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Le associazioni di B&B in Italia

Le associazioni di B&B in Italia

Chi sono, quali sono le principali e chi sono i loro referenti. Quanti associati hanno, quali servizi offrono.

L’Italia come il Far West”, così descrive il nostro Paese Cesare Gherardi, coordinatore del Cts (Comitato tecnico scientifico) dell’Anbba, l’associazione nazionale Bed & Breakfast, affittacamere, case vacanza e locazioni turistiche, nata vent’anni fa e oggi più combattiva che mai.

In base all’articolo 5 della Costituzione – spiega il geometra Gherardi – lo Stato demanda la legislazione del settore turistico alle Regioni e già questo crea differenze legislative tra le diverse aree geografiche, ma soprattutto poiché la prima caratteristica dei B&B è la saltuarietà dell’accoglienza, lo Stato avrebbe dovuto ribadire il concetto di saltuarietà, dettagliandolo, mettendo dei paletti uguali per tutti, invece lo ha lasciato a libera interpretazione delle Regioni, tra le quali: qualcuno ha detto qualcosa, qualcuno niente, qualcuno si è mantenuto sul vago, con un fermo obbligatorio che quindi oscilla – nelle diverse aree geografiche – tra un minimo di 60 giorni e un massimo di 120, periodo non continuativo in cui i Bed & Breakfast dovrebbero rimanere chiusi. Detto questo tutte le Regioni hanno demandato ai Comuni: il risultato è un caos assoluto!”.

Sulla stessa linea la posizione di Aigo Confesercenti, associazione italiana gestori ospitalità e ricettività diffusa: “Anni di crisi economica e le nuove potenzialità provenienti da flussi turistici individuali stanno motivando molti italiani a disporre del patrimonio immobiliare ad uso turistico – dichiara sul sito dell’associazione il presidente Agostino Ingenitotuttavia il fenomeno appare poco monitorato per le diverse competenze fiscali e normative per tale tipologia di ospitalità. Appare utile cogliere le opportunità di questo risveglio di tante città e destinazioni turistiche italiane per lavorare ad un progetto condiviso che vada nella direzione di una maggiore qualificazione dell’offerta ricettiva extralberghiera, dell’adesione piena alle normative e al contempo di rendere più chiare e semplici le modalità di utilizzo ad uso turistico di immobili, salvaguardando gli equilibri sociali di città che rischiano la turisticizzazione e valorizzando le aree interne e le località minori”.

E su questo si trovano d’accordo tutti i referenti di tutte le associazioni locali di categoria, siano esse a carattere comunale, multicomunale (nel caso di coordinamenti che collegano più comuni di un’area geografica come ad esempio l’Associazione Bed and Breakfast del lago di Garda colline moreniche), provinciali o regionali.

L’Anbba è nata nel 1999 con l’obiettivo di migliorare la professionalità degli operatori dell’accoglienza ed incoraggiare la regolarizzazione delle attività extralberghiere, sostenendo la diversificazione dell’offerta turistica in Italia, veicolo di cultura e volano di indotto e crescita economica”, si legge sul sito dell’associazione, che – ci tiene a sottolineare Cesare Gherardi – “é socio fondatore di Confturismo, la più importante organizzazione del settore con i suoi 270mila operatori, oltre ad aderire a Confcommercio, Confedilizia e Enit agenzia nazionale turismo. L’Anbba è anche il punto di riferimento per tutte le associazione e i coordinamenti di gestori di strutture di accoglienza, alle quali si offre come elemento di unione, di affiancamento e di rappresentanza con Enti come le Regioni, i Ministeri, il Parlamento e l’Unione europea”.

Il problema – spiega il coordinatore di Cts Anbba – è trovare un interlocutore, oggi parliamo con qualcuno che domani non c’è più”. Per assurdo le associazioni di categoria sono più longeve e sicuramente più stabili delle istituzioni: la maggior parte di esse infatti lavora da vent’anni e quasi sempre con gli stessi referenti, salvo alcune eccezioni dovute per lo più a motivi di salute. Questo perché le associazioni sono espressione di chi lavora, nascono dalla volontà degli stessi gestori, che decidono di riunirsi per ottimizzare le risorse e migliorare il servizio.

