.
Nella stessa zona dei “fenicotteri rosa”, in Via Serbelloni 10, a pochi metri dall'incrocio tra Via Palestro e Porta Venezia c'è un palazzo davvero strano. E' l'unica abitazione di Milano dotata di orecchie, anzi di un solo orecchio. Si tratta del citofono di Casa Sole-Busca, una delle perle del Liberty milanese. Nei pressi della palazzina orecchiuta si possono ammirare altri splendidi palazzi come quello al n° 11 di Via Bellini, Casa Campanini, uno dei più affascinanti esempi di architettura liberty milanese.
Dalle stranezze estetiche al brivido. Avete voglia di catapultarvi in una atmosfera macabra: fate una visita a San Bernardino delle Ossa: il nome stesso vi suggerisce già di cosa stiamo parlando: all'interno di questa piccola chiesa, situata in Piazza Santo Stefano e costruita su un cimitero, c'è una cappella decorata con ossa e teschi. La decorazione risale al Seicento e le ossa utilizzate per la cappella sono probabilmente quelle de defunti dell'ex ospedale San Barnaba in Brolo; i teschi chiusi nelle cassette sono invece quelle dei condannati a morte. C'è una leggenda che racconta come la notte del 2 novembre, il giorno dei Defunti, le ossa di una bambina collocate a sinistra dell'altare tornino a vivere mettendosi a capo di una lunga processione di scheletri che fanno una danza macabra.
In ogni tour del mistero che si rispetti il diavolo ci mette sempre le corna. E' il caso di dirlo quando si parla di una colonna poco fuori la Basilica di Sant'Ambrogio, architettura simbolo di Milano. Sulla sinistra si trova appunto una colonna in marmo sovrastata da un capitello corinzio. Particolarità della colonna sono due fori distanti tra loro circa 25 centimetri. Secondo la leggenda il diavolo cercò di far vacillare la fede di Sant'Ambrogio tentandolo e lusingandolo senza ottenere successo. Frustrato dalla determinazione del Santo il Diavolo sfogò la sua rabbia prendendo a cornate la colonna determinando quei buchi che sembra emanino odore di zolfo. Ma non è finita qui: secondo un’altra leggenda, per un periodo il Diavolo prese casa a Milano, al numero 3 di Corso di Porta Romana. Ovviamente non andava in giro con tutto l’armamentario di corna e zoccoli, ma sotto le nobili vesti di Ludovico Acerbi, marchese di Cisterna. Arrivato in città nel 1615 per incarico del governo spagnolo, il marchese prese casa in un palazzo del centro. Pare fosse di aspetto inquietante e che amasse girare con un’imponente carrozza trainata da sei cavalli neri. Quando Milano fu colpita dalla peste e le strade si riempiono di morti, a Palazzo Acerbi il marchese non smise mai di organizzare feste sfrenate all’insegna del lusso. Né lui né i suoi invitati si ammalarono, e presto si sparse la voce che in Porta Romana fosse venuto ad abitare niente di meno che Lucifero in persona.
Se ci spostiamo in Piazza Vetra troviamo altre leggende niente male. In questa piazza per secoli si misero al rogo le streghe e gli eretici. La sede dell'inquisizione era poco distante, presso la Basilica di Sant'Eustorgio. Quest'ultima è una delle chiese più antiche di Milano, ricca di storia e di tradizioni che ospita sia una necropoli paleocristiana, sia, si dice, i resti dei Re Magi. All'interno della chiesa si trova la Cappella Portinari, capolavoro del Rinascimento milanese: qui tornano le corna... pensate un po' dipinte sulla Testa della Madonna e di Gesù Bambino.
E a Fantasmi come stiamo? Naturalmente una città dinamica e contemporanea come Milano non può non avere il lato oscuro riguardante i suoi fantasmi. Anzi si può ben dire che sono molte le presenze che popolano la città. Pensate all'area del Castello Sforzesco, uno dei luoghi più suggestivi. Parco Sempione, il Parco che circonda il Castello, accoglie molti spiriti inquieti. Tra gli alberi pare si aggiri ad esempio Isabella di Lampugnano, bruciata sul rogo come strega nel 1519, e quello della Dama Velata, una bellissima donna vestita di nero e profumata di violetta. Si racconta che i malcapitati che si sono fatti affascinare dalla donna velata hanno scoperto, dopo aver sollevato i velo, un teschio raccapricciante.
Se è vero è indubbiamente inquietante. Immaginate di sposarvi in Duomo e di trovare nelle foto del vostro giorno più bello l'immagine di una sconosciuta che nessuno ha invitato. Si tratta del fantasma di Carlina, precipitata dalle guglie della cattedrale proprio il giorno del suo matrimonio. Il suo corpo non venne mai ritrovato, in compenso Carlina qualche volta posa nelle foto dei matrimoni altrui. E se invece di Carlina aspettate un fantasma VIP... beh, pare che al Teatro alla Scala si aggiri il fantasma di Maria Callas che vuole prendersi la rivincita contro chi le fischiava dal Loggione.
Sempre nei pressi del Duomo, nella adiacente Via Torino, si trova una stradina strettissima, la più stretta di Milano, così stretta che è a traffico limitato poiché non vi passa nemmeno una automobile. Un luogo così non può non avere una fama sinistra. E' qui che a metà dell'Ottocento il più noto serial killer di Milano custodiva i corpi delle proprie vittime. Lui è Antonio Boggia, nome familiare ai milanesi che lo appellarono il Mostro delle Stretta Bagnera. Il Boggia assassinava le sue vittime dopo averne conquistata la fiducia, e soprattutto le deleghe per gestirne il patrimonio. Accusato di quattro efferato omicidi, Boggia, fu anche l'ultimo civile ad essere impiccato sul prato della morte collocato tra le attuali Viale Bligny e Viale Beatrice d'Este. Il celebre criminologo Cesare Lombroso si interessò al caso, richiedendo e ottenendo il cranio del Boggia per effettuare studi fisiognomici.
E infine: il numero civico 770 vi dice qualcosa? I Lubavitcher sono una delle più grandi comunità di ebrei ortodossi. Nel 1940 uno di loro emigrò a New York e lìì costruì una casa in stile gptico al numero 770 di Eastern Parkway a Brooklyn per il rabbino Yoseph Yitzchak Schneerson giunto dall'Europa per sfuggire ai nazisti. Nel 1951 la casa fu ereditata da suo genero, il rabbino Menachem Mendel Schneerson. Grazie all'impegno e alla devozione del rabbino, i Lubavitcher iniziarono a considerare la sua casa un vero e proprio luogo sacro e iniziarono a riprodurla, più o meno esattamente in tutto il mondo. Oggi esistono dodici case "770" in Canada, Israele, Brasile, Argentina, Stati Uniti e Australia. L'unica casa 770 in Europa si trova, guarda caso, a Milano, precisamente in via Poerio 35, quasi all'angolo con piazza Fratelli Bandiera.