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Le Cesarine

Avete mai sentito parlare delle "cesarine"?

Probabilmente non ancora nonostante siano oramai da qualche anno presenti in tutte le regioni italiane. Il nome cesarine fa pensare a qualcosa dal sapore antico, potrebbe essere il nome di un tipo di pane, fragrante, appena sfornato, oppure il nome di un’erba insolita da aggiungere all’insalata o anche un qualche tipo di focaccia o di biscotto.

Il nome conduce comunque al cibo e in effetti le "cesarine" sono delle ottime cuoche, di cui l’Italia è ricca, che non cucinano presso ristoranti o trattorie più o meno rinomate, ma, semplicemente, organizzano nelle loro case piccoli o grandi eventi culinari a delizia del palato di coloro i quali vanno alla ricerca o alla scoperta di tradizioni cucinarie oramai dimenticate o, molto più spesso rivisitate. Sono le custodi di un patrimonio enogastronomico sommerso e quasi cancellato da hamburger, fast food, cucine multietniche e nouvelle cousine. Un patrimonio che è stato abbandonato da quando si è perso, per svariati motivi, il rito della tavola, del mangiar lento e anche del preparar da mangiare con i tempi giusti, compresi i "tempi morti" che sarebbero inconcepibili nella azienda ristorante, imposti dal sapere che si tramanda da generazioni.

In omaggio a tutte le nonne, le tate, le zie che hanno allietato i sapori della nostra infanzia e che non abbiamo mai dimenticato, le "cesarine" valorizzano e diffondono la cultura del prodotto tipico e dell'antica sapienza in cucina.

Il progetto dedicato alle "cesarine" si inscrive in quella che è l’attività di Home Food, un’associazione nata con lo scopo di tutelare il patrimonio gastronomico del Bel Paese, ed è patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole in collaborazione con l’Università di Bologna. Home Food tende in questo modo a creare un circolo virtuoso nel quale le antiche ricette, il senso dell’ospitalità, le peculiarità del territorio, la valorizzazione del prodotto tipico si fondono in una proposta caratteristica e che caratterizza la Regione, la Provincia e i Comuni.

I sapori e i prodotti tipici italiani sono infiniti, ogni città, ogni borgo ne possiede, possiamo affermare con certezza che esistono anche delle varianti familiari dello stesso piatto e l’unico modo per gustare tali prelibatezze è quello di recarsi a casa delle donne (nonne, mamme, zie ...) che saranno liete, non soltanto di farvi entrare a far parte del focolare domestico e di cucinare per voi, ma anche di illustrarvi i piatti preparati, di raccontarvi la loro storia, di narrare le vicende dei luoghi dai quali hanno preso origine determinate ricette e piatti tipici, di spiegarvi i procedimenti di preparazione e di farvi degustare i piatti ottenuti che vengono presentati secondo la successione richiesta dalla specifica cultura storico-gastronomica considerata.

Per rendere ancora più vario il panorama delle tradizioni culinarie italiane Home Food ha chiesto alle cesarine di curare la realizzazione di veri e propri percorsi cucinari che si suddividono in quattro categorie principali, ognuna contraddistinta da un simbolo, percorsi nel quale entrano in gioco tutti i livelli sociali dei cibi, cui tradizionalmente erano destinati i diversi piatti tipici, da quello popolare a quello borghese a quello aristocratico a quello principesco che vengono illustrati e presentati nelle loro ambientazioni: una mensa semplice ed essenziale, una tavola adorna di preziose stoviglie e, qualche volta, rallegrata da un accompagnamento musicale, un modesto tinello, una splendida villa. Le uniche variazioni nelle portate sono dettate dal mutare delle stagioni e dunque dalla disponibilità dei prodotti nei diversi periodi dell’anno.

Trascorrere una serata a casa delle cesarine non significa soltanto mangiare bene ma anche partecipare a un vero e proprio incontro nel quale si crea una vera a propria comunicazione culturale e anche affettiva.