Alcuni esempi di esperienze pluridecennali? In ordine sparso: l’Associazione B&B ScopriPiemonte, nata nel 2000 conta oggi 57 associati coordinati ancora dalla fondatrice Carla Tibald; l’Abbav, la più grande community di Host presente in Veneto, riunisce oggi 500 associati per 2mila strutture tra Bed & Breakfast, locazioni turistiche, Guest House e altre forme di ricettività alternativa, fondata nel 2003 è guidata dal 2012 dalla presidente Ondina Giacomin che con le sue capacità ha fatto salire il numero degli associati da poche decine a diverse centinaia; l’Associazione B&B del Lago di Garda colline moreniche, fondata nel 2009 e ancora guidata da Michela Niccolai, conta oggi una quarantina di associati tra gestori di B&B e partner (ristoratori, titolari di attività sportive e non sul territorio); Abbetnea fondata nel 2002 e guidata fino a due anni fa da Franz Cannizzo che ha passato nel 2018 il testimone all’attuale presidente Rita Monforte, imprenditrice con attività ricettive fin dal 2004; l’Associazione Bed & Breakfast della provincia di Ravenna by Confartigianato, nata nel marzo del 2007, vanta oltre 80 strutture aderenti, è stata la prima ed è tutt’ora l’unica nel territorio ad impegnarsi nella promozione e nello sviluppo dei B&B…

Noi portiamo avanti delle istanze che non trovano risposta per i continui cambi al vertice – denuncia Cesare Gherardi dell’Associazione nazionale – recentemente siamo stati dal sottosegretario a Roma per presentare un vademecum di 11 punti, la sintesi delle esigenze dell’extralberghiero in Italia e ci è stato risposto, cito testuali parole, ‘Per ora non sappiamo ancora, dobbiamo procedere a piccoli passi, al momento non siamo in grado di dire chi dovrà gestire il settore’, ma gli imprenditori non possono aspettare, ci sono problemi contingenti ed urgenti”.

Il settore dei B&B e degli host in generale vive un periodo decisamente positivo, nonostante le difficoltà dovute alle carenze legislative e ai vuoti lasciati dalle istituzioni locali, merito dell’intraprendenza di chi ha investito credendoci. “Negli ultimi anni – continua Gherardi – il settore extralberghiero ha superato l’alberghiero, il quale si è messo sulla difensiva attaccando soprattutto il sommerso”. Sommerso che non è gradito prima di tutto dagli stessi operatori in regola, che chiedono controlli e garanzie. Il coordinamento B&B della città di Fermo per esempio conta 20 associati che pagano la irrisoria quota di 25 euro all’anno per gestire la loro associazione ma come sostiene il presidente Francesco Gismondinegli ultimi anni i Bed and Breakfast sono sorti come funghi, senza controlli, senza i requisiti per operare nel settore, chiunque si sia trovato con una camera libera nella propria abitazione ha deciso di intraprendere questa strada: perché la Regione Marche ha lasciato questa libertà? Questa totale libertà è un guaio: strutture con il bagno in comune, senza aria condizionata, che per la colazione mandano i propri clienti al bar, tutto ciò va a danno di chi per dieci, venti anni, ha investito per qualificarsi. Noi vogliamo, chiediamo i controlli sia da parte della Regione che da parte della Guardia di finanza, ma non c’è nessuna collaborazione delle istituzioni, i politici cercano la piazza ma quando si tratta di fare qualcosa di concreto ci abbandonano”.

