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La Madonna che Scappa di Sulmona

Tra le celebrazioni della Settimana Santa e della Domenica di Pasqua risultano particolarmente suggestive quelle di Sulmona, in Abruzzo, città scampata al terremoto e che ha molto da offrire ai viaggiatori che desiderano pianificare una vacanza.

TRAMONTO SU VIGNETI - Mosciano sant'angelo. Foto di Navio De Santis

Protagonisti della Settimana Santa sulmonese sono il Cristo Morto e la Madonna che inscenano un particolare, ma molto diffuso in parecchie tradizioni, “incontro”. I giorni più importanti della Settimana Santa sono il Venerdì Santo e la Domenica e le celebrazioni religiose sono gestite dalle due confraternite cittadine: quella della Chiesa della SS. Trinità e quella della Chiesa della Madonna di Loreto.

Le origini delle due confraternite si perdono nel Seicento e la rivalità tra le due è stata sempre molto accesa nei secoli passati. Oggi si è arrivati ad un compromesso e alla partecipazione di entrambe ai festeggiamenti cristiani più sentiti dell'anno liturgico. Il Venerdì Santo la processione del Cristo Morto vede la presenza di centinaia di confratelli della SS. Trinità vestiti con il tradizionale saio rosso, adornato dal soggolo bianco (un panno che va dal collo al petto) e da una placca più o meno grande a seconda dell'importanza del confratello. Il Corteo esce dalla chiesa intorno alle 19.00 (i confratelli cercano di ritardare l'uscita della statua per creare un clima d'attesa e rendere più viva la partecipazione dei fedeli).

La processione è preceduta da una banda di ottoni che suona celebri marce funebri. All'inizio sfila il Tronco, una grande croce coperta da un velluto rosso e decorata da foglie e frutta. Il Manufatto risale al Settecento. Sfila poi il catafalco del settecento, tutto in argento e decorato con veli e tessuti sul quale è adagiato il corpo del Cristo Morto con 33 garofani rossi sul petto posti dai confratelli in ricordo del sacrificio. Chiude il Corteo la Statua dell'Addolorata vestita a lutto. La processione arriva nei pressi della Chiesa di Santa Maria della Tomba e dal campanile di quest'ultima una cascata di luci scende sul corteo. Di fronte a questa chiesa, seguendo antichi rituali e patti, i Trinitari danno ai lauretani il permesso di portare le statue per le strade del loro quartiere. I Lauretani possono comunque sfilare con i Trinitari fino al loro ritorno in chiesa. Si tratta di un momento molto suggestivo: tutti i confratelli con i “fanali” si dispongono attorno al portale e assistono al rientro del Cristo e dell'Addolorata. La processione riprende la Domenica di Pasqua dopo la messa presieduta dal Vescovo.

Questa volta si parte dalla Chiesa di santa Maria della Tomba. Inizialmente sfila lo stendardo verde della confraternita dei Lauretani, a seguire i confratelli con i lampioncini e infine le statue di Cristo Morto, San Giovanni e San Pietro. Il corteo arriva in Piazza Garibaldi che si è riempita di una folla trepidante. Lo stendardo prosegue fino alla fine della piazza, mentre il Cristo risorto si posiziona su un baldacchino allestito sotto l'arco centrale dell'Acquedotto Svevo, all'ingresso dell'ampia piazza. Le statue dei due Apostoli proseguono invece a passo lento fino alla fine della piazza, dove si trova la chiesa di San Filippo e dove si trova la Madonna vestita a lutto. Mentre la statua di S.Pietro si ferma, quella di San Giovanni prosegue fino al portale della chiesa, annunziando alla Madonna l'avvenuta resurrezione del Figlio, ma, secondo la leggenda, Maria non crede a questa notizia. Gli annunci avvengono tramite un confratello che, bussando alla chiesa, deve anche rassicurare i confratelli incaricati di portare (e quindi far correre) la Madonna. Avvenuto il rifiuto della Madonna, San Giovanni si reca da San Pietro affinché anche lui porti il lieto annuncio a Maria. Essendo San Pietro secondo la tradizione un bugiardo o, come dicono i sulmonesi, na n'zegna fauzone, la Madonna non gli crede e non si convince della resurrezione del Figlio. San Giovanni ritenta di nuovo, questa volta con esiti positivi, cosicché la Madonna accetta di seguire i due Apostoli e il portone di San Filippo si apre tra gli applausi degli astanti.

Quando, avvicinandosi alla Piazza, la Madonna riconosce il Figlio Risorto, il passo della processione che era lento e cadenzato, si trasforma in una corsa accompagnata dall'applauso della folla. Durante la “corsa” della Madonna cade il manto nero per lasciare posto ad un abito verde ricamato d'oro mentre in volo si levano dodici colombe. Se la sequenza si svolge senza intralci (corsa, caduta del manto, colombe) la tradizione vuole che l'anno sia propizio, mentre se ualcosa non funziona i presagi sono funesti.

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