Tutti possono, in teoria, diventare cesarine ma ci sono dei requisiti imprescindibili per potersi "fregiare" di questa denominazione. In primo luogo conoscere a fondo le tradizioni italiane, avere del tempo a disposizione e una casa dove poter accogliere comodamente gli ospiti, e fin qui nulla di strano. Altro requisito fondamentale è quello di iscriversi all’associazione Home Food. Dopo aver compilato un questionario si riceverà la visita dei membri della commissione Home Food (patrocinata, lo ripetiamo, dal Ministero per le Politiche Agricole) e, se si è promosse, si potrà diventare cesarine.

E’ inoltre obbligatorio anche per coloro i quali intendessero partecipare a un incontro a casa delle cesarine essere iscritti alla associazione versando una quota annuale che permette di poter essere aggiornati su tutti gli eventi che si svolgono in Italia e di prenotare.

Il costo dei pasti varia a seconda del menù con una base di 25 Euro fino a un massimo di 45 euro per i menù più sofisticati o che si svolgono in contesti particolarmente ricchi. Per alcuni menù di particolare pregio i prezzi possono ancora salire.

Ci sembra che l’obbligo, per le cesarine e per gli eventuali ospiti di iscriversi all’Associazione Home Food sia un dato che, in parte, contrasta con quelle che sono le finalità stesse dell’associazione e che non permetta, di fatto, una tutela integrale e profondamente diffusa di quello che è il patrimonio enogastronomico del nostro Paese.

E’ vero che dal 2004, anno in cui venne avviato il progetto da parte di Home Food e del Ministero delle Politiche Agricole le cesarine sono cresciute di numero e lo stesso vale per gli associati-ospiti, è vero che la quota associativa è calata e rispetto alle 100 euro dell’inizio e i membri versano, attualmente, all’associazione 35 euro all’anno.

Però è allo stesso modo vero che è una realtà ancora poco conosciuta anche per le restrizioni che la associazione stessa pone a coloro i quali sono interessati a conoscere più a fondo questo interessante progetto di tutela e valorizzazione del prodotto tipico o a prendere parte uno degli eventi che, settimanalmente, le cesarine organizzano presso le loro case.

Anche la nostra redazione interessata alle cesarine (in quanto rappresentano con la loro competenza con la loro dedizione alla cucina e alle tradizioni, con l’affetto con il quale accolgono gli ospiti nelle loro case una risorsa di indubbio valore su tutto il territorio nazionale e uno degli anelli fondamentali di congiunzione con la nostra storia) e con l’intento di fare pubblicità a tale progetto si è trovata nell’impossibilità, a motivo della legge sulla privacy ci è stato detto (ma suona un po’ strano se si tratta di un’attività che, seppur in misura ridotta, produce un guadagno e ha bisogno di avere una certa visibilità) l’elenco completo e i recapiti delle cesarine italiane anche solo per poter fare a qualcuna di loro una intervista e cogliere nelle loro parole gli stessi elementi di tipicità, freschezza e genuinità che i soci di Home Food hanno avuto modo di apprezzare ... ovviamente solo dopo essersi iscritti.

Ci piacerebbe che chiunque abbia la passione, la competenza e la possibilità potesse diventare "cesarina" senza dover sottostare a delle regole tanto rigide, ci piacerebbe che le nostre nonne o le nostre mamme potessero organizzare a casa loro delle cene per ospiti che, molto probabilmente, le ripagherebbero della fatica e della bravura, dell’affetto e della cura, molto più di quanto noi stessi riusciamo a fare presi da impegni, fin troppo abituati al mangiar di casa nostra o poco attenti alle tradizioni di famiglia.

[AGGIORNAMENTO DEL 2015] Le Cesarine sono rimaste una piccola nicchia e la tendenza non è esplosa come ci aspettavamo. Ce n'è però un'altra che vi segnaliamo: l'Home restaurant.
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