Il sommerso esiste perché l’attuale legislazione spinge i gestori a scegliere il nero – denuncia Cesare Gherardi – non tutti ovviamente, ma inizialmente appare la strada più facile e sicuramente meno costosa, nonostante esponga a dei rischi non indifferenti. Faccio un esempio: oggi per aprire un Bed and Breakfast è necessario un investimento che oscilla tra i 500 e i 700 euro solo di spese di pratiche iniziali, di burocrazia; per la denuncia regolare per aprire a Roma, per esempio, si pagano 250 euro più 2,60 di commissione… entro 7/8 giorni arrivano i vigili urbani che verificano che tutto sia a norma… ma cosa succede? Se all’interno di uno stesso palazzo ci sono quattro persone che di fatto lavorano saltuariamente come B&B, di cui solo uno regolarmente denunciato, solo quello riceverà dei controlli e se qualcosa risulterà difforme, scatterà la multa… nel caso che il gestore faccia presente ai vigili che nello stesso stabile ci sono altre persone che ospitano turisti, i vigili risponderanno che senza denuncia non possono intervenire ed è praticamente impossibile che un vicino ne denunci un altro, dato che dovranno convivere porta a porta…”.

Faccio un altro esempio – è inarrestabile Gherardi – parliamo del regime fiscale: per coloro che operano senza partita iva è previsto, come primo reddito, un limite di 5mila euro l’anno come reddito occasionale, ma tutti fanno di più altrimenti non potrebbero tenere in piedi un’attività, ne denunciano quindi una cifra superiore e in base al principio di tolleranza – dato che su questa cifra vengono pagate le tasse – nessuno trova niente da ridire… ma è chiaro che tutto ciò si traduce, ancora una volta, in un incentivo al nero”. “A volte sono gli stessi operatori locali che lasciano intendere che sia meglio organizzarsi diversamente – il coordinatore del Cts potrebbe scrivere un libro sulla casistica italiana – poco tempo fa si è rivolto a noi un cittadino siciliano, non voglio fare nomi per non metterlo in difficoltà, voleva aprire un B&B in un piccolo comune marino, dove il lavoro non manca, ebbene lo stesso impiegato comunale a cui si è rivolto glielo ha sconsigliato sostenendo che nessuno dei B&B della zona ha fatto la denuncia. Questo perché? Più strutture figurano regolarmente, più il comune deve lavorare, ma se nessuno fa la denuncia…”.

Altro punto dolente la colazione: un momento importante, di aggregazione, di ospitalità, di caratterizzazione del proprio territorio, ma poiché le disposizioni delle aziende sanitarie locali, che recepiscono sia leggi dello Stato italiano che dell’Unione europea, sono sempre più rigide e limitative, si è arrivati all’apoteosi dell’Abruzzo, dove i gestori, per non incorrere in multe hanno disposto per i propri clienti un buono-colazione da spendere nel bar sotto casa! Ed ecco che così viene a mancare uno degli elementi fondanti del Bed&Breakfast, letto&colazione!”.

Non basta! Prendiamo la Tari, la tassa sui rifiuti. Per il pagamento di questa tassa i B&B sono stati equiparati agli alberghi senza ristorazione, per una quota che si aggira intorno ai 2.300 euro l’anno. Ma i B&B sono strutture recettive caratterizzate da un’apertura saltuaria, tant’è che si impone loro una chiusura che oscilla tra i 60 e i 120 giorni, a seconda della regione di appartenenza. Questa saltuarietà però non viene riconosciuta per il pagamento della Tari, che quindi non può essere divisa per i giorni dell’anno e moltiplicata per i giorni effettivamente lavorati, dando luogo all’ennesima disparità: si paga la stessa cifra degli alberghi senza ristorazione pur lavorando meno e producendo quindi meno rifiuti da smaltire”.

Infine sui giorni di chiusura, si esige che vengano denunciati in anticipo, senza tenere conto delle prenotazioni in entrata e quindi il risultato è che le strutture rischiano di rimanere chiuse quando potrebbero lavorare e aperte quando invece non ci sono richieste… Io propongo, dato che ormai le prenotazioni arrivano principalmente tramite portali, un conguaglio tra giorni non lavorati e giorni di prenotazione, da comunicare tramite pec al Comune di residenza. In realtà quello che succede oggi è il libero arbitrio: dato che in assenza di controlli, di fatto, ognuno fa quello che vuole”.

