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Il B&B e le Tasse

Il B&B e le Tasse

Aprire un B&B: tutte le tasse previste

Negli ultimi anni su tutto il territorio nazionale è aumentato il numero dei B&B attivi. Rispetto alle strutture ricettive tradizionali come hotel o residence, i B&B permettono anche a chi ha dei mezzi economici ridotti di viaggiare o di viaggiare per più tempo. A oggi aprire un B&B rappresenta un'opportunità per beneficiare di nuove entrate o di avviare una nuova attività imprenditoriale, condividendo la propria casa con persone che arrivano da ogni parte del mondo.

Come tutte le attività, però, il Bed and Breakfast richiede una serie di adempimenti burocratici, a cominciare dalle tasse.

Ecco allora tutte le informazioni per chi vuole farsi un'idea.

[ Approfondimento: Aprire un B&B in Italia ]
 

Le disposizioni generali

Innanzitutto per mettere su un Bed and Breakfast occorre rientrare nei requisiti previste dalle Leggi regionali in materia che disciplinano il numero delle camere e dei posti letto. Poi occorre rivolgersi, da internet o di persona, al SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) del proprio comune per ritirare la modulistica necessaria per la dichiarazione di inizio attività. Per la gestione della SCIA i costi variano da 30 a 150 Euro a seconda del comune.

[ Approfondimento: Le Leggi Regionali del B&B in Italia ]
 

Bed and Breakfast con o senza Partita Iva

Attualmente la legge distingue due tipologie di B&B: quello imprenditoriale e quello occasionale. Per essere un B&B occasionale occorre che l'attività abbia un carattere saltuario nella fornitura dei servizi (alloggio e prima colazione). In questa situazione non occorre aprire una partita Iva e nemmeno iscriversi al registro delle imprese presso la Camera di Commercio. Pertanto non c'è bisogno di emettere fattura ma, se il cliente lo richiede, occorre rilasciare una ricevuta non fiscale. In ogni modo nella maggior parte delle Regioni l'attività non viene considerata d'impresa.

Quanto ai proventi dell'attività, al netto delle spese inerenti documentabili, essi sono tassati come "redditi diversi" derivanti da attività commerciale non esercitata abitualmente. È necessario che il gestore del B&B si doti di un bollettario per registrare l'incasso dei singoli corrispettivi (con una marca da bollo da 2 € per gli importi superiori ai 77,47 €.) Il reddito del B&B sarà quindi la somma delle ricevute rilasciate, meno le spese documentate.

In questo contesto occorre tuttavia adempiere a tutti gli ordinari obblighi ai fini IRPEF, consistenti nel dichiarare i proventi, così realizzati, come "redditi diversi", derivanti da attività commerciale non esercitata abitualmente (lettera i, comma 1, art. 67, Tuir). Essi vanno trascritti nel quadro RL - sezione IIA - di Unico Persone Fisiche (in alternativa è utilizzabile anche il modello 730, quadro D, rigo D5) e assoggettati a tassazione al netto delle spese inerenti. In via di principio, queste "spese inerenti" sono tutte quelle che si rendono inevitabili per lo svolgimento dell'attività (comma 2, art. 71, Tuir), come ad esempio l'approvvigionamento di generi alimentari, il materiale per la pulizia e suoi addetti, le utenze domestiche.

In particolare, in relazione ai costi sostenuti per l'acquisto di beni destinati ad essere utilizzati per più anni (quali, ad esempio, mobilio e attrezzatura da cucina) e che assumono, quindi, valenza di oneri a carattere pluriennale, la deduzione sarà fatta secondo un criterio di proporzionalità in ciascun periodo di imposta eventualmente mutuando la tempistica dei piani di ammortamento prevista in via ordinaria per tipologia di bene, dal DM 31/12/1988.

Quando invece il B&B viene considerata attività non occasionale e, di conseguenza, inquadrata come attività imprenditoriale e con mezzi organizzati, occorre adempiere a una serie di obblighi. Fra questi, l'apertura della partita Iva, l'iscrizione alla Camera di Commercio, l'emissione di fattura, la contabilità e la posizione INPS Gestione commercianti.

Un B&B professionale può aderire ai regimi fiscali forfettari, così da risparmiare sulle tasse. In questo modo gli incassi vengono tassati del 5% per i primi cinque anni di attività fino al 15% per i successivi anni. Per l'imposta IRPEF, gli scaglioni vanno dal 23% (per i redditi da 0 a 15.000 €) al 43% (per i redditi superiori a 75.000 €). Qualora l'attività sia d'impresa allora la tassazione che si applica è quella dell'Ires (27,5%) e Irap (4,9%).

Che si abbia o no la partita Iva, in alcuni comuni è obbligatorio pagare la tassa di soggiorno.
 

Il Canone RAI

[ Approfondimento: Il B&B e il Canone Rai ]

Chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni è tenuto al pagamento del canone di abbonamento. Per chi detiene più dispositivi televisivi destinati a fini di lucro all'interno della propria abitazione viene applicato il canone speciale. Nella legge rientrano diverse categorie, tra cui gli Affittacamere e i B&B. Le tariffe per tale abbonamento sono fissate annualmente con decreto del Ministero delle Comunicazioni. Il canone speciale della Rai è obbligatorio sia per i titolari di B&B che hanno partita Iva sia per quelli che non ce l'hanno. Non sono tenuti a pagarlo quei B&B che hanno televisori in stanze non destinate all'attività ricettiva e quindi destinate solo alla famiglia.

L'abbonamento si rinnova automaticamente. I titolari di canone speciale sono autorizzati a considerare fattura la ricevuta del versamento effettuato solo tramite il bollettino prestampato e il modulo SBF della domiciliazione bancaria, inviati dalla RAI – Radiotelevisione Italiana. Inoltre, qualora sussistano i presupposti fiscali, la restante parte del canone speciale può essere dedotto dal reddito d'impresa ai sensi del D.P.R. 22/12/1986 n. 917.

In ogni caso se si hanno delle indecisioni si può inoltrare una domanda all'amministrazione finanziaria (Agenzia delle Entrate) scrivendo i propri dubbi. Se non si ha risposta entro 120 giorni si applica la regola del silenzio-assenso.
 

Il Canone SIAE per B&B

[ Approfondimento: Il B&B e la Siae ]

Come la Rai, anche la Siae prevede un canone annuale. La legge 633 del 1941 dichiara infatti che il pagamento è obbligatorio “per l'esecuzione a mezzo di apparecchi radioriceventi sonori, muniti di altoparlante, di opere radiodiffuse, è dovuto all'autore un equo compenso che è determinato periodicamente dall'accordo tra la Società Italiana degli Autori ed Editori e la rappresentanza dell'associazione sindacale competente". Nonostante questa sia stata negli anni una questione dibattuta, le norme in materia hanno confermato che anche i B&B debbano pagare i diritti Siae, che variano in base al numero dei televisori o apparecchi di radiodiffusione.

La discriminante sta nella fruizione da parte degli ospiti: se le radio (o altri mezzi) si trovano in locali adibiti alla ricettività, bisogna pagare; se invece si trovano in luoghi che non permettono l'ascolto ai clienti (nella camera del titolare o in quelle dei suoi familiari, per esempio) non vi è obbligo di pagamento. I diritti variano infatti a seconda del numero dei televisori o comunque degli apparecchi idonei alla radiodiffusione. In ogni caso è bene prendere contatti con le sede locale della SIAE e informarsi.