B&B in evidenza - il B&B Chianalea 54 di Scilla
Demetrio, Mimì (da Roma in giù e per chi capisce che non è un nome da donna) è primario medico ospedaliero e si occupa anche di ricerca avanzata. Innamorato pazzo del mare e del borgo marinaro di Chianalea, il più antico quartiere di Scilla in Calabria, qualche mese fa ha deciso di aprire un B&B che ha chiamato Chianalea 54.Mimì si definisce un medico adottato dai pescatori, una razza dura e ostile ma che, se ti prende a cuore, allora non la smette di coccolarti nonostante la disperazione quando vedono Mimì che invece di prendere i pesci, va a pescare, da ecologista convinto, per dar da mangiare ai pesci. Mimì, rassegnato simpaticamente a questo ruolo dice: "Loro (i pescatori) continuano a suggerirmi sottovoce, come il più prezioso dei regali, posti, orari, tecniche tramandate come segreti per generazioni. Prima o poi troverò un pesce suicida che li renderà felici!".
L’amore di Mimì per questo Borgo e per il suo mare dura da cinquant’anni e come dargli torto ... Chianalea è un luogo in incantato con grappoli di case che sorgono direttamente sugli scogli, separate le une dalle altre dalle altre da piccole viuzze, simili a canali che si tuffano nel mar Tirreno.
Chianalea vive dell’attività di pesca e non è stata ancora imbalsamata a scopo turistico. Perdendosi nel labirinto dei suoi vicoli è facile incontrare i pescatori che sotto casa costruiscono le reti per la pesca, apportano piccole riparazioni alle barche o si preparano a partire per affrontare una nuova giornata in mare. Le onde del Tirreno penetrano fin quasi dentro le abitazioni che sono continuamente sottoposte alla forza d’urto delle acque, di notte si avvertono i "colpi di mare" sulle scogliere, il sottofondo musicale della vita a Chianalea.Chianalea, accarezzata o sferzata dal mare con la sua e questa melodia di sottofondo che aggiunge incanto al sogno fa parte del Patrimonio dell’Unesco ed è stata inserita tra i borghi più belli d’Italia.
Nell’avventura e nella determinazione che hanno portato Mimì ad aprire un B&B a Chianlaea di Scilla un posto di rilievo spetta alla moglie del medico, pedagogista e agronoma ma con una passione, che ha trasformato nella sua principale occupazione, per l’antiquariato e le ristrutturazioni e che ha curato, ovviamente, l’arredamento, semplice e raffinato, del B&B Chianale 54.
E poi ci sono le figlie di Mimì, dapprima “ostili” alla passione del padre per il mare e la pesca, adesso entusiaste quasi quanto lui “da che non capivano nulla di pesca a che innescano da sole, cambiano canne e tipo di pesca e si arrabbiano se qualcheduno ci supera nel pescato, pescatori professionisti a parte”.
Ma perché il B&B? Mimì ci dice, sorridendo:” Un po’ una idea balzana… (ottima diciamo noi!), perché non fare qualche soldo condividendo con gli altri piccole e normali gioie.
Che c’è di male se la colazione invece di essere fatta di roba squallida e con bicchieri di carta, viene servita con della porcellana bianca, tovaglie di cotone in stile con l’arredamento, qualche dolce fatto in casa o che ricorda i sapori di casa e del buon pane nero cotto nel forno a legna?.
E se condividi con tuoi ospiti il giornale del mattino si sciupa ma mica lo conservi in biblioteca!
E così le stanze, approfittando del lavoro di mia moglie e del suo gusto, sono arredate prevalentemente con mobili antichi e finiture in stile. Nulla di sontuoso, tutto adatto ad una casa al mare, ma meglio una chase-longue in legno e corda che una sedia in plastica. E poi c’è la stanza all’ultimo piano. Ha una intera parete a vetri, che si affaccia sul mare e sul borgo di Chianalea. Ormai con gli ospiti che arrivano al tramonto lo facciamo come per gioco. Li lasciamo entrare da soli e, credetemi, ci impiegano dieci minuti prima di ricominciare a parlare. Poco il nostro merito, se non quello di avere rispettato la natura e l’architettura spontanea di una casa di pescatori, che forse non guardavamo il mare per diletto ma che sicuramente, se non lo sentivano accanto, stavano male.
Un segreto che prima o poi ti raccontano tutti quelli che amano e vivono il mare? Non bisogna fare nulla, bisogna solo sedersi, guardarlo e sentirlo. Unico problema è che si tratta di una magnifica droga, estate o inverno almeno una volta al giorno lo devi sentire, ha sempre qualcosa da dirti”.
Solo una nota dolente che riguarda la Calabria e la sua (e di altre regioni d’Italia) storia infinita di malafare e malgestione politica. Mimì non si lascia scoraggiare: “ Per fotuna c’è la piccola imprenditoria privata che, caparbiamente, sta facendo rinascere un turismo di buona qualità”. L’offerta è infinita: mare, immersione, turismo archeologico subaqueo, charter nautici a vela e a motore, passeggiate guidate sulle montagne, due parchi naturalistici, rafting, neve, archeologia e magnifici musei tra i più interessanti del sud Italia, città e borghi ricchi di storia e di arte. “La Calabria non è solo coste e mare. Anche gli eventi culturali (teatro, cinema, musica etc…) hanno oramai una cadenza costante. Manca in realtà una rete che indichi un percorso comune, ogni località fa storia da sé e per sé dal momento che l’Assessorato Regionale al Turismo è assente o quasi”.
Ed è un peccato! La Calabria è una delle regioni più varie e suggstive dello stivale, spesso sottovalutata o propagandata solo attraverso le immagini delle località più note. E invece ci sono una miriade di piccole realtà locali da scoprire con la loro arte e la loro storia, le tradizioni enogastronomiche, il folclore e le feste religiose. Anche Mimì conferma questo dato riferendosi in particolar modo all’enogastronomia: “La Calabria è considerata un tutt’uno, per cui si pensa che sia tutto peperoncino piccante. Nulla di più falso. La cucina di Chianalea di Scilla è legata alla cucina del pesce e in special modo del pescespada e sono quasi totalmente sconosciuti gli ottimi vini locali anche perchè non sono stati ancora inseriti nei circuiti dei vini doc.”
Mimì ha ancora tante storie da raccontare alla nostra redazione ma ci ha già convinto complice la passione che traspare dai suoi racconti, l’affetto con cui parla dei suoi luoghi e della gente che li abita e l’entusiamo che mette in ogni cosa che sceglie di fare.
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