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Il turismo… discreto. Non fa chiasso, non si fa sentire, osserva e “gode”

Pubblichiamo un articolo di Mario Antolini Musón sull'ospitalità in B&B del Trentino Alto Adige

Da vari anni ormai serpeggia beneficamente anche in Giudicarie la pratica di un turismo che non si lascia carpire dalle campagne pubblicitarie e dalle eclatanti manifestazioni, sia invernali ed estive, ma che cerca e trova le Giudicarie attraverso internet e pubblicazioni specializzate, che sanno entrare nell’intimo - nella sostanza - dei territori per sviscerarne gli elementi essenziali della bellezza ambientale e della cultura locale.

Questo tipo di “girare il mondo” è costituito, in particolare, di persone che sanno scegliere e frequentare l’ospitalità ovattata, accogliente e solerte delle “Bed & Breakfast”: ossia quelle abitazioni a conduzione familiare basate principalmente «su standard di qualità gestionali, a garanzia di un soggiorno in ambienti familiari, organizzati in maniera impeccabile, frutto di un costante impegno formativo per soddisfare al meglio le aspettative degli Ospiti»: così vengono descritte in una pubblicazione provinciale.

Nelle pagine di “internet”, e sulle pubblicazioni ufficiali del Trentino, queste tipiche strutture ricettive turistiche, nell’ambito delle Giudicarie, le abbiano trovate ubicate a Càres (nei pressi di Ponte Arche e delle Terme di Comano), a Gàllio (nel Bleggio Superiore), a Ràgoli e a Tione (nella Busa di Tione), a Daone (nella Valle del Chiese), a Darè e a Pinzolo (in Val Rendena); tuttavia, da fonti che considero ben informate, dovrebbero già essere in attività anche altre simili abitazioni d’ospitalità pure in altre zone e località sia delle Giudicarie Interiori che Esteriori.

Ma scopo di queste mie riflessioni del tutto personali non è l’aspetto logistico che desidero evidenziare, e tanto meno reclamizzare un settore che già sa fare le sue cose per bene; mio semplice intento è potermi soffermare brevemente sulla particolarità dei soggetti - uomini e donne di ogni età e condizione - che scelgono e praticano questo singolare modo per visitare gli angoli più belli della Terra, soprattutto quelli di montagna.

Da quanto sono riuscito di sapere si tratta di persone di ogni cultura, di ogni Paese, di ogni età e sesso, di altissima istruzione come di semplici famiglie che giungono anche con i figli. Vi sono degli scienziati, degli ecclesiastici di qualsiasi religione, degli uomini di studio e di ricerca, come gli appassionati delle ciclabili o addirittura dei viaggi a piedi o in motocicletta, od ancora lo gli sportivi dello sci e dell’alpinismo o anche la più semplice delle persone che sa e vuole immedesimarsi nella Natura per goderne il fascino e l’abbraccio nell’immensa percezione del silenzio non turbato neppure dal fruscio delle fronde.

Persone che prima di ripartire, senza sapere se e come potranno ritornare, lasciano le loro firme e le loro impressioni sulle pagine del “Libro dell’ospite”; come, per esempio: «Ho viaggiato tanto e sono stato ospitato in molte case ed alberghi; ma raramente ho incontrato un’ospitalità simile!», a cui fanno eco altre espressioni come: «Vi ringraziamo enormemente per la Vostra accoglienza e gentilezza, che ci hanno colpito particolarmente, permettendoci di trascorrere una vacanza indimenticabile». Forse più significativa quest’altra: «Un grazie speciale (…) da chi ha percorso più di mille chilometri per assaporare le bellezze del Trentino».

Ed ecco la particolarità maggiormente essenziale del fenomeno socio-storico: si tratta quasi sempre di persone che vengono per “vedere”, per quasi “toccare” l’ambiente giudicariese, attraverso gite ed escursioni fra i prati, i boschi, le rocce, i ghiacciai… con tanto di libri e mappe con tutti i sentieri meticolosamente tracciati e già seriamente studiati prima ancora di giungere qui. Vogliono rendersi conto di tutto, dalle minime cose proprie della vita contadina e artigiana alle cime dei monti più famosi; si inoltrano nei paesi a cercare gli angoli più suggestivi e i monumenti più prestigiosi, come sanno spaziare nei prati e lungo i declivi montani e sui pascoli d’alta quota. Sanno davvero “assaporare” tutto quello che forse noi non sappiamo neppure apprezzare nella sua valenza socio-storica e folcloristica.

Ecco perché sulle pagine citate si possono trovare espressioni come questa: «Grazie per tanta premura e calore (…). Il Trentino è una terra splendida e questo è un piccolo angolo di paradiso. Faremo di tutto per diffondere la notizia»; ed esprimono le stesse riflessioni quest’altre parole: «Ringraziamo per averci suggerito come vivere al meglio questi pochi giorni in montagna per chi, come noi, è abituato a ben altri luoghi di villeggiatura…». Da questa affermazione traspare l’importanza dei gestori delle “Bed & Breakfast” che il più delle volte diventano il tramite prezioso ed indispensabile fra l’Ospite e il territorio: sono proprio essi che si rendono capaci di “inserire” il turista nel nostro ambiente giudicariese con indicazioni e suggerimenti che lo portano a percorrere itinerari maggiormente suggestivi e soprattutto culturalmente arricchenti.

Mi piace chiudere con un altro scritto: «Oggi, 8 aprile 2007: un giorno speciale di gioia, con la Valle illuminata dal sole e gli alberi, lungo la ciclabile, ancora incerti se liberare le giovani foglie o trattenerle per essere ammirate in tutta la loro complessa struttura… Nei bar si festeggia con “prosecco” e piccole uova di quaglia, maculate e saporite (…)»; o quest’altro: «Il viaggio è stato lungo, ma la Valle sorride, i nostri amici che ci ospitano (la famiglia dei gestori) ci accompagnano e spiegano, consigliano, introducono… Comincia una giornata di sole. Campane a festa, aperitivo con uova di quaglia e poi, per un giorno, il mondo sembra semplice come le cataste di legna e liscio come i ciottoli del fiume e i volti della gente… e magari bidimensionali come i dipinti delle chiese (…). Siamo stati trattai come vecchi amici: che cosa si può chiedere di più?».
Quante migliaia saranno stai e saranno questi “turisti-villeggianti” che certamente sono i migliori “Ospiti” delle Giudicarie: quelli che le gustano e davvero ne verranno protagonisti assieme a noi perché, avendone assaporato il meglio, si faranno naturale portatori non solo delle nostre bellezze ma soprattutto della nostra forza culturale: la nostra vera forza di vita.

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