Per non parlare di ciò che accade nei piccoli comuni dove non ci sono risorse per poter aprire sportelli dedicati a questo settore: in molti hanno quindi scelto di aprire consorzi di Comuni. Apparentemente sembrerebbe una buona cosa: un unico ufficio per un territorio in cui si raccolgono più Comuni, ma questo si traduce in una nuova sede con la nomina di un direttore, un vicedirettore… un dispendio di risorse che non porta a niente per non parlare della pretesa di disbrigo delle pratiche on line, motivo per cui riceviamo sempre più richieste di aiuto, e ovviamente ogni comune usa a questo scopo un software diverso”.

E le associazioni locali, cosa chiedono? Pur condividendo la posizione di Gherardi, ci sono delle specificità legate al territorio e al periodo contingente. L’attività dell’Abbav la comunity delle host del Veneto per esempio è stata caratterizzata ultimamente dall’emergenza veneziana. “Subito dopo le eccezionali maree che hanno colpito Venezia – racconta il segretario Alberto Marconci siamo attivati con un servizio di volontariato per la compilazione delle pratiche per chiedere il rimborso dei danni subiti, la scadenza era per il 20 dicembre 2019 e dopo essere stati convocati dal Comune di Venezia nella figura del commissario prefettizio, ci siamo attivati per aiutare tutti quelli che si sono rivolti a noi, non solo i nostri soci, ma anche normali cittadini che si trovavano nell’impossibilità di rientrare nelle proprie case danneggiate.” “Purtroppo il danno delle maree è ben più esteso del danno subito dalla strutture – lamenta Marcon – poiché tutta la città è stata colpita da un numero di disdette senza precedenti e assolutamente immotivato rispetto allo stati dei fatti: anche strutture perfettamente funzionanti, subito dopo che la marea si è ritirata, poiché di fatto è stato un episodio eccezionale ma rapido, si sono viste cancellare tutte le prenotazioni nonostante le rassicurazioni dei gestori, colpa di una cattiva informazione veicolata soprattutto dalla rete. Le immagini eccezionali che hanno fatto il giro del mondo, hanno indotto i turisti a rinunciare a venire a Venezia, nonostante il problema fosse stato superato. Certo ci sono stati danni ingenti al nostro patrimonio architettonico, ma siamo assolutamente operativi e perfettamente in grado di offrire la migliore ospitalità, anche perché Venezia è abituata e attrezzata per fronteggiare questo tipo di emergenza. Ancora oggi subiamo una perdita economica che certo non aiuta la città, che vive di turismo”.

Nel resto della Regione la situazione è florida. Grazie ai suoi 500 soci (che pagano una quota annuale di 120 euro) per 2mila strutture, l’Abbav è una realtà consolidata che quindi ha peso sulle decisioni politiche regionali e comunali. Viene regolarmente convocata dalle istituzioni che tengono conto del suo parere e delle sue indicazioni nelle decisioni da prendere. L’associazione è talmente forte da gestire senza problemi il fisiologico ricambio di ogni anno, attestato sul 30 per cento: a fronte di alcuni iscritti che chiudono o cambiano attività per diversi motivi, ce ne sono altrettanti che aprono. “Il problema più ingente è la scarsa professionalizzazione del settore”, tanto che “l’Abbav sta lavorando per la costituzione di Accademie per la formazione, anche se su questo piano – dice Marcon – c’è resistenza da parte delle istituzioni”. “È pur vero – aggiunge il segretario dell’associazione – che il nostro socio medio è sempre più giovane, tra i 20 e i 30 anni: abbiamo sia studenti universitari che neo diplomati che decidono di mettere a frutto proprietà di famiglia o ereditate da qualche parente, chiedendo prestiti per avviare un’attività concepita non più come secondo lavoro, ma come unica professione”. Una realtà unica in Italia, dove l’età media dei gestori di B&B e strutture ricettive extralberghiere oscilla tra i 40 e 50 anni, con punte di over 60. E nonostante si possa credere che in questa regione lavori soprattutto Venezia, i dati smentiscono questo predominio: “Ovvio che Venezia parli da sé – sostiene Alberto Marcon – ma negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita decisiva di Verona e Treviso. La Provincia di Treviso soprattutto si è distinta facendo un ottimo lavoro e investimenti nell’organizzazione di mostre, eventi e iniziative che hanno richiamato sempre più turisti”. I risultati sono talmente evidenti che il prossimo obiettivo dell’associazione, su cui si sta già lavorando, è l’apertura di una nuova sede (dopo quella storica di Venezia), a Verona. Tutto ciò è reso possibile anche dall’apertura mentale dei soci di Abbav, forse perché particolarmente giovani. Contrariamente ad altre realtà infatti qui la collaborazione è la routine e se nei giorni dell’alta marea a Venezia è stata “eccezionale” con scambi di alloggi a costo zero tra gestori in difficoltà e gestori senza problemi perché magari hanno il proprio B&B al primo piano, è altrettanto vero che si lavora insieme 365 giorni l’anno, nell’ordinaria amministrazione.

