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Oratorio de Vanchetoni
I membri della Congregazione di San Francesco della Dottrina Cristiana ebbero l'appellativo di "Vanchetoni" per il modo di camminare cheti e silenziosi, e di "bacchettoni" in riferimento alla bacchetta usata a scopo penitenziale (tutt'oggi bacchettone indica una persona moralista o dotata di eccessivo zelo religioso).
Il fondatore fu il tessitore Ippolito Galantini (sul portale si trovava un suo busto seicentesco, oggi in deposito) che si dedicò all'insegnamento della dottrina cristiana e nel 1602 fece costruire appositamente l'Oratorio.
L'attività simbolo della confraternita, divenuta nel frattempo Arciconfraternita poiché a capo di altre sedi in Toscana e in Emilia , era la "cena dei cento poverelli", dal rigido cerimoniale: l'ultima domenica di carnevale venivano invitati cento poveri del quartiere, sopra i cinquanta anni, che dopo essere stati rasati, rivestiti dell'abito della congregazione, confessati e comunicati, venivano fatti sedere ad un tavolo riccamente apparecchiato, dove consumavano una cena in silenzio mentre ascoltavano musica e letture cristiane.
In ricordo di questa usanza un ristorante vicino prende il nome appunto di "Ristorante dei cento poveri".