Mare e Luna

Fiumefreddo Bruzio, perché si trova in una posizione dominante, situato sul bordo di una pianura che si affaccia sul mare Tirreno azzurro, offre uno spettacolo di fierezza solitaria e di un antico retaggio storico come un villaggio medievale, situato sulle pendici delle montagne che scendono verso il mare, un tesoro di storia e di inestimabile valore culturale. Il paese è naturalmente arroccato e conserva le caratteristiche di un villaggio fortificato, non solo per la sua posizione naturale, ma anche per la sua "porta merlata", che è ancora l'ingresso principale al centro abitato che è rimasto intatto nel tempo, con le sue strade, le sue chiese, le sue case e un patrimonio storico e artistico di notevole interesse. Dalle sue affascinanti scogliere o dalle numerose terrazze che si affacciano sul mare, lo sguardo può spaziare fino alla Sicilia, alle Eolie, alla costa calabra e ai monti del Cilento.

Le origini di Fiumefreddo Bruzio sono avvolte nel mistero di tempi antichi. Le prime tracce documentali risalgono al Medioevo (circa l'anno 1000), anche se non escludono la presenza di insediamenti costieri già nell'antichità. Si ritiene che il luogo sia stato scelto per le sue caratteristiche difensive. Nel 1054, il borgo, chiamato Flumen Frigidum (Fiume Freddo - oggi chiamato Fiume di Mare) a causa della bassa temperatura delle sue acque, fu conquistato da Roberto il Guiscardo, che lo regalò a suo fratello Ruggero il Normanno. Nel 1098, Fiumefreddo passò sotto l'autorità feudale di Simone da Mamistra, vassallo di Carlo I d'Angiò, per poi passare nel 1269 al feudatario francese Giovanni de Flenis e successivamente ad Alfonso Sanseverino, vassallo di Carlo II. Pochi anni dopo, per essersi ribellato al re Carlo II, il feudo fu confiscato e assegnato al viceré di Calabria, Ferdinando d'Alarcon, che nel 1536 abbellì il castello di Fiumefreddo secondo gli standard estetici dell'epoca e costruì due torri chiamate Golette fuori dalle mura del paese. Nei primi anni del 1800, il castello fu parzialmente distrutto dai francesi, rappresentati da Giuseppe Napoleone, fratello dell'imperatore, e successivamente da Gioacchino Murat. Tuttavia, gli abitanti di Fiumefreddo si organizzarono in comunità segrete per resistere agli invasori.

Nel 1860, il consiglio comunale deliberò l'aggiunta del nome Bruzio alla denominazione originaria di Fiumefreddo.

Il centro abitato conserva parte delle mura medievali, i Palazzi della Valle e Pignatelli (entrambi con diverse fasi costruttive e completati nel XVII secolo).

È la patria dell'artista Giuseppe Pascaletti (1699-1757) ed è un importante centro storico-culturale, con un esteso insediamento cinquecentesco ben conservato, noto anche per la vicina Abbazia di S. Maria di Fontelaurato, la più famosa dell'ordine florense dopo quella di San Giovanni in Fiore. Fu fondata e dedicata a Santa Domenica dai monaci basiliani che avevano fondato il loro antico cenobio nelle vicinanze. Dopo che i monaci basiliani furono sostituiti dai benedettini, essi guidarono le sorti dell'abbazia fino al 1035. Nel 1201, la chiesa, distrutta dall'umidità, fu ricostruita da Simone de Mamistra, Principe di Fiumefreddo, e affidata all'Abate Gioacchino da Fiore, con il nome di Abbazia di Fonte Laurato.