Non è così per esempio nelle Marche, dove il presidente Francesco Gismondi di B&B città di Fermo, nata nel 2016, denuncia “i miei associati non sono tutti aperti, ognuno guarda alla propria parrocchietta, già è tanto che si sono associati; esiste sì uno scambio, se qualcuno è al completo e riceve nuove richieste di prenotazione chiama qualche collega dell’associazione per indirizzare dei clienti, ma c’è sempre una certa resistenza e oltre questo non si va”. “Il problema più grosso nella nostra regione è l’abusivismo: a Fermo io ho aperto il primo B&B, oggi ne sono censiti 65, ma ce ne sono molti altri che non risultano ma di fatto esistono”.

Questi sono gli stessi problemi presenti anche nelle altre regioni. In Piemonte, per esempio, Carla Tibald ha fondato nel 2000 l’associazione Scopripiemonte B&B che copre un vasto territorio, dalla Valle Olimpica a Pinerolo, dal canavese alla Val di Susa, da Vercelli a Torino, con 57 associati (che oggi pagano una quota annuale di 80 euro), che inizialmente chiedevano aiuto per avere più visibilità dato che molti di loro non avevano un sito internet, ma anche consulenza per la legislazione HCCP e per i rapporti con le istituzioni. “Siamo passati dalle riunioni pizzi e merletti di 20 anni fa a una scarsa partecipazione, oggi molti non vengono proprio – racconta la fondatrice Carla Tibald – ma la realtà in 20 anni è cambiata: se nel 2004 la camera del figlio sposato bastava per avviare un B&B oggi, soprattutto dopo le Olimpiadi invernali, non basta più: bisogna investire, ristrutturare. I miei soci sono tutti di mezza età, sui 60/65 anni e anche loro adesso sono più esigenti, chiaro che come associazione abbiamo un peso diverso e tutti insieme riusciamo ad abbattere le spese di gestione: abbiamo attivato convenzioni per il servizio tintoria, per l’acquisto di prodotti di pulizia, per i prodotti da bagno da fornire ai clienti, per la stipula dell’assicurazione - dopo tanti anni siamo riusciti a costruire una polizza assicurativa per le nostre esigenze - partecipiamo gratuitamente a corsi di pronto soccorso… ma in un territorio dove i B&B possono avere massimo 3 camere, 6 posti letti, con 270 giorni di apertura l’anno, le istituzioni fanno davvero poco… Pinerolo è un buon Comune, ha lavorato molto per la realizzazione di percorsi turistici, ma per il resto: Torino lavora su Torino, perché è facile, non siamo aiutati dagli uffici turistici, da qualche anno siamo supertassati per la Tari, il canone TV… Io sono convinta che mirino a farci avere la partita iva e se sarà così, molti chiuderanno”.

Tante le difficoltà anche nel Salento, dove Giuseppe Albertini De Giorgio, presidente di B&B network Brindisi Salento sostiene la “necessità di una definizione delle politica del turismo con le istituzioni”. “La nostra associazione conta 23 strutture, i nostri soci pagano 60 euro l’anno per i B&B familiari e 100 euro l’anno per i B&B impresa – solo 4 sul totale – , si tratta di gestori tra i 40 e i 50 anni che hanno questa attività per lo più come secondo lavoro. Noi li coordiniamo per stipulare delle convenzioni da offrire ai clienti come ad esempio dei ticket per il 10 per cento di sconto per transfer da e per l’aeroporto… ma la nostra emergenza più grande è l’abusivismo dilagante, per il quale siamo stati convocati dalle forze dell’ordine senza un seguito. La legge regionale non rende facile aprire un B&B familiare con 2/3 camere e tanti decidono quindi di aggirare la normativa, è un fenomeno che va contrastato. L’altra priorità è quella di far diventare Brindisi una città turistica, che superi la logica del turismo di un pernottamento e via”.

Esigenze condivise lungo tutta la penisola tanto che in Abruzzo l’associazione di Lucia Simioni Abruzzo B&B, ha messo a punto una carta dell’ospitalità: “L’ospite che ricerca un’accoglienza familiare apprezza il contatto diretto con la famiglia – spiega la presidente – e allo stesso tempo cerca strutture funzionali, pulizia e cura dei dettagli, con caratteristiche di pregio”.

E il pregio fa la differenza in un mercato ormai così competitivo, dove chi riesce a rendere unica la propria struttura, riesce sicuramente a distinguersi in termini di numero di prenotazioni. È il caso dell’associazione Bed and Breakfast del Lago di Garda Colline moreniche, dove in una zona conosciuta come “la piccola Toscana”, la presidente Michela Niccolai dice: “Sinceramente tra tutte le nostre strutture avrei difficoltà ad indicare la più bella, sono tutte uniche, estremamente personalizzate, accoglienti, stasera per esempio ci riuniremo nella villa di un nostro associato: è una villa storica, ci ha soggiornato Vittorio Emanuele, una struttura meravigliosa arredata con stile, il proprietario colleziona mobili antichi”. Michela Niccolai lavora nel settore del turismo da tutta la vita: è stata guida in un museo, ha lavorato in un albergo, così come il marito, oggi direttore di un ristorante, e con cui gestisce il B&B “Il gallo delle Pille”. Ha quindi esperienza, ma né questa, né l’entusiasmo sono sufficienti a coinvolgere le istituzioni che latitano o contano troppo e troppo spesso sul lavoro dei gestori di B&B, chiedendo loro continuamente opera di volontariato in cambio di una promozione che non arriva mai. “La nostra zona è particolarmente bella ma non conosciuta, non siamo sul Lago di Garda tanto da poter offrire una camera vista lago ma abbiamo delle meravigliose colline moreniche con realtà imprenditoriali straordinarie: artigianato, produttori di vino, una splendida pista ciclabile… manca la promozione di un territorio che ha tanto da offrire ma che rispetto al Lago di Garda è sconosciuto”.

In un quadro così frammentario qual è la migliore normativa esistente? Cesare Gherardi dell’Anbba non ha dubbi: “Quella delle regioni a statuto speciale: in tanti anni mai avuto una lamentela da loro”.

Le Associazioni di B&B censite da Bed-and-Breakfast.it

Nome Associazione Ambito Indirizzo Web
AGGE - Associazione Gruppo Gestori Extralberghieri Nazionale sito web
Anbba Nazionale sito web
Aigo Confesercenti  Nazionale sito web
Host Italia Nazionale sito web
Abruzzobnb  Abruzzo sito web
Arbbac Calabria sito web
Abbac Campania sito web
Associazione B&B FVG  Friuli Venezia Giulia  sito web
A.l.b.a.a.  Lazio sito web
Asso B&B Marche Marche sito web
Associazione B&B ScopriPiemonte  Piemonte sito web
Case Piemontesi Piemonte sito web
Nuova Associazione Sarda Operatori
Piccole Strutture Ricettive di Qualità 
Sardegna sito web
Confartigianato Turismo e Spettacolo Sicilia  Sicilia sito web
Bed & Breakfast di Qualità in Trentino  Trentino sito web
Abbav Veneto sito web
Associazione Acireale B&B  Acireale sito web
Abba Agrigento  Agrigento sito web
Associazione B&B Ascoli Piceno Ascoli Piceno sito web
Associazione Bergamo B&B & Co. Bergamo sito web
Welcome! Ospitality Bergamo Alta Bergamo sito web
Comeacasatua Associazione tra strutture extra alberghiere bresciane Brescia e Provincia sito web
Associazione B&B in Rete Brindisi Grande Salento Brindisi sito web
BBTB - Associazione B&B Terra di Brindisi Brindisi sito web
Area Strutture Ricettive Cagliari e Provincia Cagliari e provincia sito web
B&B in Cagliari Cagliari sito web
Associazione Extra Cagliari sito web
ASTAR Associazione stabiese attività ricettive Castellammare di Stabia sito web
Abbetnea Catania e provincia sito web
Associazione Cefalù Host Cefalù sito web
Associazione B&B Cingoli Cingoli sito web
Associazione Gea Marche Extralberghiero Civitanova Marche sito web
Cupramontana-Accoglie; Ospitalità rurale nelle Marche Cupramontana sito web
Atex Associazione Turismo Extralberghiero Penisola Sorrentina, Isola di Capri e Costiera Amalfitana Costiera Amalfitana sito web
Associazione Extralberghiero Desenzano Holiday Desenzano sito web
Associazione dei B&B della Città di Fermo Fermo sito web
Associazione Affittacamere B&B Follonica Follonica sito web
Associazione B&B Fondi Fondi sito web
Associazione B&B Gaeta Gaeta sito web
Associazione “Ospiti per Casa” Lago di Como sito web
Associazione Bed and Breakfast del lago di Garda Lago di Garda sito web
Associazione Mantova B&B Mantova sito web
B&B Associati Massafra Massafra sito web
Associazione B&B Maratea Maratea sito web
Associazione Strutture Turistiche-Marsala Marsala sito web
Associazione Strutture Extralberghiere Marsala Marsala sito web
Associazione B&B Matera Matera sito web
Associazione B&B Monopoli  Monopoli sito web
Associazione Bed and Breakfast Ogliastra Ogliastra sito web
Associazione ABC Turismo Osimo e Dintorni Osimo sito web
Extralberga Palermo Palermo sito web
Associazione Pompeiana Affittacamere e Bed & Breakfast Pompei sito web
Montesanto B&B diffuso  Potenza Picena sito web
Associazione Bed & Breakfast e Room & Breakfast
by Confartigianato della Provincia di Ravenna
Ravenna e provincia sito web
Assoextralberghieri Roma Roma sito web
Gruppo B&B Salento Salento sito web
Associazione B&B Sirmione e case vacanza Sirmione sito web
Consulta delle attività produttive del comune di Sant'Olcese Sant'Olcese sito web
Associazione Culturale B&B Taranto Terra di Sparta Taranto sito web
Associazione Tivoli Host Tivoli sito web
Arevod - Ospitalità Diffusa per un Turismo di Qualità intorno al Vesuvio Torre Annunziata sito web
Stay in Tuscia Tuscia sito web
Associazione B&B Val Cavallina Val Cavallina (Lombardia) sito web
Associazione Valsusa nel cuore Valsusa sito web
B&B Varese - nel verde tra i laghi Varese e provincia sito web
Associazione B&B Varese Varese e provincia sito web
Case Piemontesi del Verbano Cusio Ossola e Novara Verbano Cusio Ossola e Novara sito web
Associazione B&B Verona e provincia Verona e provincia sito web
Associazione Baldo Garda Valpolicella e Verona Verona e provincia sito web
Associazione Locatori Turistici di Verona Verona sito web
Associazione B&B Sette Comuni Quality (Altopiano dei Sette Comuni VI) Vicenza sito web